Isabelle
Adriani (attrice, scrittrice e giornalista)
Roma 14.9.2011
Intervista
di Gianfranco Gramola
Una persona
bella dentro e fuori, che vive la sua vita come fosse una fiaba
Isabelle
Adriani (all’anagrafe Federica Federici) è nata a Perugina il 22 giugno del
1979. Laureata in Lettere e Filosofia, ha lavorato come attrice in numerosi
film. Ha interpretato vari ruoli nelle fiction televisive come “Il Commissario
Manara 2” dove ha dato il volto ad Agnese Mais, l'infantile e
bellissima segretaria del questore, innamorata di Manara; è stata Roberta in
Capri 3 nel 2010 e nel 2009 l'affascinante psicologa Carolina Ferretti in
Distretto di Polizia 9. Ha pubblicato con il nome di Federica Federici 8 libri
di fiabe: “La Farfalla Blu”, “Fiabe Vere”, “Le Principesse di
carta”, “Cenerentola, La Leggenda”, “La magia dell'Handicap”,
“L'Isola del Sole” e 2 romanzi storici : “Volto di Rosa” e “Il
Giardino del Potere”.
È
giornalista professionista. È stata inviata di Mattino e Pomeriggio Cinque e ha
curato e condotto la rubrica di fiabe “C’era una volta” per Canale 5 e per Mattino 5 la rubrica “Accadde oggi”, aneddoti storici e
aforismi.
Cinema
Faccio
un salto all’Avana (2011) – Che bella giornata (2011) – Matrimonio a
Parigi (2011) – Ci vediamo a casa (2011) – Lezioni di cioccolato 2 ( 2011)
– Il cuore grande delle ragazze ( 2011) – La prima cosa bella (2010) – The
American (2010) – Un sconfinata giovinezza (2010) – Tutto l’amore del
mondo (2010) – C’è chi dice no (2010)
– Maschi contro femmine (2010) – Immaturi (2010) – Baciato dalla fortuna
(2010) – Amore 14 (2009) – Un’estate ai Carabi (2009) – Dangerous
Beauty
Televisione
Distretto
di polizia 9 (2009) – Capri 3 (2010) – Ho sposato uno sbirro 2 (2009) –
L’isola (2011) – Il campione e la Miss (2011) – Il commissario Manara 2
(2011) – Il commissario Zagara (2011) – Dove la trovi un’altra come me
(2011).
Ha detto:
- Diventare
attrice era un mio desiderio da sempre. Un giorno mia mamma si è ammalata e
quando è guarita mi ha detto: ”Ora rincorri i tuoi sogni”.
- Sono troppo
emotiva e così timida che a volte inizio a balbettare, come quando ho
incontrato il mio mito: Sofia Loren.
- Le favole
sono la mia passione. Ho scritto 8 libri sull’argomento… ma la mia vita è
più magica di una fiaba.
- La mia vita
è regolata da quattro punti cardinali: forza, coraggio, perseveranza e integrità.
Mi sono costruita negli anni un curriculum di tutto riguardo: laurea a 22 anni a
Perugia in lettere e filosofia, parlo quattro lingue, ho vissuto da sola in
Argentina, in Germania, in Francia e Inghilterra, per due anni ho tenuto la
scuola di teatro per ragazzi alla Piscina Pellini, ho lavorato come giornalista
a Retesole, ho scritto sette libri di favole, e ho lavorato tre mesi al TG 4 con
un contratto a tempo determinato.
- Mi sono
sposata a 20 anni con un conte - giornalista che mi faceva sorridere, un gran bel
ragazzo ma non ha funzionato. Poi ho avuto un figlio (Carlo Alberto) da un altro
compagno. Ora ha otto anni e sta con mia madre a Perugia, ed è meraviglioso. Tre
volte la settimana lo vado a trovare la sera per potergli raccontare una favola
e riparto la mattina dopo. E' massacrante ma ne vale la pena. E' un figlio
meraviglioso: fa scherma, suona il pianoforte mi riempie la giornata di sorrisi
e di domande fantastiche.
- Vivo
felicemente sola, mi sono comprata una moto e un sassofono. E riverso tutta la
mia parte romantica nella scrittura fantastica.
Curiosità
- Ha scritto
e diretto la rubrica settimanale "L’ Angolo del Focolare"
per
il quotidiano "Torino Sera" (fiabe e poesie del 3° Millennio).
-
Sogna di costruire un museo della fiaba in miniatura, rappresentando in legno
alcune fra le fiabe più rappresentative del mondo.
-
Altro sogno: regalare libri di fiabe ai bambini che non possono comprarli.
