Gisella Donadoni (attrice, giornalista e
conduttrice TV) Milano 23.5.2024
Intervista di Gianfranco
Gramola
“Un grazie ai miei genitori in primis per
come sono, per quello che sono, per avermi dato la vita, per avermi insegnato
l’onestà del vivere, perché credo che la cosa più grande che mi hanno
trasmesso è proprio questo ed è proprio questo che mi ha permesso di
affrontare il mio lavoro con la leggerezza necessaria per capire che poi alla
fine se andava bene, ok. Altrimenti mi sarei inventata altro”
Gisella Donadoni, bergamasca di nascita e
milanese d’adozione, comincia la sua avventura nel mondo della comunicazione e
dello spettacolo dapprima posando per diverse campagne stampa come FOTOMODELLA e
TESTIMONIAL e collaborando poi con alcuni quotidiani e settimanali come
corrispondente per servizi di moda, costume e spettacolo. Gisella muove i primi
passi in tv in veste di ATTRICE partecipando ad alcune Sitcom in onda su Canale
5 “NONNO FELICE” con GINO
BRAMIERI, “CASA VIANELLO” con SANDRA MONDAINI e RAIMONDO VIANELLO. In
seguito partecipa a trasmissioni televisive quali “LA SAI L’ULTIMA ” con
PIPPO FRANCO e PAMELA PRATI, programmi musicali come “AZZURRO” e
“FESTIVALBAR” condotti da GERRY SCOTTI, sino ad arrivare alla co-conduzione
dei programmi pomeridiani quotidiani di ITALIA 1 “UNOMANIA”, “UNOMANIA
ESTATE” ed “UNOMANIA MAGAZINE”. A queste prime esperienze, che le fanno
scoprire l’amore per il piccolo
schermo, ne seguiranno tante altre sia sulle reti MEDIASET che su TMC, circuiti
nazionali come ODEON e TV ed emittenti regionali. Partecipa a diverse puntate di
“MA MI FACCIA IL PIACERE”, con GIGI e ANDREA per ITALIA 1. Conduce con
GIANNI FANTONI “OPERAZIONE PESCE PALLA”, programma estivo per ragazzi, in
onda su TMC. E’ autrice e conduttrice di “LILIUM E...” rubrica settimanale
inserita nella trasmissione “TAPPETO VOLANTE” condotta da LUCIANO RISPOLI e
MELBA RUFFO, in onda su TMC. Realizza servizi giornalistici sulle aree verdi in
Italia per “CASA PER CASA”, condotto da PATRIZIA ROSSETTI, in onda su RETE
4. E’ autrice e conduttrice di “A CASA LORO ”, 30 minuti
faccia a faccia con i più grandi imprenditori italiani, intervistati a
casa loro, per tracciarne profili inediti, appuntamento settimanale in onda su
TELECAMPIONE e ODEON TV che ha visto protagonisti, fra gli altri, MASSIMO
MORATTI, ALBERTO BOMBASSEI, DIEGO DALLA PALMA, STENO MARCEGAGLIA. Collabora, in
veste di inviata, al programma di costume “CHI C'E' C'E' “, condotto da
SILVANA GIACOBINI per RETE 4. Autrice e conduttrice della rubrica sportiva
“PEDALANDO” in onda settimanalmente su PRIMARETE LOMBARDIA. Conduttrice con
GIGI MAIFREDI del programma calcistico settimanale “CONTROPIEDE” in onda su
PRIMARETE LOMBARDIA. Conduttrice di “STELLE COME TE” programma musicale in
onda su TELENOVA. Conduttrice con COSIMO PASTORE del talk show economico
finanziario “MONEY” appuntamento
settimanale in onda la prima stagione su ANTENNA3 e nelle stagioni successive su
ODEON TV. Conduttrice di “TV COMPUTER CLUB”, programma sulle nuove
tecnologie informatiche in onda su ODEON TV. Conduttrice di “DETTO FATTO”
programma musicale quotidiano per RADIO ITALIA TV e ANNUNCIATRICE per la stessa
rete. Conduttrice di “93° MINUTO”, programma calcistico realizzato da RTI
MEDIASET. Attrice nella soap di
CANALE 5 “VIVERE” nel ruolo di REGINA SARTORI. Speaker per 10 anni di
“BERGAMO NOTIZIE”, telegiornale dell’emittente BERGAMO TV nonché autrice
e conduttrice di PROGRAMMI e RUBRICHE GIORNALISTICHE sempre per la stessa
emittente. Realizza sevizi giornalistici e interviste per due edizioni di
“TELETHON”, in onda sulle RETI RAI. Partecipa a “LE IENE “, programma di
ITALIA 1, recitando in “SOPRAVVIVERE”, la prima Sitcom prodotta dalle Iene.
