Monica Rogledi (attrice e ballerina)
Roma 11.7.2019
Intervista
di Gianfranco Gramola
“Sono
in tour con “L’Iliade”, ma ci sono dei progetti invernali molto ma molto
belli. Parlando di teatro classico e delle tragedie, mi piacerebbe interpretare
Medea”
Intervista
Sei in tour con “L’Iliade”. Come
affronti questa avventura teatrale e in
quali città sarai di scena?
Purtroppo quest’estate
non faremo molte piazze. Iniziamo da Formia e poi ci saranno altre cose in
agosto da dover definire. A Formia saremo
in scena in uno splendido teatro sul mare. Fare questo tipo di spettacolo in
posti all’aperto come questo è veramente emozionante. Noi l’abbiamo fatto
negli anni scorsi nella valle dei Templi, ad Agrigento. L’abbiamo fatto a
Nora, in Sardegna, all’interno del festival dei Poeti e del festival dei Due
Mari, ed è stato eccezionale. Fare questa Iliade in un teatro al chiuso,
perderebbe un po’. Questo tipo di spettacolo deve essere fatto in un teatro
classico di 3000 anni fa.
La scenografia è
importante.
La scenografia deve
essere naturale. Nel trailer dello spettacolo, eravamo ad Agrigento, nella valle
dei Templi, e quella sera c’era la luna piena. Era una cosa meravigliosa,
indescrivibile.
Quest’estate hai
tempo per un po’ di relax o pensi già ai progetti invernali?
Questo è il mio lavoro
e lo amo talmente tanto che spero di avere meno relax possibile, perché il
fatto di lavorare e avere la testa impegnata nei progetti, è proprio una gioia.
Un po’ di relax ci sarà, ci faremo delle vacanze da fine luglio, ma ci sono
dei progetti invernali molto ma molto belli. Magari ci sentiremo in autunno per
un’intervista su questi nuovi progetti, perché ne vale veramente la pena.
Ho letto che tu
nasci come ballerina.
Ho iniziato a
ballare Rock 'n' Roll acrobatico all'età di 9 anni, facendo promettere ai miei
genitori che non mi avrebbero fatto partecipare né a spettacoli né a gare
perché mi vergognavo. Le ultime parole famose! Mi appassiono a tal punto che
inizio quasi subito un percorso di agonismo ottenendo ottimi risultati. Molte
volte sono stata campionessa Ligure e campionessa Italiana, sia nella categoria
dei ragazzi che poi in quella degli adulti. Ho fatto parte della squadra
italiana e ho partecipato a campionati europei e campionati mondiali. Classificandomi
al 6' posto nella Coppa del Mondo Professionisti a Lucerna. Allenandomi 3
ore al giorno, mi fermavo solo per Natale, perché in questo sport se cadi ti
fai proprio tanto male ed io, fortunatamente, ho solo avuto qualche distorsione
a caviglie e polsi, mai nulla di rotto. Purtroppo era/è uno sport
"povero". Se avessi raggiunto gli stessi risultati nel tennis ....
beh, qualche soldino lo avrei guadagnato! E' stata proprio questa
disciplina così rigida a formare il mio carattere determinato e non
approssimativo e gliene sono grata. Ritengo che tutti i ragazzi dovrebbero fare
sport, perché molteplici sono i vantaggi: è formativo, pone degli obiettivi, e
soprattutto, viste le notizie che corrono in tv, tiene lontano "dalle
cattive compagnie", come si diceva una volta. Quando ho smesso di fare
agonismo mi sono presa qualche anno di pausa e poi ho iniziato a studiare
recitazione, passando da un palcoscenico all'altro, così diversi tra loro ma
entrambi emozionanti. Forse è proprio questo di cui non posso fare a meno,
provare emozione e il contatto con il pubblico.
E la passione per
il teatro, com’è nata?
La passione per il
teatro è nata in un secondo tempo e anche un po’ all’improvviso. Avendo
iniziato a ballare all’età di nove anni, avendo fatto un’infinità di
spettacoli e un’infinità di gare, c’era questa confidenza con il
palcoscenico e con il pubblico. Però un conto è usare il corpo e un conto è
rimettersi in gioco sul palcoscenico con la voce. Sono due cose completamente
diverse. Io non ho mai pensato di avvicinarmi al teatro, poi in maniera del
tutto casuale, entro in una caffetteria per fare colazione, vedo un manifesto di
una scuola di recitazione e io, senza dire nulla, sono uscita immediatamente, ho
telefonato d’impulso alla scuola di recitazione, ho preso un
appuntamento per l’audizione e mi sono iscritta a questa scuola di
teatro. La persona che era con me mi ha chiesto dove sono andata e gli ho detto
che mi sono iscritta ad una scuola di recitazione e comincio domani (risata).
Mamma e papà come
hanno preso la tua scelta di fare l’attrice?
