Eleonora Daniele (conduttrice) Roma
23.10.2008
Intervista di Gianfranco Gramola
Dal timone di “Uno Mattina” a “Ciak, si
canta”
Eleonora Daniele è nata a Padova il 20
agosto 1976 (sotto il segno del Leone), da papà Antonio e mamma Iva. Ultima
di 2 sorelle ed 1 fratello, ha conseguito il diploma di scuola magistrale, poi
si è iscritta all’Università di Lettere, anche se non ha terminato gli
studi, perché ha deciso di andare a vivere da sola. Ha lavorato in un’azienda
di telecomunicazioni per 2 anni. Poi nella moda come modella ed indossatrice
fino al 2000. Nel frattempo ha alternato a questa occupazione, un impiego fisso
presso la banca Mediolanum. Nel 2001, arriva la sua prima esperienza televisiva
con “La sai l’ultima”. Dopo un’esperienza in un reality, nel 2002 è
approdata come attrice nel mondo della fiction con “La Squadra”, nel ruolo
dell’amante di un uomo sposato. Nel 2003 e’ la volta di “Un Posto al
Sole” nel ruolo di una modella e in “Carabinieri 3” interpretando una
tossicodipendente. Poi ha condotto su LA 7 il Magazine “La Vetrina” e lo
speciale di Rai 2 “L'Italia dei porti”. Nel luglio del 2004, presenta in
seconda serata su Rai 2, “Futura City” un programma in 6 puntate, dove la
bella padovana ha vestito i panni di "donna futura", colei che ha il
compito di accompagnare i visitatori nel mondo delle nuove tecnologie, tutte da
scoprire. A giugno 2004 è entrata a far parte del cast di “Uno mattina
estate” dove tutti i martedì conduceva una rubrica dedicata alla storia della
fiction televisiva. Il 2004 è anche l’anno del cinema e del teatro: ha
partecipato infatti al film dei fratelli Vanzina “Barzellette” e recitato in
“Rondone e Rondinella” di Luigi Pirandello. E poi ancora fiction con
“Diritto di Difesa” (Rai) e “Carabinieri 3” (Canale 5). Il 20 settembre
2004 ha iniziato una nuova avventura al fianco di Enza Sampò, Franco Di Mare,
Sonia Grey e Caterina Balivo nell’edizione invernale di "Uno
Mattina" 2004-2005. Dal 12 settembre 2005 Eleonora è riconfermata per la
conduzione di "Unomattina", con Monica Maggioni e Luca Giurato e nel
2008, la ritroviamo ancora a “Unomattina”, a fianco però di Michele Cucuzza.
A gennaio 2009 presenterà il programma “Ciak, si canta” (sei prime serate).
Ha detto:
- Le critiche le accetto sempre, non mi fanno
mai male, neppure quelle più cattive. Le prendo come stimolo per crescere.
- Per
“Unomattina” mi sveglio alle 4.30, alle 5.15 sono in redazione e leggo i
quotidiani, alle 6.30 sono pronta per la diretta. Una volta finita, partecipo
alla riunione di redazione per il giorno dopo e alle 13.00 torno a casa.
- Fino a 17 anni sono stata un brutto
anatroccolo e i ragazzi non mi degnavano di uno sguardo. Poi a 18 anni ho avuto
un’esplosione di forme e ho acquistato femminilità.
- Ammetto di essere superstiziosa. Non vesto
mai di viola, non passo sotto le scale, sto attenta a non versare l’olio per
terra e non accetto il sale dalle mani degli altri. Ma il 17 non mi ha mai
portato male. Come il 13, che è il mio numero fortunato.
Curiosità
- Nel 2005 è stata coinvolta, insieme ad
altre showgirl, nella realizzazione di un calendario (Women
for planet 2006), il cui ricavato è stato donato all'associazione
ambientalista Planet.
- E’ fidanzata da alcuni anni con
l’imprenditore farmaceutico Giulio Tassoni.
