Lando Buzzanca (attore) Roma 15.7.1999
Intervista di
Gianfranco Gramola
L'ex
merlo maschio
Lando
(Gerlando) Buzzanca è nato a Palermo il 24 agosto 1937 (Vergine).
Nel
cinema ha esordito nel ’61 con una parte minore in “Divorzio
all’italiana” di Pietro Germi e negli anni successivi è protagonista di una
serie di commedie alcune anche sexy. Tra i titoli più noti:” Don Giovanni in
Sicilia - Il prete sposato – Homo
eroticus – Il merlo maschio”. Dagli anni ’80 in poi
si dedica con molta soddisfazione al teatro. E’
sposato con Lucia Peralta ed ha due figli: Mario e Massimiliano (attore).
Ha
detto:
-
Mi
hanno premiato all’estero, in Uruguay, con una medaglia d’oro alla carriera,
pensa tu. Non voglio rimproverare nessuno, ma in Italia, quando ci sono le
premiazioni non mi chiamano nemmeno per “dare” il premio. Cose incredibili.
Ma chi se ne frega … faccio teatro che mi dà più soddisfazioni.
-
Nel
’93 Gianfranco Fini mi chiamò e
mi chiese: "Posso dire che almeno tu mi sostieni?". Gli risposi:"Te lo
ordino!". Da allora le mie attività con la Rai cessarono. Con la Rai stavo
progettando una serie di film, ma non se ne fece più niente.
- Come ho investito i miei soldi? Comprando negozi,
non appartamenti. Non mi piace chiedere l’affitto tutti i mesi agli impiegati.
Con i negozi speculo con chi specula, ovvero i commercianti.
Curiosità
- La
moglie appartiene ad una famiglia ricca e nobile di gioiellieri e commercianti
in pietre preziose, da generazioni. Lando Buzzanca ha un
fan club di ammiratori a Buenos Aires.
- Nel febbraio del 2009, al Centro
Sperimentale di Cinematografia, ha ricevuto il diploma ad honorem alla carriera.
Intervista
Quand’è
che ti sei stabilito a Roma e come ricordi l’impatto?
Io
sono palermitano. Mi sono stabilito a Roma circa 40 anni fa, avevo 17 anni. Il
primo impatto da come ricordo, mi
è sembrata una città meridionale. Appena arrivato pensavo di trovarmi davanti
ad una città del nord, invece ho trovato una città come Palermo, m’è
sembrata così. Poi pian piano ho cominciato a capirla e vedere che era una città
molto materna, molto accogliente, una città che viverci era bellissimo, poco a
poco ho cominciato a conoscerla e adesso come adesso non la tradirei con
nessun’altra città.
Quali
sono state le tue abitazioni romane?
La
prima abitazione è stata a San Giovanni, lì, dove c’è quel famoso mercato,
non ricordo il nome, in viale Manzoni, passavo da via Tasso, stavo proprio
all’angolo e lì ricordo che c’era una piazzetta molto carina. Poi ho
vissuto a via Alessandria, cioè Porta Pia, dove ci sono stato per anni. Poi ho
vissuto anche a piazza Bologna, ho girato Roma abbastanza e devo dire che una
città così non la trovi da nessuna parte. Adesso sto sulla via Flaminia.
Attualmente
com’è il tuo rapporto con Roma?
Mi
sento figlio di Roma, mi sento molto attaccato a questa città, anche se devo
dire che è una città un po’ “mignotta” . E’ una “mamma mignotta”
(risata).
E
il suo rapporto con la cucina?
Bellissimo!
Amo moltissimo la cucina romana. Non frequento molto le trattorie, ma quando
esco vado “Ai due Ladroni”, quando non avevo una lira, cioè agli inizi
della mia carriera, andavo nelle bettole e mangiavo sempre e solo pasta e ceci,
ricordo che costava un niente, 200 lire all’epoca, dico.
C’è
un angolo di Roma a cui ti senti legato?
Ma
Roma di angoli ne ha tanti. Mi piace moltissimo lo scorcio del Teatro Marcello,
per esempio. E’ uno scorcio antico ma attesta tutto l’800, la Roma dei
fantasmi, poi mi piace anche via dei Fori Imperiali, il centro storico è bello.
Poi mi affascina di notte, sono convinto che se io andassi tutte le notti a
passeggiare da quelle parti, incontrerei qualche fantasma prima o poi. Perché
ti da l’idea dei fantasmi, quella Roma là, una Roma misteriosa, ma misteriosa
e calda, non fredda, che ti avvolge.
Cosa
provi nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?
