Manuel De Sica (musicista - compositore) Roma 4.1.1999
Intervista di Gianfranco Gramola
Un
musicista che ama Roma per la sua atmosfera, unica al mondo
Manuel De Sica è nato a Roma il 24 febbraio
1949. Ha studiato con Bruno Maderna ed Henry Mancini. Le sue prime composizioni
da Camera sono state pubblicate dalla Casa Ricordi dietro interessamento del M°
Renzo Rossellini, direttore artistico dell'Orchestra di Montecarlo. Autore di
musica sinfonica e da camera, è più conosciuto al grande pubblico per le oltre
cento colonne sonore composte per il Cinema e la Televisione dal 1969 ad oggi.
Docente di musica di scena presso la Nuova Università del Cinema e della
Televisione di Roma, Manuel De Sica è presidente dell' "Associazione Amici
di Vittorio De Sica" per il restauro delle opere di suo padre, curatore di
pubblicazioni su ciascun film restaurato e fondatore dell' "Associazione
Musica Retrovata" per il recupero di opere musicali inedite o sconosciute.
Ha pubblicato il libro di racconti “Il mio diavolo custode”(1996) e “La
visita notturna e altre storie“. Nomination all'Oscar nel 1971 per “Il
Giardino dei Finzi Contini” di Vittorio De Sica, ha vinto il Globo d'Oro della
Stampa Estera 1988-89 per “Ladri di saponette” di Maurizio Nichetti, il
Nastro d'Argento 1992 per “ Al lupo, al lupo” di Carlo Verdone e il David di
Donatello 1996 per la colonna sonora di “Celluloide” di Carlo Lizzani.
Musica per il cinema
Amanti
(1968) - Il Giardino dei Finzi Contini (1971) - Lo chiameremo Andrea (1972) -
Una breve vacanza (1973) - Il viaggio (1974) - Camorra (1972) - Cose di cosa
nostra (1971) - Mi faccia causa (1988) - Le coppie (1970) - Io non vedo, tu non
senti, lui non parla (1971) - A me la mafia mi fa un baffo (1974) - Cagliostro
(1975) – Il caso Raoul (1975) –
La madama (1975) – Folies bourgeoises (1975) – Caro papà (1979) – Sono
fotogenico (1980) – Commissario Lo Gatto (1986) – Vado a vivere da solo
(1982) – Un ragazzo e una ragazza (1983) – Colpo di fulmine (1985) - Soldati
- 365 giorni all’alba (1987) –
Nel continente nero (1992) – I seduttori della domenica (1980) – Il momento
dell’avventura (1983) – Cuori nella tormenta (1984) – Lui è peggio di me
(1984) - Yuppies 2 (1986) – Belli freschi (1987) – Una botta di vita (1988)
– Bye bye baby (1989) – Anni 90 II parte (1993) -
Miracolo italiano (1994) – Un bugiardo in Paradiso (1998) - 45°
Parallelo (1986) – Vacanze in America (1984) – Montecarlo Gran Casinò
(1987) - A spasso nel tempo (1994) – A spasso nel tempo, l’avventura
continua (1995) – Vacanze di Natale 2000 (1999) - Cuore (1984) – Carabinieri
si nasce (1985) – Ladri di saponette (1989) – Volere volere volare (1990)
– Non più di uno (1989) – Tango nudo (1992) - Faccione (1991) – Il conte
Max (1991) – Ricky e Barabba (1993) - Uomini, uomini, uomini (1995) - Tre
(1996) – Simpatici e antipatici (1998) – Al lupo, al lupo (1992) – La
signorina Giulia (1992) - Dellamorte Dellamore (1994) - Celluloide (1995).
Musica per la tv
Diversa
dagli altri (1970) – Donnarumma all’assalto (1972) – Il goleador (1971) -
L'età di Cosimo dè Medici (1972) – Leon Battista Alberti (1972) - F.B.I.
Francesco Bertolazzi investigatore (1970) – Appunti su Hollywood (1978) – Il
matrimonio di Caterina (1982) - Lighea (1982) – Il Commissionario (1982) –
Cuore (1984) – I racconti del Maresciallo – Se un giorno busserai alla mia
porta (1988) – Si, ti voglio bene (1993) – Nuda proprietà (1997) – Anni
'50 (1998) – Anni '60 (1999) – Arturo Colombo ... Un Maresciallo in gondola
(2000) – Le ragazze di Miss Italia (2000) – La criciera (2000).
Musica per il teatro
Tres
(balletto), Festival Due Mondi (1970) – Non ridete se una donna cade (1978)
– Il malato immaginario (1999) - L'uomo, la bestia, la virtù (2000).
Concerti
(prima esecuzione)
Tre
momenti per l’arpa,
Auditorio Conservatorio L'Aquila (1970) - arpa Elena Zaniboni. Voice per
solo clarinetto Auditorio via dei Greci S. Cecilia - clarinetto Giuseppe
Garbarino. In memoriam Hiroshima Conservatorio C. Porumbescu di Bucarest.