-
Ha doppiato i
fischi del film “Baaria” di Giuseppe Tornatore.
Intervista
Isabelle,
mi racconti com’è iniziata la tua
avventura nel mondo dello spettacolo?
E’ da
quando avevo 7 anni che faccio scuole di teatro, di canti e di danza, perché
erano le mie grandi passioni. Da sempre ho voluto fare questo. Poi per
vicissitudini familiari e problemi vari, siccome amavo anche scrivere, ho
cominciato a fare la giornalista e ho fatto un sacco di cose, ho collaborato con
La Nazione, con il Messaggero, con le televisioni privare, con Torino Sera, ho
collaborato con Umbria Tv, con Rete Sole, ecc… ho fatto veramente un sacco di
cose. Poi nel 2006 sono diventata professionista e sono andata a lavorare per
Mediaset, facendo qualche contratto e poi mi hanno assunta. Poi questo amore per
il teatro si è ripresentato anche quando i miei familiari erano di meno, e alla
fine ho scelto questa come strada principale, perché mi piace tantissimo. Sai,
Gianfranco, mi piace raccontare le storie e quando fai l’attrice le racconti
da dentro un personaggio. Quindi per me è il massimo.
Com’è
nato il tuo nome d’arte?
Il mio nome
d’arte è un nome di famiglia, perché Isabelle Adriani è il nome della mia
nonna. L’ho sempre amato questo nome e lo uso.
Ma i tuoi
genitori che futuro sognavano per te?
Questo,
credo. Loro mi conoscono bene e sanno quanto adori questa professione. Sono
sempre stata una persona molto eclettica e loro sapevano che non avrei seguito
una sola strada. Loro mi hanno sempre incoraggiato e sostenuto e quindi fra noi
c’è un rapporto meraviglioso. Loro sono due neurologi, sono due persone
straordinarie e se potessi aiutare la gente come hanno fatto loro, lo farei
tanto volentieri. Però con il mio lavoro riesco a strappare dei sorrisi e
questa è già una bella cosa, no? Almeno ci provo.
Il mondo
dello spettacolo ti ha deluso o era come te lo immaginavi?
Si dice tanto
di questo mondo dello spettacolo, nel bene e nel male. Io vado sul set, lavoro e
poi me ne vado. Nel senso che mi piace proprio il lavoro, mi piace stare sul set
perché mi riempie di entusiasmo e di felicità. Per cui mi piace proprio il
lavoro, cioè dalla comparsata a quello da protagonista. Lo vivo tantissimo
questo lavoro. Però non è che poi frequenti il mondo dello spettacolo,
sinceramente quasi per niente.
Quali sono
i tuoi amici, fuori dai set cinematografici?
I miei amici
di sempre (risata). Sono una persona molto schiva e riservata. Vivo nella mia
casetta piena di libri antichi di fiabe, che sono la mia passione e di cui
faccio collezione. Vedo soltanto amici che sono giornalisti, scrittori, artisti,
scultori, sceneggiatori, piuttosto
che vecchie amicizie dei tempi di quand’ero bambina. Pochissimi attori.
Da
ragazzina quali erano i tuoi idoli?
Io ero
innamoratissima di Ingrid Bergman, perché la trovavo splendida. Avevo tre
passioni: la Bergman, Audrey
Hepburn e il suo
“Colazione da Tiffany”, che era il mio film preferito e poi Rita Hayworth,
che aveva i capelli rossi naturali come i miei ed era una donna alta,
prosperosa, e anche lei ballava, cantava e fischiava. Era un po’ il mio idolo,
nel senso che faceva un bel po’ di cose diverse, che lei amava molto e poi
fischiava, nel senso che poche donne fischiano, no?
Quando non
lavori, quali sono i tuoi hobby?
Io ho una
passione proprio folle per le fiabe, quindi mi rovino economicamente per
comprare libri d’epoca, le prime edizioni dei grandi autori di fiabe, cioè
dai fratelli Grimm ad Andersen, ecc… Ho una collezione di libri antichi di
fiabe che vanno addirittura dal 1600
ad oggi che è veramente particolare. E’ una passione profondissima da sempre
e quindi è una collezione molto rara che mi piace proprio tanto. Quando non li
leggo, li scrivo, perché questa passione cerco di coltivarla appena ho un
momento libero.
Il
complimento più bello che hai ricevuto?
“Favolosa”,
Questo è il complimento più bello che ho ricevuto, perché ha la parola
“favola” dentro (risata). E quindi ovviamente mi piace da morire.
Una cosa
cattiva che hanno scritto e che ti ha dato fastidio?
