Enrica Bonaccorti  (attrice - presentatrice)     Porto S. Stefano 29.07.2001 

                  Intervista di Gianfranco Gramola

Un'artista, sempre dalla parte degli animali  

Enrica Bonaccorti è nata a Savona il 18.11.1949 (Scorpione). Da bambina voleva fare il giornalista, l'attrice e il medico. "Due sogni li ho realizzati - spiega sorridendo la dolce Enrica -  per il terzo c'è sempre L'Università della terza età".  Un piccolo bilancio della bionda ligure vanta una carriera piena di soddisfazioni: in Tv , alla radio, sulla carta stampata, al cinema e in teatro. Con rammarico ammette che  la sua carriera è andata avanti  a furia di sostituzioni. " Non ricordo un programma che sia stato pensato apposta per me. Comunque la mia più gran passione è la scrittura. Passo le notti a scrivere, perché la notte per me non è  un tempo, ma un luogo , un territorio, il mio pianeta e mi sembra incredibile sprecarlo solo per dormire ".

Ha detto:

- Per me la casa è importantissima, è un punto di riferimento irrinunciabile e questa è proprio come la desideravo: per me, per la mia famiglia e per i miei animali.

- La solitudine? Accompagna tutti noi che facciamo un  mestiere pubblico: troppe valigie, troppi alberghi, troppo spazio - fisico e mentale - assorbito dal lavoro e troppe energie che ti sembra di non averne più per te e per la propria famiglia. 

- Sono stata lontana dalla  Tv pensando di rientrare più avanti e ho trovato il mio posto occupato. E' la solita legge dell'autobus: c'è chi scende e c'è chi sale.

- Sono sempre stata un amante degli animali. Avevo solo 7 anni quando costrinsi la mia maestra ad accogliere in classe un gattino che aveva una zampina rotta. 

- Sono nata in una caserma, a Genova, e fin dall' adolescenza ho sempre avuto un approccio cameratesco sia con gli uomini che con le donne. Non sono lesbica, nel senso che non posso rinunciare agli uomini.

Curiosità

- Ha una figlia, Verdiana, avuta dal primo brevissimo matrimonio con il fotografo Daniele Pettinari.

- Ama i cani alla pazzia. Quando abitava in campagna ne possedeva 5. Attualmente dedica gran parte del suo tempo a difesa dei diritti degli animali.

- Ha avuto una breve storia d'amore con Renato Zero (suo grande e fraterno  amico), Michele Placido, Arnaldo Del Piave, il principe Carlo di Borbone e Francesco Villari.

- Ha scritto i testi per le Sorelle Bandiera.

Intervista

Enrica  tra un impegno e l’altro si gode il meritato riposo nella sua bella casa di Porto S. Stefano (Monte Argentario). “Ogni tanto - dice - scappo da Roma e mi rifugio qui per riposare e ricaricarmi per i prossimi impegni di lavoro”.

Se ricordo bene, Enrica, tu hai debuttato in TV, vero?

Si! Nell’83, come conduttrice in “Italia sera”, ma la grande popolarità arrivò nell’85 con “Pronto, chi gioca ?”, un programma di Gianni Boncompagni che venne presentato prima di me dalla grande Carrà. Poi nell’87 passai a Mediaset con “ Cari genitori – Non è la Rai – La giostra – Cuori d’oro- ecc… e adesso curo delle rubriche dedicate ai cani e poi faccio teatro, con grande soddisfazione.

Parliamo di Roma.

Io non sono romana, bensì di Savona. Ci sono nata il 18 novembre, l’anno non te lo dico (risata), quindi sotto il segno dello scorpione. Però abito a Roma da più di 30 anni ormai e devo dire che solamente negli ultimi anni questa città mi ha effettivamente conquistata. All’inizio l’impatto è stato duro, dovuto anche al fatto che ero stata tirata su in una casa molto speciale, cioè in una caserma. E’ stato un impatto molto difficile però poi a Roma ci si abitua a tutto.

In quali zone hai abitato?