Nel 2015 debutta sul grande schermo con la commedia “MATRIMONIO AL SUD e poi,
sempre per il grande schermo, “UN NEMICO CHE TI VUOLE BENE”, un black
comedy. “BENE MA NON BENISSIMO”
è il suo terzo film. E’ ospite più volte della trasmissione
“CINEMATOGRAFO”, condotta da GIGI MARZULLO su RAI 1 e di “LIVE FROM
VENEZIA”, condotta da PASCAL VICEDOMINI per MEDIASET. In veste di CANTANTE ha
inciso due SINGOLI inediti: “CHANSON D’AMOUR”, per AFRO MUSIC e
“CHERI’ “, genere pop, edito dalla ‘MULTIFORCE’ e distribuito in tutto
il mondo. Gisella è madrina del FESTIVAL DEL CINEMA NUOVO, concorso
internazionale di cortometraggi interpretati da disabili. Il Festival,
realizzato in collaborazione con MEDIAFRIENDS ONLUS e con il supporto di
FONDAZIONE ALLIANZ UMANAMENTE, si avvale di una giuria composta da personalità
di spicco del panorama culturale italiano, a cominciare da PUPI AVATI,
presidente onorario, e GIAMPAOLO LETTA, presidente in carica.
Intervista
Mi racconti com’è nata la passione
per il mondo dello spettacolo?
E’ stata una cosa inaspettata per me perché
io quando ero in prima media avevo letto un libro che mi ha colpito molto,
parlava di giornalismo e ho pensato che da grande avrei voluto fare la
giornalista. Quindi il mondo dello spettacolo, timidissima come ero, zero. Mia
sorella, che era ospite in una trasmissione televisiva, mi ha chiesto di
accompagnarla insieme ai fidanzatini dell’epoca, perché eravamo ragazzini e
siamo andati a questa trasmissione di Mediaset e lì un autore mi ha dato in
mano un microfono e mi ha chiesto di introdurre quello che era il presentatore,
in pratica chiedevano a qualcuno di fare questa cosa. Io sono diventata paonazza
e tentennavo, poi si è accesa la luce delle telecamere e ho fatto questa
presentazione. Quando mi sono rivista a casa, quasi non ci credevo perché
sembrava che l’avessi sempre fatto, nel senso che sembrava sparita la mia
timidezza e ho fatto quella cosa tranquillamente. Tant’è che poi mi hanno
chiesto se volevo fare un provino per la TV. Io ero un po’ restia perché era
una cosa a cui non avevo mai pensato e nemmeno mi interessava più di tanto. Al
provino ho fatto venire anche mia sorella e alcuni amici e ho fatto il mio primo
provino con Gianna Tani, storica talent scout Mediaset. Da lì, sempre con mia
sorella e gli amici, abbiamo cominciato a fare delle piccole cose, tipo “La
sai l’ultima?”. Un giorno mi chiama Gianna Tani e mi dice di andare da lei a
fare un provino perché mi volevano per un progetto televisivo. Io c’ho
pensato un po’ e poi ho accettato perché era una cosa abbastanza divertente.
Così ho cominciato a fare delle piccole cose come “Azzurro” con Gerry
Scotti, ho partecipato al Festivalbar e di cosa in cosa sono nate altre
opportunità, fino a che mi hanno proposto una trasmissione che si chiamava
“Unomania” che andava in onda su Italia 1, dal lunedì al venerdì
pomeriggio. Questa è stata un’esperienza un po’ più formativa, peraltro
affrontata sempre come un puro divertimento e sempre con l’idea che sarebbe
finita da lì a poco, anche perché avevo un po’ di titubanza. Io venivo da
una famiglia che mi aveva dato dei valori abbastanza sani e preferivano che
facessi altro. Quindi l’ho fatto così, con leggerezza e senza ambizioni. E
questa cosa qui, anno dopo anno, sono diventate la mia vita. Per cui ho
continuato facendo delle cose molto diverse da me e ho scoperto invece che mi
divertivano, mi piacevano e mi piaceva anche andare dentro la produzione, vedere
come nasceva una trasmissione anche dal punto di vista autorale. Ad un certo
punto ho capito che questa mia passione per il giornalismo la potevo in qualche
modo portare nel mondo televisivo. Difatti ho fatto poi dei servizi per
programmi su Rete 4 tipo “A casa loro”. Poi facevo delle cose
più da show girl per quando riguardava Mediaset e i canali più
importanti e facevo trasmissioni giornalistiche su altre reti come Odeon e
Telecampione.