Hanno scritto
un sacco di scemenze. Mi dispiace sempre quando i giornalisti, che comunque sono
dei colleghi e che sanno che conosco il mestiere di giornalista, quando si
fermano all’apparenza della bonazzona stile Jessica Rabbit, senza vedere che
una ha dentro un cuore da Biancaneve e forse ha studiato tutta la vita e ha
avuto i suoi problemi. Quindi rimanere in superfice, pensando al fisico da
Jessica Rabbit, e giudicando soltanto per quello, come attrice di dispiace, come
donna lo trovo così poco umano e come giornalista lo trovo scorretto, perché
so come si fa o meglio come si dovrebbe fare.
Sai fare
l’attrice, la giornalista, la scrittrice… una persona completa come te è da
lodare.
Completa, non
esageriamo. Socrate diceva:” So di non sapere”. Pensa io quello che posso
sapere, quasi nulla, però mi piace molto avvicinarmi alla conoscenza. Sono una
secchiona, una curiosa dell’antichità, della storia. Mi sono laureata in
Storia e ho una grande passione per la storia, per il passato. Il presente mi
interessa molto poco.
Chi e cosa
porteresti con te su un’isola deserta?
Io ho un
bambino che ho cresciuto da sola, quindi su un’isola porterei il mio bambino
che è un ragazzino meraviglioso. Si dice “Ogni scarafone è bello a mamma
sua”, però lui è proprio bello, bravo e intelligente. Ha 10 anni ed è uno
spettacolo di bambino. Lo adoro ed è tutta la mia vita. Porterei lui e
possibilmente un Principe delle fiabe, se riuscissi a trovarlo.
Qual è il
tuo tallone d’Achille?
Forse sono
proprio le fiabe, perché io penso sempre di vivere in una fiaba. Da un lato mi
salvano dalla realtà e dall’altra parte mi tengono un po’ lontana dalla
realtà.
Hai mai
fatto delle gaffe?
Come no,
Gianfranco. Tutti prima o dopo ne fanno di gaffe. Te ne racconto una. Ero a
Venezia e c’era James Franco, questo attore bellissimo. Lui si è avvicinato
per parlarmi e io ero talmente emozionata e agitata che mi sono spostata e lui
ha spostato la sedia per avvicinarsi a me e io, invece di fermarmi a parlare con
lui, gli ho detto “Grazie” e sono andata via (risata). Chissà che male ci
è rimasto.
Che
rapporto hai con la fede?
Bellissimo.
Io dico sempre che se fossi nata in Tibet, probabilmente avrei una fede diversa,
però in realtà siccome sono convinta che esista un dio, amo e rispetto
moltissimo i luoghi sacri, qualunque luogo sacro, in qualunque parte del
mondo. Credo che sia una cosa bellissima. Credo che professare una fede, avere
un credo, avere una religione sia una cosa quasi indispensabile per l’uomo.
C’è una frase di Immanuel Kant che mi piace tantissimo e che amo ricordare
spesso, che dice:” Ci sono soltanto due cose nella vita: il cielo stellato
sopra di noi e il senso morale dentro di noi”.
Diciamo che in qualche modo, anche se sembra criptato, è un pochino il
mio senso di fede.
Cosa ne
pensi della battaglia contro il fumo?
Meno male. Io
non ho mai fumato in vita mia e non lo sopporto. Ringraziamo Dio che c’è. Non
bevo non fumo… perché dovrei fare una cosa che mi fa male? Per me è
incomprensibile questo.
La
dichiarazione d’amore più stramba e divertente che hai avuto?
C’è stato
un principe che si è inginocchiato davanti a me, davanti a tutti, in modo
totalmente inaspettato. Eravamo a Venezia. Ma era un principe vero.
Un tuo
sogno nel cassetto?
Vorrei fare
un cartone animato sulla vera storia di Cenerentola. Questo è il mio più
grande sogno.
Uno
privato?
Trovare
questo benedetto principe (risata). Ce l’avevo ai miei piedi a Venezia, però
non era un principe dentro. Vorrei trovare un principe come quello delle fiabe.
Progetti?
Tanti,
Gianfranco. M sono top secret per ora, però te li dico. Il 30 settembre esce il
film di Vincenzo Salemme con Gassman che si chiama “Baciato dalla fortuna” e
poi il 25 e il 26 su Rai1va in onda “Il campione e la Miss” con Luca
Argentero e Martina Stella, dove io la ballerina che fa perdere la testa a Luca
Argentero. Poi ho il film di Pupi
Avati che esce l’11 novembre, che si chiama “Il cuore grande delle
ragazze”. Pensa un po’ quante robe (risata).
