Laura Troschel (attrice) Roma 21.10.2008
Intervista di Gianfranco Gramola
Una sessantenne bella e sexy, con la voglia
di matrimonio
Laura Troschel, che è nata a Varese, il 3
novembre del 1944. Dopo i problemi incontrati nel cinema degli inizi carriera
nei primi anni 70, passa al teatro con Franco Molè, caposcuola dell’
avanguardia romana, alla "Ringhiera". Il teatro, tra una cosa e
l’altra, sarà sempre presente nella vita professionale di Laura, che nella
stagione 1975/76, ha fatto cabaret con Anna Mazzamauro, Bruno Lanzi, Daniele
Formica, Elio Pandolfi e dal 1976/82 cabaret con Castellacci e Pingitore al
Bagaglino ed ancora nell’ 1980/81 ha recitato in due commedie musicali con
Pippo Franco al teatro Brancaccio per concludere nel 1993 con "La bottega
del caffè" di C. Goldoni con Arnoldo Foà in tournèe nazionale. Per la
televisione Laura ha realizzato spettacoli musicali, di cabaret e film.
Ricordiamo "C´era una volta Roma", "Furto di sera", "Il
marziano" e "Tutti a squola" di Pingitore, "La gabbia"
di Patroni Griffi,"Scacco matto" di Castellacci e Pingitore,"Quei
36 gradini", "Lo
scomparso”, "Se un giorno busserai alla mia porta",
"Appuntamento a Trieste", "Per chi suona la campanella",
cabaret musicale e "I ragazzi del muretto" come protagonista.
Attualmente è nel cast della soap opera “Un posto al sole”, nei panni di
Olga Tesser.
Filmografia
A mosca cieca (1966)
– Il sesso degli angeli (1967) – La prova generale (1968) – 4 mosche di
velluto grigio (1971) – Quel maledetto giorno della resa dei conti (1971) –
Patroclooo! E il soldato Camillone, grande grosso e frescone (1973) – Furto di
sera bel colpo si spera (1976) – Nerone (1976) – La prima notte di nozze
(1976) – Scherzi da prete (1978) – Tutti a squola (1979) – L’imbranato
(1979) – Ciao marziano (1980) – Il ficcanaso (1981) – La gabbia (1985) –
I mercenari raccontano (1985) – Delitti (1987) – Raul – Diritto di
uccidere (2005).
Televisione
Alle origini della mafia (serie) (1976) –
C’era una volta Roma (serie) (1979) – Quei 36 gradini (miniserie) (1984) –
Se un giorno busserai alla mia porta (miniserie) (1986) – Lo scomparso (1987)
– Appuntamento a Trieste (miniserie) (1987) – I ragazzi del muretto (1991)
– Villa Ada (1999) – Il bello delle donne (2001) – La palestra (2003) –
Imperia, la grande cortigiana (2005) – Domani è un’altra truffa (2006) –
Di che peccato sei? (2007) – Un posto al sole.
Ha detto:
- A mia nipotina Martina le insegnerò le
cose più importanti della vita, come il garbo e l’intelligenza, non la
furbizia spicciola, che non porta da nessuna parte.
- Pippo
Franco, il mio ex marito, in 20 anni di matrimonio me ne ha fatte passare di
tutti i colori.
- Ho
sempre cercato di essere divertente, spiritosa e autocritica sul lavoro e
affronto le cose negative con una bella risata.
Curiosità
- Laura Troschel, è nota ai più come
l’ex compagna del presentatore e attore comico Pippo Franco, re del Bagaglino.
Ma Laura, che da oltre un decennio si occupa con successo di organizzare e
presentare serate di moda, sport e attualità, anche all’estero, ha un
glorioso passato da attrice e conduttrice televisiva.
- All’inizio
carriera, due suoi film sono stati bloccati in modo assurdo dalla censura
dell’epoca. I film in questione, “A mosca Cieca”, del 1966 e “La Prova
Generale”, del 1968, entrambi diretti da Romano Scovolini. “A Mosca
cieca”, il film fu accusato pretestuosamente di pornografia per la fugace
immagine del seno della protagonista.
- All’inizio
della carriera ha usato il nome d’arte di Costanza Spada, tanto che alcuni
giornalisti pensavano fosse il vero nome. Lei si chiama realmente Laura Troschel.
- E’
apparsa nella copertina del mensile Playmen del marzo 1981 e su due copertine di
Playboy.
Intervista
E’ al teatro delle Muse con lo spettacolo
“Serva di scena” accanto a G. Di Stasio, con la regia di C. Berni. E’
simpatica, disponibile e quando parla è un fiume in piena e se le dai del
“tu” e più contenta. E’ un’artista che ama il suo lavoro e che non ama
fare progetti, ma prende quello che la vita le dà, giorno
dopo giorno…. Ma ha un desiderio: sposarsi.
Mi puoi parlare brevemente di cosa parla
lo spettacolo che stai rappresentando?
