Giobbe
Covatta (attore) Roma 25. 9. 1999
Intervista di Gianfranco Gramola
L'attore
che in teatro parla con Dio
Gianni
Covatta, in arte Giobbe, nasce l’11 giugno 1956, a Taranto. Comico e
attore, utilizza la sua vena umoristica in tutti i campi dello spettacolo,
riscuotendo grande successo. Debutta nel 1991 al Teatro Ciak di Milano con lo
spettacolo "Parabole Iperboli". Nella stagione 93/94 in collaborazione
con Greenpeace rappresenta lo spettacolo "Aria Condizionata" dal
sottotitolo e le balene mo’ stanno incazzate… in cui affronta il tema della
salvaguardia delle balene. Nel 95 è in scena con "Primate assoluto" e
l’anno successivo con "Io e Lui" di Vincenzo Salemme. Nella stagione
1996/1997 è diretto da Ricky Tognazzi in "Art". Nel 1999 debutta con
un nuovo spettacolo "Dio li fa e poi li accoppa" e l’anno successivo
con "Dio li fa…Terzo millennio”. Nel 2003 porta in tour lo spettacolo "Corsi
e ricorsi, ma non arrivai" e nel 2004-2005 "Melanina e
Varechina", spettacolo interamente dedicato al rapporto tra continente
africano e mondo occidentale. Inizia la sua carriera televisiva nel 1987 con il
programma settimanale "Una notte all’Odeon". Nella stagione
successiva lo vediamo in tre trasmissioni di Raidue: "Fate il vostro
gioco", ""Chi c’è c’è" e "Tiramisù". Nel
1989 è ancora su Odeon Tv con il programma "Spartacus e Telemeno".
Dal 1990 inizia la sua partecipazione come ospite al "Maurizio Costanzo
Show". Nel 1991 recita, accanto a Zuzzurro e Gaspare nella sit-com "Andy
e Norman" (Canale 5). E’ ospite fisso della trasmissione di Italia 1
"Dido Menica" e compare in tutte le 70 puntate di "Uno –
Mania", programma in onda su Italia 1. Nel ’95 fa parte del cast di
"Ruvido Show" di Raidue. Nel 1998 lo vediamo su Raitre con "Drug
Story" e nel 1999 è ospite della trasmissione "Quelli che il
calcio". Nel 2001 è di nuovo su Raidue, a fianco di Serena Dandini e C.
Guzzanti ne L’Ottavo Nano. Dal 2004 è ospite di "Mai dire domenica"
con la Gialappa's. Nel 1996 inizia anche la carriera nel cinema. Lo vediamo
infatti Co-protagonista nel film diretto da Simona Izzo "Camere da
letto" e nel 1999 esce il suo film da protagonista "Muzungu,
uomo bianco". Segue nel 2003 "Sono stato negro pure
io" per la regia di Giulio Manfredonia. Al Festival del Cinema di Venezia
edizione 2005, presenta il film-documentario "Bimbi neri, notti
bianche", prodotto da AMREF per la regia di Giulio Manfredonia. Nel 1991
esce il suo primo libro: "Parola di Giobbe", e nel 1993 con
"Pancreas trapiantato dal libro Cuore" . Un nuovo successo editoriale
arriva nel 1996 con "Sesso fai da te", e straordinariamente ritorna in
classifica il suo primo libro "Parola di Giobbe". Nel 1999 pubblica
"Dio li fa e poi li accoppa", tratto dalla sua fortunata opera
teatrale. Nel 2002 esce "L'incontinente bianco"
e nel 2005 esce "Corsi
e Ricorsi ma non arrivai", libro dall'insolita veste grafica basata sulle
testate di quotidiani e periodici.
Ha detto
-
Il
mio motto? Finché non ci provo, non so com’è.
-
Mi
definisco un animatore turistico, però a livello nazionale
-
Il
giorno più bello della mia vita? Da piccolo scrissi in un tema che era il
giorno della Prima Comunione, oggi direi il giorno che è nata mia figlia.
-
Sarei
felice se fossi un poeta, ma l’unica poesia che ho scritto è :” Un,due,tre,
ecco il bidè”.
-
La
differenza fra D’Alema e Fini ? La cravatta.
-
Non
guadagno nemmeno una lira per gli spot dell’Amref. Spesso pago io le spese per
la Produzione.
- Ho
fatto il chierichetto, ho suonato le campane, ho incendiato la tonaca del prete,
ma involontariamente, insomma ho partecipato alla vita parrocchiale!