Ho sempre abitato a Roma nord oppure nel centro storico. Quando sono venuta ad abitare a Roma stavamo nella zona Monte Mario dove mia madre vive tuttora, vicino a casa dei miei nonni che invece vivevano a Roma già dieci anni prima, cioè dagli anni ’60. Poi da Monte Mario ci siamo spostati alla Camilluccia e poi in centro. Quando ho avuto mia figlia Verdiana abitavo in via del Babuino (con una B sola) e attualmente vivo in via Sistina.

Se ti piace Roma sicuramente ti piace anche la sua cucina. E' così?

Non ho un rapporto fantastico con la cucina romana, perché ci sono un sacco di cose che io non mangio, come le interiora, la trippa, la coda alla vaccinara. Però devo dire che amo molto i primi che a Roma sono meravigliosi. Vivrei di pastasciutta. Sui secondi traballo un po’… adoro i gnocchi alla romana, le lasagne, la matriciana, la pasta alla Checca … adoro la pasta ma con le carni non vado tanto d’accordo.

C’è un angolino romano a cui sei affezionata?

Si! Mi sento affezionata al centro storico di una volta, di trent’anni fa, di quand’ero ragazza, di quando il centro era veramente speciale. Ricordo piazza Navona quando era un po’ più vivibile. Era il punto d’incontro di noi ragazzi. Inoltre amo quella piazza anche perché lì vicino ci abita mia figlia, quindi motivo in più per essere affezionata a quel luogo.



Cosa provi nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?

Ammetto che la ritrovo ancora più bella di come si può raccontare in giro per il mondo. Perché quando ti abitui a vivere a Roma, hai la bellezza che si è impressa nella retina degli occhi, nello sguardo e non puoi più starne senza. Poi negli ultimi anni Roma è ancora più bella. Adesso l’hanno un po’ più pulita e illuminata. Ci sono dei posti, dei monumenti meravigliosi che risaltano di più con le luci notturne. Non c’è dubbio… Roma è la città più bella del mondo.

Come ti sembrano i romani (pregi e difetti)?

Il più grande pregio dei romani è che, parlando con loro, si sente la gioia, il godere e il gusto della vita. Il difetto è che alle volte non si può essere sicuri di quello che dicono. Insomma, quando si sentono certi discorsi, bisogna tagliare a metà e ancora a metà. Esagerano sempre troppo. 

Ami il Tevere?

Con il Tevere ho un rapporto incompiuto perché non è come vorrei. Vorrei navigare sul Tevere, è tanto che se ne parla. Vorrei addirittura buttarmi dal ponte come Mister OK tanti anni fa, vorrei che fosse vivibile come i fiumi di altre città. Mi piace molto l’idea di Veltroni di fare questo gemellaggio sostanziale con Parigi. Adesso abbiamo visto che non è un gemellaggio così, di facciata, perché noi ora, cittadini romani, come i cittadini parigini, possiamo adoperare le due città come se fossero le proprie. Cioè io con il mio biglietto della metro posso andare con la metro parigina, il biglietto della mostra di Parigi mi funziona anche in un Museo di Roma. Ecco, questo mi è piaciuto moltissimo.

Enrica, per una donna di spettacolo Roma cosa rappresenta?

Roma è il palcoscenico su cui recitare la propria parte.

Qual è stata la tua più gran soddisfazione artistica?

Ne ho avute talmente tante Gianfranco, che non posso dare la “palma” a una sola. Sono state tante e per questo, come diceva mio nonno napoletano "Ringrazio il Signore con la faccia per terra.



E delusione?

Scoprire che sono all’antica in fatto di parole, come sincerità, affidabilità e amicizia.

Un tuo sogno nel cassetto?

Scrivere un’altra canzone che abbia lo stesso successo mondiale che ha avuto “La lontananza” che dopo l’esecuzione recente di Mina ha ricevuto il disco di platino, dopo 30 anni. Adesso è stata anche tradotta in cinese, pensa un po’. Ecco,  mi piacerebbe scrivere un’altra canzone che abbia lo stesso eco internazionale, ma credo che non dipenda dalla canzone ma dal grande Modugno, che purtroppo non c’è più tra noi.