Martina Valentini Marinaz (attrice) Bologna
15.1.2020
Intervista di Gianfranco Gramola
(foto di Davide Zugna)
Un
mio sogno nel cassetto? Camminare sul tappeto rosso come protagonista di un
film. Attenzione però. Il tappeto rosso per me significa il premio delle
fatiche fatte.
Martina Valentini Marinaz è nata a Trieste
(residente a Bologna). Attrice dal 2009, si diploma presso la Scuola di
Teatro Colli diretta da Emanuele Montagna, Scuola di Teatro dellʼEmilia Romagna.
Ha partecipato al laboratorio espressivo permanente “Dopo di nuovo”
diretto da A. Cortesi presso la Casa dei Risvegli Luca de
Nigris. Ha avuto il privilegio di formarsi e di lavorare con diversi
attori, registi e professionisti dello spettacolo quali Emanuele
Montagna, Francesco Macedonio, Ariella Reggio, Alessandra Cortesi,
Michele Cosentini, Andrea Maioli, Eugenio Maria Bortolini, Andre Santonastaso,
Alessandro Fornari, Aldo Sassi, Silvana Strocchi, Giorgio Comaschi,
Renzo Morselli, Salvatore Cardone, Nino Campisi, Angela Baviera, Guido e
Piero Ferrarini, K. Zanussi. Si laurea alla facoltà di Lettere e
Filosofia di Bologna nel corso di laurea DAMS (indirizzo teatro).
Interpreta ruoli che spaziano dal genere comico a quello drammatico,
ma sempre dando spessore e profondità al personaggio, secondo il
metodo Stanislavskij- Strasberg studiato alla Colli di Bologna. Qualche
esempio: Marilyn, 5 Agosto nel ruolo di Marilyn Monroe (di G. Scalise, regia di
G. Liotta), Madame de Sade (di Yukio Mishima, regia di P. Ferrarini), Morti
ammazzati. Falcone, Borsellino e altri eroi (di E. Montagna), SLA – Un Calcio
alla Malattia (di E. Montagna e A. Maioli), Fuori i secondi.
Tiberio Mitri: professione pugile (di Enrico Luttmann, regia di Francesco
Macedonio), La Bologna del minuetto di S. Stagni con la regia di
Sandra Cavallini, Uomini sullʼorlo di una crisi di nervi 2, il
ritorno (regia Guido Ferrarini), Una scelta non... Chiara (con
Anastasia Kuzmina, regia Eugenio Maria Bortolini), in
numerosi spettacoli con il gruppo DOPO DI NUOVO diretto da A. Cortesi per
la Casa dei Risvegli Luca De Nigris e con il Gruppo di Lettura San
Vitale, in particolare in un progetto che vede coinvolti ragazzi con disabilità.
Lavora per diversi Spot pubblicitari e cortometraggi. Esperienza di
rilievo, un piccolo ruolo nel film Ether diretto dal grande K. Zanussi. Nel
2012 fonda il marchio MVM ARTS, contenitore dʼarte che si propone di
portare in scena diverse discipline, quali il teatro, la musica,
lʼarte figurativa e la danza, producendo altresì spettacoli,
mostre ed eventi artistici (tra questi si ricordano le numerose mostre
artistiche del pittore Michele Angelicchio) Attualmente, attraverso MVM ARTS,
lavora con altre artiste di rilievo (Gabriella Monte - pianista compositrice
e cantante, Monia Fucci - attrice, Eloisa Mineccia -scrittrice
e regista, con la partecipazione di Luca Donati -fotografo del
progetto) a MALE/FEMMINE, progetto che pone la donna in
primo piano, affrontando tematiche diverse ma sempre pur/troppo attuali,
come la violenza, lo sfruttamento, la migrazione.
Intervista
Sei in teatro con “Obbligo di
(in)fedeltà”. Mi racconti un po’ la trama e qual è il tuo ruolo?
