Isabella Iaquinta (Modella e DJ)
Roma 26.11.2024
Intervista di Gianfranco
Gramola
“Il mio podcast Good Vibration è nato
perché mi piace riuscire a tirare fuori da ogni situazione che può essere un
dramma, un lutto, un dispiacere, qualcosa di positivo”
Isabella Iaquinta, classe 1980, è originaria
di Crotone ma risiede a Roma da qualche anno ed è una delle DJ più richieste
d'Italia, nota per la sua presenza nei locali più esclusivi e per aver
conquistato la scena musicale con impegno e passione. Dopo essersi classificata
tra le prime 12 a Miss Italia nel 1997 e aver sfilato per prestigiosi marchi
come La Perla e Donna Karan, Isa ha continuato la sua carriera come dj, portando
la sua musica nei club più famosi d'Italia, tra cui il Pineta di Milano
Marittima, il Billionaire di Porto Cervo e il Twiga di Forte dei Marmi. Il suo
stile musicale spazia dalla house commerciale alla deep house, perfetto per
serate e aperitivi di classe. Nel 2006 ha partecipato al Grande Fratello 6. Isa
Iaquinta cura la rubrica Good Vibration per uau.it dove incontra e intervista
personaggi famosi.
Intervista
Hai iniziato la carriera facendo la
modella. Com’è nata questa passione?
È nata quando ero piccolina, perché vedevo
Miss Italia su Rai1 dove c’era Enzo Mirigliani ed era un programma di tutto
rispetto. Quando è venuto a mancare Mirigliani è subentrata la figlia Patrizia
e il concorso è stato spostato di rete. Ma io già a 14 anni facevo delle
sfilate regionali e poi, ancora minorenne, sono arrivata a Miss Italia e da lì,
mi sono trasferita a Milano. Quello della moda è sempre stata una passione che
è nata più per gioco che però è durata nel tempo.
I tuoi genitori che futuro avevano in
mente per te?
Diciamo che la mia passione più grande era
quella di diventare medico, perché ho una propensione sfegatata per la medicina
e per tutto quello che è scienza e biologia. Se fossi stata più brutta e con i
grilli per la testa che hai da adolescente, probabilmente avrei seguito la
strada inerente alla medicina. Mio padre e mia madre erano entrambi capo sala in
un ospedale della Calabria, ma in due reparti differenti. Per cui il ramo era
quello, però sicuramente mi sarei mossa in quel campo e avrei avuto un futuro
da medico.
Per seguire la moda hai dovuto lasciare la
Calabria per venire a Milano.
Si, per qualche anno, però a dire la verità
non è stato amore a prima vista con Milano. Perché un po’ per il clima, un
po’ per le frequentazioni, non era il massimo a quei tempi. Avevo appena
compiuto 18 anni e avevo già fatto Miss Italia e quindi l’esperienza e i
primi approcci non sono stati bellissimi. Poi mi sono trasferita a Roma perché
mi spostavo spesso fra il Veneto, la Lombardia e il Lazio. Roma mi sembrava la
città giusta per stabilirmi, una città più accogliente per il mio modo di
essere, per il clima, la gente e decisi di fermarmi qui nella capitale anche per
studiare. Mi iscrissi a scienze motorie all’università per lo sport, perché
avendo fatto pallanuoto a livello agonistico, venivo da quella formazioni lì.
Poi ho deciso di fare la modella.
Però hai lasciato la moda per fare la dj.
Com’è nata la decisione?
Posso dire che non ho proprio lasciato il
mondo della moda perché ancora adesso lavoro con i brand in maniera diversa,
cioè fotograficamente con i social media, però ho grandi collaborazioni con
brand con i quali lavoravo come modella prima. Mio fratello faceva il dj e mio
padre aveva un ristorante discoteca in Calabria e io sono cresciuta facendomi le
ossa con mio fratello che suonava. Poi dopo diversi anni i miei hanno deciso di
lasciare l’attività e mio fratello si è trasferito a Roma per studiare come
cameramen e si è portato dietro la consolle e tutta l’attrezzatura da dj e io
incuriosita ho cominciato a usarli e c’ho preso gusto ed è nata la mia
passione tecnicamente per fare la dj, anche se la passione per la musica ce
l’ho sempre avuta fin da piccola.