I genitori sono sempre
combattuti di fronte a queste cose, perché chiaramente per tutto ciò che
riguarda una professione artistica è ovvio che non dà molto affidamento ed
effettivamente è così perché i lavori sono a singhiozzo e non è così
semplice, soprattutto in questo momento storico della nostra società. La
disoccupazione in Italia è altissima, anche nei lavori tradizionali, quelli che
una volta erano considerato sicuri. Io vivo in una città come Roma, che è una
grande capitale e dà un sacco di opportunità, ma nel contempo c’è una
concorrenza spietata. E’ una cosa pazzesca. Poi, la mia fascia d’età, nella
donna è quella più gettonata in assoluto, quindi è proprio una battaglia. Ed
è proprio per questo che, tornando alle mia vacanze estive, di momenti di relax
speriamo che ce ne siano pochi.
Hai mai pensato ad
un nome d’arte?
No! Anche se ho questo
cognome “Rogledi”. Ma mi piace. A parte che in teatro penso che siano
pochissimi gli artisti con un nome d’arte. E’ più usato nella musica. Io mi
tengo il mio nome e cognome.
Sei la compagna
dell’attore Blas Roca Rey. A casa vi scambiate suggerimenti, critiche o
opinioni sui vostri lavori?
Continuamente.
Intanto questa Iliade di Alessandro Baricco la facciamo insieme ed è bellissimo
lavorare insieme, perché si condividono emozioni. Nello specifico l’Iliade
noi la facciamo al 90 % in estate e lavorare insieme è molto più bello,
perché quando andiamo a lavorare in Sicilia, ci scappa una giornata al mare.
Quindi condividere il lavoro con il proprio compagno è una cosa bella.
Volutamente non vogliamo creare tutti i progetti insieme, perché è delicato
lavorare insieme, sempre insieme, per cui bisogna che ognuno di noi abbia
progetti separati. Entrambi sappiamo quali sono i progetti dell’altro e
chiaramente ci scambiamo opinioni e pensiamo a delle idee. Avendo
un’esperienza molto inferiore a lui, forse sono più io che ho delle idee
(risata). Posso permettermi questa velleità. Questo forse perché la donna ha
una fantasia diversa, anche caratterialmente forse lui è più concreto, più
pragmatico e magari le idee un pochino più per aria, forse appartengono al mio
carattere. Devo dire che lui ascolta sempre le mie indicazioni. Io gli dico una
cosa e lui immediatamente, come fosse una piccola difesa, dice: “No, non mi
piace”. Poi, dopo tre minuti, dice: “Sai che forse non hai tutti i
torti?”. Poi puntualmente segue le indicazioni
che gli ho dato. Piccole soddisfazioni (risata). Ci vuole un po’ di
riflessione per metabolizzare un pochino. Chiaramente una battuta, un movimento
o una cosa teatrale la puoi fare in trenta modi diversi e ognuno la vede come un
pochino più propria.
Ho
letto che sei molto attiva in fatto di solidarietà.
Quando
è possibile farlo, lo faccio molto volentieri. Anche Blas segue una decina di associazione, come Save
the Children, Medici senza
frontiere, ecc … dove persone straordinarie vanno a lavorare nei posti più
sperduti della terra, dove ci sono le situazioni più drammatiche e aiutano
queste povere persone. Quindi quando si può, si partecipa a queste iniziative
ovviamente gratuitamente, perché il ricavato va in beneficenza. Io chiaramente
ho una sensibilità maggiore riferita alla violenza sulla donna. Purtroppo i
telegiornali impazzano di queste notizie. E’ allucinante. Secondo
me i fattori sono molteplici, perché non ci sarà mai una sola
motivazione, però questa società di così grande precarietà e disoccupazione
ne è la responsabile. Se una persona si alza la mattina e ha l’obiettivo di
andare a lavorare e di raggiungere dei risultati e quindi portare dei soldi a
casa, la testa pensa a quello. Ma se un disoccupato passa tutto il giorno dal
divano alla sedia, la testa poi fa pensieri brutti. Se questa società fosse un
pochino più sana, a sua volta le persone sarebbero un pochino più sane.
Hai
un sogno artistico?
Si. In
generale io sto lavorando soprattutto in teatro. Mi piacerebbe avere la
possibilità di inserirmi nel cinema, che è completamente diverso e ha un
procedimento differente. Più nello specifico mi piacerebbe interpretare ruoli
di donne con degli squilibri mentali. Io non sono particolarmente attratta dalla
commedia esageratamente comica. Prediligo qualcosa emotivamente più forte.
Quindi mi piacerebbe interpretare donne con grossi problemi. In autunno ci
risentiremo, Gianfranco e ti parlerò del progetto già fissato in cartellone
delle date che faremo a Milano, Torino e altre città e ti racconterò della mia
parte nello spettacolo e del mio personaggio che ha problemi psicologici. E una
cosa che mi piacerebbe fare, sempre riferito all’Iliade e parlando del teatro
classico e delle tragedie, è interpretare Medea.
