Michele La Ginestra (attore)
Roma 11.11.2007
Intervista di Gianfranco Gramola
Rugantino:
il sogno di una vita
Il sito ufficiale del teatro è www.teatro7.it
Michele è nato a Roma il 7.11.1964 e ha in
tasca una laurea in giurisprudenza (avvocato). Dal 1997 è il Direttore
artistico del Teatro Sette di Roma, il teatro “dei giovani e per i
giovani". Nel 2003 fonda l’Associazione Culturale MLG che cura, tra
l’altro, i laboratori teatrali del Teatro Sette di Roma. Michele è direttore
artistico, attore, autore, regista e, quando al teatro 7 serve una mano, si
arrangia anche come imbianchino ed elettricista. E’ sposato e ha due figli.
Teatro
No
Smogolo – E se io fossi Zorro – Riso in Italy – Favole – Cabaret,
cabaret – Presi sul serio viene da ridere – La favola continua – Ugo -
Quanto sei bella Carlotta – Il mondo che avanza – La moto logora chi non ce
l’ha – Bugie – Riunioni – Rugantino – I figli della lupa – Mi hanno
rimasto solo - Caporali coraggiosi
– Bambini – Il brigante – Uno e basta – Discount -
Vita natural durante – Ago, Bianca e… -
Caporali coraggiosi – Mi hanno rimasto solo… revival – Tana libera
tutti – L’altro lato del letto.
Cinema
Cresceranno
i carciofi a Mimongo – Colombo, un maresciallo in gondola.
Televisione
Beato
tra le donne – Ladri si nasce – Fantastico Enrico – Tre stelle – Villa
Ada – Solletico 2000 – Premio Mario Riva – I fatti vostri (conduttore)
– Assolo (monologo) – La omicidi – De Gasperi – Nata ieri.
Pubblicità
Ha prestato il suo volto anche nella
pubblicità: Tantum verde – Findus, spinaci filanti – Ferrarelle – Agip,
fai da te – Birra Moretti – Coop – Maratona di Roma.
Ha detto:
- Avevo
la passione del teatro e intanto studiavo, per non farmi dire niente dai miei,
mi laureavo e iniziavo a lavorare e avevo delle soddisfazioni. Ero avvocato,
responsabile dello studio legale di una compagnia di assicurazioni.
- Fare questo mestiere presuppone un dono
naturale, che tu poi affini, però se non riesci a sentire il pubblico, se non
cavalchi una risata, un silenzio, un'attenzione particolare, devi fare un altro
lavoro.
- Mi considero un uomo di teatro che sfrutta
la Tv per continuare a coltivare la propria arte.
- Da quando ho figli, faccio pure teatro per
bambini: le storie più gradite che racconto loto, le trasformo in spettacoli.
Intervista
Trovo Michele La Ginestra nel “suo”
laboratorio, al Teatro 7 di via Benevento, 23.
Come
ricordi la Roma della tua infanzia, Michele?
Ricordo
una Roma felice, allegra, fatta di colori e di lunghe passeggiate. Una Roma
abbastanza tranquilla e molto semplice. C’è da dire che qualsiasi cosa,
quando la vedi con gli occhi dei bambini, è molto bella.
In
quale zona l’hai passata?
Nella
zona di piazza Bologna. Ho sempre vissuto in questa zona, sia da piccolo, che
dopo quando sono cresciuto. E’ una bella zona, perché è piena di gioventù,
è una zona molto viva e lo vedi dalla felicità di questi ragazzi che traspare
proprio dal loro modo di fare.
Attualmente
com’è il tuo rapporto con Roma?
Bello!
Molto bello. A parte il traffico, lo smog e tutto il casino che c’è a Roma,
io continuo a muovermi su due ruote, a costo di perdere la voce, però vivo a
pieno la mia città.
Quando
sei via, cosa ti manca di Roma?
Di
Roma mi manca tutto. Mi manca il fatto che tu giri l’angolo e trovi un pezzo
di storia, mi manca il fatto della semplicità e la vericidità dei romani, mi
manca come si mangia, come vieni trattato nei ristoranti, nei negozi, al bar. La
semplicità e il modo gioioso di vivere e lavorare dei romani.
Ma
nei romani, che pregi e difetti ci trovi?
