Giulia Ronchi (giornalista) Milano
17.12.2018
Intervista
di Gianfranco Gramola
"Lavorare in un telegiornale è
quello che ho sempre sognato fare. Mi piacerebbe entrare sempre più in empatia
con il pubblico ed essere capace di raccontare qualsiasi evento in diretta"
Giulia Ronchi è nata a Milano il 4 maggio
1991. Conduce "Studio Aperto" dal 30 settembre 2017. Dopo la laurea e
il master, approda nelle redazioni Mediaset con vari stage e tirocini che, nel
settembre 2016, la portano alla conduzione dei notiziari di TgCom24, fino al
passaggio, un anno dopo, al tg di Italia 1.
Intervista
Com’è nata la passione per il
giornalismo? Hai parenti che lavorano nel settore?
È nata al liceo. Amavo scrivere temi...
descrivere la realtà in ogni suo aspetto. Mi veniva così naturale! Non ho
nessun parente che lavora nel settore, purtroppo. Mio padre e’ un imprenditore
lavora nel settore della farmaceutica. Mia madre ha un negozio di quadri, a
Milano. Mi sarebbe piaciuto avere più contatti sin da subito, ma se guardo
l’altro lato della medaglia non posso che essere fiera dI me. Di dove sono
arrivata oggi e delle conoscenze che ho maturato, passo dopo passo. Esperienza
dopo esperienza, incontro dopo incontro.
Quando hai capito che il giornalismo
sarebbe stato il tuo lavoro?
L’ho capito frequentando l’università
quando ho iniziato ad appassionarmi davvero al mestiere e ho mosso i primi passi
nelle redazioni. In Mediaset.
Come ricordi la gavetta?
Ricordo tutto, in fondo non è passato
molto tempo. Ho cominciato come stagista, poi come autrice, sognando di
diventare un giorno giornalista. Un anno e mezzo dopo mi sono decisa. Ho mollato
quel lavoro per iscrivermi al master, ho seguito il mio istinto e mi sono fatta
guidare da un vero maestro, Paolo Liguori.
Chi sono i tuoi maestri, i tuoi
giornalisti di riferimento?
Il mio mito in assoluto è Oriana Fallaci.
Inarrivabile. Cerco di ispirarmi ai colleghi e alle colleghe con cui lavoro ogni
giorno e hanno più esperienza di me.
Le doti di un buon giornalista?
Per quanto mi riguarda la determinazione e
la costanza. La voglia di esserci, sempre, in prima linea.
Quali sono le tue ambizioni?
Lavorare in un telegiornale è quello che
ho sempre sognato fare. Mi piacerebbe entrare sempre più in empatia con il
pubblico ed essere capace di raccontare qualsiasi evento in diretta. Ma sempre
dietro il bancone di un telegiornale. Detto questo, mai dire mai. Pronta a
qualsiasi cosa mi riservi il futuro.
Ci sono dei temi che vorresti
approfondire maggiormente?
La politica, sicuramente.
Fra giornaliste hai trovato più
rivalità o complicità?
Lavoro in una redazione totalmente
femminile! E’ naturale che un po’ di competizione ci sia ma c’è
soprattutto tanta complicità. Dipende tutto da come uno si pone.
La cronaca nera tira molto in TV. Quali
sono le ragioni, secondo te?
Perché si presta alla narrazione in
primis. E per una serie infinita di altri motivi ...
Nel giornalismo italiano, chi è la
penna più pungente?
Di getto ti direi Feltri ma non ne sono
così convinta. Ogni giornalista ha un suo stile e sa essere più o meno
pungente. Anche in questo caso, dipende...
La penna più sincera del giornalismo
italiano?
Tutti i bravi cronisti dovrebbero esserlo.
Il mio ex direttore ad esempio, Liguori. Non ha peli sulla lingua.
Una tua ossessione professionale?
Non mi perdono mai nulla. Nemmeno una
sbavatura in un lancio o in un montaggio...cose che in una diretta devi mettere
in conto. Sto imparando, piano piano, a essere più indulgente con me stessa...
Nel giornalismo, oltre al talento,
quando conta la fortuna?
Conta. Ma conta più la determinazione.
Quali sono le tue idee, i tuoi sogni
nel cassetto?
Vedi ambizioni...
Tornando indietro, cambieresti qualche
tua scelta professionale?
Certo! Sono un’eterna indecisa! Ma ad
oggi non posso affatto ritenermi insoddisfatta, anzi. Tutto il contrario!