Nicola
Arigliano (cantante) Magliano Sabina ( Rieti )
18.6.2006
Intervista di Gianfranco Gramola
Il
crooner cresciuto a pane, aglio e swing
Nicola
Arigliano è nato a Squinzano (Lecce), il 6 dicembre 1923. La famiglia amava
la musica, e tentò di dare un'educazione musicale a tutti i cinque figli, ma
Nicola si distinse. A 11 anni Nicola scappa di casa e si trasferisce a
Milano dove inizia molto presto a esibirsi professionalmente nei numerosi night
clubs. Suona allora sax, batteria e contrabbasso. Studia nel frattempo
composizione arrivando fino al settimo anno. In questa sua attività ha modo di
incontrare professionalmente e umanamente i più importanti musicisti
dell'ambiente del jazz come Renato Sellani, Franco Cerri, Gianni Basso, Oscar
Valdambrini e tanti altri.Inizia a cantare, quasi per caso, incoraggiato da
colleghi musicisti.Dalla fine degli anni Sessanta le apparizioni pubbliche del
cantante si fanno sempre più rade, per una Sua precisa scelta di “privacy”
e di ricerca di altri valori. Arigliano in effetti, è tutt’altro che
scontroso e chiuso in se stesso. Chi lo conosce lo definisce un uomo generoso e
di grande umanità, oltre che naturalmente dotato di grande senso
dell’umorismo. La professionalità unita alle sue straordinarie doti
artistiche gli hanno permesso di essere forse l'unico grande cantante di jazz
che il nostro Paese abbia mai avuto. Non dimentichiamo che è stato anche attore
(La Grande Guerra) ed autore di brani musicali, nonché, per quasi 30 anni
l’indimenticabile testimonial dei caroselli del digestivo Antonetto. Nel 1964
partecipa al Festival della canzone di Sanremo con "Venti chilometri
al giorno" di Mogol-Massara. Tra le interpretazioni che lo hanno
portato al successo ricordiamo: "Buonasera signorina, Buonasera",
"Amorevole", "I sing amore", Arrivederci, Maramao perché
sei morto. Il repertorio di Nicola Arigliano va dallo swing italiano ed
americano alle canzoni grottesche che hanno caratterizzato il suo personaggio.
Nicola Arigliano , nel 1996, vince il "Premio Tenco ", con il suo c.d.
"I sing ancora “. Riprende da questo momento un’intensa attività live
(100 concerti l’anno).Dopo una rinnovata carriera discografica che lo ha
riportato alle attenzioni del grosso pubblico e della critica, grazie
all’impegno della NUN Entertainment, nel 2003 viene premiato sul palco dell’Ariston
con il disco di platino. Nel 2005
partecipa al 55° Festival della canzone Italiana con il brano :
"Colpevole"
Ha
detto:
- Mi
vedete dentro uno studio di registrazione? Che squallore, un ambiente così
vuoto e asettico! Con il produttore e l'ingegnere del suono che ti dicono:
"questa va rifatta!"... Ma che rifatta... Per me, è sempre buona la
prima: quel che viene viene.
-
Faccio una dieta fin da quando sono nato: aglio, cipolle, peperoncino e pasta
senza condimento. I miei fratelli - eravamo in quattro - mi esortavano a
mangiare come loro: condimenti, salse, olio, burrata, acciughe, ma io tenevo
duro, e loro andavano in giro a dire che ero pazzo. Magari avranno avuto anche
ragione, ma adesso loro se ne sono andati via in missione celeste, e invece io
sono ancora qui.
- Faccio
swing e jazz, ma mi piace che mi chiamino “intrattenitore”. Sintetizza
esattamente ciò che sono. Quando salgo su un palco, non si tratta solo di
musica, ma di comunicazione in tutti i sensi.
Curiosità
-
Per 27 anni a Carosello ha fatto la pubblicità al Digestivo Antonetto.
- Ha
fatto anche l’ attore nel film “La Grande Guerra”, di Mario Monicelli.
