Marco Marzocca (attore) Roma 14.2.2009
Intervista di Gianfranco Gramola
Da farmacista ad attore per puro caso
Il simpatico Marco Marzocca è nato a Roma il
14 settembre del 1962. È un attore e laureato in farmacia. Marco Marzocca
inizia a lavorare in tv nel 1994 come comico nel programma televisivo
“Tunnel” su Rai 3 al fianco di Corrado Guzzanti, con cui in seguito recita
in diversi spettacoli teatrali come “La seconda che hai detto” e “
Millenovecentonovantadieci “. Il più grande successo televisivo è in
“Distretto di Polizia”, nel ruolo dell’ingenuo poliziotto Ugo Lombardi.
Nonostante la notorietà, continua per alcuni anni a lavorare nella farmacia di
papà Vito. Inoltre conosce in una chat una donna sudamericana: i due si sposano
e hanno due figli. Marzocca ripropone la sua vicenda personale facendo vivere
una storia analoga al suo personaggio di "Distretto". Nel 2006 è nel
cast della serie tv di Rai 1 “Raccontami”, con la regia di Riccardo Donna e
Tiziana Aristarco nel ruolo del sacerdote “Padre Negoziante”. Dal 2006 è
nel cast di Zelig, dove interpreta Ariel, un curioso collaboratore domestico
filippino, a cui dall'edizione 2008 affianca il personaggio del Notaio. Da pochi
giorni è al teatro Branciaccio di Roma, con lo spettacolo “Da giovidì a
giovidì”. Per la Mondadori, nel 2009 ha pubblicato il libro “Da giovidì a
giovidì”, il libro di Ariel.
Filmografia
S.P.Q.R. 2000 e ½ anni fa (1994) –
Distretto di polizia – Bell’amico (2002) – Fascisti su Marte (2006)
– Raccontami (2006) – Noi due (2007) – Raccontami capitolo II (2008).
Teatro
Recital
2008 – Don Chisciotte… senza esagerare – Bra – Da giovidì a
giovidì.
Ha detto
- Io e mia moglie Liliana (colombiana) ci
siamo conosciuti attraverso una chat line. L’ho convinta a venire in Italia e
dopo un po’ ci siamo sposati.
- Ho
fatto il chierichetto fino a 9 anni. Tuttora faccio il segno della croce a
tavola e prima di entrare in scena.
- Ai miei figli sto insegnando valori come
il rispetto, la lealtà e l’amore per il prossimo.
- Ho
lavorato nella farmacia (via Cassia) che mio padre Vito ha ereditato da nonno
Pietro e che ancora possiede.
- Sui banchi di scuola mi dilettavo a fare le
imitazioni dei miei professori. Proprio da un vecchio professore di lettere che
avevo, ho preso spunto per “il mio”notaio, personaggio nato al fianco di
Corrado Guzzanti e apprezzato più di recente nell’ultima edizione di Zelig
Curiosità
- Ha aderito come "testimonial"
alla Campagna “Giù le mani dai bambini”, contro la somministrazione
disinvolta di psicofarmaci ai minori.
- Prima
di fare l’attore ha fatto il farmacista, il D.j. e il rappresentante di
carciofini.
- Dal 2000 è sposato con Liliana Bula Ferrer,
colombiana di Baranquilla. Hanno due figli: Michele e Matteo.
- E’
malato per i videro giochi (tutti i generi), ama la lettura, il cinema, la
musica e il cioccolato fondente (molto amaro).
- Per
la radio ha condotto insieme a Max Tortora “Pic – Nic” Radio 2 (2005)
proponendo al pubblico dei radioascoltatori personaggi simil-veri, assai
ammiccanti agli originali, come il fratello chitarrista di Little Tony o l’immobiliarista
Ricuccio.
Intervista
L’ho contattato nel programma di Caterina
Balivo “Festa italiana” e ci siamo dati appuntamento per la sera. Però c’è
stato un contrattempo: Marco doveva andare dall’osteopata, per una cervicale,
che lo tormenta e poi deve arrivare in tempo per lo spettacolo teatrale “Da
giovidì a giovidì” al teatro Brancaccio e quindi l’intervista è rinviata
al giorno seguente.
Ormai è da tanti anni che fai l’attore,
Marco. Ricordi il debutto?
