Marianella Bargilli (attrice)
Bolgheri (Livorno) 20.6.2023
Intervista di Gianfranco
Gramola
"Durante
la pandemia sono tornata a vivere in Toscana, dove ho una casa e ci vivo da due
anni. Ho lasciato Roma dove comunque torno ad andare perché nella capitale ho
il teatro Quirino dove mi occupo dell’organizzazione artistica"
Marianella Bargilli inizia il suo percorso di
studi teatrali con il Teatro Danza mettendo in scena numerosi spettacoli di
strada, intensificando lo studio del movimento del corpo e l'esperienza con un
pubblico popolare. Dal 2000 al 2002 frequenta il teatro Blu di Roma studiando
con Beatrice Bracco il metodo Stanislavskij e partecipando a stages con maestri
come: Michael Margotta, Marylin Freed, docenti dell'Actor's Studio di New York,
con Nikolaj Karpov, direttore dell'istituto della biomeccanica al Gitis
(Istituto teatrale di Mosca), con
Steven Berkoff e con Augusto Omulù danzatore
ed attore dell'Odin Theatret. Nel 1999 ottiene la parte dell'Amazzone nel film
Hannibal di Ridley Scott. Nel 2004 debutta nella prosa italiana interpretando
Eliza Doolittle ne Il Pigmalione di George Bernard Shaw per la regia di Roberto
Guicciardini, ottenendo una candidatura come migliore attrice emergente ai Premi
Olimpici, Oscar del teatro e nello stesso anno vince il Premio Chianciano Terme.
È la dea Follia in Eracle nel XLIII Ciclo di Rappresentazioni Classiche di
Siracusa con la regia di Luca De Fusco. Dal 2009 interpreta la moderna
cantastorie nel monologo Alè Calais di Osvaldo Guerrieri per la regia di
Emanuela Giordano. È stata Silia
Gala nel Giuoco delle Parti di Luigi Pirandello per la regia di Egisto Marcucci
ed Elisabetta Courir. Veste il ruolo della protagonista in La stanza delle donne
di Slavenka Drakulic per la regia di Luciano Melchionna nella rassegna “I
solisti del teatro” XVIII edizione ai Giardini della Filarmonica di Roma. Nel
2011 è l’interprete della mise en espace del Priapeo dei Gamberi di Christian
Siméon per il progetto Face à Face, ed è Elena nell’Elena di Euripide per
la regia di Alvaro Piccardi durante l’XI ciclo di spettacoli classici al
“Festival Teatro dei due Mari” di Tindari. Nel luglio 2011 vince il premio
“Perle del Tirreno” come personaggio femminile dell’anno per il teatro.
Dal 2011 al 2013 continua il suo percorso nel teatro partenopeo interpretando
Amalia Sciosciammocca ne Lo Scarfalietto e Luisella in Miseria e nobiltà,
entrambi di Eduardo Scarpetta e Fanny nell’inedito A Santa Lucia di Raffaele
Viviani. Nel 2013/2014 veste i panni maschili di Algernon ne L’importanza di
chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde per la regia di Geppy Gleijeses e riceve la
nomination come migliore attrice protagonista al Premio giovani “Vincenzo
Cerami”. Nelle stagioni 2014/2015/2016 è stata la signora Perella in
L’uomo, la bestia e la virtù di Luigi Pirandello con la regia di Giuseppe
Dipasquale. Dal 2015 è Rosaura ne Il Bugiardo di Goldoni per la regia di
Alfredo Arias che ha debuttato in prima nazionale a giugno 2015 al Napoli Teatro
Festival. Nel 2016/2017 è stata Teresa in Luci della ribalta di Charlie Chaplin
per la regia di Giuseppe Emiliani. Nell’agosto del 2017 partecipa al Festival
di Borgio Verezzi, nel ruolo di Sofia, con lo spettacolo La cena delle belve di
Vahè Katchà in tournée da gennaio a marzo 2019 e da novembre 2019 a febbraio
2020. Nel 2018 interpreta Margherita Gautier in La Signora delle Camelie di
Alexander Dumas fils per la regia di Matteo Tarasco che è stato in tournée nel
2018 e 2019. Nel settembre 2018 è stata in scena ai Giardini di Castel
Sant’Angelo, nell’ambito dell’Estate romana 2018, nel ruolo di Alberta,
con lo spettacolo Refugees... voi come noi ideato e diretto da Ugo Bentivegna.