- Nel
1996 ha vinto il Premio Tenco per il suo album “ I sing ancora “ e in tempi
più recenti ha vinto il Premio
della Critica del 55° Festival della canzone italiana intitolato a Mia Martini.
- Prima
di diventare famoso è stato garzone
macellaio e fattorino postale
Intervista
E’ nella sua casa di Magliano Sabina, una
paese immerso nel verde della provincia di Rieti.
Posso
disturbarla per una breve intervista. Signor Nicola?
Da
dove mi chiama?
Dal
Trentino!
Dal
Trentino? Dove dicono "Trentatre trentini andarono per le vie di
Trento tutti trentatre trotterellando". Dai! Diciamoci subito tutte
le cose che vogliamo…
Parliamo
un po’ di Roma allora, va bene?
Roma!
E’ una città enorme, troppo grande. Quando ci sono arrivato facevo il
cantante e lavoravo nei locali notturni, quindi si parla di tanti tanti tanti
anni fa. Roma era ed è una città importante, oltre che bella e prima ancora di
più. Ormai non ho più rapporto con questa città affascinante perché siamo
invecchiati tutti e due, anzi, Roma è invecchiata molto, io no (risata).
Mangia
cucina tipica romana?
In
fatto di cucina non ho gusti particolari. Mangio quello che mi serve, quello di
cui ho bisogno. Non è che amo scoprire nuovi piatti. Mangio quel che c'è,
ecco. Questa è la mia filosofia di vita. Posso dirti che metto l'aglio
dappertutto. E' da quando sono nato che sono affezionato all'aglio. Cosa farei
se non ci fosse l'aglio. Sapessi quanto fa bene l'aglio, caro Gianfranco.
Lo
so benissimo, perché lo uso dappertutto anch'io.
Allora
andiamo d'accordo (risata).
C'è
un angolo di Roma a cui lei è affezionato?
Amo
ogni angolo di Roma, perché è una città molto bella, come dicevo prima. Come
fai a dire che quella zona è più bella di quell'altra. Ogni angolo ha la sua
caratteristica ed è bello proprio per questo. C'è da dire che il centro
storico ha una marcia in più.
Come
mai non abita più a Roma?
Ho
abitato a Roma e adesso sto in campagna. Abito in un posto magnifico dove
intorno non ho nemmeno una casa. Ecco perché ho scelto di abitare in campagna e
poi perché alla mia età ho bisogno di stare un po' tranquillo e respirare un
po' di aria buona, pulita. A Roma ho abitato nella mitica via Veneto, quella
della famosa "Dolce Vita", di Federico Fellini. Abitavo in una camera
che mi affittava una ex cantante lirica, sposata con un direttore d'orchestra.
Nello stesso appartamento questa coppia aveva affittato tre camere, in una c'ero
io, in un'altra c'era la contessa Camerini e poi nella terza c'era una
costumista che lavorava a Cinecittà. Ognuno aveva la camera sua.
Come
trova i romani?
Penso
che giudicare i romani sia sbagliato. E' il modo di essere dell'uomo, che poi
vale per tutti, che va giudicato. Non c'è Roma o Milano, c'è solo il modo di
essere, di comportarsi dell'uomo che deve lavorare, avere a che fare con il
prossimo e tirare a campare.
Facendo
il cantante viveva più la Roma by night, giusto?
Era
bellissima girarla a piedi, di notte, Roma. Via Veneto era un salotto, il
salotto buono di Roma, una vetrina o meglio un biglietto da visita per chi
veniva a Roma la prima volta.. Ricordo che era piena di giornalisti a caccia di
scoop e di paparazzi pronti ad immortalare qualche scandaluccio, qualche
scappatella. Personalmente di questi attori non me ne fregava niente, però
c'erano molti curiosi che incuriositi stavano lì per ore a vedere questo via
vai di Vip. Io allora abitavo a Roma perché avevo bisogno di lavorare nei Night
Club. A Roma c'ho lavorato tanto e Roma mi ha dato da vivere e per questo la
ringrazio.
Quale
locale ricorda con molta nostalgia?
