Isabella
Biagini (attrice) Roma aprile 1998
Intervista di Gianfranco Gramola
La svampita sempre in lotta con il destino
Isabella Biagini all'anagrafe fa Concetta
Biagini, ed è nata a Roma il 19.12.1942. E’ un’attrice e showgirl. Negli
anni 60 e 70 recitò in numerosi film, soprattutto commedie all'italiana, in cui
incarnò spesso lo stereotipo dell'oca giuliva, della bellona bionda e procace,
ma superficiale e svampita. Per la Rai partecipò a diversi varietà televisivi,
in cui rivelò una notevole versatilità e un'attitudine ironica e dissacrante,
segnalandosi anche per la bravura nelle imitazioni (famosa quella di Mina). Ha
avuto una vita sentimentale difficile e dolorosa, segnata da lutti strazianti,
da tre matrimoni fallimentari (dal primo dei quali nacque la figlia Monica,
scomparsa nel 1999) e da alcune tormentate relazioni. Nel novembre del 1992
suscitò un certo scalpore la sua partecipazione al programma, allora abbastanza
popolare, "Agenzia matrimoniale", condotto da Marta Flavi. In quella
occasione dichiarò davanti alle telecamere: "Sono 15 anni che non ho un
legame sentimentale, sono sola, vorrei incontrare un compagno, un uomo sensibile
e intelligente, che mi ami per quello che sono...". Divenuti sempre più
rari gli impegni di lavoro, si è dedicata ad attività di assistenza ai poveri
e agli emarginati.
Filmografia
Serenatella sciué sciué (1958) – I due
mafiosi (1964) – Gli altri, gli
altri e noi (1967) – I due vigili (1967) – Amore all’italiana (1966)
– Mazzabubù… quante corna stanno guaggiù (1971) – Maria Rosa la
guardona (1973) – Il clan dei due Borsalini (1971) – Crash!che botte –
strippo strappo stroppio (1971) – Io
non vedo, tu non parli, lui non sente (1971) –
Paolo il freddo (1974) – Colpo in canna (1974) –
Stangata in famiglia (1976) – Amici
più di prima (1976) – Gli amici di Nock Hezard (1976) – Il ginecologo
della mutua (1977) – Tutti a squola (1979) – La
cameriera seduce i villeggianti (1980) – Ciao marziano (1980) – F.F.S.S.
cioè che mi hai portato a Posillipo se non mi vuoi più bene (1983) – Il
futuro è donna (1984) – Capriccio (1987) – Il segreto del giaguaro (2000).
Ha detto:
- Sognavo di farmi suora, come le mie tre zie che
hanno scelto la strada del convento.
- Non sono mai stata una donna mondana o ambiziosa né
tantomeno una mangiatrice di uomini come invece apparivo in scena.
- Ho sempre fatto volontariato e continuo a prendermi
cura delle persone anziane.
- Qualcuno m'ha detto che sono sul viale del tramonto.
A quel qualcuno rispondo che non posso essere sul viale del tramonto perché non
ho mai accettato l'alba.
Curiosità
- Per la paura di prendere l'aereo, ha
rinunciato a un film di successo come King Kong, una pellicola prodotta da Dino
De Laurentiis.
- Si è sposata tre volte: la prima con il
ricchissimo Roberto Romagnani, che la mise incinta a 17 anni e da cui nacque
Monica. La seconda con Piero Campagnola e la terza con l'allora esordiente
Martufello (Fabrizio Maturani), che Isabella introdusse nella compagnia del
Bagaglino.
- L'attrice nella sua vita ne ha passate di
tutti i colori. Nella notte di Natale del 1979 viene rapinata. L'anno dopo, le
querele dei suoi ex mariti, per impedirgli di portare in scena la sua vita. Nel
1987 alla stazione Termini viene presa a botte da un ex marito, interrompendo
tragicamente una gravidanza e nel 1992 si rivolge all'agenzia matrimoniale
televisiva di Marta Flavi, per trovarsi un compagno. Nel 1998 altra aggressione
in casa da parte di malviventi.
- Nel 1981 ha posato per la
copertina di Playboy.
Intervista
E' una fredda giornata di ottobre. All'orizzonte, fa da sfondo alle cupole e
alle terrazze romane il tramonto. Uno di quei tramonti che lasciò a bocca
aperta Stendhal e che diede ispirazione a tanti poeti romani e non. Dall'altra
parte del filo c'è Isabella Biagini, la Vamp che da anni ha rinunciato alla
carriera di attrice. Vive sola, in un appartamento del quartiere Nomentano, con
tre matrimoni falliti alle spalle e recentemente molto provata da una terribile
aggressione da parte di due mostri, come lei li definisce. Nonostante tutto,
Concetta (questo il suo vero nome) ha molta grinta e soprattutto molta voglia di
vivere, grazie anche alle preghiere e alla grande fede che nutre per il frate di
Pietrelcina, il famoso Padre Pio.
