Gloria
Campaner (pianista)
Andalo (Trento)
12.9.2018
Intervista
di Gianfranco Gramola
"Vorrei
organizzare dei seminari di due o tre giorni per aiutare i giovani musicisti di
qualunque strumento, ad affrontare con degli esercizi specifici, degli eventi,
stando in diretto contatto con la loro creatività"
(foto di Francesco Fratto)
Il
suo sito ufficiale è www.gloriacampaner.com
e per contattare l’artista, la sua addetta stampa è Irene Sala
irenesala17@gmail.com
A
soli quattro anni Gloria, di origini veneziane, si avvicina al pianoforte quasi
per caso, come un gioco. Grazie alla sua prima insegnante, Daniela Vidali, il
gioco diventa presto una passione tanto che tiene il suo primo concerto pubblico
a 5 anni e si esibisce con l’orchestra a 12 nel teatro della sua città
natale. Dopo il diploma si perfeziona con Bruno Mezzena, uno dei rappresentanti
più autorevoli della scuola di Arturo Benedetti Michelangeli. Presto,
accanto all’agguerrita rock band della prima gioventù, crescono e si
sviluppano nuovi interessi: dalla danza contemporanea al jazz fino alla musica
da camera, attività destinata a occupare un ruolo importante nel percorso
musicale di Gloria.Intanto inizia ad affermarsi nei primi concorsi inaugurando
una serie di vittorie che successivamente si arricchirà di numerose e
significative conferme internazionali. Gli studi proseguono accostandosi alla
scuola russa grazie a Kostantin Bogino e
con il perfezionamento per solisti (Konzertexam) alla Hochschule für Musik di
Karlsruhe sotto la guida di Fany Solter.
Nel 2007 vince il premio ‘Nuove Carriere ‘ del Cidim
e dopo la vittoria dell´International Ibla Grand Prize nel 2009` – Top
Winner e Premio Speciale Prokofiev Gloria debutta negli Stati Uniti con
una tournée che la conduce alla Carnegie Hall di New York. Nel 2010 conquista
la Medaglia d’ Argento al Concorso Internazionale Paderewsky (Los Angeles)
dove vince anche i premi speciali Jan Paderewski e Frédéric Chopin (dalla
Fondazione Chopin di Parigi). L’attività pianistica si allarga come solista e
con orchestra nei principali Festival d’Europa, Asia, Africa e America. Svolge
regolare attività concertistica presso istituzioni e festival italiani come
Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai,
Accademia Filarmonica Romana, MiTo SettembreMusica, Festival Internazionale di
Brescia e Bergamo, Società dei Concerti di Milano, Concerti del Quirinale di
Radio3, Ravello Festival, Asolo Musica, Unione Musicale, Società del Quartetto,
Musica Insieme e Bologna Festival, mentre all’estero suona in prestigiose sale
come Carnegie Hall di New York, Filarmonica di Varsavia, Disney Hall di Los
Angeles, Kioi Hall di Tokyo, NCPA di Pechino, Salle Cortot di Parigi, Wiener
Saal di Salisburgo, Cadogan Hall di Londra ed è ospite di festival come Eilat
Music di Israele, Oxford International Music Festival, IKIF di New York City,
Transatlantyk Film & Musik Festival, Al Bustan Festival di Beirut e della
stagione dell’Orchestra della Svizzera Italiana a Lugano. Grazie
anche ai consigli di maestri come Ana Chumachenco, Salvatore Accardo, Josef
Rissin e i componenti del Trio Tchaikowsky Gloria continua a dedicarsi alla
musica da camera collaborando, tra gli altri con i solisti della Stuttgart Radio
Symphony Orchestra,dei Berliner Philharmonic, della Royal Concertgebouw
Orchestra, della Filarmonica della Scala e dell’Orchestra di Santa
Cecilia e con Ivri Gitlis, Marcello Abbado , Sergey Krylov, Michael
Kugel, Anna Tifu, Guy Johnston, Massimo Quarta, Johannes Moser, Giovanni Sollima ed
il Quartetto di Cremona. Ha suonato nelle principali Steinway Halls nel
mondo (Londra, New York, Amburgo) e nell’ ottobre del 2009 viene nominata
Ambasciatore Europeo della Cultura per gli anni 2010-2011 all’interno del
progetto culturale Piano: Reflet de la Culture Européenne. Nel 2011 viene
invitata al Quirinale dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per
partecipare alla celebrazione per la Giornata Internazionale della Donna.