Lavoravo
molto alla Rupe Tarpea ed è questo il locale che ho nel cuore. Quanti
ricordi e quanti amori ho visto sbocciare.
Roma
per lei è la città più bella del mondo?
Non
posso dirlo, anche perché io non ho visto tutto il mondo ( risata ). Posso dire
che è bella e sfido chiunque a dire il contrario. Qui ho vissuto
parecchio e l' ho apprezzata parecchio. Ci amiamo a vicenda.
Qual
è
stata la sua più gran soddisfazione artistica?
Per
me è sempre valido il fatto dell' incontro con il pubblico. Solo allora
provo veramente una grande soddisfazione perché guardo in faccia chi mi
apprezza. E nella vita ne ho avute parecchie.
Ha
avuto anche qualche delusione?
Delusioni?
Ma se non so nemmeno il significato di questa parola (risata).
Hanno
scritto cattiverie su di lei o solo lodi e apprezzamenti?
Non
lo so. Per me possono scrivere di bello e di brutto o quello che vogliono. Loro
lo scrivono sui giornale e quando io leggo la notizia scrollo la testa e tutto
finisce lì. Non porto rancore e poi ognuno la pensa come vuole.
Ma
un complimento sincero l'avrà avuto sicuramente, dico bene?
Non
lo so, anche perché ci credo nel fatto del complimento. Sono sempre quelle cose
che devono dire per una serie di circostanze. E' chiaro che se sei in diretta Tv
ti dicano che sei bravo e ti facciano dei complimenti per la tua carriera. A
volte un complimento può essere una ruffianata. E' più facile che il
complimento più sincero ti venga fatto da una persona che incontri per strada.
Io, per il carattere che ho, quando sento un complimento sto sull'attenti, perché
non so mai cosa ci sia dietro quelle frasi mielose. Sono "sordo" a
critiche e complimenti, tanto io so quello che valgo.
Com'è
nata la passione per lo spettacolo?
Non
ho parenti che facevano i cantanti, l'unica cosa che ricordo è che mia madre,
Cosima Maggio, amava moltissimo la musica e che provava a suonare la chitarra. E
poi aveva sempre degli amici, musicisti del paese, che venivano la sera a
trovarci e in allegria si finiva sempre per suonare e cantare. Io sono rimasto
molto attaccato a queste serate "musicali".
Quando
non canta quali sono i suoi passatempi preferiti?
Non
ho nessun hobby. Faccio solo delle lunghe passeggiate, specialmente al mattino
presto, quando c'è un'aria pulitissima e salubre.
Mi
racconta come ha risolto il suo problema con la balbuzia?
Fin
da ragazzo ero balbuziente. Per cancellare questo difetto, dietro consiglio di
un dottore, ho dovuto leggere ad alta voce, davanti allo specchio di casa, per
cancellarlo.
Che
rapporto ha con la Fede?
Con
la Fede? Quell'anello che si mettono nel dito anulare, un lui e una lei e che
poi si sposano (risata)? Io non so cosa dire sulla Fede. Sono tutte cose che
sicuramente ci saranno. Io penso che ognuno di noi se riesce ad andare fino in
fondo, senza fare niente di male e senza dire cattiverie va in Paradiso.
Tutto qui.
Un
domani come vorrebbe essere ricordato?
Quando
uno riesce ad andarsene via e viene cancellato dai ricordi, perché non ne
parlano più, va benissimo. Nel mio caso va bene così e come dice il
proverbio:" Chi si accontenta, gode!".
Progetti?
Ogni
tanto vengo invitato a qual che trasmissione come ospite e con il mio gruppo di
musicisti facciamo un po' di musica. Non ho progetti particolari, caro
Gianfranco. Ormai vivo alla giornata e se mi chiamano va bene altrimenti me ne
sto a casa tranquillo e beato.
Vuole
ringraziare qualcuno in particolare?
Vorrei
ringraziare un po' tutti e tutte, cioè l'essere umano in generale. Quelli che
mi apprezzano e non. Ciao Gianfranco e salutami i "Trentatre trentini che
andarono per le vie di Trento tutti e trentatre trotterellando....".