Abbiamo
da poco terminato le repliche bolognesi di Obbligo di (in)fedeltà, commedia
prodotta dalla Compagnia TeatroAperto/Teatro Dehon di Bologna, scritta da Piero
Ferrarini e diretta da Guido Ferrarini, con Alessandro Fornari, Aldo Sassi, Asia
Galeotti, Andrea Zacheo e la sottoscritta. Lo spettacolo è ambientato nella
Hollywood dei giorni nostri e tratta argomenti molto attuali in modo per nulla
scontato e pennellato con uno humour nero. Paul Monassier, un produttore
cinematografico ossessionato dalle donne, un processo per molestie sessuali ai
danni di una giovanissima attrice emergente, Jolly Roger. La moglie del
produttore, Nathalie, che mette Etienne alle sue calcagna per controllarlo che
non faccia sciocchezze, visti la sua dipendenza e il processo che deve
affrontare. La mafia che finanzia il nuovo film prodotto dall’agenzia di Paul
e che decide di assegnare il ruolo da protagonista a Michael Prosperi, divo
italo-americano alcolizzato e drogato, il quale a sua volta inserisce nel
contratto una clausola un po’ particolare….l’Obbligo di (in)fedeltà.
Ecco, questi i personaggi. Ora immagini un turbinio di situazioni che sanno di
comico, paradossale e tragico, con un finale per nulla scontato. Io interpreterò
Nathalie Monassier, la moglie del produttore Paul.
Sarai
in tournée in giro per l’Italia?
Con
OBBLIGO DI (IN)FEDELTÀ andremo al Teatro Martinitt di Milano dal 20 febbraio
all’8 marzo. Prima di allora avrò diversi impegni, teatrali e non.
Mi
racconti com’è nata la passione per lo spettacolo? Chi te l’ha trasmessa?
(hai artisti in famiglia)
Il
mio è stato un percorso un po’ particolare. Io sono triestina e, prima di
andare a vivere a Bologna per studiare all’università, praticavo il
pattinaggio artistico su rotelle a livello non agonistico. Facevamo saggi e
riviste con meravigliose coreografie create da Maestro Mario Vitta. È lì che
ho iniziato ad amare il mondo dello spettacolo, anche se la timidezza e
l’introversione erano ancora componenti molto forti del mio carattere. Quindi
il mio desiderio era quello di rimanere dietro le quinte in modo da respirare in
qualche modo quell’aria magica. Le prove, i costumi, l’adrenalina, gli
spogliatoi/camerini in cui ci si caricava, tutto il lavoro che c’era dietro
… insomma, ne ero terribilmente affascinata. Poi andai a Bologna per laurearmi
al DAMS indirizzo teatro e alla fine del mio percorso universitario decisi di
iscrivermi alla Scuola di Teatro Colli diretta da Emanuele Montagna, diventato
nel frattempo uno dei miei più grandi amici, per cercare di capire come gestire
e veicolare la mia sensibilità ed emotività. Dopo due incredibili anni di
formazione attoriale e personale (“personale” perché l’attore lavora
molto su se stesso, andando in profondità, familiarizzando con i propri demoni
e fragilità, non solo con le parti “accettabili” e belle) debuttai subito
al Teatro Duse con E lo difendono pure. Un emozione! Credo di aver perso qualche
anno di vita per la tensione, ma ne è valsa la pena. Recitare al fianco dei
miei maestri che ora sono colleghi e soprattutto amici è stata un’esperienza
importantissima, direi fondamentale, che ha segnato l’inizio della mia
carriera. 10 anni fa. In famiglia sono la prima e unica attrice … per ora.
Cosa
sognavi di fare da grande?
Sognavo
di fare la veterinaria. …
Quali
erano i tuoi idoli da ragazza?
Cate
Blanchett, Nicole Kidman, Virna Lisi, Artemisia Gentileschi, Frank Sinatra,
Cassius Clay, Bud Spencer, Michael Jackson …
Qual
è stata la tua più gran soddisfazione artistica?
Io
sono un’entusiasta … molte esperienze sono state delle grandi soddisfazioni.
