Gianni
Boncompagni (autore televisivo)
Roma 5.6.2009
Intervista di Gianfranco Gramola
Un genio della radio, della tv e un ottimo
talent scout.
Gianni (vero nome Giandomenico) Boncompagni
è nato ad Arezzo, il 13 maggio 1932. A 18 anni si trasferisce in Svezia, dove
ha vissuto dieci anni svolgendo vari lavori e poi diplomandosi all'Accademia
svedese di grafica e fotografia, e iniziando l'attività di conduttore
radiofonico per la radio svedese. Tornato in Italia, vince nel 1964 il concorso
Rai per programmatore di musica leggera, ed inizia a lavorare nella radiofonia
Rai dove conosce un grandissimo successo assieme a Renzo Arbore, nei programmi
culto a cavallo tra gli anni ‘60/’70 come Bandiera Gialla e Alto Gradimento.
La coppia creò un nuovo modo di fare intrattenimento, basato sul “non-sense”,
sulla creazione di tormentoni, sull'improvvisazione e l'imprevedibilità. Fa
parte della prima serie del programma quotidiano del mattino “Chiamate Roma
3131” insieme a Franco Moccagatta e
Federica Taddei. Nel 1977 Gianni Boncompagni approda sugli schermi tv della Rai,
dove conduce il programma musicale “Discoring”. Da allora le esperienze
televisive si susseguirono continuamente: “Superstar” e “Drim” nel 1980
e poi, per quasi 10 anni in coppia con Giancarlo Magalli come autore,”Sotto le
stelle” e “patatrac” nel 1981, “Illusione, musica,balletto e altro”
nel 1982 e “Galassia 2” nel 1983. Oggi è conosciuto soprattutto come autore
e regista di trasmissioni di grande successo popolare:”Pronto Raffaella?”
che consacrò la sua ex compagna Raffaella Carrà che vinse nel 1984 il titolo
di “Personaggio televisivo femminile a livello europeo” consegnato dall'European
TV Magazines Association e per la quale scrisse spesso i testi di alcune delle
sue più famose canzoni. Proseguì con “Pronto, chi gioca?” che lanciò la
carriera televisiva di Enrica Bonaccorti. Dal 1987 al 1990 curò l'ideazione e
la realizzazione di “Domenica In”, dove sdoganò Edwige Fenech, già famosa
come icona sexy grazie ai film scollacciati degli anni "70, e Marisa
Laurito che grazie a lui consolidò la sua fama televisiva. Nel 1991 passa alle
reti Fininvest con “Non è la Rai”: l'ennesimo programma di culto con la
Bonaccorti e Antonella Elia, in onda da quell'anno fino al 1995. Lo stesso anno
realizzò anche “Primadonna” con Eva Robin’s, “Bulli e Pupe” (estate
1992) e poi “Rock ‘n Roll” (1993). Il suo alter-ego in quel periodo è
Irene Ghergo, coautrice dei suoi programmi. A “Non è la Rai” lanciò il
personaggio di Ambra, che all'epoca fu un vero e proprio fenomeno di costume.
Nella stagione 1995-1996 collaborò ad un ultimo programma in Mediaset con il
programma pomeridiano “Casa Castagna”, presentato da Alberto Castagna.
Tornato in RAI, nel 1996 e 1997 diresse “Macao”, con Alba Parietti.
Successivamente ha fatto parte della Commisione Artistica del “Festival di
Sanremo” 1998 ed ha collaborato con Piero Chiambretti per “Chiambretti c’è”.
Nel 1998 realizza per Raidue il programma di prima serata "Crociera"
condotto da Nancy Brilli, gli ascolti sono molto bassi e la trasmissione viene
soppressa dopo una sola puntata. Il 9 giugno 2004 ha firmato la regia televisiva
per Rai2 e Rai International del concerto di Elton John allo Stadio di Reggio
Calabria, in “Omaggio a Gianni Versace”. Ultimamente ha centellinato le sue
presenze televisive, prendendo parte ad alcuni progetti come l'edizione di
“Domenica In” del 2005-2006, dove però ha abbandonato il posto dopo appena
una puntata. Nell’autunno 2008 ha preso parte come autore a “Carramba che
fortuna”.
Ha detto:
- Sono
stufo di sapere che le mie tasse finanziano film che non escono o escono in
maniera truffaldina.
- Nel cinema odio la volgarità e la
cialtroneria. Non ho visto tutto il cinema del mondo, ma per favore non fatemi
passare per un analfabeta del
cinema.
- Ho
cose migliori da fare che sedermi su un divano alle 22 e trenta a vedere Bruno
Vespa.
- Sono un comunista col superattico, embè?
Perché uno che fa due soldi dovrebbe cambiare idea? Non ho rubato e ho sempre
pagato le tasse.
- Sono
un uomo Rai. Con Berlusconi mai e poi mai.
- Vado poco al cinema. In sala mi irrito
troppo perché c’è gente che parla, che risponde al cellulare, inoltre non so
perché tutti i giocatori di pallacanestro che vanno al cinema, si siedono
davanti a me che sono un tappo.
- Non lamentatevi mai del clima di Roma.
Credo che sia uno dei più belli del mondo, come del resto la città.
Curiosità
- Nel
1967 ha recitato nel film “I ragazzi di Bandiera Gialla”, con la regia di
Mariano Laurenti.
- Ha
scritto le colonne sonore di “I ragazzi di Bandiera Gialla – Un ufficiale
non si arrende mai nemmeno di fronte all’evidenza, firmato Colonnello
Buttiglione – Il Colonnello Buttiglione diventa Generale”.
- Ha
una rubrica quasi quotidiana sul Messaggero, dal titolo “Via Boncompagni” e
una sul quotidiano “Il Foglio”.
