Gigi
Proietti (attore)
Ponza 29.8.2014
Intervista di Gianfranco Gramola
E’
in vacanza a Ponza. “Come rientro a Roma inizierò le riprese di un film a
episodi, scritto da Carlo e Enrico Vanzina e Neri Parenti. Gigi Magni? Era un
grande intellettuale e un grande poeta”
Intervista
Ti
sento molto male, da dove chiami Gianfranco?
Dal
Trentino. Posso farti qualche domanda per il mio sito?
Va
bene. Speriamo di capirci.
Cosa
vuol dire per te “essere romano”?
Che
te devo dì…non so… un italiano che è nato a Roma (risata).
Ho visto per l’ennesima volta “I sette
Re di Roma” di Gigi Magni. Uno spettacolo teatrale che ha avuto un successone
enorme e dove tu interpreti con una bravura straordinaria i Re di Roma. Come hai
conosciuto Gigi Magni e quando è iniziata la vostra collaborazione?
Ho
iniziato con lui facendo La Tosca. Lui mi aveva scelto e lì ci siamo
conosciuti. In quel film c’erano Monica Vitti e Vittorio Gassman. Io facevo il
Cavaradossi. Poi siamo rimasti amici e dopo abbiamo fatto altre cose insieme,
come I sette Re di Roma e Ghetanaccio.
Che
ricordi hai di lui?
Una
persona di grandissima cultura che scelse poi il veicolo del cinema e della
poesia, spesso in dialetto essendo a volte frainteso. Con il dialetto romanesco
Gigi Magni era fortissimo. Quando uno usa il dialetto per la cultura italiana
viene sempre considerato un
“minore”. Era un grande intellettuale e un grande poeta. Dal punto di vista
personale eravamo molto amici, avevamo una bella comunicazione, anche se non
aveva un carattere facile. Un carattere di un certo temperamento.
A
proposito di dialetto, come vanno i tuoi sonetti in romanesco?
E’
da parecchi che non ne scrivo, perché non ho avuto grandi sollecitazioni perché
i sonetti satirici si fanno quando c’è qualcosa su cui
fare la satira, ma è un esercizio che ormai non mi va più di fare.
Anche perché non ci sono personaggi molto interessanti in giro.
Ogni cosa che fai è un successone. Qual
è il segreto del tuo successo?
Facciamo
le corna e speriamo continui così. Ogni tanto fallisco anch’io, Gianfranco,
non credere, altrimenti sarebbe tutto troppo monotono. (risata) Sai che c’è?
Uno dei segreti è che ancora mi diverto e quando smetterò di divertirmi, non
farò più successo.
Hai
visto il film “la grande bellezza”? Ti è piaciuto?
Il
film esteticamente l’ho trovato molto curato e con grosse fotografie
bellissime. Un film piacevole.
A
chi volesse avvicinarsi al teatro che consigli vorresti dare?
Il
mio consiglio è quello di studiare bene a fondo e soprattutto chiedersi perché
lo vuol fare. Chiederselo perché è un mestiere bellissimo ma molto difficile e
non certo molto florido dal punto di vista economico.
I
tuoi prossimi impegni?
Adesso
finisce la stagione del mio Globe Theatre (www.globetheatreroma.com)
per Roma, dove facciamo “Tutto Shakespeare”. Poi in ottobre uscirà una
fiction di quattro puntate che ho fatto per Rai Uno e che si chiama “Una
pallottola nel cuore”, con la regia di Luca Manfredi, dove c’è un cast di
personaggi bravissimi. Poi sono in uno dei quattro episodi del film di Neri
Parenti. E poi vedremo cosa ci aspetta il futuro.
A
proposito di cinema e di commedia all’italiana, lo sai che abbiamo un amico in
comune?
Chi
è?
Enrico Vanzina.
Sto
lavorando proprio con lui, perché la sceneggiatura del film che ti dicevo prima
è stata scritta da Carlo e Enrico Vanzina e Neri Parenti. Con Enrico siamo
vecchi amici e il poco cinema che faccio, lo faccio con loro.
Il film "Febbre da cavallo: la
mandrakata", l’ho vista più volte.
E’
un bel film, divertente.