Ottiene il Premio alla Cultura dalla Fondazione Pro Europa di Friburgo , la
residenza nel 2009 al Museo – Fondazione Johannes Brahms di Baden-Baden ed è
stata artist in residence all’ Istituto Italiano di Cultura di Parigi
nell’ambito del progetto ‘Le Promesse dell ‘Arte’ . Nel Gennaio 2013 è
uscito il suo primo CD, “Piano Poems”, per l’etichetta EMI, dedicato a
Schumann e Rachmaninov.
Il suo secondo Cd, registrato dal vivo con l’Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai diretta dal M° Valcuha nel Concerto n.2 di Rachmaninov, è
uscito nel 2017 per l’etichetta Warner, mentre un nuovo cd dal titolo
‘HOME’ interamente dedicato a Robert Schumann uscirà alla fine del 2018 ,
sempre per Warner. Gloria è stata interprete in un videoclip ispirato a musiche
di Debussy girato dal pluripremiato regista milanese Luca Scarzella, con
il quale collabora regolarmente dal 2012 e realizza spettacoli che uniscono
musica a proiezioni visive. Nel 2013 le è stata interamente
dedicata una puntata della nota trasmissione musicale “Petruska” di Rai5 e
recentemente è stata protagonista del documentario “Heart of Stone” con la
partecipazione straordinaria del compianto artista sardo Pinuccio Sciola e delle
sue pietre sonore, realizzato col sostegno del BBTrust per la regia di Luca
Scarzella e trasmesso da Sky Arte. È regolarmente invitata in trasmissioni
televisive e radiofoniche ( RaiRadio3 Suite, BBC inTune , Rai Quirinale,
RaiRadio1, Radio Vaticana, e molte altre) e nel 2017 ha avuto la sua prima
esperienza cinematografica a Los Angeles per la regia di Philippe Caland. Oltre
all’attività concertistica tradizionale, si è dedicata a progetti eclettici
che uniscono la musica classica e la danza contemporanea, come il trittico
Humoresques/ Heroes Quest, eseguito in prima mondiale nel 2014 all’Auditorium
de L’Aquila con la coreografia di Joost Vrouenraets e musiche dei compositori
contemporanei Marton Illes, Wolfgang Rihm e Jorg Widmann. Il desiderio di
ampliare la propria visione musicale ha dato origine a collaborazioni con
importanti musicisti jazz quali Franco d’Andrea, Stefano Bollani e Leszek
Mozdzer. La
particolare attenzione di Gloria per la musica contemporanea ha favorito la sua
partecipazione a numerosi progetti fra cui uno dedicato alla figura di Wolfgang
Rihm e alla sua scuola e ad eseguire in prima assoluta opere a lei dedicate da
compositori come Marton Illes, Vittorio Montalti, Jörg Widmann e Giovanni
Sollima, mentre la sua predisposizione alla sperimentazione l’ha condotta a
partecipare ad eventi che coniugano la musica classica con la musica
elettronica, ha tenuto un Dj set di musica classica per gli ascoltatori
della web radio milanese di Alessio Bertallot e nel 2017 insieme al produttore
di elettronica Francesco Leali e al polistrumentista Alessandro Branca ha
fondato il gruppo OPUS 3000 realizzando un primo LP dal titolo ‘ Benevolence
‘. Fra gli impegni più rilevanti delle ultime stagioni figurano i
concerti con l’Orchestra della Rai diretta da Juraj Valčuha, la prima
assoluta di ‘Program HQ’ al Teatro Olimpico di Roma con il Gotra Ballet, gli
impegni con l’Orchestra Regionale Toscana, la tournée con Sergej Krylov e la
Martinu Philharmonic, il Concerto in La minore di Schumann con la English
Chamber Orchestra, l’Orchestra AfiA di Tokyo e la Filarmonica della Fenice con
