Nicola Previti (illusionista)
Molveno (Tn) 12.7.2023
Intervista di Gianfranco
Gramola
“Gli inconvenienti sono sempre dietro
l’angolo. Il mago deve avere quella dote
di saper camuffare l’eventuale errore, improvvisando. Solo questo rende
l’artista bravo da un’artista meno bravo”
Si occupa di spettacoli di illusionismo e
magia da oltre 20 anni. Ha avuto il piacere di esibirsi per moltissime aziende
prestigiose in occasione dei loro meeting aziendali e cene di gala. Si è
esibito presso i più lussuosi locali nazionali ed internazionali, teatri,
hotels, ristoranti, piano bar, casinò, navi da crociera, resort e studi
televisivi. E’in grado di creare spettacoli di magia, molto coinvolgenti, e di
forte impatto visivo. Il suo spettacolo di magia è cucito su misura,
completamente personalizzabile in base alle esigenze del cliente, siano esse di
spazio o di tempo. Può studiare degli effetti magici originali, per esempio per
lanciare un nuovo prodotto nel mercato. Può offrire differenti forme di
spettacolo che si possono adattare a tutte le locations e ad ogni evento, dal
semplice intrattenimento in occasione di un matrimonio, fino al grande evento.
Lui rende magico ogni evento!!!
Intervista
Come ti definisci, mago, prestigiatore o
illusionista?
In realtà sono molto simili le definizioni
che mi hai appena elencato. Mago è per tutti la figura che è poi l’archetipo
dell’artista, poi in realtà la nostra arte si divide fra prestigiatori e
illusionisti e ultimamente vanno di moda anche i mentalisti.
Come ti sei avvicinato a questa arte?
All’età di 7 anni mi fu regalata la
scatola del Grande Mago e da lì è nata una grande passione che si è
trasformata nel corso degli anni in una professione. Ho continuato gli studi
universitari e una volta finita la scuola ho capito che quello che avevo
studiato non mi piaceva, non risuonava nel mio DNA e ho deciso di intraprendere
la carriera dell’illusionista.
Hai mai pensato ad un nome d’arte?
L’avevo ed era Watson, perché mi ricordavo
“elementare Watson”, quello di Sherlock Holmes . In realtà con il passare
del tempo, mi sono reso conto che però Watson poteva essere non dico un
diminutivo, ma quanto meno non essere capito cos’era, anche non moderno, perché
un tempo si usavano i nomi d’arte, vedi Silvan, il mago Alexander e tutta una
serie di persone che usavano il nome d’arte. Poi negli ultimi 30 anni tutti i
grandi maghi come David Copperfield, penso a Lance Burton hanno usato il loro
nome e cognome, non d’arte, come anche i cantanti ora usano il nome e cognome.
I tuoi genitori come hanno preso la tua
scelta di dedicarti alla magia?
All’inizio è stata una scelta non
condivisa, soprattutto da papà, perché lui mi avrebbe voluto con il posto
fisso, il posto in banca e non comprendeva il mio lavoro, però poi sono
diventati dei fan sfegatati del loro figlio che era riuscito a realizzare il suo
sogno.
Hai mai avuto degli inconvenienti durante
una esibizione?
Gli inconvenienti sono sempre dietro
l’angolo. Il mago deve avere quella dote
di saper camuffare l’eventuale errore, improvvisando. Solo questo rende
l’artista bravo da un’artista meno bravo, ossia deve avere la capacità di
far fronte ad un inconveniente, di saperlo cogliere e saperlo trasformare in
qualcosa di spiritoso e divertente che possa fare show e quindi divertire il
pubblico.
Esistono in Italia delle scuole di magia?
Si, esistono. Non esistono le scuole come le
immaginiamo noi, però ci sono dei club a livello regionale. Il club più
vecchio è il Club Magico Italiano, nato
e fondato nel 1952 a Treviso, città in cui vivo. Nel ’52 nasce questa
congregazione di pochi maghi, che quest’anno hanno celebrato il 71°
anniversario e che è diventato il
club più importante a livello nazionale. Ce ne sono altri ma non così
importanti come il Club magico Italiano. Esistono delle delegazioni regionali,
quella veneta ad esempio è a Monselice, in Trentino Alto Adige è a Bolzano e
in ogni regione appunto c’è una delegazione. Io nel 2013 per la prima volta
ho riportato in auge, dopo 70 anni di assenza, il Club Magico Italiano, di cui
ora sono il presidente da dieci anni.
Il mondo della magia è un mondo
prevalentemente maschile?
E’ prevalentemente maschile ma forse in
realtà l’archetipo del mago è riconducibile al santone, al medium, al
sacerdote che invocava gli spiriti, a quello che aveva questi poteri ed era
prevalentemente una figura maschile. Poi ci sono delle realtà anche in Italia
di qualche brava illusionista donna, ma si possono contare su una mano.
Con i tuoi
spettacoli hai girato mezzo mondo. Qual è il pubblico più caldo, più
attento nei tuoi spettacoli?
Il pubblico americano è il più attento e
con la voglia di divertirsi e non si pone in contrasto con l’artista, ma vuole
farsi illudere, vuole divertirsi e quindi non va a cercare di scoprire il
trucco, ma assapora quello che è lo show.
Hai mai usato la tua arte per conquistare
una ragazza?
Assolutamente si, certo che si (risata).
Illuderla e farla innamorare anche di questa arte misteriosa.
Hai mai lavorato per solidarietà?
Si, una volta all’anno mi capita di
decidere su varie proposte che mi arrivano, di devolvere o il ricavato di uno
spettacolo o di lavorare in maniera gratuita per delle cause nobili. Per esempio
mi ricordo quando c’è stato il disastro del Vaia, in Veneto, che ha divelto
milioni di alberi, ho lavorato per diverse pro loco per raccogliere fondi per
poi piantumare nuovi alberi. Ho lavorato anche per gli alluvionati e per i
disabili. Non ne faccio tanti, non li sponsorizzo, perché non mi va di
sbandierare le cose per solidarietà, le voglio fare in maniera silenziosa, però
sono molto attento a queste cose.
Quali sono le tue ambizioni?
Non ho ambizioni, perché ho avuto la fortuna
di avere una bella carriera che continua tutt’oggi, quindi non aspiro a
qualcosa di più ma aspiro al fatto che nel mio spettacolo, il mio pubblico
possa spegnere il cervello dalla quotidianità e di entrare nel mio magico mondo
e vivere per un paio di ore delle emozioni.
Un sogno artistico?
Un mio sogno potrebbe essere quello di andare
a lavorare a Las Vegas, che è un po’ il sogno di tutti gli artisti, perché
sappiamo che Las Vegas è il non plus ultra per lo show business.
Oltre al tuo lavoro, curi delle passioni
nella vita?
Si, ne ho tante. Dal subacqueo, mi piacciono
gli aquiloni, mi piacciono i droni e tutto ciò che vola, non so per quale
motivo (risata). Ho diverse passioni, come quella di montaggio video e quindi
non mi faccio mancare niente. Non so cos’è la noia e poi sono curioso di mio
e cerco sempre di capire, di andare ad analizzare e approfondire
quello che sta accadendo intorno a noi.