- Come
talent scout ha scoperto Ambra Angiolini, Isabella Ferrari, Claudia Gerini,
Laura Freddi, Miriana Trevisan, Antonella Elia, Alessandra Martines e tante
altre.
- Ha un biglietto da visita per ridere. C’è
il suo nome e poi sotto, stampato: mai stato a Cortina. Mai stato a Sabaudia.
Mai visto “la vita è bella”. Mai scritto un libro. Mai visto uno
sceneggiato.
- Ha cacciato Paolo Bonolis da “Non è la
Rai”, perché “… non era in sintonia con la trasmissione”.
- Ha
tre figlie: Barbara (autrice tv), Claudia (psicanalista) e Paola (lavora
nella cooperazione internazionale con il ministero degli Esteri).
Intervista
E’ in casa con amici. Sta cenando. Volevo
rimandare l’intervista di un’ora, per non disturbare, ma lui hai insistito
per farla al volo.
Gianni, com’è nata la passione per la
radio, per fare radio?
Io sono stato 10 anni in Svezia dove lavoravo
alla radio. Lì è nato tutto. Quando sono tornato in Italia avevo gia un
bagaglio di lavoro abbastanza notevole. Diciamo che ho fatto il mio
apprendistato in Svezia.
In Italia hai fatto coppia per parecchi
anni con Renzo Arbore e poi hai lavorato anche da solo. Hai mai pensato ad un
nome d’arte, un soprannome?
No! L’unica cosa che ho cambiato è
abbreviare il mio nome, cioè da Giandomenico in Gianni. E’più corto.
Qual è stata la tua più grande
soddisfazione in campo artistico?
Io e Renzo abbiamo avuto con la radio dei
grandissimi successi, da Bandiera Gialla ad Alto Gradimento, ecc… Queste sono
state veramente delle belle soddisfazioni. Sono programmi che vengono ricordati
spesso quando parlano della storia della radio. Ma io ho lavorato molto anche
in televisione e anche in questo campo ho avuto molte soddisfazioni.
Che effetto ti fa essere chiamato “il
mostro sacro della tv”?
Mi sembra una cosa esagerata. Diciamo che so
fare il mio mestiere.
Il complimento più bello che hai
ricevuto?
Ne ho ricevuto tantissimi, però non ne ho
presente uno in particolare. Ho ricevuto tantissimi complimenti, anche dai
presidenti della Rai, da amici mie, ecc… Diciamo che sono stato un
privilegiato nei trattamenti.
Cose cattive ne hanno scritte su di te?
No! Se le hanno scritte le ho subito rimosse
(risata).
Quando non lavori quali sono i tuoi hobby?
Amo usare il computer. Mi piace usare
programmi di grafica.
Hai un sogno artistico che vorresti vedere
realizzato?
Ormai alla mia età i sogni nel cassetto li
ho realizzati tutti. Non so cos’altro sognare (risata). Non ce l’ho un
sogno, Gianfranco.
Ho letto in un’intervista che possedevi
la bellezza di 40 mila dischi in vinile e l’hai praticamente regalati ad un
rigattiere. Mi spieghi perché l’hai dati via, Gianni? Valevano una fortuna.
Il motivo è perché non avevo il posto per
tenerli e poi erano tutti chiusi nelle casse e nessuno li usava più. L’ho
dati ad un rigattiere giovane, simpatico. Pensa che c’erano dei dischi
rarissimi che valevano una fortuna. Li tenevo nel garage. Erano dieci casse
stracolme di dischi. Stavano lì e ingombravano pure. Quando li ho offerti al
rigattiere, mi disse che non poteva permettersi di pagare tanto e allora gli ho
fatto un prezzo stracciato.
A chi vorresti dire grazie?
Sicuramente alla Rai, anche a Raffaella (Carrà,
ndr.) con la quale ho fatto tante cose insieme.
Tu sei di Arezzo. Quando sei arrivato a
Roma e come ricordi l’impatto?
Sono arrivato a Roma nel 1960, venendo dalla
Svezia. In Svezia ci sono stato per dieci anni, dove, come dicevo prima, ho
lavorato in radio. Ad Arezzo, la mia città, ci sono stato molto poco, perché
sono andato via da lì che avevo 18 anni. Quindi mi sento più romano che
toscano. Roma l’ho trovata da subito molto simpatica e viva. La amo con tutti
i suoi pregi e i suoi difetti.
I romani come li trovi?
Molto buoni. Io sono molto affezionato a Roma
e ai romani. Roma perché è bella e i romani perché sono molto simpatici,
spiritosi e buoni di cuore.
Ma c’è un angolo di Roma a cui sei
legato?
Mi piace molto la Roma antica, quella del
centro storico, dei monumenti che ricordano la Roma di una volta, quella dei
Cesari. Poi sono molto legato alla zona dove vivo, alla Camilluccia. Una zona
tranquilla e ben tenuta.
Se tu fossi sindaco di Roma, cosa faresti
per migliorarla?
Si sono dati da fare tutti i sindaci qui a
Roma, da Carraro a Rutelli, da Veltroni ad Alemanno. Nelle grandi città c’è
sempre da fare qualcosa, per migliorarle. Ci sono cose che vanno e cose che non
vanno. I problemi sono tanti… si parte dal traffico, alla pulizia, le strade,
le buche… hai voja. Non sai quanti problemi ci sono a Roma. Nonostante tutto,
trovo Roma una città molto vivibile, piena di storia, di arte, di attrattive ed
è difficile che uno qui a Roma possa annoiarsi. Ci sono divertimenti per tutti
i gusti, per tutte le persone, anche quelle più difficili.