Si! Parla di una tronista pugliese, amante di
un grosso industriale, che vuole fare l’attrice. L’industriale, per farle
fare una cosa di prestigio, gli fa fare teatro. Lei però è negata. Allora
chiamano un’attrice che non lavora più da tempo, per aiutarla a fare la
suggeritrice. Quindi si crea un rapporto molto divertente fra loro. La commedia
non è per niente stupida, ma molto spiritosa. Non ti dico come va a finire
perché è veramente una sorpresa e chi viene a teatro a vedere questa commedia
si divertirà sicuramente.
Com’è nata la tua passione per lo
spettacolo, Laura?
Credo di averla sempre avuta, anche quando
ero piccola facevo teatro in casa. Reclutavo tutti i parenti, toglievo le
coperte e le lenzuola dai letti e li usavo per fare i costumi di scena e il
sipario. Poi mettevo i manifesti per casa, facevo i biglietti, ecc… E avevo
come spettatori i miei parenti, per pagavano e venivano con molto piacere. Credo
di aver inventato il cabaret, perché ti parlo di più di 40 anni fa. Io facevo
lo spettacolo e durante l’intervallo offrivo le paste agli spettatori, che poi
dividevamo con i parenti. Quindi la passione l’ho avuta da sempre, anche se
sono sempre stata molto timida e quindi non osavo, però alla fine è sempre
stato lo spettacolo a cercarmi. Anche quando stavo a scuola, dalle suore,
siccome io non avevo nessuna inflessione dialettale genovese, perché vivevo a
Genova, anche se sono nata a Varese, quando c’era da recitare delle cose, me
le facevano recitare a me. Però lo spettacolo mi ha sempre cercato e mi ha
sempre puntualmente trovato, come se fosse destino che io facessi questa
professione.
Mi dicevi che Laura Troschel non è il tuo
nome d’arte, vero?
No! E’ il mio vero nome. Io sono di origine
tedesca, mio nonno era tedesco.
Ma i tuoi genitori che futuro sognavano
per te?
Mia madre voleva farmi fare la professoressa
di ginnastica. Se fossi rimasta a Genova penso che avrei preso il diploma
dell’Isef. Invece, trasferendomi a Roma, ho preso il diploma del Liceo
Artistico, ho disegnato tanto e come ti ho detto prima, lo spettacolo mi ha
cercato, mi ha trovato e allora ho iniziato a fare spettacolo.
Il complimento più bello che hai
ricevuto?
Te lo posso dire? Quando ho compiuto 60 anni,
sono uscita di casa la mattina che ero distrutta e un ragazzo con la moto, mi
passa vicino e mi fa: "Ah bona!" (risata). Quello è stato fantastico, mi
ha fatto sorridere molto e mi ha anche fatto piacere. Era esattamente il giorno
dei miei 60 anni.
La cosa più cattiva che ti hanno detto o
hanno scritto di te?
Scritto sui giornali non tanto, perché io
non ho mai rotto le scatole a nessuno. Cattiverie? Si! Magari qualche amica che
ha detto delle cose, per altro non vere, perché se avessi fatto un certo
mestiere nella vita, forse avrei fatto di più. Però sono cose che con il
tempo, scivolano via e svaniscono nell’aria.
Qual è stata la tua più grande
soddisfazione artistica, Laura?
Ne ho avute talmente tante, caro Gianfranco.
Ogni volta è stata una grande esperienza, una grande soddisfazione come questo
ultimo spettacolo, dove io mi metto in gioco veramente tanto, sia nel brillante
che nel drammatico ed è uno spettacolo molto completo. Diciamo che ogni volta
è un’esperienza che mi sembra più
grande di quella di prima.
A chi vorresti dire “grazie”?
Grazie intanto alla mia caparbietà e anche
alla mia timidezza, perché in fondo mi hanno sempre salvato nella vita. Poi un
grazie a Pingitore, un grande amico, anche se tanti anni fa, quando ho
cominciato al Bagaglino io facevo il teatro, quello serio, facevo Beckett, e mi fece cominciare dicendo:”Guarda, se
vai bene bene, altrimenti te caccio subito!”. Perché a quei tempi io facevo i
costumi e le scene al Bagaglino.
Ti occupavi di costumi? Non lo sapevo.
Si! Mi sono occupata per anni di costumi e
scene. Io le facevo, le costruivo. Ho fatto per tanto tempo la costumista, perché
avevo una certa esperienza con il disegno e quindi l’ho fatto come mestiere. E
un giorno Pingitore mi disse:” Va bene! Se proprio vuoi fare cabaret ti faccio
provare. Se vai bene, bene altrimenti se non va bene, te lo dico subito, te
caccio via”. Feci il provino e andò bene. Da allora ho cominciato a fare il
cabaret, perché un tipo di teatro impegnato, serio.
Un tuo sogno nel cassetto artistico?
