Mario Tozzi (divulgatore scientifico e
conduttore TV) Andalo
(Trento) 5.8.2023
Intervista
di Gianfranco Gramola
“Far conoscere a interessarsi e
preoccuparsi all’ambiente per me è un’esigenza e una passione, è anche un
lavoro ma è l’ultima delle cose. E’ una passione nel senso che sono
appassionato al mondo naturale e quindi mi interesserebbe che fosse conservato
nella miglior maniera possibile”
Io e Mario Tozzi ad Andalo (Tn)
Mario Tozzi è nato a Roma il 13 dicembre
1959. Diplomatosi al liceo classico Augusto di Roma, successivamente si laurea
alla facoltà di scienze geologiche all'Università degli Studi di Roma "La
Sapienza", dove consegue anche un dottorato di ricerca in Scienze della
Terra. È attualmente primo ricercatore presso l’Istituto di Geologia
Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche e si occupa
dell'evoluzione geologica del Mediterraneo centro-orientale. Dal 2006 al 2011 ha
presieduto l'Ente Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano, mentre dal 2013 è
commissario del Parco regionale dell'Appia antica. È membro del consiglio
scientifico del WWF nonché Cavaliere della Repubblica Italiana.
Autore e conduttore televisivo
Inizia la sua carriera televisiva
collaborando ad alcune puntate di Geo&Geo tra il 1996 e il 2004. Nel 1999 è
inviato speciale di King-Kong. Dal 2000 ha condotto Gaia - Il pianeta che vive
e, dal 2007 al 2008, l'evoluzione del suddetto programma, Terzo pianeta. Ha
inoltre condotto per Rai International una serie di 120 documentari di 15' della
serie Che bella l'Italia e 8 documentari di 45' da alcune grandi città
italiane. Dal 2009 al 2010 conduce, insieme al Trio Medusa, la trasmissione di
divulgazione scientifica La gaia scienza su LA7. Sempre su LA7 conduce (2011) il
programma Allarme Italia, mentre dal 2012 al 2013 gli speciali di Atlantide -
Storie di uomini e di mondi. Ritorna in Rai, questa volta su Rai 1 nell'estate
2014 con due puntate speciali di Fuori luogo, programma di divulgazione
scientifica, di seconda serata, che ritorna nell'estate del 2015 con una prima
stagione da 6 puntate e una successiva di 8 nel 2016. Dal 2019 conduce Sapiens -
Un solo pianeta, programma di divulgazione scientifica in prima serata su Rai 3.
In radio ha condotto dal 2011 al 2012 il programma Tellus su Rai Radio 2 che
trattava di tematiche ambientali e attualmente collabora con Radio-Radio, quale
esperto, rispondendo alle telefonate dei radioascoltatori. Dal 2020 conduce
Green Zone per Rai Radio 1 (con Francesca Malaguti). Attualmente scrive su La
Stampa di Torino, su Qui Touring e su Le Frecce. Ha collaborato con National
Geographic Magazine (2000-2011), Vanity Fair, Newton, Natura, Oasis e
Consumatori Coop.
Alcuni suoi libri
Manuale geologico di sopravvivenza
planetaria. Consigli a un giovane geologo, 1998 - L'Italia a secco. La fine del
petrolio e la nuova era dell'energia naturale, 2006 - Le magie della natura,
2007 - 100 + 9 emozioni da provare almeno una volta. Prima che finisca il mondo,
2009 - Il futuro dell'energia. Guida alle fonti pulite per chi ha poco tempo per
leggere, 2011 - Perché i vulcani si svegliano?
2011 - Perché saranno gli uomini a distruggere il mondo, 2011 - Paure
fuori luogo. Perché temiamo le catastrofi sbagliate, 2017 - Un'ora e mezzo per
salvare il mondo. 2020 - Uno scomodo equilibrio. Ecologia, evoluzione, storia:
come prevenire la prossima pandemia, 2021 - Mediterraneo inaspettato. La storia
del Mare nostrum raccontata dai suoi abitanti,
2022 - Perché il clima sta cambiando?, 2023.
Intervista
Incontro ad Andalo (Trentino) il divulgatore
scientifico e conduttore Rai e ricercatore CNR Mario Tozzi al Mountain Future
Festival, un evento dedicato al futuro della montagna, un laboratorio di idee
per riflettere, confrontarsi, per fermarsi un attimo e apprezzare la ricchezza e
la bellezza delle alte quote.
Quando hai iniziato ad interessarti di
ambiente?
Già negli anni ‘80, quando mi sono
iscritto a geologia.
Alla domanda “Chi minaccia la
sopravvivenza del pianeta?” Margherita Hack ha risposto “L’imbecillità
dell’uomo”. Condividi?
Non si può che essere d’accordo con
Margherita Hack, ma non è il pianeta ad essere minacciato, il pianeta continua
a fare il mestiere suo. E’ il benessere dell’umanità e in qualche caso
anche la vita degli umani. Il pianeta fa sempre quello che ha fatto, cambiando
molto poco se non questi cicli tipo del carbonio, tipo dell’acqua, però poi
il pianeta se ne frega.