Parliamo
un po’ di Roma, Monica. Tu sei genovese, ma da anni vivi a Roma.
Sono
genovese e devo dire che mi manca molto il mare. E’ vero che vicino a Roma
c’è Ostia, ma nella bella stagione ci vuole un’ora e mezza di macchina.
Arrivi che ti passa già la voglia e poi il mare di Roma è diverso da quello
della mia Genova. Il mare di Genova è un mare di città, ma essendo soprattutto
di scogli, è un mare molto pulito, te lo godi, ci stai bene. A parte che lo
raggiungi in 5 minuti e se uno lavora, nella pausa pranzo può mangiarsi una
cosa in riva al mare. Poi la qualità della vita cambia completamente. A Roma ci
sono venuta per motivi professionali, perché a Genova lavori, ma Roma ti dà più
possibilità in campo artistico. Poi quando vivi a Roma capisci che i meccanismi
sono diversi da quello che si pensava, però se vuoi fare l’attrice devi
venire a Roma per forza.
Uno
poi si adatta …
Mica
tanto (risata). E’ dura. La mentalità delle persone è completamente diversa.
Purtroppo a Roma tante volte si parla per chiacchierare e
basta. Io, essendo del nord, mi sembro un soldatino svizzero. Poi bisogna
dire che Roma è una città splendida, anche se è gestita molto male, perché
è un disastro e non merita tutto questo. Sta subendo un martirio per incuria.
Quali
sono state le tue abitazioni romane?
Io sono
stata fortunata perché la prima casa dove ho abitato era in una delle strade più
belle di Roma, via Savoia. Ovviamente non potevo permettermi un appartamento e
allora ho affittato una stanza, dove stavo d’incanto. Era una camera, ma mi
sentivo una regina (risata). Quella è stata la mia prima abitazione e ricordo
che mi davo alla pazza gioia, uscivo
tutte le sere e mi divertivo tantissimo. Io che sono appassionata di ballo,
tutte le sere andavo a ballare, tant’è vero che una mia amica mi ha detto:
“Monica, guarda che non sei a Roma solo per ballare, fermati e pensa un attimo
al teatro”. Però ero entrata in questo tourbillon e mi ero lasciata andare.
Poi dopo ho conosciuto Blas, abbiamo iniziato a frequentarci e siamo andati a
convivere quasi subito e quindi mi sono spostata da lui, in centro. Stiamo molto
bene insieme alla nostra bambina.
La
tua Roma in tre posti diversi?
Ti dico
subito fontana di Trevi. Per arrivare in quella piazzetta ci sono 5 strade
laterali e ho avuto la fortuna di arrivarci dalla stradina frontale e quindi mi
sono trovata davanti agli occhi questa meraviglia. Ricordo che prima di
arrivarci e vederla, sentivo già il rumore dell’acqua che, inconsciamente mi
riportava al mio mare. Di notte la fontana è ancora più bella, con tutte
quelle luci. Altro posto che amo molto è l’isola Tiberina, perché
all’ospedale Fatebenefratelli è nata la mia bambina e quindi ho questo
collegamento con l’isola. Mi piace anche il Gianicolo, però amo molto villa
Borghese perché dove abitavo prima, in via Savoia, stavo a 200 metri e andavo
spesso in quel parco bellissimo. A Roma ci sono talmente tanti posti belli che
è difficile sceglierne qualcuno, c’è l’imbarazzo della scelta.
La
cucina romana ti ha conquistata?
Io sono
una gran mangiona e adoro i primi. Quindi l’amatriciana in testa a tutto. Sarò
banale , ma a me piacciono i bucatini.
Come
vivi la Roma by night?
La vivo
bene, anche se adesso con la bambina la vivo molto meno, però Roma di notte è
una città in grande fermento, soprattutto d’estate. Noi di solito non è che
andiamo in giro così, senza meta. Magari andiamo a degli inviti, a degli
spettacoli, a della situazioni carine, belle, mirate. Per esempio alcuni giorni
fa siamo andati all’Ambasciata del Perù, dove c’era un party meraviglioso.
La mia Roma by night è fatta anche di questi avvenimenti. Poi Roma è un museo
a cielo aperto, anche senza andare a vedere il Colosseo, per dire, tu passeggi
per Trastevere, alzi gli occhi e vedi delle cose bellissime all’improvviso.
Questa è la Roma bella che mi piace molto.
Dei
romani cosa ne pensi?
A parte
che chiacchierano tanto, mi piace molto l’umorismo, l’ironia, anche se a
volte esagerano. Mi piace il loro atteggiamento molto leggero nell’affrontare
le cose. Bisogna prendere come esempio il fatto di alleggerire un pochino, di
non far diventare ogni problema, un problema, ma scremare poco poco, farci una
battuta e se non riesci a risolvere quel problema oggi, lo risolvi domani, perché
i problemi veri, sono altri. Della
romanità mi piace questa leggerezza nell’affrontare la vita di tutti i
giorni, di sdrammatizzare.