Dicevi del programma “A casa loro”?
“A casa loro” era un faccia a faccia con
gli imprenditori italiani per tracciare un profilo inedito rispetto a quello che
si conosceva normalmente di loro. Con Moratti non ho parlato dell’Inter e
della sua società petrolifera, ma di tutt’altro e quindi andavo a scoprire
cose che erano veramente simpatiche.
Un esempio?
C’è stato un personaggio che mi ricordava
che i suoi primi soldi li aveva guadagnati scrivendo lettere d’amore per i
suoi compagni di classe alle scuole medie. Tornando alla mia carriera, ho
condotto con Cosimo Pastore la trasmissione economico - finanziaria “Money”
per tre anni e lì si parlava appunto di finanza e di investimenti. Ho fatto
tante cose e ho unito il divertimento con la mia passione giornalistica, tant’è
che poi ho condotto per diversi anni il Tg della mia città, di Bergamo, dove
facevo interviste, facevo la speaker del Tg e facevo dei programmi alla scoperta
dei luoghi e delle bellezze del territorio e davo anche consigli sulle vacanze.
Mi sono sempre divertita e sono cresciuta nell’ambiente portando avanti tutte
queste mie due anime (risata).
Hai mai pensato ad un nome d’arte?
No, non ci ho mai pensato, non ne sentivo la
necessità, forse fa parte del mio essere sempre trasparente e sincera, solo per
i pezzi musicali ho scelto ‘Giselle’ ma li avevo anche un look completamente
diverso.
Tu sei cantante, giornalista, conduttrice
e attrice. In quali di questi ambienti ti senti più
a tuo agio o pensi di dare il meglio?
Io mi annoio facilmente per cui tutte queste
cose che ho fatto, le ho fatte anche per riuscire a trovare l’energia giusta
per non arenarmi su quello che facevo. Per quanto tu faccia il lavoro più bello
del mondo, dopo 10/15 anni non dico che ti venga noia, però lo dai un po’ per
scontato perché qualsiasi cosa, anche bellissima, viene a mancare un po’ la
carica e l’adrenalina dopo anni che li fai. E’ come se uno presentasse
Sanremo per 20 anni, dopo un po’ si stufa (risata). Allora io ho cercato di
non abbassare mai l’entusiasmo e la mia voglia di fare, facendo tante
esperienze diverse, come i dischi e le altre cose che ho fatto mi hanno fatto
entrare in un mondo diverso, facendo appunto cose diverse che poi mi caricavano
di nuova energia per dare sempre il meglio anche nelle cose che facevo da anni.
Era un modo per mettermi un po’ alla prova e per trovare sempre l’entusiasmo
e la carica giusta per dare qualcosa al mio pubblico. Tutte le volte che salgo
su un palco mi viene un po’ non dico di ansia ma sai quell’adrenalina per
cui devo dare sempre qualcosa al pubblico ma non deve essere in automatico.
Come sei arrivata al cinema?
Per quanto riguarda il cinema, ero arrivata
ad un punto che sentivo che avevo voglia di un po’ di cambiamento, di fare
qualcosa di diverso. Allora ho voluto provare questa nuova esperienza che mi è
capitata perché me l’avevano proposta per una serie di motivi. Ho visto che
mi è piaciuto la prima volta e ho accettato. Effettivamente ho fatto questi tre
film e devo dire che è stata un’esperienza bellissima. Era poi quello che
avrei voluto continuare a fare perché era una dimensione diversa che mi piaceva
e forse era quello di cui avevo bisogno in quel momento.
A proposito di cinema, com’è stato
lavorare accanto a Sandra Milo e Massimo Boldi?
Con Sandra Milo appena l’ho conosciuta è
scoppiato un grande amore, perché ho scoperto una persona davvero meravigliosa,
di una generosità unica sia sul set che fuori. Poi di una intelligenza e di una
profondità che solo conoscendola potevi capire e lei ha sempre messo in luce
questa sua ironia. Ricordo con molto piacere tutti i momenti che abbiamo passato
insieme nelle ore di attesa, nelle pause, in camerino. C’erano dei momenti in
cui lei si apriva e non era più la Sandra Milo che noi conoscevamo in TV, ma
quella donna straordinaria che ti diceva delle cose di una profondità, di una
verità pazzesca. Faceva delle domande a volte, poi ti diceva delle cose e io
pensavo a questa donna che aveva il coraggio di dire e ammettere che le cose
sono così, quindi tanto di cappello. Era veramente straordinaria e qui parlo
anche di generosità…
Un esempio di generosità?
