Lorenza Sorino (attrice)
Roma 12.9.2018
Intervista
di Gianfranco Gramola
La
mia più grande soddisfazione in ambito televisivo è l’aver ottenuto la parte
della figlia di Gigi Proietti ne “Il Signore della Truffa”.
Il
mio sogno artistico è quello di trasmettere la bellezza e la necessità del
teatro attraverso l’insegnamento e gli spettacoli prodotti dalla mia nuova
compagnia.
Lorenza
Sorino è un'attrice abruzzese. Si appassiona al teatro e inizia a recitare
all'età di tredici anni. A diciotto anni si trasferisce a Bologna dove completa
i suoi studi conseguendo il diploma di attrice di prosa presso la Scuola di
teatro di Bologna di Alessandra Galante Garrone. Tra i suoi primi spettacoli
"DeaOdissea", con la regia di Angela Malfitano, “La Corona
Sognata”, riadattamento del Macbeth a cura di Marco Manchisi, “La dodicesima
Notte” nel ruolo di Olivia per la regia di M.Schmidt, poi l'incontro con il
CSS di Udine dove viene scelta per interpretare Marionne "La morte di
Danton" per la regia di A. Popovsky, sarà poi la madre di Pulcinella nello
spettacolo visionario “Pulci Beat” di Marco Manchisi. Nel 2005 si
trasferisce a Roma dove si avvicina al mondo del cinema e della televisione fino
ad essere scelta come protagonista nel film “Onora il padre e la madre” per
la regia di Gianni Leacche, arriva anche la televisione con Gigi Proiettine
“Il signore della truffa”,“Un medico in famiglia”,“Don Matteo”, per
citarne alcuni, poi pubblicità, cortometraggi, e soprattutto teatro, la sua
vera passione che continua a perseguire con tenacia e professionalità. Uno
degli ultimi lavori teatrali è Medea per la regia di Gabriele Lavia. Negli
ultimi anni è docente di recitazione all’accademia dello spettacolo di Ortona
e New Step di Francavilla oltre a tenere laboratori in varie città d’Italia.
Intervista
Com’è
nata la passione per lo spettacolo?
La
passione per lo spettacolo è nata all’età di 13 anni. Andai a vedere uno
spettacolo con la scuola, “La piccola città” di Thornton Wilder e
nonostante fossi terribilmente timida e introversa, decisi che anche io avrei
voluto essere su quel palco. Chiesi informazioni a mia cugina che al tempo
faceva parte della piccola compagnia che avevo visto a teatro e mi iscrissi al
corso di teatro tenuto dallo stesso regista che aveva diretto quello spettacolo
e che aveva acceso in me il desiderio di salire sul palcoscenico.
Chi
te l’ha trasmessa?
La
passione me l’ha trasmessa mia madre che mi ha sempre portata a teatro, mia
nonna amante dell’opera e meravigliosa narratrice, mia cugina che più grande
e già iscritta all’accademia Silvio D’Amico mi ha permesso di potermi
appassionare attraverso di lei a quello che sarebbe diventato poi il mio lavoro.
I
tuoi genitori come hanno preso questa tua passione per la recitazione?
Bene,
non mi hanno ostacolata ma appoggiata e sostenuta prima a Bologna, dove mi sono
iscritta alla scuola di recitazione di Alessandra Galante Garrone e poi a Roma,
dove mi sono trasferita dopo nove anni perché i provini mi portavano sempre più
spesso a recarmi nella capitale.
Hai
mai pensato ad un nome d’arte?
No,
mai.
Quali
erano i tuoi idoli da ragazza?
Premetto
che ho sempre guardato film e ascoltato musica che non erano propriamente dei
miei tempi (e credo che questa sia una grande fortuna), quindi ho amato Monica
Vitti, Marcello Mastroianni, Nino Manfredi per citarne alcuni.
Il
mondo dello spettacolo era come te lo immaginavi o ti ha deluso?
Avendo
iniziato molto giovane avevo sognato e immaginato un mondo un po’ diverso,
crescendo però si capiscono e si imparano molte cose (come in ogni ambito) e ho
imparato sicuramente che quello che dicono sul mondo dello spettacolo è in gran
parte vero, purtroppo.
Qual
è stata la tua più gran soddisfazione artistica?