Concetta, parliamo un po'di Roma?
Ma io sono Roma, mi sento Roma, caro Gianfranco. lo con Roma c' ho un rapporto molto bello però
per certe situazioni mi arrabbio un po' con la mia città, anche se devo
ammettere che Rutelli ha fatto molto per rendere più bella la Capitale. Ha
messo in risalto Roma bella, i suoi monumenti con luci ... guarda il Foro, il
Milite Ignoto che prima non si vedeva per niente, mò è tutto bene illuminato.
Qual'é il fascino di Roma?
Roma c'ha un fascino particolare è malandrina, spavalda e molto vera. Spavalda
e malandrina nel senso buono della parola e quindi non ha peli sulla lingua.
C'è una zona di Roma a cui ti senti legata?
Si ! il Campidoglio, perché li c'ho consumato "alcuni" matrimoni,
anche se non sono andati molto bene. Sto aspettando il prossimo, sperando che
Rutelli mi sposi personalmente. Mi sento legata al Campidoglio, a parte per i
matrimoni, perché ho dei ricordi di quand'ero ragazzina. Da ragazzina assieme
alle amiche mie, scendevamo la scalinata, quella dove ci sono i scalini bassi,
con gli occhi bendati su una macchina o alle volte con la mitica Vespa. Insomma
il Campidoglio mi ricorda un pezzo della mia infanzia, di scavezzacollo. Ero un
maschiaccio, altro che bambina facevo pure a botte, a cazzotti.
Com'è il tuo rapporto con la cucina romana?
Io faccio tutti i piatti della cucina romana. Adesso, per motivi di dieta, per
altre cose, mi sbizzarrisco un po' meno. Però sulla tavola del buon romano la
pasta non manca mai come pure vari spezzatini, vari polpettoni insomma.
Frequenti una trattoria particolare?
Si! quella de casa mia (risata).
Cosa provi nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?
Quando parto non vedo l'ora di andarmene, sia perché devo fare un lavoro, sia
perché la frenesia di partire mi fa vedere tutto nero, il cane, questo, quello,
quell'altro.... Quando arrivo alla stazione per prendere il treno sento già un
po' di nostalgia di Roma, poi salgo sul treno e bonasera. Poi quando sto nei
posti di lavoro e mi trattengono 2 o 3 giorni sento proprio il richiamo di mamma
Roma e quando arrivo a Termini penso: "Meno male!". Prendendo il taxi
dico: "Ce risemo 'n'antra vorta, mannaggia !". Capito? Però questo
cordone ombelicale resterà sempre, perché Roma è bella dentro e fuori.
Da anni si parla di eliminare o spostare il mercatino domenicale di Porta
Portese. Qual é il tuo parere?
E' una tragedia andarci, però quella è Roma, quella è una tradizione. Non si
può eliminare.Prima di tutto toglie lavoro a tanta gente che ci lavora, che ha
bisogno di mangiare, come tutti. Poi c'è sempre quell'appuntamento li ... dice:
"Che facciamo domenica ? Andiamo a Porta Portese". Si vabbè, si
potrebbe andare al Pincio, al Gianicolo, insomma Roma offre santissimo... Ma
volemo eliminà Porta Portese ? E' come togliere lo Stadio 0limpico alla Roma.
Spostare sto mercato non avrebbe più il sapore di Porta Portese E' come mettere
il Milite Ignoto da un'altra parte, la Bocca della Verità a via Eritrea... nun
esiste.Lasciamo Porta Portese dove stà.
Un tuo sogno nel cassetto ?
Se avessi la bacchetta magica tornerei indietro nel tempo, per rivedere e vivere
quel sapore così umano, così bello che c'era tanto tempo fa, che se n ‘è
tanto sentito parlare tanto tempo fa. Ora la gente s'è un pò chiusa dentro
casa, sola, dietro le finestre e questi punti d'incontro umani come si usava un
tempo è un pò svanito. Tu, nel palazzo, al primo piano sapevi già che avevano
fatto lo spezzatino, al secondo la frittata co' la cipolla e al terzo i bucatini
all'amatriciana. Quando arrivavi all'ultimo piano non avevi più fame perché
avevi già mangiato tre piani di profumi. Adesso in queste case, come quella in
cui vivo io, così sofisticate, non so, usano tutti capsule, come gli
astronauti, penso ... In tre piani non senti più un profumino di sughetto, di
spezzatino, neppure di aglio, di cipolla, di soffritto, niente. Mangiano tutti
capsule, all'americana. Quella verde è la verdura, quella rossa è la carne,
ecc... Non c'è più quel rapporto con il dirimpettaio come una volta, tipo:
"A sora Conce', che me date 'npò de prezzemolo?", "A sora Antò,
che me prestate 'npò de ajo?". Ecco, quella è la Roma che amo e la gente
che amo.