John Axelrod. I debutti con l’Orchestra Filarmonica di Montevideo al Teatro
Solis e con Justus Frantz alla direzione della Johannesburg Philharmonic
Orchestra. Il nuovo progetto Mousikè che unisce musica dal vivo alle proiezioni
‘istant graphic system’ di Natan Sinigaglia per la Società del Quartetto di
Milano , il duo con Leszek Mozdzer ‘Classic meets Jazz’ suonando le pietre
sonore di Pinuccio Sciola e la una nuova collaborazione di musica e poesia con
l’acclamato attore italiano Luigi Lo Cascio. Nell’estate 2017 è stata
artista in residenza al Festival di Marlboro ( USA) di Mitsuko Uchida, che le ha
rinnovato l’invito per il 2019. Nel 2014 Gloria Campaner, ha vinto una
Fellowship dal Borletti – Buitoni Trust di Londra , prima pianista italiana ad
aver avuto questo riconoscimento. Dal 2018 è
Direttore Artistico dell’Associazione Musicale V. Bellini di Messina ed ha
ottenuto una cattedra di pianoforte presso la Nelson Mandela University di
Port Elizabeth (Sudafrica).
Intervista
Hai
iniziato giovanissima a suonare il pianoforte. Hai musicisti in famiglia?
Ho
due cugini che suonano. Luca Campaner suona la chitarra elettrica e un altro
Luca, però della famiglia di mia madre, è un grande organista. Mio padre era
un appassionato di teatro di avanguardia e anche di commedia dell’arte. Per
quanto riguarda mia madre, avrei potuto fare qualunque cosa, sempre però legata
all’arte, passione che anche lei aveva. La mia passione per la musica è
arrivata così, come un dono di Dio, seguendo
la vicina di casa, andando ad un corso di propedeutica per bambini. Avevo
tre anni e a quattro anni ho iniziato con il pianoforte.
Cos’è
per te la musica?
Per
me la musica è vita, ed è anche la mia vita. Penso proprio che sia vita, nel
senso che aiuta a stare meglio, che possa guarire,
che possa aiutare. Il suono è vibrazioni, per cui le vibrazioni sono energia
vitale, sono amore. La musica è amore, nel senso curativo, nel senso del bene
supremo.
(foto di Andrea Basile)
I
compositori da te più amati?
Sicuramente
Robert Schumann, che è il mio preferito. Un compositore
tedesco romantico, ma completamente visionario, con una storia finita male,
perché è andato in
manicomio. Lui ha messo in musica anche questi suoi tormenti interiori. Amo
molto anche i compositori russi. A Schumann ho dedicato il mio ultimo album,
mentre a Sergej Vasilevic Rachmaninov
ho dedicato quello precedente. Adoro moltissimo anche
Beethoven.
A riguardo della sua musica, trovo che sia la connessione cosmica più diretta
che c’è tra l’interprete e il compositore.
Ti
sei mai cimentata nella composizione?
Veramente
no, infatti mi dispiace un po’. Prima o poi dovrà accadere, perché ho
tantissima creatività in tutto quello che faccio e anche come interprete credo
di essere un interprete “speciale”, perché cerco sempre di reinterpretare o
avere una visione personale del brano che sto interpretando. Per cui mi sembra
di essere ad uno step prossimo a poter creare qualcosa di mio. Non è successo
però ancora in maniera ufficiale, però è anche vero che ho un gruppo di
musica elettronica, un po’ per divertimento, che però ha avuto molto
successo. Il gruppo si chiama Opus 3000 e i brani sono tutti scritti da noi. In
realtà come autore qualcosa ho fatto.
Per
suonare
hai girato il mondo. Dove hai trovato più interesse, più partecipazione?