Nell’estate 2019 lo spettacolo diventa “Refugees... il respiro dei migranti
– Salina Opera Paese” nell’ambito della XIV edizione del SalinaDocFest e
nell’estate 2020 lo spettacolo riprende per tre repliche in Sicilia. Nel
gennaio del 2021 interpreta Dida, Diamante, Anna e Rosa nell’allestimento
dello spettacolo Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello per la regia di
Antonello Capodici. Nel febbraio 2021 è Caterina Leher nell’allestimento
dello spettacolo La governante di Vitaliano Brancati per la regia di Guglielmo
Ferro. Nel maggio 2021 partecipa al film “Tramonto a Nord Ovest” di Luisa
Porrino nella parte di Marilena. Nel luglio 2021 partecipa al Campania Teatro
Festival interpretando Virginia Woolf nello spettacolo “Una stanza tutta per sé”
di Virginia Woolf, per la regia Alessio Pizzech. Nell’ottobre 2021 interpreta
“Fedra” di Racine, regia di Patrick Rossi Gastaldi (ottobre 2021 74° ciclo
Spettacoli Cassici - Teatro Olimpico Vicenza) nel ruolo di Fedra. Da novembre
2021 ad aprile 2022 è in tournée con la ripresa dello spettacolo “Uno,
nessuno e centomila”. Nel maggio 2022 è Caterina nello spettacolo “Che
notte quella notte” di Mafra Gagliardi per la regia di Antonello Capodici. Il
27 agosto 2022 debutta al XXXVI Festival di Todi con lo spettacolo “Il corpo
della donna come campo di battaglia” di Matëi Visniec, regia Alessio Pizzech.
Nel settembre 2022 sarà protagonista di “Assassinio nella cattedrale” di
Thomas Stearns Elliot, regia di Guglielmo Ferro (settembre 2022 -
75° ciclo Spettacoli Cassici - Teatro Olimpico Vicenza).
Intervista
Qualche giorno fa sei stata testimonial
della “Panchina Rossa” all’isola d’Elba. Mi racconti come hai vissuto
questa esperienza e com’è nata questa iniziativa contro la violenza sulle
donne?
Io sono amica di Ilaria Bonuccelli,
scrittrice del libro “Violenzissima” (Le scuse che assolvono i violenti), e
la giornalista che mi ha introdotto in questa nuova esperienza. In realtà io
non sapevo dell’esistenza della Panchina Rossa, che oggi viene utilizzata per
dire no alla violenza sulle donne, perché questa cosa purtroppo è all’ordine
del giorno, ma non mi era mai capitata, per cui quando mi ha invitata a fare la
lettura e a dare voce al libro che lei ha scritto proprio sulla violenza di
genere, all’inaugurazione della Panchina Rossa, sono stata felice di
partecipare attivamente ad un’avventura di questo tipo, che parla di
un’esigenza imminente e continuativa. Questa Panchina Rossa è stata donata da
due uomini (tra l’altro è la prima Panchina donata da due uomini) cioè da
Adolfo Giannecchini e Antonio Bomboi, al Comune di Capoliveri e l’abbiamo
inaugurata nel Golfo dell’Innamorata, un posto pazzesco sull’ Isola
d’Elba. Questa Panchina sta su una collina, per cui ha una visuale del mare
all’orizzonte che racconta un senso di libertà. Quest’anno faccio anche
progetti teatrali che parlano di donne, ne faccio una sulla violenza e poi sui
matrimoni gay e parlo della nostra dignità femminile e di questo desiderio che
il mondo femminile ha, cioè quello di essere lasciato in pace. Mi sembra anche
una frase banale da dire, perché incredibilmente quando ti avvicini a questo
argomento, hai un po’ la voglia di combattere, ne parli, c’è bisogno di
farlo e ti rendi conto che c’è da fare tanto, perché è una cosa primitiva
incredibile quello che accade sulla violenza di genere, anche psicologica. Tutto
questo per dirti che sono molto felice di mettermi a disposizione di situazioni
di questo tipo, quindi se posso dare una mano lo faccio molto volentieri.
Parliamo della tua carriera. Com’è nata
la passione per la recitazione?
Io credo di essere nata attrice (risata) ma
non sono figlia d’arte. Da piccola facevo degli show, costringevo tutti i miei
parenti ad ascoltare delle cose improponibili, poi facevo i balletti e recitavo.
Sono cresciuta da bambina facendo questo, quindi evidentemente sono nata
attrice. Poi ad un certo punto cresci e cominci a chiederti: “Cosa voglio fare
da grande?” ed esce fuori la prepotenza del sogno. Proprio adesso stavo
parlando di questo, perché mi hanno fatto un’intervista per un giornale
locale che si chiama Bolgheri News, che parla della vita, di persone che vivono
in queste zone, persone che sono partite, hanno lavorato, ma poi sono ritornate
e parlavo della spinta che avevo io a 19 anni, di andare via, di sperimentare il
mio mestiere. L’ho fatto, ho studiato tanto, ho fatto anche televisione e un
po’ di tutto, però il teatro, la recitazione sono le mie grandi passioni.
Dove vivi adesso? A Roma?
No, sono in Toscana. Durante la pandemia sono
tornata a vivere in Toscana, dove ho una casa e ci vivo da due anni. Ho lasciato
Roma dove comunque torno ad andare perché nella capitale ho il teatro Quirino
dove mi occupo dell’organizzazione artistica. Ho viaggiato tanto, mi sono
mossa tanto, ho vissuto in giro per l’Italia e tornare alle origini, ogni
tanto fa bene.