Noi abbiamo portato il film “Un nemico che
ti vuole bene” al Locarno Film Festival e lei è stata chiamata insieme a
Diego Abatantuono come portavoce del cast e la prima cosa che ha detto è stata
quella di rivolgere un applauso a tutti i colleghi che hanno contribuito alla
riuscita del film. Noi eravamo presenti e ci ha fatto molto piacere. Ho trovato
questo pensiero di una delicatezza e di una generosità unica. Lei poi arrivava
la mattina sul set alle sette, stava lì seduta tranquillamente su una sedia,
nonostante il freddo, sempre con un sorriso per tutti, ad aspettare il suo turno
e non l’ho mai sentita una volta lamentarsi per qualcosa. Una persona
deliziosa. Massimo Boldi mi ha permesso di fare la prima esperienza con il film
“made in sud” e sul set anche lui è stato meraviglioso ed è un personaggio
come lo vedi in TV, anche se ha
anche una sua malinconia che fa parte del comico, queste due facce che si danno
il cambio. Lui è stato molto generoso e mi ha dato forse le prime armi per
potermi muovere sul set perché anche se avevo tanta esperienza televisiva alle
spalle, l’ambiente cinematografico è diverso. Diverso anche nelle soap, nelle
fiction che avevo fatto prima e
quindi è stata una bella esperienza e sono felice di averla fatta all’inizio
con un attore di grande esperienza come Massimo Boldi.
Nel mondo dello spettacolo hai notato più
complicità o competizione?
Io ho sempre frequentato poco i miei colleghi
perché io sono una ragazza di provincia, nata nella mia Bergamo, in una
famiglia con grandi valori, con la testa sulle spalle e sono sempre rimasta con
le stesse amicizie, per cui non ho mai fatto vita mondana. Non mi sono mai messa
nelle situazioni di vivere queste grandi complicità o competizioni. La
competizione sicuramente c’è, la sana competizione c’è in ogni
ambiente. Io però ho avuto la fortuna di aver avuto una famiglia
meravigliosa in cui l’invidia non ci è mai appartenuta e questo più che una
dote è una grande fortuna proprio perché sei in un ambiente dove a volte si
vede una competizione sfrenata. Il fatto di non vivere questa cosa, mi ha fatto
vivere bene anche in mezzo a situazioni così. Io sono felice e soddisfatta di
fare il mio lavoro e non mi sono mai addentrata in queste cose e non mi sono mai
fatta una malattia vedendo certe cose o sentendo delle cattiverie. Faccio un
lavoro che mi piace, mi pagano per farlo e sono soddisfatta. Alla fine chi vive
male è quello che ha questo senso di competizione. Io ho trovato a Mediaset il
mio spazio nelle telepromozioni, dove sicuramente la cosa che veniva premiata
era la capacità comunicativa e l’essere capace di funzionare e non altro,
perché lì se non ci sono i numeri, le raccomandazioni valgono poco, perché ci
sono i clienti che comprano gli spazi a prezzi esorbitanti e se non porti il
risultato, c’è poco da fare. A me sarebbe piaciuto fare altro, però non
volevo mettermi nella situazione di dover dire di no a proposte particolari. Nel
mio piccolo mi accontentavo di quello che potevo fare e lì sapevo che nessuno
avrebbe rotto le scatole perché si guardava al merito e non ad altro. Altre
cose magari le avrei potute affrontare ma non le ho fatte, ma mi sono rifatta su
emittenti un po’ più piccole dove si poteva fare, si poteva
proporre. Mi sono impegnata come giornalista su altri fronti e mi sarebbe
piaciuto fare una trasmissione importante anche su determinate reti ma non è
mai stato il mio obiettivo, perché ogni cosa che mi proponevano, l’affrontavo
come un divertimento e non pensavo che diventasse la mia vita. Nella mia vita ho
avuto amicizie normali e non volevo neanche passare per quella che non usciva
perché c’erano i paparazzi e questo mi avrebbe pesato, tant’è che
interviste che parlano della mia vita privata non ne trovi perché un conto è
il privato e un conto è il personaggio pubblico e io tengo sempre separate le
cose. Non ho mai detto o fatto cose combinate per avere spazio sui giornali.
