Guenda Goria (attrice e musicista)         Civitavecchia (Roma) 25.1.2020

                          Intervista di Gianfranco Gramola

Mi piace poter raccontare storie di donne, le storie che hanno fatto la differenza

 

Curriculum completo nel sito ufficiale www.guendagoria.it (contatti guenda.goria@gmail.com)

La figlia della conduttrice Maria Teresa Ruta e del giornalista Amedeo Goria è nata a Roma il 4 dicembre del 1988. Ha studiato per dieci anni danza classica e tip-tap presso la Accademia di Annamaria Ferrari Bruno. Ha conseguito il Diploma presso The Actor’s Academy di Milano studiando il metodo Stanislavskij e si è diplomata anche in pianoforte presso il Conservatorio Verdi di Milano. Laureata in Filosofia Estetica presso l’Università degli Studi di Milano, fa il suo ingresso nel mondo della tv, come conduttrice, nel 2006 nel programma Sun Splash Festival sul canale All Music. Successivamente l’abbiamo vista anche a I Raccomandati, L’Isola dei Famosi, Extrafactor. Sul piccolo schermo, come attrice, l’abbiamo vista nella fiction Crimini, Così fan tutte, Natale coi fiocchi, Un passo dal cielo, Con il sole negli occhi. La grande popolarità come attrice arriva però con la fiction di successo Il Paradiso delle Signore dove interpreta l’aristocratica Violetta Sforza.

Intervista

Sei in teatro con “La pianista perfetta”. Mi parli di questo spettacolo? So che oltre alla musica c’è anche una storia.

Certamente. E’ uno spettacolo di prosa sulla storia di Clara Schumann, che è la più grande pianista del 1800, una grande virtuosa, una bambina prodigio, moglie del compositore Robert Schumann. Clara è mamma di sette figli e grande diva dell’epoca. Questa è una storia d’amore emozionante intanto perché si svolge tra personalità di grandissimo spessore nell’epoca romantica che è appunto il 1800. E’ una storia che pervade la vita di Clara anche nei momenti più difficili, anche dopo la morte del marito. Lei si innamora di Robert che aveva 16 anni e lui era un allievo di suo padre e pur di stare con Robert, lei rinuncia alla dote paterna, rinuncia al rapporto con il padre. E anche quando Robert morì in manicomio, lei continuò ad amarlo. Il momento che racconto nello spettacolo è il momento poco prima che morisse, in cui Robert era ricoverato da due anni in un ospedale psichiatrico e lei nonostante questo, parla con lui  e vive questa grande storia d’amore. Lei poi ha creato delle musiche bellissime, che  ancora oggi apprezziamo. Io racconto una donna anche al di là del rapporto con Robert Schumann, che è una donna emancipata, un’artista che si trova a dover fare un concerto in una città in cui tutto sembra presagire un fallimento e si confida con un ragazzo che si trova lì per caso e racconta la storia della sua vita. Per cui ci sono vari piani. Il piano concertistico, il piano sentimentale e il piano di ciò che accade a questo ragazzo in quel momento. Attraverso lei raccontiamo un pezzo di storia molto bella della cultura romantica anche dal punto di vista letterario, perché ci sono anche delle figure come Goethe, figure del panorama dell’epoca che raccontiamo.

Ora sei in tournée?

Si, stasera siamo a Civitavecchia, poi faremo Milano, Roma Vicenza e poi andremo in Sardegna e in Umbria.

Altri progetti dopo la tournée?

Per ora sono concentrata su “La pianista perfetta”.

Teatro, cinema, musica, tv. In quali di questi ambienti ti trovi più a tuo agio o pensi di dare il meglio di te?

E’ quello che scoprirò un domani.

Quali sono le tue ambizioni?

Continuare a creare dei progetti come quello de “La pianista perfetta”. Mi piace poter raccontare storie di donne. Le storie che hanno fatto la differenza, perché credo sia importante farlo. Mi piace farlo anche come sfida performativa, nel senso che mi piace l’idea di poter coniugare l’arte dell’attore anche con  altre discipline, in questo caso della musica. Mi piacerebbe anche continuare con la danza, con il canto e con altre discipline. Per cui un filone performativo e un racconto di donne. Ci sono delle fiction italiane bellissime e mi piacerebbe molto recitare in una di queste in maniera continuativa. Ultimamente non sono riuscita ad incastrare molti dei miei progetti, perché sono stata tantissimo in scena.

Chiedi mai ai tuoi genitori dei consigli sulle tue scelte professionali?

No, mai. Faccio tutto di testa mia, quindi consigli non ne chiedo. Però mi piace confrontarmi molto con loro.

Con quale regista ti piacerebbe lavorare?

Mi piacerebbe molto lavorare con Paolo Sorrentino.

Nella tua vita professionale sono state più le soddisfazioni o le amarezze?