Qualche esempio: un piccolo ruolo in Ether, film diretto dal grande Zanussi e la
Festa del Cinema di Roma; aver interpretato dei testi scritti da me (Anima senza
confine e Clara); essere stata diretta da Francesco Macedonio in una produzione
de La Contrada di Trieste, tutti gli spettacoli con Emanuele Montagna, con il
Dehon di Bologna, con Stefano Scaramuzzino ed Enrico Maria Falconi; aver
interpretato Marilyn Monroe … ce ne sono altre ma … mi fermo qui altrimenti
apro un capitolo intero.
Il
mondo dello spettacolo era come te lo immaginavi o ti ha deluso?
Sapevo
che bisognava lavorare duramente, non smettere mai di studiare e formarsi. È
un’eterna gavetta, con un occhio fisso sul cellulare, con copioni infilati in
tutte le tasche della borsa. Faticoso, certo, ma quando si arriva a raggiungere
l’obiettivo prefissato… il sudore diventa polvere di diamante. Quindi non mi
ha deluso, continuo semplicemente a fare del mio meglio per vivere facendo
quello che amo.
I
tuoi genitori che futuro speravano per te? Che lavoro fanno?
Credo
fossero preoccupati, perché avevano paura delle fatiche che avrei dovuto
affrontare, sotto tutti i punti di vista. Ma mi hanno sempre sostenuta e
incoraggiata. Loro sono pensionati ora, ma mio padre lavorò prima come
finanziere e poi nell’azienda di trasporti di Trieste, mentre mia madre
lavorava nell’azienda di famiglia.
Il
complimenti più bello che hai ricevuto? (e da chi?)
Ultimamente
ne ho ricevuti alcuni da persone per me molto importanti. Qualche giorno fa
Stefano Scaramuzzino ed Emanuele Montagna mi hanno definita “perla rara” sia
sul piano professionale che personale. Mi sono commossa. Poco fa mia cugina
Francesca Barcello mi ha detto “Sei tu a doverti dare un valore, altrimenti
qualcuno lo farà al posto tuo. E tu non sei una donna che si può accontentare
delle briciole.” Parole sante e motivanti.
Fra
colleghe hai trovato più rivalità, amicizia o complicità?
Io
considero la compagnia o il gruppo di lavoro una squadra. Rivalità e
competizione portano malessere collettivo e individuale. Non ha senso ed è
controproducente. Quindi niente rivalità da parte mia, ma armonia, rispetto e
divertimento, nella serietà del lavoro naturalmente. Fortunatamente nella
maggior parte dei casi è stato un approccio e un pensiero condivisi.
Hai
un sassolino nelle scarpe che vorresti toglierti?
Si
…ma non uno… tanti da poter costruire un cantiere. Ma non li tolgo ora …
tempo al tempo!
Un
collega con cui vorresti lavorare?
Pierfrancesco
Favino, Alessandro Borghi, Luca Marinelli, Anna Foglietta, Alba Caterina
Rohrwacher …
Preferisci
i ruoli brillanti o drammatici?
Amo
interpretare entrambi. In QUANDO HAI IL PIANO ACCERTATI CHE SIA QUELLO GIUSTO,
spettacolo scritto da Luca Giacomozzi, diretto da Enrico Maria Falconi e
prodotto da Andrea Leone, io e Stefano Scaramuzzino abbiamo interpretato
personaggi che racchiudevano aspetti comici e drammatici.
La
popolarità crea vantaggi ma anche svantaggi. Hai mai avuto un fan troppo
invadente?
Si,
qualcuno, ma sempre entro i limiti. Fortunatamente non ho mai avuto problemi o
timori per la mia incolumità.
Quali
sono le tue ambizioni?
Continuare
a lavorare e arrivare al cinema.
Oltre
al talento, quanto conta la fortuna nel tuo lavoro?
Moltissimo!
Anche se credo molto nell’energia che alimenti per arrivare lì. Credo che
dipenda da noi… dal nostro coraggio di uscire dalle zone di comfort, di
metterci alla prova con esperienze nuove e sempre più difficili, di amarci e di
affrontare nuove sfide e superare i limiti imposti.
Prima
di entrare in scena hai un rito scaramantico o un modo per concentrarti?
Certo!