La
più grande soddisfazione in ambito teatrale è quello di essere stata scelta
quasi sempre perché qualcuno mi aveva vista in scena e non per un provino. In
ambito televisivo aver ottenuto la parte della figlia di Gigi Proietti ne “Il
Signore della Truffa”, arrivata in maniera inaspettata in quanto ero stata
selezionata per una parte più piccola. In ambito cinematografico (unica
esperienza purtroppo) essere stata scelta a 24 anni per interpretare la
protagonista nel film “Onora il padre e la madre”, con la regia di Gianni
Leacche, ruolo duro e attuale più che mai in quanto tratto da una storia vera e
che affronta il tema della violenza sulle donne.
Il
complimenti più bello che hai ricevuto e da chi?
Dopo
il mio primo monologo, “Isole” tratto dal racconto dell’isola sconosciuta
con la regia di Antonio Tucci, ricevetti da una attrice più grande di me il
complimento più bello, ovvero quello di aver fatto vivere il testo e le parole
senza egocentrismi o protagonismi.
Fra
colleghe hai trovato più rivalità o complicità?
Ho
trovato entrambe, ma non essendo io una attrice competitiva, ho sofferto
all’inizio della rivalità/falsità.
La
popolarità crea vantaggi e purtroppo anche svantaggi? Mai avuto problemi di stalker
o qualche fan un po’ troppo invadente?
Popolarità?
No, non sono “popolare”, in alcuni casi vengo riconosciuta per la mia
partecipazione ad Un medico in Famiglia, ma in rarissimi casi. Ciò nonostante
durante la messa in onda delle puntate in cui interpretavo Micol in Un medico in
famiglia, alcuni fan mi hanno “aggredita” su facebook confondendo il
personaggio con la persona. Fortunatamente si è risolto tutto grazie alla
moderatrice dei fan della serie, che mi ha difesa come persona e attrice.
Quali
sono le tue ambizioni?
In
questo momento diventare un’ottima mamma attrice. Essendo diventata madre da
poco aspiro a saper conciliare al meglio i due “lavori”, quello di madre e
quello di attrice.
A
chi volesse fare l’attore, che consigli vorresti dare?
Di
studiare, studiare, studiare, essere curioso andare a teatro, al cinema,
leggere, osservare il mondo e le
persone.
Hai
un sassolino nelle scarpe che vorresti toglierti?
Non
ne ho. I sassolini nelle scarpe rallentano e appesantiscono i passi.
So
che stai lavorando ad un testo per uno spettacolo che debutterà a novembre. Mi
puoi anticipare qualcosa?
Mi
sto occupando della riduzione e dell’adattamento teatrale di un libro di cui
mi sono innamorata anni fa. Si tratta di Olga di Carta di Elisabetta Gnone, un
testo per ragazzi e non solo, che affronta il tema della diversità del viaggio
della ricerca di se stessi. Una sorta di favola per grandi e piccoli e siccome
non è affatto facile riuscire nell’intento di coinvolgere in egual misura
grandi e piccoli, sono ancora alle prese con l’ennesima riscrittura e per mia
fortuna il debutto è stato spostato a marzo, cosa che mi permette di poter
rivedere alcune cose che non mi convincono del tutto.
Altri
progetti?
Il
progetto più importante è la neonata compagnia UN ALTRO TEATRO che insieme al
mio compagno Arturo Scognamiglio e altri tra attori registi musicisti e una
scrittrice e giornalista, ha ricevuto il finanziamento dal FUS come impresa di
produzione teatrale. Abbiamo appena terminato una piccola rassegna a Napoli
(città sede della compagnia e dove mi sto trasferendo), che è stata utile per
iniziare a far conoscere gli spettacoli già prodotti e cominciare a destare
interesse per le produzioni future, tra cui c’è Olga di Carta, Un Anno dopo
(testo di Tony Laudadio e regia di Andrea Renzi), Certe stanze (concerto per
musica e voce recitante da poesie di Anna Marchitelli) solo per citarne alcuni.
Hai
un sogno artistico?
Trasmettere
la bellezza e la necessità del teatro attraverso l’insegnamento e gli
spettacoli prodotti dalla mia nuova compagnia.
A
chi vorresti dire grazie?
