Massimo Ciavarro (attore) Campagnano (Roma)
4.10.1998
Intervista di Gianfranco Gramola
Il
bello di "Sapore di mare"
Massimo
Ciavarro è nato a Roma il 7 novembre del 1957, da famiglia molisana di Salcito
(Campobasso). Il suo nome è soprattutto legato all'interpretazione di
fortunati e spensierati film degli anni ottanta, di ambientazione estiva. Tra le pellicole da lui interpretate ricordiamo:” Sapore di
mare2 -- Sorbole, che
romagnola – Vai alla grande – Chewing gum – Giochi d’estate – Grandi
Magazzini - Fiori di zucca –
Yesterday, vacanze al mare“. Per la TV lo troviamo in “Gran Hotel” su
Canale 5 e nella fiction “Valeria, medico legale”.
Negli anni '70 è stato anche un divo dei fotoromanzi.
Ha
detto:
- I
registi italiani vanno per schemi, hanno la puzza sotto il naso. Se la suonano e
se la cantano tra di loro.
-
Non sono mai stato interessato al cinema di alto livello e il cinema di alto
livello non è mai stato interessato a me.
-
Mio figlio aveva scommesso 500 euro sulla mia vittoria all'Isola dei Famosi.
- Mi
alzo con il canto del gallo e la sera alle nove e mezzo sono a dormire.
Curiosità
-
E’ stato sposato con l’attrice (ora produttrice) Eleonora Giorgi, da cui
ha avuto un figlio, Paolo.
-
Nel settembre 2008 è entrato a far parte del cast della sesta edizione del
reality “Isola dei famosi”, da cui è costretto a ritirarsi per motivi di
salute.
-
Si è allontanato dalla professione nei primi anni Ottanta, dedicandosi
alla gestione di un’azienda agricola a Campagnano, in provincia di Roma.
- Ha recitato nel film “Un’australiana a
Roma”, a fianco di una giovanissima Nicole Kidman, con la quale ha instaurato una
duratura amicizia.
Intervista
Massimo, come ricordi la Roma della tua
infanzia?
Io
sono nato dalle parti di via Neromense. Sai dov’è? E’ situata tra il parco Neromense e Villa Ada e
l’infanzia è stata un infanzia di quartiere e stavo appunto in
“carrozzina” e poi da solo fra questi due meravigliosi parchi. Nella mia
gioventù ho frequentato poco il centro, era una vita di quartiere, come ti
dicevo prima. Poi con il liceo, sono andato al liceo Avogadro che sta in piazza
Quadrata, mi sono un po’ spostato sia come frequentazione che come amicizie,
in un altro quartiere, cioè ai Parioli, dove fra l’altro ho preso una casa
fino all’89, cioè fino a quando ho preso una casa a Campagnano.
Come mai hai scelto Campagnano?
Ho
scelto Campagnano per avere una vita meno caotica, un po’ più a contatto con
la natura. Anche qui c’è il pro e il contro, perché facendo il mestiere
dell’attore, per uno che abita fuori, entrare a Roma è un casino, è un
problema di traffico, non si arriva più ed è una cosa bestiale.
Ritornando
alla domanda di prima, si viveva una vita di quartiere. Ci sono passato
recentemente in quella zona e l’ho trovata più impersonale di una volta.
C’erano i negozianti, il mercato, era un piccolo paese, cosa che forse ancora
è, in qualche altro angolo del centro storico di Roma. Ora invece, dove ho
vissuto parte della mia infanzia, tutto questo s’è un po’ perso.
Attualmente com’è il tuo rapporto con
Roma?