Un paio di aggettivi per definirti?
Sensibile ed empatica.
Hai mai lavorato per beneficenza?
Si, è il mio impiego principale. Negli
ultimi anni sono madrina del festival internazionale del Cinema Nuovo, che è un
concorso per cortometraggi interpretati da persone con disabilità. Ho sempre
fatto cose anche con i disabili e questo lo faccio con molto piacere perché è
talmente tanto quello che ti danno questi ragazzi, queste persone ed è talmente
profonda la cosa che alla fine non sei tu che fai beneficenza a loro, ma sono
loro che entrano nella tua vita e ti danno qualcosa di vero. Quando faccio
queste cose sto bene, sono felice e mi dimentico dei problemi e penso a quanto
è bella la vita. Anche perché lì trovi veramente l’affetto vero, perché
loro non ti dicono nulla, come fanno a volte colleghi e amici che lo fanno per
convenienza. Loro fanno e dicono esattamente quello che provano, in cui un
abbraccio e un sorriso sono sinceri, veri. Poi sono stata anche madrina della
nazionale artisti TV, abbiamo fatto tante cose per la costruzione di pozzi in
Africa. Ho anche un appuntamento molto importante che faccio prima di Natale con
delle persone con problemi di salute. Nel mese di novembre e dicembre sono
spesso invitata a cene aziendali e a diverse cose, ma poche volte ho partecipato
a delle serate così piene di gioia vera e sincera come quelle con questi
malati. A volte sei in luoghi bellissimi, con gente piena di tutto, di soldi, di
salute, di bellissimi lavori e li vedi che sembrano scocciati e annoiati dalla
vita e dal troppo che hanno. Partecipare alle serate con i malati ritrovi
proprio il senso vero della vita e torno a casa grata per aver potuto
partecipare e sono io che ringrazio loro perché è una lezione di vita vera che
a volte nella frenesia quotidiana si perde un po’ questo senso della vita e
queste cose ti aiutano a ritrovarle o quantomeno a fermarti un attimo a pensare
a quali sono le cose importanti nella vita e alle priorità.
Oltre al lavoro curi delle passioni nella
vita?
Innanzitutto la natura, ho cominciato a
curare un orticello qui a Milano, nel mio giardino ma ultimamente ho poco tempo
da dedicare alle passioni. Fino a poco tempo fa mi sono dedicata alla corsa e
quando andavo da qualche parte per lavoro, nel mio trolley mi portavo dietro un
paio di scarpe, pantaloncini e una maglietta ed ero a posto. Mi piaceva andare
alla scoperta della città dove mi trovavo e attraversarla di corsa era una cosa
bellissima, anche perché io la vedo come una sorte di auto analisi. Quando
corro da sola, riesco a pensare alle cose della mia vita, ai problemi come se
non fossero miei e vederli in maniera più obiettiva. La corsa mi è sempre
piaciuta molto per questo, al di là del fatto di allenarmi fisicamente, dello
sfogarmi, ma anche per questo aspetto, inoltre mi permette di essere più lucida
nel pensare alle mie cose.
A chi vorresti dire grazie?
Ai miei genitori in primis per come sono, per
quello che sono, innanzitutto per avermi dato la vita, per avermi insegnato
l’onestà del vivere, perché credo che la cosa più grande che mi hanno
trasmesso è proprio questo ed è proprio questo che mi ha permesso di
affrontare il mio lavoro con la leggerezza necessaria per capire che poi alla
fine se andava bene, ok, altrimenti mi sarei inventata altro. Mi hanno sempre
detto: “Studia, preparati perché nella vita bisogna essere sempre pronti a
tutto”. Mi hanno insegnato a cavarmela in ogni situazione per cui per
qualsiasi cosa io mi rimbocco le maniche. Mi hanno insegnato anche ad avere a
che fare con il dolore e ad affrontare le malattie. Poi vorrei dire grazie a
tutte le persone che mi hanno dato fiducia e hanno creduto in me e mi hanno
sempre apprezzato.
I tuoi genitori cosa pensano ora della tua
carriera?
All’inizio avrebbero preferito che io
avessi continuato la mia carriera nel mondo della carta stampata, nel
giornalismo. Poi alla fine hanno visto che ero serena, facevo le mie cose con
soddisfazione e con dei buoni risultati e quindi sono contenti nel vedermi
realizzata. Io credo che un genitore, indipendentemente dalla strada che sceglie
il figlio, sia contento nel vedere che il proprio figlio abbia trovato una sua
dimensione.