Grazie
alla mia famiglia prima di tutto (anche se può sembrare scontato il supporto di
genitori e fratelli è fondamentale). Grazie al mio compagno di vita e di lavoro
Arturo Scognamiglio, perché crede e combatte con più forza di quanta io ne
possa avere. Grazie a Francesca Mazza Maestra preziosa e unica e Marco Manchisi,
per avermi insegnato il suo teatro magico unico e irripetibile. Grazie a tutti
colleghi che ho incontrato sul mio cammino, perché nel bene e nel male mi hanno
sempre insegnato qualcosa. Grazie a Cinzia Giancola De Curtis e Marika Marroccu
che mi hanno accolta in agenzia e nel loro cuore come figlia e sorella quando
sono arrivata a Roma spaesata e inconsapevole di tutto. Grazie a Federica Di
Martino che era su quel palco quando a 13 anni ho deciso che avrei voluto fare
l’attrice e che mi ha saputa supportare con discrezione e affetto sempre.
Parliamo
un po’ di Roma, Lorenza. Tu sei abruzzese. Quando ti sei stabilita nella
capitale, in quale occasione e come ricordi l’impatto?
Prima
di Roma sono passata per Bologna quindi l’impatto non è stato tragico come
passare dal paese alla città. Roma è comunque mastodontica soprattutto per me
che amo la solitudine e il silenzio. Mi sono trasferita perché i provini mi
portavano sempre più spesso a Roma e i viaggi da Bologna stavano diventando
troppo dispendiosi.
Quali
sono state le tue abitazioni romane?
Ho
cambiato abbastanza case in 14 anni: Piazzale Delle Province, San Lorenzo, San
Giovanni in due abitazioni diverse, e infine San Pietro dove sono stata per
dieci anni.
Attualmente
com’è il tuo rapporto con Roma?
Sono
andata via da poco e mi manca. Ho sempre vissuto una sorta di amore e “odio”
per questa città, ma ora che non la vivo più assiduamente devo ammettere che
un po’ mi manca.
Il
tuo rapporto con la cucina romana?
Amo
la cucina in generale e amo mangiare e scoprire le pietanze tipiche dei posti in
cui mi trovo. Quella romana mi piace molto e avendo come tutti fatto anche la
cameriera mi divertivo a sbirciare in cucina per rubare i segreti del cuoco per
poter fare una perfetta cacio e pepe per esempio.
Cosa
ti piace e viceversa?
Adoro
appunto tonnarelli cacio e pepe, la gricia, i carciofi alla giudia e la
carbonara. Non vado pazza per la coda alla vaccinara.
C’è
un angolino romano che ami particolarmente?
Il
prato su al Gianicolo, di sera tardi.
Cosa
ti manca di Roma quando sei via per lavoro?
Mi
manca l’incanto del riscoprirla ogni volta e la bellezza del potersi sentire
soli quando lo si desidera.
Come
ti trovi in mezzo ai romani (pregi e difetti)?
Mi
trovo bene, generalmente mai avuto problemi con i romani.
Cosa
ti dà più fastidio di Roma?
Mi
do fastidio la Roma che è diventata sporca, che non cura le sue meraviglie e
negli anni questo problema è diventato sempre più evidente (specchio un po’
dell’Italia degli ultimi anni).
Come
vivi la Roma by night?
L’ho
vissuta sempre poco e quasi sempre in luoghi isolati e un po’ solitari. Mi
piace Roma quando dorme o quando ad agosto è quasi deserta.
Nei
momenti liberi in quale zona di Roma ami rifugiarti?
Villa
Doria, Gianicolo o comunque zone verdi.
Un
paio di consigli alla sindaca Raggi?
Non posso dare consigli in merito alla gestione di una metropoli come Roma, non
ne ho né le competenze, né un quadro generale chiaro dello stato della
gestione. Posso dire ciò che mi auspico per Roma. Spero che l’interlocutore
principale possa, con i tempi necessari, attuare la valorizzazione che Roma
merita non solo in quanto capitale, ma come luogo di approdo nazionale ed
estero, grazie alle immense ricchezze artistiche del suo patrimonio culturale ed
artistico. L’arte e la cultura, se gestiti con intelligenza, capacità e buon
senso, potrebbero essere, per il nostro paese, il motore di una crescita
economica in grado di creare un indotto capace di ricadere, e quindi alimentare,
le altre economie ad esse correlate. Ma questo non l’ho certo inventato io,
basta guardare alle capitali europee più virtuose in questo senso.