Curiosità
-
Il
suo impegno umanitario lo porta nel mese di novembre del 1994 a diventare uno
dei testimonial dell’AMREF
(Fondazione Africana per la Medicina e la Ricerca). Da allora, ogni anno, dedica
il suo tempo libero ai problemi africani e fornisce un concreto aiuto all’AMREF
per portare a termine i propri progetti.
-
E’
nato a Taranto, l’infanzia l’ha trascorsa a Napoli, gli inizi nel mondo
dello spettacolo a Milano e da sposato (con Paola Catella) vive a Roma.
-
Giobbe
si è sposato il giorno 17 alle ore 17.00, alla faccia della scaramanzia.
-
Prima
di fare l’attore comico ha fatto lo skipper nei villaggi turistici.
-
E’
nipote dell’ex senatore socialista Luigi Covatta.
Intervista
Quando
ti sei stabilito a Roma, Giobbe?
Erano
gli anni ’70 e c’era quasi la rivoluzione. Io facevo architettura a Roma e
quindi me la ricordo come un momento di “pace” (risata). Allora abitavo
a piazza Vescovio e poi mi sono trasferito sulla Nomentana. Poi ho
cambiato città e sono andato a finire a Milano e poi sono ritornato a Roma,
ossia quando è nata la mia bambina, che io chiamo affettuosamente
“cipolla”.
Ami Roma?
Diciamo
che ho un rapporto affettuoso e assolutamente occasionale, nel senso che ci sto
talmente poco per via del lavoro che mi porta in giro per tutta Italia.
Pensa caro Gianfranco che in centro non ci vado da circa tre anni. Quindi
diciamo che Roma non la vivo in maniera attiva. Non sono nemmeno un mondano ed
esco poco la sera e quindi frequento molto poco i locali alla moda. Quando torno
a Roma dopo una tournee, comunque è come se tornassi a casa.
Da buon meridionale ami sicuramente la cucina della
Capitale, vero?
Il
mio rapporto con la cucina romana in genere è buono, nel senso che sono una
buona forchetta e mi ritengo un buongustaio. Penso che anche la cucina romana
rientri nella lista della categoria “ per buongustai”, a mio avviso.
All’interno della cucina romana c’è anche quella ebraica, nel senso di
tradizione, come i carciofi alla giudia che sono ottimi da Piperno. Ma tutta la
cucina romana, come quella italiana è favolosa, diciamolo, Gianfrà. A Roma non
ho una trattoria fissa. Ce n’è una dove ci vado ogni tanto ma non è
necessariamente romanesca, è un ristorante siciliano che si chiama “Da
Norma” e ci vado, oltre perché si mangia bene, ma anche perché è a 600
metri da casa mia, quindi anche per un fatto di pigrizia o meglio per comodità.
Come
trovi i romani?
Non
voglio dire niente, mica per altro, ma mi sembra di essere banale
ed interpretare quei luoghi
comuni. A me non piace generalizzare, perché sono i difetti di singoli ma non
di tutti e quindi non amo fare di tutta l’erba un fascio. Dappertutto c’è
il buono e il cattivo, penso anche nel tuo Trentino…
Come no. Ma tra un romano e un napoletano vedi un
lato caratteriale diverso?
C’è
differenza fra Romolo e Gennaro, ma perché uno è romano e l’altro è
napoletano, ma non tra napoletani e romani.
Sei legato a qualche angolino di Roma?
No!
Devo essere onesto, ma no, non ho un luogo del cuore. Studiando architettura
sono stato svezzato nell’urbanistica e quindi non ho una zona a cui sono
affezionato. Devo dire che per me, nonostante tutti i problemi che ha, Roma è
la città più bella del mondo.
Nei pochi momenti liberi che hai che zona frequenti
di Roma?
Considerando
che al momento c’è una “gnoma” che ha due
anni (la figlia Olivia, ndr.), per forza devo frequentare i parchi che per fortuna a Roma non mancano.
Prima che nascesse mia figlia mi
piaceva girare la Roma di notte, tranquilla, senza traffico e tutta illuminata.
Una bellezza.
Un tuo sogno nel cassetto?
Diventare
addomesticatore di elefanti (risata).
Progetti artistici?
A
momento l’unico progetto è quello di fare le valigie perché devo partire
un’altra volta con lo spettacolo:” Dio li fa e poi li accoppa”. Ciao
Gianfrà.