Margherita Basso (giornalista)                   Roma 27.11.2023

                               Intervista di Gianfranco Gramola

“Del lavoro come inviata mi piace sicuramente la possibilità di stare a contatto con le persone, di raccontare delle storie attraverso il mezzo televisivo e la possibilità di creare valori e di cercare di essere utile a qualcuno”

 

Contatti margherita.basso@rai.it

Conduttrice di rubriche e servizi esterni, regista e autrice presso programmi di attualità, costume e intrattenimento. Autrice di servizi esterni e collaboratore ai testi per Unomattina.

Conduttrice a TV2000

Presentatrice talent show "Generazione di fenomeni" in prima serata su Gold TV 

Autrice – consulente per il programma di Pippo Baudo “Il viaggio”.

Inviata di servizi registrati e collegamenti in diretta per Agorà. 

Nel 2023 è in studio nel programma Rai “Restart”.

Intervista

Mi racconti com’è nata la tua passione per il giornalismo? Hai giornalisti in famiglia?

La passione per il giornalismo è cominciata quando ero bambina. In casa avevamo sempre la televisione accesa, in particolare sul giornalismo televisivo e vedevo sempre questi mezzi busti che si alternavano davanti al televisore e da quel momento pensai che avrei voluto fare questo tipo di mestiere. E’ iniziato per scelta ma anche un po’ per caso, perché ho fatto l’indossatrice fino ai 18 anni e ad un certo punto la Rai ha iniziato a chiamarmi per fare le sfilate nei suoi programmi storici come Uno Mattina, Mattina in famiglia, Domenica In e lì io facevo la modella, ma in realtà ero molto incuriosita da questa macchina televisiva e durante le pause delle sfilate andavo a curiosare nelle redazioni, nelle regie e lì ho capito che quella sarebbe stata la mia strada. Mi sono iscritta a sociologia con indirizzo comunicazioni e mass media. Ho fatto la tesi sulla Rai, dove ho espresso la mia passione e poi ho scelto di lavorare in Rai giovanissima, avevo 22 anni ed è stata la mia prima esperienza televisiva, al di là di quella della moda.

I tuoi genitori come hanno preso la tua scelta professionale? Avevano in mente un altro futuro per te?

Io sono figlia di un generale dei carabinieri e di un giudice onorario e quindi avrebbero desiderato un altro tipo di carriera per me, avrebbero voluto che facessi legge. E’ vero anche che poi una volta intrapresa questa strada hanno avuto tutte le preoccupazioni che un genitori può avere quando una figlia sceglie una strada che non è delle più semplici, ma passato il primo momento di dubbio, sono stati molto contenti del mio percorso professionale. Poi si sono appassionati a quello che facevo e mi hanno sempre appoggiata, perché quando sei agli inizi e cominci a fare le trasferte, hai anche bisogno di un sostegno economico perché la Rai non ti paga tutte le spese. Sei giovane e chiedi aiuto ai genitori e devo dire che anche in questo mi hanno sostenuta.

Con quali giornalisti di riferimento sei cresciuta? Chi sono stati i tuoi maestri?

Più che giornalisti ho avuto dei maestri di riferimento e ho avuto la fortuna di lavorare con dei grandi della televisione. Ho iniziato lavorando con Pippo Baudo come autrice e consulente in un programma che si chiamava “Il viaggio”, dove ho imparato moltissimo. Ho lavorato per un anno e mezzo con Maurizio Costanzo, ho lavorato con Renzo Arbore, con Piero Chiambretti e Gianni Boncompagni e tutti i conduttori pilastro della nostra televisione. Poi ho lavorato anche con Franco Di Mare, con Giorgino e altri giornalisti della Rai dai quali ho imparato moltissimo.

Cosa ti piace del tuo lavoro?

Il mio lavoro nasce come lavoro da inviata, anche se quest’anno sto facendo questa esperienza in studio a Restart. Però nel lavoro come inviata, che ho fatto fino a settembre di quest’anno, mi è piaciuta sicuramente la possibilità di stare a contatto con le persone, di raccontare delle storie attraverso il mezzo televisivo e la possibilità di creare valori e di cercare di essere utile a qualcuno.

Per esempio?

Per esempio nell’anno e mezzo che ho lavorato per Agorà siamo riusciti a raccontare storie entrando in empatia con le persone, soprattutto cercando di aiutarle. Abbiamo  raccontato l’alluvione dell’Emilia Romagna, lì ci siamo stati quasi un mese. Abbiamo raccontato storie di reddito di cittadinanza, storia di malasanità e quindi il stare in contatto con le persone, entrare con loro in empatia, lavorare sul territorio, questo mi piace. Lavorare sul territorio è stata  l’esperienza più bella della mia vita professionale, sia a Uno Mattina che ad Agorà e in tutti gli altri programmi in cui mi è capitato di viaggiare.

Professionalmente come ti vedi un domani?

Mi piacerebbe molto condurre un programma sui bambini, sul mondo dell’infanzia,  un programma di cucina, di costume, un programma di intrattenimento leggero ma con un occhio sempre al sociale, perché bisogna mantenere dei fari accesi su argomenti importanti, come stanno facendo in questi giorno sul tema della violenza sulle donne. La televisione deve essere un mezzo utile a creare valore, come dicevo prima e fare qualcosa di più per gli altri.

Come riesci a conciliare lavoro e famiglia?

Con grande organizzazione. Io ho due figli di 4 e 7 anni, Alice e Federico e ora che faccio un lavoro dallo studio, per me è più facile organizzare la quotidianità. Credo di avere una grande capacità organizzativa e ho la fortuna di poter delegare a persone valide la cura dei miei bambini. Sono nati che facevo l’inviata e avevo sempre saputo di essere una mamma viaggiatrice e quindi li ho abituati fin da quando erano piccoli a staccarsi. Non è stato facile però io credo che con una giusta dose di organizzazione e soprattutto con una giusta dose di passione, che è quella poi che contraddistingue il mio lavoro, si possa in realtà far quadrare tutto, sia il lavoro di giornalista che il lavoro di mamma, che poi è il lavoro più impegnativo e faticoso dei due.

Se uno dei tuoi figli volesse fare il giornalista, che consigli vorresti dare?

Gli direi che è un lavoro che si fa principalmente per passione, quindi direi di scegliere bene, gli direi di cercare di essere sempre umile perché è un lavoro che ti insegna tanto, soprattutto il giornalismo su strada e cercare sempre di entrare in empatia con le persone. L’unico modo per arrivare al pubblico è quello di cercare di creare un buon rapporto e restare a contatto con le persone che incontri per strada.