E’
come se tornassi a casa mia, casa dolce casa, torno in Italia, quando torno a
Roma.
Pregi
e difetti dei romani?
Difetti:
cialtroni, molto fanfaroni, presuntuosi, però sono anche generosi, sono amici e
se possono ti proteggono e se hai bisogno di aiuto, hanno il cuore in mano.
Come
pensi sarà la Roma dell’anno Santo?
Se
va avanti così sarà un casino totale, anche perché gestire una città così
grande non è semplice. Roma è una città anarchica, i romani sono anarchici,
non sopportano il potere, non vogliono essere comandati. E poi spontaneamente
fanno dei sacrifici mostruosi, però non vogliono essere obbligati, non vogliono
stare sotto gli ordini di nessuno. E’ un senso di libertà che se lo portano
da sempre, perché Roma è stato l’Impero più grande che sia mai esistito, da
allora si portano appresso queste presunzioni, diciamo. Gestire Roma è un
grosso problema. Secondo me, anche il Padre Eterno, avrebbe problemi, se dovesse
scegliere se gestire Roma o Milano, andrebbe a Messina a fare il sindaco.
Fuggirai
da Roma nel 2000 o affronterai il Giubileo?
Si!
Ho una casa in campagna in Umbria e io starò là, io poi sono uno che non ama
molto la folla, il casino. Qualcosa comunque vedrò del Giubileo, voglio
partecipare, anche perché dovrò stare un pochino a Roma, e poi il Giubileo non
è che c’è tutti gli anni. Parteciperò anche per un fatto storico, per
conoscenza. Pensa che io ho fatto il militare “per conoscenza” ed ero
sposato con un figlio. Ma ho voluto
andare a fare il CAR perché volevo conoscere la vita militare, mi serviva ance
per il mestiere che faccio. Pensa un po’. Per cui il Giubileo mi servirà, è
un’esperienza ma che vivrò da
studioso. Poi me ne andrò in campagna, tranquillo.
Se
tu avessi la bacchetta magica, cosa faresti per Roma?
Farei
tutte le linee della metropolitana in un baleno e poi allargherei le strade,
non so. Il guaio di Roma è solo questo. Poi il resto è tutto bello, si
mangia bene, si sta fuori d’estate, il ponentino, il tramonto romano. Lo smog,
nemmeno te ne accorgi, lo smog a Roma è tutto un fatto politico. Per cui farei
qualcosa per il traffico, anche se questo è un problema di tutte le grandi città.
A Napoli è ancora peggio. Di anno in anno è sempre peggio, come traffico e le
strade sono sempre quelle, è tutto un intasamento, uno stress. Il centro non si
può toccare o trasformare e allora che fai, porti Roma in periferia? No! Roma
è bella nel centro storico e va fatto qualcosa, ci vorrebbe proprio la
bacchetta magica.
Roma
è o era la città più bella del mondo?
E’
la città più bella del mondo anche tutta piena di casino. Roma è sempre Roma,
ti arrabbi un po’, ma poi sei contento di abitarci. Roma, la sua storia, i
suoi monumenti, le sue piazze … Roma è la città più bella del mondo!
Un
tuo sogno nel cassetto?
Poter
dare l’acqua gratis a tutti gli abitanti. L’acqua non la puoi farla pagare
come lo spumante, è una vergogna. Ci
vorrebbe un governo che si assuma la responsabilità dell’acqua (risata). E
poi, se fossi in politica, darei il latte gratis ai bambini fino ai 3 anni. Poi
il resto, niente, bisogna guadagnarselo.
Com’è
avvenuto il suo accostamento verso il cinema?
Le
prime persone che ho conosciuto sono state De Sica e Dino Risi. Sono arrivato a
Roma, era il ’54. Al Colosseo, stavano girando, “Nel segno di Venere” e
c’era De Sica che girava con Raf Vallone e Franca Valeri e c’era Dino Risi
che debuttava nella regia. E De Sica, mi ha fatto dire una battuta nel film che
poi è stata tagliata. Quindi è come se non l’avessi mai fatto. Non ho mai
detto niente sia a De Sica, che ho fatto con lui “Caccia alla Volpe” che a
Dino Risi. Per la prima volta lo sto dicendo a te. E ricordo ancora la battuta
che era “Fatte sposa”, che dicevo alla Valeri nei confronti di Raf Vallone
che faceva il pompiere che lei cercava di catturare. Questo è stato il primo
contatto e poi ho fatto l’Accademia perché ho scoperto che per fare questo
mestiere e avere un futuro d’attore bisognava fare l’Accademia.