Il
Sudamerica ha un pubblico curioso e molto giovane e forse non è molto istruito
nella musica classica, però partecipa molto e alla fine del concerto ci sono
delle ovazioni. Questo forse perché loro vivono di musica, cioè la musica fa
da sottofondo alla loro quotidianità. Poi c’è il Giappone, dove il musicista
classico è visto come una pop star. Opera e musica classica vanno molto bene in
Giappone. Già quando scendi all’aeroporto
ti accolgono manco fossi Michael
Jackson.
Quante
ore al giorno dedichi alla musica?
Alla
musica dedico almeno otto ore al giorno, per essere preparata tecnicamente, ma
è talmente poco il tempo tra una tournée e l’altra, che sono costretta a
studiare per tante ore per rinfrescare il repertorio e per prepararmi per la
tournée che sta arrivando e che magari è dopo due giorni. Per cui ci vuole
molto studio, registrarsi, ascoltarsi e riascoltarsi.
Mai
fatto delle stecche in pubblico?
Si,
certamente. Capita a tutti, come dei vuoti di memoria. Sono umana (risata).
Quali
sono le tue ambizioni?
E’
una domanda che fino a poco tempo fa non avevo chiara una risposta, perché mi
sentivo così fortunata di aver avuto il privilegio di avere già raggiunto
certi livelli. Soprattutto dei livelli personali e delle soddisfazioni
importanti come musicista e come essere umano. Ultimamente però ho un sogno che
vorrei realizzare, che è quello di aiutare i giovani. Io faccio moltissimo
volontariato e ho una cosa che vorrei realizzare in maniera molto seria, che è
dedicata alla creatività musicale e soprattutto all’unione psicofisica in
preparazione ad un evento difficile, come può essere un concerto, uno show, una
performance, un esame. Vorrei organizzare dei seminari di due o tre giorni per
aiutare i giovani musicisti di qualunque strumento, ad affrontare con degli
esercizi specifici degli eventi, stando in diretto contatto con la loro
creatività. Lo faccio anch’io. La formula è unire le discipline orientali,
lo yoga e soprattutto le tecniche del respiro per aiutare molti ragazzi a
controllare il battito cardiaco e tutta una serie di meccanismi chimici che
avvengono in maniera naturale, quando si sta per affrontare uno stress
psicologico. Tutto questo quando si è nel backstage
e che nessuno insegna. Bisogna farcela da soli e spesso credo che possa essere
un problema grave, perché chi è lì da solo, non sa cosa fare. Per cui mi
piacerebbe molto aiutare anche me stessa, perché durante questi giorni potrei
incontrare delle persone che hanno ancora di più da dire, di quel poco che ho
imparato, ma soprattutto aiutare dei ragazzi in attesa di affrontare questo
futuro e avere questa carriera.
(foto di Andrea Basile)
Ho
letto che hai collaborato con molto musicisti. Fra questi c’è Stefano Bollani.
Un tuo ricordo?
Abbiamo
lavorato in un festival. Lui è un grandissimo, un genio in assoluto.
Come
ti prepari prima di una esibizione? Hai delle abitudini?
Si.
Ad esempio credo sempre di avere le mani troppo fredde per cui le scaldo
continuamente nell’acqua calda. Poi faccio un sacco di esercizi di
respirazione, delle sedute di yoga e medito sempre prima di suonare, per
mettermi in connessione con quello che sta per succedere. La meditazione prima
di un concerto mi ha cambiato la vita.
Hai
ricevuto molti premi. A quale di questi sei più legata?
Ogni
premio ha una sua storia e un suo legame. Il fatto che ti prepari per una
esibizione e poi alla fine hai un riconoscimento perché qualcuno crede in te,
apprezza il tuo talento e che sei appoggiata da grandi musicisti, già questo è
un premio personale. Ultimamente ho vinto il Premio Borletti – Buitoni Trust
di Londra (prima pianista italiana ad aver avuto questo riconoscimento), un
riconoscimento internazionale che premia le eccellenze in musica e far parte
della rosa dei premiati è stata una bella soddisfazione.
I
tuoi prossimi impegni? Hai dei sogni o idee che vorresti realizzare?