Sala G. Enescu 24 Novembre 1971 - coro Madrigal diretto da Marín Constantin. Quattro
meditazioni per S. Antimo - Accademia Musicale Chigiana Siena - Abbazia di
S. Antimo (Montalcino) 6 Agosto, 1995 Organo Stefano Lorenzetti - Viola
Constantin Zanidache - clarinetto Giuseppe Garbarino - Pianoforte Maria Isabella
De Carli. Distanze - melologo per due voci recitanti e orchestra da
camera, Università degli Studi di Tor Vergata- Aula Magna 17 Novembre 1995.
Testi di Dario Della Porta. Orchestra Roma Sinfonietta - dir. Manuel
De Sica. Voci recitanti: Carla
Cassola e Riccardo Cucciolla. Grall - Premio Internazionale "Una
vita per la musica Leonard Bernestein" a Manuel De Sica - Teatro Greco Roma
1996 - Ensemble I Cameristi di Roma. Sinfonetta in Do (il regalo) per
orchestra - I pomeriggi Musicali di Milano - Sala G. Verdi 1 Marzo 2001
Orchestra dei Pomeriggi Musicali diretta da Aldo Ceccato.
Ha
detto
- Ho
deciso di fare il musicista da ragazzo, dopo aver visto il film “La donna che
visse due volte”. Mi affascinò la straordinaria colonna sonora di Bernard
Herman.
- Sono
sempre stato un bambino difficile, introverso ma c’è una tendenza che con il
trascorrere degli anni ho sentito costantemente viva dentro di me: quella della
precisione.
-
Non ho mai perso l’occasione di ringraziare tutti coloro che, periodicamente,
intestano a Vittorio De Sica, premi, sale cinematografiche, strade, scuole,
francobolli e perfino aeroplani.
-
Nel 1992 ho costituito la Fondazione Amici Vittorio De Sica, restaurando i film
giudicati da mio padre come i migliori:” Ladri di biciclette, Sciuscià,
Miracolo a Milano, Umberto D. , Il tetto, Matrimonio all’italiana.
Curiosità
-
E’ stato nominato Commendatore a Roma, il 20 gennaio del 2004.
- La
sua musica è stata eseguita da artisti quali Salvatore Accardo, Enrico Dindo,
Danilo Rossi, L’Ensemble Wien Berlin, le sue canzoni sono state interpretate
da artisti quali Ella Fitzgerald, Tony Bennett, Dee Dee Bridgewater.
- Ha
una sorella, Emy, che il padre ha avuto dalla prima moglie Giuditta Rissone, e
un fratello, il famoso Christian che, come lui, è nato dall’attrice spagnola
e ultima compagna del padre, Maria Mercader.
-
E’ sposato con Tilde Corsi.
Intervista
E’ nel suo ufficio di via della Fonte di
Fauno, a due passi dal Circo Massimo.
Come
ricordi la Roma della tua infanzia?
Io
sono nato nel ’49, quindi mi ricordo com’era
la Roma del ’55, del ’56 in poi, no? Era una Roma più a misura d’uomo, il
traffico è cresciuto presto. Difatti gli anni ’50 sono gli anni della Fiat.
Allora vivevo in un quartiere che non è più quello dove vivo adesso da 30
anni, ma era tutto dall’altra parte di Roma, cioè a piazza Bologna. La mia
infanzia si è svolta, insieme a mio fratello Christian, in mezzo a governanti
di vario tipo e a giornate ai giardinetti. Queste cose succedono, purtroppo, per
i figli degli attori, che sono sempre in giro per il mondo con il loro lavoro.
Mia madre, Maria Mercader, dopo la mia nascita e quella di mio fratello ha
smesso di fare l’attrice e quindi l’affetto di mamma l’abbiamo sentito. Io
attualmente scrivo dei libri oltre che comporre musica per il cinema e devo dire
che ho molta nostalgia dei tempi passati. Scrivo libri su mio padre, restauro i
suoi film e proprio in questi giorni sono andato in quel quartiere
dove ho vissuto l’infanzia, perché c’è un archivio che sto tenendo
d’occhio, di vecchi libri di cinema, che rifotografo per i miei libri e per il
libro che la mia “Associazione Amici di Vittorio De Sica “ pubblica ogni
anno. Oltre questo la mia Associazione restaura film e pubblica libri di
memorie. Quindi la memoria è una mia passione.
Ami
Roma?
Il
mio rapporto con Roma non è migliore di quei tempi di cui ti sto parlando. Era
molto meglio 20 anni fa. Adesso comincia un po’ a sfuggirmi la situazione,
perché io amo il silenzio e purtroppo Roma non è la capitale del silenzio.