Il
mio rapporto con Roma, è troppo caotico, il
mio è un rapporto d’amore
odio, è una frase un po’ locale e non la volevo dire, ma è così. E’
troppo caotica, anche se devo dire che quando esco la sera (io sono spessissimo
a Roma) mi piace da morire girare per la città, cioè quando Roma non è più
la città che lavora ma la città che dorme, più tranquilla. Questa è una città
meravigliosa, credo sia una città unica al mondo per le sue bellezze. Ogni
angolo, si parla del centro chiaramente, è meraviglioso, spettacolare. Ti
perdi, insomma, cose che di giorno, non riesci sicuramente ad apprezzare.
C’è un angolo di Roma a cui sei
particolarmente legato?
Villa
Ada, per via dell’infanzia. Adesso è un secolo che non ci metto piede, e non
so se è cambiata o com’è attualmente. La conoscevo metro per metro, lì ho
vissuto mille avventure, milioni di partite a pallone, i primi innamoramenti. E poi le viuzze del centro storico che conservano
ancora il loro fascino.
Ami la cucina romana?
Non
particolarmente, non è che ne vado pazzo. E’ un po’ pesante.
Pregi e difetti dei romani?
Sarò
banale, ma sono pigri, indolenti, però comunque hanno anche i loro pregi. Gli
stessi difetti, sotto un’altra ottica, possono essere rovesciati e diventare
dei pregi. Ad esempio la pigrizia… ma perché bisogna sempre correre, sempre
stare in attività frenetica? Il
cinismo, cinico può voler dire avere una visione della vita un po’ più con i
piedi per terra, più reale.
Cosa vuol dire per te essere romano?
Non
è che io sono come si dice “So romano”, non sono un tipo legato al
campanilismo, all’orgoglio di essere. Io sono di
Roma, sono nato a Roma, senza dubbio
in Italia è la città dove vivrei e se sento parlar male dei romani, mi
metto in mezzo, difendo a spada tratta la mia città.
Qual è il tuo rapporto con il Tevere?
Poco,
poco e niente. Se non un po’ di ricordi belli legati all’isola Tiberina.
E’ un’isoletta che mi ha sempre affascinato. Ci passavo un sacco di tempo a
guardare questa strana isola, a passeggiare vicino a quegli argini, tanto tempo
fa.
Quali sono i mali di Roma che più ti
feriscono?
Ma
forse sono i mali che hanno un po’ tutte le città, i mali della modernità,
del caos, non c’è niente da fare, non riesci ad organizzare queste città. Le
devi accettare così come sono, ti divorano, sono inaccessibili, puoi girare
solo con il motorino. Poi non so se è giusto o no, ormai ci sono solo
parcometri, ormai Roma mi da una bella ansia, divento sofferente di
claustrofobia.
In quale Roma del passato ti sarebbe
piaciuto vivere?
Ma
forse mi sarebbe piaciuto vivere verso la metà dell’800, quando comunque il
nucleo, la struttura della Roma di adesso era identico, però non aveva tutte
queste strade, quest’asfalto, queste automobili. Era come adesso,
meravigliosa, però più a dimensione d’uomo. Difatti Roma era meta di grandi
artisti che venivano da tutta Europa, perché la Roma di allora, doveva avere un
fascino spaventoso, pazzesco. Dai ruderi dell’antica Roma, a tutte le chiese
romane, al Vaticano, al suo Tevere e ai quartieri che sorgevano intorno alle
mura di Roma, agli orti e alla campagna romana. Forse avrei gradito quella Roma
lì.
Cosa provi nel tornare a casa dopo una
lunga assenza?
Beh!
Torno a casa. Casa dolce casa! Si!
Progetti per il futuro?
Sto
facendo un sceneggiato in 6 puntate per Rai 1, il regista è Giorgio Capitani,
dal titolo “Commesse”, con Sabrina Ferilli, Veronica Pivetti, Nancy Brilli e
Anna Valle. Uscirà a fine marzo ’99.
Un sogno nel cassetto?
In
questo momento? Sai, io abito in campagna e vorrei ingrandire un po’ questa
mia tenuta, avere un po’ più di terra. Ho dei progetti, si, ho dei progetti
qui a Campagnano.