- Vive
da sola in compagnia di Met, il suo pappagallo e ama collezionare cinture, borse
e scarpe.
- Ha fatto la pubblicità per i divani
Chateau d’Ax e per l’azienda di camicie Valentina’s.
- Il suo idolo televisivo da sempre è Milly
Carlucci, di cui apprezza la professionalità e compostezza.
Intervista
Ha appena finito la riunione di redazione di
“Uno Mattina” e si appresta a tornare a casa. Durante il tragitto risponde
alle mie domande. E’ stanca dagli impegni mattutini, che la obbligano a
levatacce (si alza verso le 4 e mezza), ma è felice così, perché il suo
lavoro gli dà molta soddisfazione.
Da Padova a Roma, Come ricordi l’impatto
con la Capitale?
E’ stato molto duro. All’inizio per me è
stato un impatto molto difficile, che mi ha fatto soffrire. Non parlo di Roma,
perché Roma è una città bellissima, straordinaria, una città che ti accoglie
immediatamente e ti fa sentire da subito un cittadino romano. Il problema
all’inizio è stata la gente, perché ho avuto un po’ di difficoltà ad
ambientarmi, nel modo di ragionare un po’ diverso, perché noi del nord siamo
un po’ più chiusi e loro sono molto più aperti, l’educazione decisamente
sono un po’ diverse, il modo di rapportarsi e di relazionarsi che è molto
diverso. Adesso avrei più problemi a relazionarmi in Veneto (risata). Diciamo
che ho mantenuto le mie radici e le ho un po’ modificate, perché andando a
vivere in un’altra città devi comunque ambientarti in maniera diversa.
Diciamo che sono un po’ e un po’ (risata).
Quali sono state le tue abitazioni romane?
All’inizio ho trovato un amico di Padova
che mi ha lasciato il suo appartamento in affitto, perché lui era andato a
vivere con la fidanzata e mi ha fatto questo grande favore. Pensa Gianfranco,
che questo ragazzo lavorava dirimpettaio all’ufficio dove lavoravo io a
Padova. Per questo lo conoscevo e lui era venuto a Roma un anno prima di me. Era
un appartamentino molto piccolo, molto esiguo, però me lo ricordo con tanta
gioia, perché era la mia prima casa dove davvero vivevo da sola e si trovava in
zona Cassia e poi da lì sono passata dove vivo tutt’ora, sulla Flaminia.
Con la cucina romana, ti sei
“ambientata”?
La cucina romana, devo dire che è buona, si
mangia bene e mi piace molto la pasta che fanno qui.
C’è un angolo di Roma che ami
particolarmente?
Sono tanti gli angoli di Roma che amo molto,
Gianfranco. Spesso e volentieri vado all’Hilton, al centro che c’è, dove si
può stare in palestra, dove ci si può ricaricare. Un altro posto di Roma che
mi piace molto è piazza Farnese, quella piazzetta vicino a campo de Fiori. E’
bellissima quella piazza.
Cosa ti manca di Roma quando sei via per
lavoro?
Di Roma no mi manca nulla, perché ormai ce
l’ho con me e perché Roma è un po’ casa mia, per cui forse mi manca la mia
casa, il mio riferimento. Non è che mi manca Roma come città. Mi manca la mia
casa, dove ho tutte le mie cose, i miei oggetti, i miei ricordi. Mi manca il mio
rifugio, ecco, perché la mia casa è per me un rifugio straordinario.
Come vivi la Roma by night?
Vado spesso al cinema. Ieri sono stata alla “Festa del cinema” ed è stato molto bello. E’
un grande evento per Roma.
A parte questa bella “Festa”, in
generale come la vivi la Roma notturna?
La vivo abbastanza. Non sempre come vorrei,
perché durante la settimana non posso fare tardi, perché inizio presto al
mattino. Ieri sera ho fatto tardi per la “Festa del cinema” e oggi sono
cotta e sono molto stanca. Però ogni tanto qualcosina la faccio, non so, una
cena, ecc…
Come ti sei avvicinata al mondo dello
spettacolo, Eleonora?