Potrebbe essere un luogo comune, perché anche nelle altre città di altri paesi
non è che regni il silenzio, perché certi rumori e certi frastuoni fanno parte
delle metropoli. Purtroppo a Roma
si concentra maggiormente un certo culto della frenesia, della beceraggine,
della presunzione che deriva proprio dal fatto che sia Roma, è un fatto che è
sempre stato in luce, diciamo dei romani o dei derivati. Perché è molto
derivato dalla romanità che già conteneva questi germi di presunzione, di
supponenza. Poi bisogna ammettere che Roma è una città meravigliosa, ha un
clima meraviglioso e delle memorie storiche uniche. Io vivo all’Aventino che,
secondo me, è il posto più bello di Roma e circondato da antiche vestigia
storiche uniche.
Ti
piace la cucina romana?
Non
proprio. Io non amo le interiora. La cucina romana è fatta di interiora, di
ricotta ed è abbastanza pesante. Ogni tanto porto mio figlio che ha 16 anni a
mangiare fuori e vedo che ha ben altri gusti sul mangiare.
Come
trovi i romani?
I
romani hanno il pregio di essere scettici. Hanno un scetticismo insito, una
specie di disincanto di fronte agli entusiasmi, che a me fa anche ridere. Lì,
provo ilarità. Però poi hanno questa supponenza che è l’altra parte. Il
romano ha una grossa capacità di tamponare la realtà dura della vita. Unica
cosa è che Roma non è più all’appannaggio dei romani. Parlo dei romani del
Belli fino all’800. Non è una città che si ricorda in senso positivo delle
sue memorie enormi. Ma è il destino di una Capitale, in Italia.
Cosa
vuol dire per te “essere romano”?
Ma
guarda, Gianfranco, io sono nato da un genitore, Vittorio, che era figlio di un
sardo e di una romana, e da mia madre che è spagnola. Quindi io mi sento nato a
Roma, non romano. Ho degli zii salernitani e quindi io mi sento molto misto, in
un certo senso. Però ho un grande culto per la Germania. Io ho studiato sulla
musica dei tedeschi e quindi in famiglia devo avere sicuramente qualche avo un
po’ tedesco o da quelle parti.
Manuel De Sica con il fratello Christian
Com’è
il tuo rapporto con il Tevere?
Il
Tevere di oggi è inguardabile. Che è un fiume quello? E’ giallo. Io amo
ancora molto la città di Roma e conservo libri di memorie e di storia. Sono uno
che l’ammira molto in senso archeologico e architettonico. Ho anche girato un
documentario per la Rai che si intitolava: "Roma sotterranea", dove appunto
si leggevano i vari strati che si erano ammucchiati nel tempo. Roma è una
enorme città con centri, fatti in molte epoche una più egocentrica
dell’altra. Questa è forse la magia più grande che ha dal punto di vista
architettonico e archeologico.
A
proposito di memoria, in quale Roma del passato ti sarebbe piaciuto vivere?
Ad
una domanda del genere uno di solito pensa al ‘600, cioè nella Roma dei Papi.
Si! Mi sarebbe piaciuto vivere nel ‘600 o nel ‘700. In quel periodo Roma
deve essere stata una bellissima città, anche se piena di crudezze.
Cosa
provi nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?
Una
volta provavo molta nostalgia, mentre adesso vado via molto volentieri,
specialmente nelle province, nei piccoli centri, perché sono più a misura
d’uomo. Ogni cosa che si presenta nell’ambito culturale risulta gradita e il
solo evento colma una giornata intera, in una cittadina. Qui a Roma gli eventi
culturali sono uno scoppiettio continuato e tutti si nutrono uno con l’altro e
questo è un motivo di fastidio. C’è troppo e poi niente.
Quali
sono i mali di Roma che più ti irritano?
Il
traffico. Lo diceva anche Moravia più di 30 anni fa, che il traffico è il
cancro di Roma. Il traffico romano è una grossa follia ed anche l’urbanistica
che cambia continuamente a favore di chissà quali speculazioni. E’ folle
anche questo modo non più romano, ma feroce, frenetico della gente di
appestarsi a vicenda. Questa corsa che è una imitazione al modo di vivere
all’americana. Questo continuo telefonarsi per strada e in macchina, avere
sempre in mano il telefonino. Anche queste mode, che sono tutte americane, mi
danno fastidio.
Un
tuo sogno nel cassetto?
Io
sono un compositore, Gianfranco, compongo musica, ho la passione della
fotografia e scrivo libri. Allora i sogni diventano tre. Però, per adesso,
oltre a scrivere musica da concerto, vorrei realizzare una commedia musicale,
cosa che non ho mai fatto. Ho scritto un secondo libro di racconti che spero
venga pubblicato presto. Anche questo, vederlo realizzato sarebbe un sogno
importante. Invece la fotografia resta un fatto personale, perché la fotografia
non l’ho mai commercializzata. E’ una passione sincera, ottica, estetica e
cerco di tenermela per me il più possibile.