Con quali maestri dello spettacolo sei
cresciuta? Chi sono stati i tuoi idoli di riferimento?
L’elenco sarebbe lunghissimo. Io ho
studiato tanto e ho fatto esperienze di tutti i tipi, arrivo dal teatro di
strada. Non ci sono solamente dei miti come poteva essere Vittorio Gassman e
Carmelo Bene. Io dal 2009 gestisco il teatro Quirino Vittorio Gassman di Roma ed
è un teatro dedicato a Vittorio Gassman. Il teatro in generale è fatto di
grandi miti fin dagli inizi, dalla storia di Eleonora Duse ad oggi. Penso che la
storia del teatro sia da studiare. Io non mi ritengo un’attrice di prosa
classica, nel senso che mi sono divertita molto a sperimentare tante cose che
sono diverse da fare Giulietta e Romeo. Ho fatto anche Marguerite Gautier nella
“Signora delle Camelie”, però ho fatto anche tante cose che non
appartengono ad un repertorio strettamente di prosa classica. Quindi questo
dimostra che sono anche una sperimentatrice nel mio mestiere, anche nelle
passioni, che possono essere Mariangela Melato a Eleonora Duse, come ti dicevo
prima, per cui in mezzo c’è il mondo. Credo che questo mestiere sia fatto di
grandi talenti, di persone che hanno sacrificato la propria vita privata, la
propria esistenza per un mestiere faticoso com’è il teatro.
Negli ultimi anni hai portato Pirandello
in giro per l’Italia. Qual è il pubblico più attento, quello che ti ha dato
più soddisfazioni?
Come dico spesso, non è sempre la stessa
serata, non è sempre lo stesso pubblico, ogni sera si recita per gente diversa,
se cambi città. Devo dire che questo spettacolo ha avuto una fortuna clamorosa
in tutta Italia, perché è uno spettacolo di record di incassi e di pubblico,
perché Pirandello è molto amato e anche il teatro è molto amato. Abbiamo
fatto uno spettacolo molto bello, non sono stata io a dirlo ma effettivamente è
quello che è accaduto in due anni di tournée e devo dire che è andata bene
ovunque. Dal nord al sud questo spettacolo ha avuto lo stesso e identico
successo. E’ la prima volta da quando faccio questo mestiere ( sono passati 30
anni), in cui uno spettacolo ha ricevuto un così grande riconosciuto sia al
nord che al sud come se fossimo nella stessa città. Non è mai successo, perché
spesso si dice: “Sai che a Bolzano ridono di più che a Napoli?”. Succedeva
così, che facevamo magari uno spettacolo comico e a Bolzano ridevano di più.
Mentre questo spettacolo ha avuto successo nello stesso modo dal nord al sud.
Dalla Toscana a Roma. In quale occasione
ti sei stabilita nella capitale?
Dopo che sono andata via dalla Toscana ho
vissuto a Bologna, a Milano e sono andata a vivere anche a Courmayeur in val
d’Aosta, poi a Firenze, a Rimini, a Riccione e ho vissuto dappertutto. Sono
arrivata a Roma nel 1999 per studiare con un’altra coach che era Beatrice
Bracco, che non c’è più e che è stata insegnante di Claudio Santamaria,
Claudia Gerini, Kim Rossi Stuart, Paola Cortellesi e tanti altri.
Ho studiato teatro con lei tre anni in accademia e sono rimasta a Roma.
Poi ho incontrato Geppy Gleijeses, l’uomo della mia vita, che è stato mio
marito e anche compagno di lavoro,
siamo stati molto uniti e poi ci siamo separati. Sono arrivata a Roma con una
follia, perché avevo 29 anni, che di solito la gente a quell’età aveva già
fatto cose importanti. Io ancora ad oggi penso che la vita vada sperimentata
sempre, tutti i giorni e sono arrivata con l’incoscienza di una persona che
arriva in una grande città, pensando di conquistare tutto e in parte ci sono
anche riuscita, ma non ci si deve pensare troppo, le cose bisogna farle.
In quale zona di Roma hai abitato?
Ho sempre abitato in centro storico, anche
appena arrivata a Roma e dopo perché avevo il teatro Quirino per cui ero più
comoda. Roma è una bellissima città, faticosa e difficile come tutte le grandi
città. E’ una capitale pazzesca, una città unica al mondo, per cui ho
vissuto anche dei privilegi. Girare Roma di notte è un privilegio assoluto, poi
abitando in centro, il Colosseo lo tocchi, poi il Pantheon, la fontana di Trevi.
Per un’attrice Roma può essere un punto
di partenza o un punto di arrivo?
Secondo me è un punto di partenza perché
non credo di aver concluso la mia carriera. Pensa che Pippo Pattavina, mio
compagno di lavoro nel Pirandello, ha 86 anni e io spero di arrivare a
quell’età in forma quanto lui. Al momento sono al punto di partenza, perché
considera che per il teatro, l’attrice a 53 anni, è considerata ancora
giovane per fortuna. Quindi ci sarà un punto di arrivo, ma al momento io sono
al punto di partenza.