Guardando la televisione (risata).
Bella come battuta. Ricordi il debutto?
Il mio debutto è avvenuto su una emittente
privata veneta, in un programma che si chiamava “I bop e bop television” ed
era un programma molto divertente, perché si discuteva con personaggi locali e
si facevano delle interviste, degli eventi che accadevano in discoteca, una
specie di “Vita in diretta”, tanto per dirti, solo che era in versione
casalinga e veneta. Con quella esperienza ho imparato a stare davanti ad una
telecamera.
Ma i tuoi genitori che futuro sognavano
per te?
Mio padre sognava e sogna che io mi sposi e
che poi abbia una bambina. Mia madre non ho ben capito che futuro sognasse per
me, so solo che il futuro che mi sto creando a lei piace molto ed è
soddisfatta, anche perché mamma faceva l’attrice a livello locale, cose
paesane. A lei piaceva molto fare teatro, poi si è sposata e ha mollato tutto.
Papà cosa fa?
Papà faceva l’imprenditore. Diciamo che
aveva dei negozi e poi aveva dei terreni, nel senso che era della Coldiretti.
Qual è stata la tua più grande
soddisfazione in campo artistico?
Di quelle ne ho tutti i giorni, Gianfranco,
quando vedo le lettere e le e. mail che mi arrivano e le richieste che mi fanno i
telespettatori, i complimenti che mi fanno le persone che incontro per strada.
Una grande soddisfazione è anche quando la gente mi dice che mi segue in Tv e
che gli piace quello che faccio e che riesco a dare un servizio al pubblico e
che riesco a fare qualcosa di bello per le persone che stanno male, anche in
televisione. C’è stata un’altra cosa che mi è rimasta nel cuore. L’anno
scorso ho raccontato la storia di un ragazzo piemontese, che aveva tentato il
suicidio ed era un ragazzo molto lucido nelle sue affermazioni, un ragazzo che
soffriva molto perché non riusciva a trovare lavoro e per colpa di questo aveva
perso i figli e la moglie lo aveva lasciato. Un ragazzo veramente in gamba e si
vedeva che aveva voglia di lavorare, si vedeva che aveva voglia di fare, poi è
sopraggiunta una depressione da cui non è riuscito a riprendersi e le forse
dell’ordine l’hanno salvato dal suicidio. Era una delle prime storie forti
che raccontavo in televisione e questo ragazzo, dopo una giornata, gli è stato
offerto un lavoro da un telespettatore. Praticamente dopo l’appello che ho
fatto, quel ragazzo si è ripreso e ha mandato anche una lettera di
ringraziamento al nostro programma. Questa è stata una grande soddisfazione e
una grande gioia.
Come vivi il successo, Eleonora?
Sinceramente non lo vivo, nel senso che la
mia vita, dal lunedì al venerdì, è quella di stare a Roma, a lavorare
quotidianamente nell’ambiente degli addetti ai lavori, dove purtroppo a volte
non hai così tanto confronto con le altre persone che fanno altri mestieri,
altri lavori. Frequenti sempre lo stesso ambiente e le stesse persone e allora
spesso e volentieri i fine settimana prendo il treno per Padova e sto a casa con
i miei famigliari e da mia sorella, tranquilla per cui forse il mio piccolo
successo magari lo vivo a casa mia, a Padova, in mezzo alla gente che mi conosce
da tanti anni e che è contenta di quello che faccio ed è soddisfatta di vedere
una ragazza di paese che in qualche maniera lavora in televisione e che sta
crescendo in bravura.
Hai un sogno artistico nel cassetto? Non
so, una prima serata…
Le prime serate arrivano a gennaio. Condurrò
il programma “Ciak, si canta”. Forse
un mio sogno nel cassetto è quello di lavorare, un domani, nelle istituzioni,
per fare del bene alla gente.