Un mio sogno nel cassetto artistico è quello
di fare la regia. Ma siccome sono una timida, ho un po’ di paura, ma mi
piacerebbe tanto fare la regia di una cosa non mia, anche se ho tante di quelle
cose in testa e la fantasia dentro di me, non si ferma mai. Ma come dice quel
detto “Non è mai troppo tardi” e io aggiungo anche che non è mai troppo
presto (risata).
Un tuo sogno nel cassetto privato?
Sposarmi! Io credo fermamente nella coppia,
malgrado abbia avuto un’esperienza con il mio ex marito, terribile. Credo
nell’amore e credo anche nella coppia stabile. Quindi io, malgrado la tenera
età (risata), sono ancora caruccia, sono abbastanza giovanile e messa bene e
quindi spero ancora di trovare marito. Non è mai troppo tardi, no? Chiaramente
ho detto che sono messa bene, rispetto alla mia età, perché è logico che a 40
anni si era meglio, però devo dire che non mi posso lamentare.
Nata a Varese, però cresciuta a Genova e
poi “sbarcata” a Roma. Come ricordi l’impatto?
L’impatto è stato terribile, perché io
ero una bambina, avevo 14 anni ed ero proprio una bambina piccolina, nel senso
che non ero ancora sviluppata, mentre le ragazze romane della mia età
sembravano già delle signorine, delle ragazze grandi. Ricordo che a scuola ho
perso un anno perché non riuscivo ad andare in classe, perché c’erano tutte
queste ragazze con il seno, io invece sembravo una nana di 14 anni. Però piano
piano Roma è diventata la mia città di adozione, che amo moltissimo. La città
però che amo di più è sempre Genova, perché lì ci sono cresciuta. Quando
raggiungo Genova mi emoziono sempre tanto.
In quali zone hai abitato a Roma, Laura?
Ne ho cambiate di zone, Gianfranco. Dalla via
Cassia a Torre Vecchia e poi tante altre zone che servirebbe un elenco
telefonico (risata). Adesso sono 25 anni che abito in viale Vaticano, di
fronte al Papa e sto benissimo. Sono una dirimpettaia del Papa.
C’è un angolo di Roma che ami
particolarmente?
Roma è una città talmente splendida che è
difficile amarne solo un pezzo. Diciamo che uno dei posti che ho amato tanto,
anche perché c’ho abitato anche se per poco tempo e piazza Campo de’ Fiori.
Quella piazza è proprio Roma, la vecchia Roma, con la sua gente di una volta,
il mercato che è molto folcloristico, ecc… Io avevo un rapporto fantastico
con tutti i negozianti e mi volevano tutti bene. Quello lo ricordo come un breve
periodo, ma molto bello. Era un piccolo paese.
Cosa ti manca di Roma quando sei via per
lavoro?
Mi manca la mia casa e poi mi manca la mia
famiglia, la mia nipotina. Quando sto fuori città, il mio pensiero è sempre
per la piccolina. Sono nonna e mi vanto di essere nonna.
Con i romani come ti sei trovata?
Bene! I romani sono un po’ cazzari, però
sono persone sempre molto disponibili. Hanno la battuta sempre pronta e anche
due parole per ogni situazione.
Come vivi la Roma by night?
Ma io non vivo la by night. Per me la Roma by
night potrebbe pure morì (risata). Non sono stata da sempre una che vive la
Roma notturna. Finito il teatro vado a casa oppure vado a cena con i miei
colleghi. E’ difficile che tu mi vedi in giro per locali. Se ci vado è per
lavoro o perché si festeggia con il cast dello spettacolo.
Il tuo rapporto con la cucina romana?
La cucina romana mi piace, io cucino
benissimo, adoro mangiare e mi piace cucinare. Quando passi per Roma,
Gianfranco, fammelo sapere. Ti preparo io una matriciana con i fiocchi.
D’accordo! Hai una trattoria che
frequenti spesso a Roma?
Non ho una trattoria preferita. Vado spesso
ai “Due Ladroni”, perché il proprietario è un mio caro amico, ci
conosciamo da più di 30 anni e quindi vado volentieri nel suo locale. Vado
sempre volentieri in quel ristorante anche perché ci sono sempre dei colleghi,
c’è sempre un’atmosfera gioiosa e festosa, un clima molto allegro.
Per un’artista Roma cosa rappresenta?
Sicuramente per chi vuole fare questo
mestiere Roma è una meta. Uno ha l’occasione per far vedere quello che vale
come artista, come attore, ecc… Non c’è ombra di dubbio. Nel mio caso è la
mia città, ci sto semplicemente bene e molto volentieri.
Dopo questo spettacolo, quali sono i tuoi
progetti?
Mi hanno proposto altre due cose, sempre
teatrali. Solo che il teatro è tanta fatica e quindi devo decidere. Ultimamente
sto girando anche “Un posto al sole”, sono una new entry, e mi telefonano
tanti giornalisti per farmi delle interviste. Ho tante soddisfazioni, insomma.