Come no! Lo ricordo benissimo. Ho debuttato con “Tunnel”, nel 1994, uno
spettacolo dal vivo su Rai 3. Interpretavo il ruolo di Michelino. Che emozione,
Gianfranco. Da farmacista ad attore da un giorno all’altro. Poi ho fatto
“Ottavo nano” e Pippo Chennedy Show”. E da lì, è partito il viaggio
verso il mondo dello spettacolo.
La popolarità crea più vantaggi o
svantaggi?
Sicuramente vantaggi. La gente ti sorride,
vuol fare la foto con te, ecc… Io mi presto volentieri ai miei ammiratori,
perché sono loro i miei datori di lavoro. Se non ci fossero loro, chi viene a
vedermi in teatro? E’ bello,Gianfranco, quando in strada ti fermano o quando
sei al ristorante e ti chiedono l’autografo. Tanti miei colleghi, si scocciano
quando sono al ristorante, e vengono interrotti per gli autografi. A me fa
piacere, perché non c’è niente di male e poi ci vuole un attimo per fare
felice una persona.
Quali erano i tuoi idoli da ragazzino?
I miei idoli erano innanzitutto Totò, poi De
Filippo, Walter Chiari, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni,
Vittorio Gassman, anche se faceva teatro impegnato. Di quelli odierni, Carlo
Verdone sicuramente.
Il complimento più bello che hai
ricevuto?
Me l’ha fatto una cassiera di un
supermercato, dicendo che in un periodo molto brutto della sua vita, in cui
c’era un suo parente che stava male, io l’ho tenuta su di morale e con le
mie battute le ho dato un po’ di serenità. E me lo ha detto con le lacrime
agli occhi.
Un tuo sogno artistico?
Continuare con il mio spettacolo, che sta
andando benissimo. Adesso siamo al teatro Brancaccio di Roma, ma poi andremo in
tournée. Adesso sto scrivendo una bella commedia all’italiana, che spero di
poterla realizzare al più presto.
Com’è il tuo rapporto con Roma, Marco?
È la mia città, ci sono nato e ci vivo da
ben 46 anni. Roma è la città più bella del mondo e poi ha gli abitanti più
simpatici e comici del mondo. Purtroppo però Roma è una città blindata,
l’ho detto mille volte, per via della politica, della sicurezza, con tutte le
ambasciate, il Vaticano, i cortei, ecc… e quindi per noi romani è diventata
invivibile. Il problema è che Roma è la capitale d’Italia. Una volta c’era
il progetto di portare la capitale in una città del nord…. Magari. Noi
vivremmo molto meglio. Però poi non s’è fatto nulla e noi romani siamo
sempre più penalizzati. Comunque Roma, nel bene e nel male, la amo, qui ho
passato l’infanzia, esattamente dalle parti della Tomba di Nerone, sulla
Cassia, dove mio padre ha la farmacia.
Cosa ti manca di Roma quando sei via per
lavoro?
Mi manca la città, i colori di Roma e poi mi
mancano i romani (risata), che sono molto caciaroni,
e come i veneti, amano mangiare bene e divertirsi.
Che mi dici della cucina romana?
Speciale! A Roma abbiamo dei primi veramente
stupendi. E’ che adesso ho 46 anni e quindi mi devo dare una calmata per via
del colesterolo (risata).
In quale Roma del passato ti sarebbe
piaciuto vivere?
Sicuramente in quella
imperiale, quando Roma comandava tutto. Hai presente “Roma caput
mundi”? Ma anche quella contemporanea non è male.
Nei momenti liberi, in quale zona di Roma
ami rifugiarti?
Adesso sono troppo impegnato per potermi
permettere di fare un giretto per Roma, ma quando avevo più tempo, ricordo che
andavo spesso al Giardino degli Aranci, all’Aventino. C’è una terrazza splendida, che guarda sul Tevere e sui tetti di Roma. E’
una visione molto suggestiva, sembra una cartolina. Poi lì c’è un silenzio e
una luce molto particolare.
Per un’artista, Roma cosa rappresenta?
Roma per un’artista è il massimo. Se uno ha
le qualità e il talento e vuole sfondare, a Roma è più facile che trovi il
terreno giusto. E’ il posto giusto. C’è il cinema, la televisione, il
teatro, ecc…