Il mio bilancio è assolutamente positivo, Gianfranco. Certo le delusioni sono all’ordine del giorno, come i problemi. Ora sono a Civitavecchia, sono sempre in viaggio, un giorno qui e il giorno dopo in un’altra città. Viaggio molto ed è una vita faticosa, non è una vita tutta lustrini. E’ chiaro che quello che il pubblico vede, sembra tutto bello, ma dietro uno spettacolo c’è un grande lavoro e anche molto stress. Il teatro è faticoso e la mia vita non è proprio semplicissima. Tante volte mi dicono: “Tante vorrebbero essere al posto tuo” e mi verrebbe da dire:  “Le vorrei vedere”. Provare per credere, per farsi un’idea. E’ chiaro che poi uno mostra il bello usando i social e attraverso gli strumenti di comunicazione, ma non sa quanta preparazione, quanta fatica c’è dietro ogni lavoro. C’è di bello che più passa il tempo e meno sento la fatica, perché riesco a gestire meglio il tempo e le energie, mi affido un po’ di più alle mie capacità e quindi ho una minor ansia di prestazione. Però oggi mi posso definire una ragazza estremamente soddisfatta, anche perché poi  ho molta libertà in quello che faccio, ho molta libertà nelle mie scelte e riesco fare ciò che mi piace e questo è bello. Non tutti possono permetterselo.

Prima di entrare in scena hai un rito scaramantico?

Facciamo il rito classico, quello della “merda” (risata). Una palpatina di sederi e il grido merda merda merda.

A chi vorresti dire grazie?

A me stessa. Perché c’ho messo tanto impegno anche per proteggermi da un ambiente a volte fagocitante, ho messo tanta resistenza, e anche tanta capacità di sopportazione e testardaggine.

Quando non lavori, curi degli hobby?

Mi piace moltissimo fare yoga e quando posso mi piace viaggiare e poi vado tanto a teatro, al cinema, leggo tanto e frequento molto le mostre, perché mi piace l’arte.

Sei severa con te stessa?

Moltissimo. Non sono molto legata alla perfezione fisica, anzi sono una che si cura molto poco al contrario di quello che uno può pensare. Per me il corpo è uno strumento che io curo, ma come canale emozionale. Non voglio essere schiava della perfezione fisica. C’è una frase che mi dice sempre  il mio maestro di teatro, che è Maurizio Scaparro: “ Guenda, tu sei bella, ma ricordati di non farne un’arma”. Per me è importante non pensarmi bella, perché la bellezza è un qualcosa che non crea emozione nel senso che si esaurisce in se stessa, non crea emozioni a lunga frequenza. Certamente si lavora anche con la bellezza, però diciamo che sei dotata dalla natura, ma io non mi occupo di quello.

Una tua ossessione professionale, qual è?

Sono molto pignola ed estremamente severa. Mi piace che ogni cosa sia …

Perfetta?

Io sono una che pur facendo lo stesso spettacolo per tantissime repliche ogni sera, sto lì a cercare di capire in cosa posso migliorare. Ecco, la mia ossessione è che io non sopporto l’approssimazione. Per me non esiste il “più o meno”, l’approssimativo non mi piace.    

Parliamo un po’ di Roma, Com’è il tuo rapporto con la Città Eterna?

Roma è una città che amo e che a volte non amo. Ho il classico rapporto amore -  odio. E’ una città che in realtà mi innamora istintivamente, che mi fa sentire a casa, ma che a volte mi spaventa perché è una città dispersiva. Però è una città bella, meravigliosa. Io vivo fra Milano e Roma, ho una doppia cittadinanza e  ci sono sicuramente molte differenze fra queste due città.

In quali zone di Roma vivi?

Sto in zona Camilluccia, Roma nord.

Con i romani come ti trovi?

Bene. C’è questo cinismo di fondo e un’indolenza che non mi appartiene, perché sono nordica. Però la cultura romanesca, che non è quella romanaccia, ma quella del Belli e di Trilussa, mi affascina molto, perché riporta alla semplicità tutti i discorsi. Mi fa tanto ridere. I romani hanno di bello che sdrammatizzano molto e questa è una cosa che apprezzo moltissimo dei romani. Con i romani ho un ottimo rapporto e non a caso i miei migliori amici sono romani.

La tua Roma in tre posti diversi?

Mi piace molto la zona del Pantheon, che è molto centrale e l’ho frequentata perché è la zona dove abita Maurizio Scaparro e dove abbiamo fatto le prove de “La pianista perfetta”, per cui l’ho vissuta in agosto, ed era poco trafficata e me la sono goduta meglio, poi lì intorno ci sono tante chiese con dei dipinti bellissimi. Poi c’è la Garbatella, un quartiere che mi piace tantissimo.

Famoso grazie anche alla serie tv “I Cesaroni”.

Esatto. Poi mi piace molto il quartiere Prati, che è una zona che frequento. Mi piace molto anche Roma nord, dove vivo. Da casa mia vedo tutta Roma. Uno spettacolo.

Cosa ti da più fastidio di Roma?

È molto trasandata e trascurata e questo mi da molto fastidio e mi da molto dolore. Ho la sensazione che la non cura dei rifiuti sia dovuta al fatto  che i romani e gli abitanti di Roma spesso non danno il giusto valore alla loro città e invece Roma meriterebbe molta più cura, molta più attenzione da parte di chi ci vive, perché Roma è meravigliosa. Mi viene rabbia quando vedo che la differenziata non viene fatta, i mobili e i divani gettati a terra, in giro tutto sporco.

La cucina romana ti ha conquistata?

Si, moltissimo. Io adoro i primi tipo la cacio e pepe, la carbonara, la matriciana, ma anche i carciofi alla romana. Quando vengo a Roma faccio il pieno di primi (risata).