Marco
Morandi (cantante)
Roma 18.1.2022
Intervista di Gianfranco Gramola
OMAGGIO A MIA MARTINI
“Mi ricordo
benissimo quella volta che mi arrabbiai veramente, quando a Sanremo Mia Martini
non vinse con “Almeno tu nell’universo”, ma arrivò addirittura nona e per
me fu uno scandalo”
Il 24 gennaio, a "Il Parioli" di
Roma, l’Associazione OMNIARTE, celebra una delle artiste italiane più grandi
della scena musicale italiana: Mia Martini.
Marco
Morandi e Claudia Campagnola portano in scena “Chiamatemi
Mimì”, un percorso intimo,
privato, sul filo dei ricordi d’infanzia, ma anche il dolore di una
donna che ha saputo donarci alcune delle interpretazioni più intense degli
ultimi decenni.
Intervista
Mi
racconti quando è nata l’idea di fare un omaggio alla famosa cantante Mia
Martini?
L’idea
è nata durante il primo lockdown, quindi in piena pandemia, in piena crisi
esistenziale un po’ per tutti e Claudia Campagnola, con la quale lavoro da
parecchio tempo, ha tirato fuori questo testo di Paolo
Logli per una sua esigenza personale, in un momento così duro, mi ha chiamato
per consultarmi sulla scelta di una eventuale cantante per realizzare
questo progetto e io ho pensato che potessi farlo io, perché riascoltare le sue
canzoni attraverso la voce di un uomo, potrebbe essere un’idea vincente,
soprattutto con un repertorio come
quello di un personaggio come Mia Martini. Così provando con skype e on line,
perché non ci potevamo trovare di persona perché eravamo chiusi in casa, ci
siamo appassionati a questo progetto e ora lo portiamo in scena il 24 gennaio al
Parioli. E’ nato così ed è stata una cosa carina perché l’idea vincente,
come ti dicevo prima, è che ci sia un uomo che canta le sue canzoni.
Porterete
in giro per l’Italia lo spettacolo?
Noi
l’abbiamo fatto qualche volta, purtroppo in questo periodo non abbiamo potuto
organizzare una tournée, però la speranza è quella di portarla in giro il più
possibile perché è uno spettacolo che merita.
Marco Morandi e Claudia Campagnola
Quando Mia
martini è morta, tu avevi 21 anni. L’hai conosciuta personalmente o solo
attraverso la tv o nei racconti di tuo padre?
Io l’ho
conosciuta però così come ho conosciuto praticamente tutti gli artisti, sempre
in maniera un po’ veloce, tipo buongiorno e buonasera. Però mio padre mi ha
ricordato alcuni aneddoti che la riguardavano. Lui non è che ci ha lavorato
tanto spesso insieme, però la conosceva abbastanza bene, ma quello che rimane
di lei sono le sue interpretazioni fantastiche. Mi ricordo benissimo quella
volta che mi arrabbiai veramente, quando a Sanremo non vinse con “Almeno tu
nell’universo”, ma arrivò addirittura nona e per me fu uno scandalo. Mi
ricordo che scattai su dal divano incavolato perché mi sembrava assurdo che una
canzone così bella, con un
interprete così, non avesse stravinto il festival di Sanremo.
Mia
Martini è stata vittima anche di maldicenze e dicevano che portava iella. Il
mondo dello spettacolo alle volta può essere così crudele?
Il mondo in
generale a volte è crudele, Gianfranco. Queste cose possono succedere in tutti
i campi, poi è chiaro che nell’ambito dello spettacolo c’è anche la
risonanza mediatica, per cui il fatto viene moltiplicato, viene amplificato per
un milione di volte. Il mondo è crudele, Roma è crudele e l’uomo è crudele
e bisogna stare molto attenti. Se fosse successo in questo periodo forse sarebbe
stato ancora peggio con il discorso dei social, della rete. E’ un discorso
delicato alla quale bisogna prestare attenzione. Purtroppo è andata così e
sappiamo che l’essere umano può essere così, anche becero.
Nei
momenti bui della cantante è stata vittima anche della solitudine, secondo te?
Forse è
stata un po’ abbandonata e queste maldicenze hanno influito tantissimo sul suo
stato d’animo e probabilmente si è rinchiusa e allontanata da tutti. O
meglio, non abbandonata da tutti, perché la famiglia, le sorelle in qualche
modo le sono state vicine. Noi non lo possiamo sapere com’è andata veramente,
però penso che lei si è isolata proprio per sfuggire a questo mondo che quando
vuole, sa essere crudele.
Nel mondo
della canzone italiana, vedi un’altra Mia Martini?
No, non
voglio negare però che ci siano delle ottime interpreti, ma per essere in quel
modo devi anche avere una vita vissuta, una vita di sofferenze di quel tipo. Mia
Martini è stata una delle voci femminili più belle ed espressive della musica
italiana, caratterizzata da una fortissima intensità espressiva. Non sento così
tanto sangue nelle interpretazioni di adesso, però non voglio appunto negare
che non ci siano delle giovani promesse.
Dopo
questo spettacolo hai dei progetti, delle idee nuove?
Progetti
sempre, in cantiere nessuno in particolare, però tante idee nuove e sto
scrivendo tante canzoni nuove. Ho in mente di lavorare sempre con la musica e
possibilmente in teatro, perché è la mia dimensione preferita e continuo ad
andare in giro con lo spettacolo di Mia Martini e con un altro spettacolo simile
a quello di Mimì, però su Rino Gaetano.