A chi
vorresti dire grazie?
A mio figlio,
per tutta la forza che mi da e ai miei genitori che mi hanno dato la vita.
A chi
vorresti dire scusa?
A tutti
coloro a cui non ho potuto strappare un sorriso.
Parliamo
di Roma. Tu sei umbra. Quando sei arrivata a Roma la prima volta?
Era il 6
gennaio, avevo sei anni e mio padre mi portò in piazza Navona, per la festa
della befana. Rimasi incantata.
Decisi che avrei vissuto qui e lo faccio. Adesso vivo stabilmente a Roma dal
2007, però anche prima ci venivo molto spesso.
Quali sono
state le tue abitazioni romane?
Ho sempre
abitato in centro. Anche catapecchie
(risata). Una volta stavo in una mansarda, con 95 scalini da fare, senza
ascensore, con le buste della spesa ti lascio immaginare che fatica. Quando
avevo la febbre non mangiavo (risata). Cose terribili. Ho abitato dalle parti di
piazza Argentina, poi a via del Corso, Trastevere da ragazza madre e da
bohemienne, molto bohemienne (risata).
Com’è
attualmente il tuo rapporto con Roma?
E’
bellissimo anche perché non guido nel traffico romano. Io adoro guidare però
non a Roma. Prendo solo taxi e quindi i taxisti mi adorano, perché io
rappresento almeno il 20 % dell’incasso annuo della società che gestisce i
taxi di Roma. Tra mezzi pubblici e macchine, Roma è impossibile girarla.
Infatti abito a Trastevere e giro sempre a piedi quando devo andare in zona.
Difatti cammino tanto e spesso molte persone mi chiedono se faccio palestra per
mantenermi così in forma. Io rispondo semplicemente: “No! Cammino
tantissimo”. Tanto per farti capire, tu per andare in un posto, in macchina ci
metti un’ora, a piedi 15 minuti, capito?
E con la
cucina romana, cosa mi dici?
Io adoro la
carbonara, l’amatriciana e sono
un’appassionata di questa cucina e forse è per questo che sono sempre molto
felice.
Tutta roba dietetica, eh?
Molto!
Infatti c’è il mio personal trainer che “me vole menà” (risata). Roma
è un caos, però è talmente bella, che le perdoni tutto. L’altro giorno
camminavo incavolata nera e all’improvviso sbuco in piazza delle Tartarughe e
sono impazzita dalla meraviglia e mi sono detta: "Ma perché mi devo
arrabbiare tanto?".
E con i
romani come ti trovi?
Con i romani,
come mi trovo… dipende (risata). C‘è un complimento che mi fanno spesso e
che mi piace da morire e dice:” Allora er Paradiso esiste” (risata). I
romano ti apostrofano con qualsiasi tipo di frase. Hanno una bella fantasia.
Cosa ti
manca di Roma quando sei via per lavoro?
Io amo molto
Trastevere e quindi mi manca quel sapore di quartiere, di piccolo borgo che ha
questo rione e che trovo impagabile. In ogni giorno dell’anno c’è sempre
qualcuno che suona, c’è un mago indiano che si chiama “Mago Guarda” che
fa dei trucchi che io ormai conosco a memoria, però fa sorridere e in questo
posto mi sento a casa. Tutti i fiori alle finestre, le piante fuori,
l’arrotino che viene la mattina, la gente che urla, i mercatini rionali,
ecc… lo trovo molto romantico e molto paesano.
In quale
Roma del passato ti sarebbe piaciuto vivere e nelle vesti di chi?
Se lo
chiedessi ai miei amici direbbero tutti in coro “Poppea”, causa mia quinta
di seno. In realtà penso che mi sarebbe piaciuto vivere nel periodo nella quale
la Grecia che con le sue arti e la sua raffinatezza ha conquistato Roma. Quindi
è un momento di incrocio fra queste due incredibili culture, cioè fra
l’impero romano e la raffinatezza greca. Poi io adoro alcuni scrittori latini,
per cui mi sarebbe piaciuto tantissimo conoscerne qualcuno.
Per
un’artista, Roma cosa rappresenta?
Il cinema. Io
sono qui perché se facessi la moda sarei a Milano. Ancora tutte le produzioni
hanno una sede a Roma. Se devi prendere un appuntamento, fare casting, ecc…
devi venire a Roma. Anche se devo dire che si giura poco a Roma, perché ci sono
diverse location in giro per l’Italia, dalla Puglia al Piemonte e un po’
ovunque, però Roma è ancora la
sede del cinema e non solo perché c’è Cinecittà.