Per fare la dj hai dovuto seguire qualche
corso, una scuola o sei autodidatta?
Io sono autodidatta totalmente. La cosa
principale per una dj è di avere il senso della musica, del ritmo che è alla
base di un musicista e di una dj. Il gusto musicale è la qualità che
caratterizza e che fa la differenza. Non basta mettere una play list, ma avere
la sensibilità per capire la pista, capire le persone che hai di fronte. Queste
sono le capacità che deve avere una dj.
Come scegli la scaletta musicale? In base
a cosa?
In base alla sensazione che mi da la pista in
quel momento. Io arrivo sempre un po’ prima anche se sono eventi che hanno un
certo andamento, degli eventi variabili dove puoi trovare di tutto. Però
dipende tutto dalla sensazione che mi arriva stando lì, in mezzo alle persone.
Sulla base di quello, quando mi metto davanti alla consolle la strada la traccio
lì per lì ma poi ho anche delle vie semi battute.
Quali sono i generi musicali più
richiesti?
Dipende da quello che è la nicchia in cui
sei collocato. Io ad esempio preferisco una situazione di sunset, cioè tutto
quello che è aperitivo, tutto quello che può essere identificato
scenograficamente con un panorama, quindi tutto quello che può essere legato
alla natura e in quel caso devo scegliere una musica più calda, più
avvolgente, magari con qualche melodia che può ispirarti in quello che stai
guardando, che può essere un tramonto, il mare, la montagna o per esempio su un
terrazza di Roma. Quindi il genere dipende molto da quello che tu stai
rappresentando in quel momento, un evento o la location in cui ti trovi.
Ti sei esibita in molti club esclusivi.
Dove hai trovato il pubblico più caloroso?
Io rimango sempre nostalgica sulla Campania,
le isole di Capri, di Ischia e in primis Napoli. Là sono veramente molto caldi,
molto emozionali. Di quella regione ho dei ricordi bellissimi. Anche in Emilia
Romagna ho dei bei ricordi, però al primo posto metto la Campania.
La dj lavora prevalentemente sul tardi.
Come riesci a conciliare lavoro e vita privata?
Ho fatto una scelta o meglio una selezione,
perché i club non li faccio più come prima.
Prima che nascesse mia figlia io facevo solo club e io iniziavo a suonare
all’una o alle due di notte e andavo a dormire alle 4 di notte. Dopo tanti
anni di lavoro la gente comincia a
conoscerti e ti puoi anche permettere di selezionare un po’ gli eventi a cui
vuoi partecipare, per cui tendenzialmente io faccio eventi che non finiscono
troppo tardi. Quindi riesco a gestirmi la serata perché ho la possibilità di
scegliere.
Durante le serata hai mai avuto dei fan un
po’ invadenti, fastidiosi o delle situazioni un po’ spiacevoli?
Fan invadenti ogni tanto può capitare, ma
quello anche sui social mi è capitato. Magari dai un po’ di confidenza ma
sempre in maniera educata, perché non sai mai chi hai di fronte. Quindi ti può
capitare quello che si spinge un po’ oltre e che diventa un po’ insistente
con le domande, però poi dopo un po’ mollano e non insistono più di tanto.
Situazioni particolari? Mi è capitato una volta dalle parti di Salerno
ad un Capodanno e uno degli organizzatori
aveva provato a dirmelo ma non l’avevo capito, che mi avrebbe
accompagnato con la macchina dietro la mia verso l’hotel. Quindi esco dal
parcheggio, erano le 5 di mattina e non c’era nessuno per strada e vedo questa
macchina che fa esattamente la mia stessa strada, facevo la rotonda, poi giravo
a destra e lui sempre dietro. A me m’ha preso il panico perché mi ha seguito
dalla discoteca se non che arrivo ad un bivio e mi fermo con la macchina perché
non sapevo dove andare e lui si avvicina e mi dice: “Sono Michele, volevo
accompagnarti fino all'hotel” e difatti mi ha accompagnato fino all’hotel.