Oltre agli esercizi per l’articolazione, scioglilingua etc, prima di iniziare
vado sul palco a sipario chiuso e faccio un po’ di boxe a vuoto verso il
pubblico e lo ringrazio.
Hai
mai fatto delle gaffe? Ne puoi raccontare una spiritosa?
Più
che gaffe … una volta feci una figuraccia che mi fa ancora ridere. Ero in
vacanza con i miei genitori e con mio fratello, sul Lago di Garda se non ricordo
male. Avevo credo 14 anni e c’erano dei ragazzi che mi corteggiavano con gli
occhi. Ovviamente mi sentivo lusingata ma ero anche molto timida e volevo far
finta di nulla. Non volevo capissero che ero imbarazzata e decisi di tirar fuori
il mio lato (spiccato, molto presente e a volte sfacciato) maschile. Indossavo
un abito carino floreale, gonna lunga e stretta. Avete presente i panettoni di
cemento … ma quelli alti ..? Bene … decisi di fare il salto della cavallina.
A voi le conclusioni.
Quando
non lavori, coltivi qualche hobby?
Amo
il pugilato, ma ho poco tempo per praticarlo come vorrei.
A
chi volesse fare l’attore, che consigli vorresti dare?
Studiare
studiare e studiare. Non abbattersi e continuare a lavorare sodo senza perdere
l’entusiasmo. D’altronde non lo fai per soldi e non te l’ha prescritto il
medico. È un mestiere faticoso, anche se ai più può sembrare un gioco. Non lo
è. Lavori h24 senza ferie e malattie. Poi chiedere all’io più profondo
completa onestà: lo vuoi fare veramente? Perché?
Hai
un sogno nel cassetto?
Certo,
più di uno. Quello più ricorrente? Camminare sul tappeto rosso come
protagonista di un film. Attenzione però. Il tappeto rosso per me significa il
premio delle fatiche fatte.
A
chi vorresti dire grazie?
Ai
miei genitori, che non mi hanno mai lasciata sola e mi hanno incoraggiata
sempre. Alle persone che mi stimano, mi hanno dato fiducia e che mi hanno fatto
entrare in squadra. A me stessa. Per non aver mai mollato.
Dopo
“OBBLIGO DI (IN)FEDELTÀ”, quali sono i tuoi progetti?
A
breve lavorerò a L’ABISSO UMANO E LE STORIE DIMENTICATE, un progetto nato per
le scuole dedicato al Giorno del Ricordo, promosso dai Comuni di Pordenone,
Trieste e Monfalcone e ideato dall’attore Enrico Bergamasco. Sarò in scena
con Bergamasco e Danilo Lazzarini. Ci saranno altre repliche di QUANDO HAI IL
PIANO ACCERTATI CHE SIA QUELLO GIUSTO, attraverso il quale ho instaurato un
rapporto di intense collaborazioni con Stefano Scaramuzzino ed Enrico Maria
Falconi (presto delle novità). Stiamo inoltre lavorando a progetti
cinematografici per il prossimo anno. Non posso svelare di più, ma sarà una
collaborazione prestigiosa con un nome importante. Inoltre, visto il successo di
QUANDO HAI IL PIANO, abbiamo intenzione di portare avanti la coppia Valentini
Marinaz - Scaramuzzino attraverso altre iniziative e spettacoli, tra cui una
serie web a “pillole” di prossima uscita, in cui cercheremo di far uscire il
nostro rapporto che ricorda quello di Sandra e Raimondo, giocando sulla varietà
e differenze tra i nostri personaggi. Un altro progetto molto importante: il
recital PANTANI: STORIA DI UN LINCIAGGIO, di Andrea Maioli. Sarò in scena con
Emanuele Montagna e altri meravigliosi colleghi il 19 maggio nel Teatro Pio X di
Padova. Inoltre sto lavorando con la cantante Gabriella Monte e il suo RooBa
Forte Trio a degli spettacoli dedicati ad Aretha Franklin ed Amy Winehouse.
Infine sto scrivendo alcuni spettacoli, tra cui uno dedicato ad Ava Gardner e
Frank Sinatra.