Ogni
tanto sono un po’ strafottenti, però il romano ha un suo fascino, un suo lato
simpatico.
Esiste
una Roma da buttare?
Si!
La Roma dei maleducati, di quelle persone che continuano a sporcare questa città,
imbrattandola e deturpandola. Anche la Roma di quelle persone che girano con
quei grandi macchinoni e che stabiliscono la loro priorità in base alla
grandezza della macchina e che non ragionano nell’uso del rispetto
dell’altro.
Roma
per un’artista, cosa rappresenta?
Tu
qui hai tutta la storia, mille e mille anni di storia, poi non bisogna troppo
focalizzarsi troppo nella romanità. Roma è grandissima ed è fatta di
piccoli paesi, uno attaccato all’altro. Per un’artista, Roma rappresenta
l’occasione per sfondare, perché qui trova tutto, dal teatro, al cinema e la
televisione. Roma non è solo storia, ma anche arte.
Ti
piacciono le poesie romanesche?
Li
ho letti tutti, dal Belli, a Trilussa, a Pascarella, ecc…
C’è
un poeta in particolare che apprezzi?
Amo
Trilussa. C’è una poesia molto semplice che dice: "C’è un ape che si
posa, su un petalo di rosa, lo succhia e se ne va. Tutto sommato, la felicità,
è una piccola cosa".
Hai interpretato Rugantino al Sistina.
C’è un altro personaggio che ti piacerebbe interpretare?
Si!
Il Don Silvestro di “Aggiungi un posto a tavola”. Però è un treno che è
passato e che non sono riuscito a prendere.
Tu
sei avvocato. Com’è nata la passione per lo spettacolo?
Si!
Sono avvocato però ho sempre recitato. La passione è nata proprio quando ero
piccolo. Frequentavo l’oratorio, come tutti i bambini e si facevano le
scenette e da quando sono salito sul palcoscenico, me ne sono innamorato e non
sono più sceso.
Ma
i tuoi genitori che lavoro fanno?
Mio
papà era un professore universitario di chimica, mia mamma è una ricercatrice
sempre di chimica e quindi non c’entravano per niente nel mondo dello
spettacolo e quindi non mi hanno influenzato in nessun modo.
La
tua più grande soddisfazione artistica?
Sicuramente
quella di aver interpretato Rugantino per Garinei.
Delusioni?
Non
è che ho avuto grandi delusioni. Forse quella di non aver potuto interpretare
il Don Silvestro che ti dicevo prima.
Il
complimento più bello che hai ricevuto e da chi?
Dal
maestro Armando Trovajoli, quando con una tipica espressione romanesca, mi ha
detto: "Mortacci tua, sei bravo". (risata)
Che
rapporto hai con la Fede?
Splendido.
Credo molto e sono anche praticante.
Come
vedi la battaglia contro il fumo?
Sono
completamente d’accordo. Non sono fumatore e faccio di tutto perché venga
rispettata questa legge. Mi da fastidio il fumo.
Hai
un sassolino nelle scarpe che ti da fastidio?
Forse
ce l’ho con questo tipo di televisione che rende tutto troppo facile. E’ una
fabbrica di illusioni e molta gente pensa che sia facile fare questo lavoro,
perché ha visto qualche imbecille che appariva e che poi è riuscito a trovare
un proprio spazio. Questo non è bello e non è rispettoso per chi ha fatto
questo lavoro per tanti anni, con tanta fatica e anche una lunga gavetta.
Ti
hanno proposto di partecipare a dei reality?
No!
Ma non ci andrei mai.
Hai
un sogno nel cassetto?
Riuscire
a fare uno spettacolo tutto mio, fatto
con il criterio con il quale faccio gli spettacoli nel mio teatro, un piccolo
teatro di Roma che si chiama teatro Sette, però farlo in un grande teatro.
Questo vorrebbe dire che qualcuno sta a sentire i giovani autori e attori.
A
chi vorresti dire “grazie”?
Grazie
sicuramente a Pietro Garinei, ma lui lo sa, ha sempre saputo e gli ho sempre
rivolto. E poi anche ai miei
genitori e a mia moglie.
Fa
l’attrice anche lei?
No!
Fa l’avvocato.