Quanta colpa ha la cementificazione nel
cambiamento climatico e chi sono i veri nemici della terra?
La cementificazione ne ha parecchio, nel
senso che impedisce all’acqua di infiltrarsi in profondità, dunque crea
perturbazioni a carattere violento nei loro riflessi di superficie e poi perché
naturalmente costringe alla deforestazione che ha un ruolo davvero importante.
Proteggere le foreste e la biodiversità è fondamentale per combattere la crisi
climatica. Più c’è cemento e asfalto e più è caldo e questo è sicuro. Gli
effetti isola urbana calda, come si chiamano. Chi sono i nemici? Sono
sostanzialmente i gruppi economici che non si rendono conto che il pianeta è
quello lì, poi alla fine non è che puoi ricavare tutta questa economia da un
pianeta devastato, però loro pensano molto in breve, non riescono a guardare un
po’ più in là, un po’ più avanti.
In Italia come siamo messi con l’uso
dell’energia solare?
Oggi ho visto pubblicata una mappa
dell’Italia dove siamo arrivati a quasi il 50 per cento dell’uso
dell’energia rinnovabile. E’ una bella cosa e diciamo che siamo messi meglio
di come si possa pensare.
Di tanti libri che hai scritto un titolo
mi ha incuriosito: “Un’ora e mezzo per salvare il mondo”. E’ un libro di
consigli per non estinguerci? Un decalogo?
Più che altro è per dire che non abbiamo
tanto tempo per fare qualcosa contro il cambiamento climatico. Se volessimo
paragonare il tempo che abbiamo a un anno, quello che ci rimane per fare
qualcosa è un’ora e mezza, dunque molto poco.
Da ambientalista, qual è la tua filosofia
di vita? Come affronti il futuro?
Come filosofia di vita faccio quello che
riesco a fare, cioè spostarmi con l’auto elettrica, meglio ancora in
bicicletta. Ho l’automobile ma non la uso quasi mai, ho fatto 4 mila
chilometri in due anni. Poi mangiare e fare attenzione che i prodotti non
abbiano fatto troppi chilometri, quindi a chilometro zero e non ci siano voluti
troppi idrocarburi per essere composti. Sono vegetariano, ho eliminato la carne
dal mio menù 25 anni fa. Poi scegliere il treno invece che l’aereo quando si
può, dotare casa di un impianto fotovoltaico, cosa che ho fatto sul terrazzo di
casa mia, a Roma e spero di cambiare presto la caldaia in condensazione e
coibentarla bene. Sono piccole cose che si posso fare.
Far conoscere ed interessarsi e
preoccuparsi all’ambiente per te è una missione, una passione, un’ esigenza
o semplicemente un lavoro?
E’ un’esigenza e una passione, è anche
un lavoro ma è l’ultima delle cose. E’ una passione nel senso che sono
appassionato al mondo naturale e quindi mi interesserebbe che fosse conservato
nel miglior modo possibile.
Un breve bilancio della tua carriera, del
tuo lavoro come divulgatore scientifico?
Io ho cominciato nel ’96 e poi ho avuto una
trasmissione tutta mia nel 2001 e da allora ho sempre condotto un programma in
prima serata sia in Rai che a La7, con tematiche ambientali. Per quel poco che
conta per me è positivo, ho fatto quello che potevo e volevo fare.
Progetti lavorativi? TV, libri?
Sto lavorando ancora a “Sapiens” che
riprenderà a dicembre, sto scrivendo un nuovo libro che uscirà tra poco e
parlerà del dissesto idrologico, per Rai Libri e poi continuerò a scrivere su
“La Stampa” di Torino.
Cosa ne pensi della faccenda dell’orsa
che ha ucciso quel ragazzo in val di Sole?
Penso tutto il male possibile. Gli orsi
dovrebbero essere lasciati in pace, perché se vogliamo gli orsi, dobbiamo
capire che gli orsi sono fatti così, sono selvatici, non sono mica quelli di
Walt Disney. Mi è dispiaciuto moltissimo per quel ragazzo che è morto, ma
anche lì qualche cosa è andato storto, perché l’orso non aggredisce
l’uomo, a meno che tu non ti intraponi tra l’orsa e i suoi piccoli. Oppure
che tu fai qualche cosa che tu non sai che lo rende aggressivo, perché non te
ne rendi conto. Tanti non lo sanno ma in realtà l’orso per l’80 per cento
mangia cose vegetali, solo il 20 per cento mangia carne, qualche carcassa, ma
non è una tigre. Quindi diciamo che l’orso è un animale schivo, si tiene a
distanza, al massimo visita qualche pollaio. Qualche errore lo facciamo noi, però
se vogliamo la convivenza dobbiamo fare qualche passo indietro.