Però è stata una cosa che è durata dieci minuti e stavo quasi per chiamare i
carabinieri (risata). Ora ci rido su, però
in quei minuti ridevo poco, perché eravamo le uniche due macchine in
giro quella mattina, però è andata a buon fine.
Mi racconti com’è nata l’idea del tuo
podcast Good Vibration?
Il mio podcast è nato perché mi piace
riuscire a tirare fuori da ogni situazione, che può essere un dramma, un lutto,
un dispiacere, qualcosa di positivo. Le delusioni sono cose inevitabili perché
noi viviamo per superare degli ostacoli, la nostra vita non è piatta ma ha
degli up e down che devono essere in qualche modo superati, perché fa parte del
nostro processo di evoluzione riuscire ad affrontare le nostre sfide quotidiane.
Parlando con questo mio amico regista, Alessandro, che è anche un bravissimo
fotografo, mi propose l’idea di condurre una rubrica, un podcast tutto mio.
Chiaramente lì per lì pensai che la cosa potesse essere d’esempio per un
ascoltatore, soprattutto in un mondo sempre più isolato, sempre più alla
ricerca di quello che possono essere i piaceri effimeri, superficiali dati da
una tastiera piuttosto che dal reale, dove anche le
piccole delusioni possono diventare grandi, possono diventare suicidi,
possono diventare dei drammi. Con un podcast con persone amiche, famose in cui
chiacchierando tiriamo fuori quelle che possono essere per ognuno di noi delle piccole
barriere, dei piccolo ostacoli, si possono trasformare in “Good Vibration”,
dove magari l’ascoltatore che si immedesima in quella situazione, in quel
disagio, può tirare fuori qualcosa di buono. Questo mondo è pieno di
disgrazie, di brutture, di cronaca nera, Il podcast è incentrato su qualcosa
che li può trasformare in positivo, magari un qualcosa che può dare una spinta
positiva, una ventata di leggerezza perché siamo veramente sommersi di
negatività.
Un paio di ospiti che vorresti nel tuo
podcast?
Vorrei un cardinale, perché io sono molto
religiosa, e vorrei un cardinale dolcissimo che secondo me ha una vocazione
grandissima, che è il cardinal Comastri ed è di Roma. E’ di una dolcezza che
potrebbe essere quasi santo per quanto mi riguarda. Lui ora è anziano però è
nella mia lista di invitati, uno dei miei preferiti. Poi il cantautore
Niccolò Fabi per la sua sensibilità, per la sua delicatezza nel cercare
di toccarti l’anima. Poi ho invitato un altro cantautore, Sergio Cammariere,
che è stata per me una grandissima soddisfazione, anche perché è crotonese
come me, ed è stato un podcast molto bello che uscirà nelle prossime
settimane. Te ne ho fatti due come esempio, ma ce ne sono tantissimi altri e la
lista è veramente lunga.
Quali sono ora le tue ambizioni, i tuoi
obiettivi?
Sicuramente crescere, conoscendomi sempre di
più, e quindi questo podcast che ha
tutto quello che mi può far mettere
in gioco dal punto di vista di presentatrice. Magari in futuro mi cimenterò in
questo tipo di veste perché mi piace molto rendere leggera la conduzione. Poi
rimanere a portare questa “ Good Vibration” nelle frequenze musicali, perché
noi siamo di frequenza, noi siamo fatti di energia e anche le frequenze musicali
sono state cambiate nel corso dei secoli. Ho dei progetti legati alle frequenze
musicali che sto portando avanti in concomitanza con “Good Vibration” e
quindi coltivare sicuramente questa progettualità.