Ho
un sacco di impegni. Domani parto per Berlino e fra alcuni giorni sono in
chiusura del festival di Ascoli Piceno. Poi ho una grande tournée in Giappone e
Corea e poi continuo in Scandinavia, Svezia, Danimarca e una lunga tournée in
Polonia con il jazzista Leszek Mozdzer, con cui suono anche le pietre sonore di
Pinuccio Sciola.
Hai
mai pensato di scrivere un libro autobiografico?
Manca
il tempo e ti confesso che non sei il primo che mi fa questa domanda. C’è
qualcuno che si è offerto di scriverlo per me. Per questo sto cominciando a
raccogliere appunti, a raccontare cose a persone che in qualche modo potrebbero
ricordarmelo, perché capisco che sono esperienze che cambiano un po’ la vita
e che potrebbero un pochino essere un esempio a qualcun altro. Non che io abbia
mai pensato che sia necessario farlo, però potrebbe essere divertente anche per
me, per ripercorrere un po’ la mia carriera. Perché è un continuo cambio di
energie, per cui ti dimentichi facilmente dovendo entrare in fretta nel prossimo
progetto. Girando il mondo ho tanti ricordi e aneddoti da raccontare.
Dall’incontro con il re del Marocco, all’esperienza all’isola di Pasqua,
in mezzo ai nativi, alle favelas e tanti altri. Direi che è un privilegio
vivere questa vita.
Ho
letto che sei molto attiva in progetti umanitari. Ne vuoi parlare?
Anche
questo è cominciato un po’ per caso, circa dieci anni fa, nei miei primi
viaggi in Brasile, che è un paese dove non puoi accorgerti di quanto la povertà
sia ovunque, a fianco ad un esempio di ricchezza estrema. Anche questi opposti
sono talmente forti che nessuno con un animo sensibile non può non notarli.
E’cominciato nelle favelas di Rio de Janeiro e poi pian piano è un qualcosa
che viene automatico. Ci sono tante charity con cui collaboro e soprattutto
dedicate ai giovani, ai bambini e non solo. Ho un sacco di progetti negli
ospedali, nelle oncologie pediatriche. Dovunque la musica può fare del bene,
sia un bene spirituale che un bene fisico. Ho fatto un’esperienza bellissima
nello Huta, a Brandenburg, nelle scuole per bambini sordo- muti- cechi, che
ovviamente non possono esprimersi, non possono vedere e non possono sentire. La
musica in quei casi sarebbe quasi impossibile da percepire. Invece questo
centro, che unisce la ricerca scientifica con quella musicale e sensoriale, ha
fatto si che il pianoforte fosse connesso direttamente a questi bimbi, con tutto
l’auditorium super tecnologico, pieno di sensori e quindi con tutte sensazioni
a livello vibratorio. Io ho fatto un concerto per questi bimbi e le loro
famiglie e subito dopo i medici hanno riscontrato che durante questa esecuzione,
alcuni di questi bimbi hanno avuto la possibilità di ascoltare la musica per la
prima volta nella loro vita. Ma soprattutto ognuno di questi, ha reagito in modo
particolare e ha smesso tutta una serie di sintomi, piccoli rumori e tic, che
loro hanno, non essendo del tutto normali. Ognuno di questi ragazzi ha trovato
una pace interiore che durante il concerto o comunque
durante determinati brani, certe armonie, agiscono in un modo
psicofisico, in un modo diverso rispetto ad altre. Per cui ovviamente io senza
saperlo, in alcuni brani ho messo questa armonia in atto e si è creata tutta
un’atmosfera che ha fatto del bene. Io non credo che la musica possa guarire a
livello scientifico, nel senso che grazie a Dio la medicina e la scienza ci
supportano. Io credo che la musica possa aiutare, soprattutto chi la fa e chi si
fa portavoce e lo fa veramente con il cuore e quindi ci mette del suo nel
messaggio energetico che vuole
trasmettere. E’ tutto connesso dalla sorgente energetica da cui arriva
un suono, una voce, un messaggio.