Patrizia Deitos (cantante e modella) Rimini
20.9.2009
Intervista di Gianfranco Gramola
Una
sirena bionda, sensibile ed elegante, che viene dall’Adriatico
Patrizia
Deitos è stata una supermodella di Rimini che ha sfilato su molte delle più
importanti passerelle internazionali. Tra i suoi suoi marchi preferiti risultano
però Krizia, Ferrè, Missoni, Mila
Schon, Raffaella Curiel, La Perla, Parah. L’occasione per entrare nel mondo
della moda non è stata solo dovuta ai suoi 182 cm di altezza ma ad una fortuita
coincidenza che l’ha portata a soli 17 anni a trovarsi all’Embassy, noto
locale di Rimini, dove si svolgevano le ultime selezioni per Miss Cinema Rimini.
Invitata a partecipare, la sera stessa si aggiudica la fascia. Le si apre quindi
la porta per Miss Italia ma il suo carattere schivo e riservato la spinge a
rinunciare per evitare le selezioni di rito. Quella fascia le consente però di
partecipare direttamente ad una sola, quella di Miss Romagna. Questo la
convince. Partecipa e vince ancora una volta. Quindi con il titolo di Miss
Romagna accede direttamente alla finalissima di Salsomaggiore dove si classifica
al terzo posto. Peraltro vince pure la fascia nazionale di Miss Sorriso.
Nonostante tutto questo, la sua coerenza la
porta a decidere di concludere regolarmente, come nulla fosse accaduto, gli
ultimi 2 anni di Liceo Scientifico. Solo dopo avere conseguito la maturità
accetta le offerte più importanti ed inizia quindi la fortunata carriera. Il
che non le impedisce però di iscriversi alla facoltà di Lettere e Filosofia
presso l’Università di Bologna, alternando studio e sfilate, fino a
conseguire la Laurea con Lode in Storia Medievale. Ma la sua grande passione
resta sempre il canto che inizia a studiare dall’età di 14 anni.
Giovanissima, è stata finalista al Concorso di Castrocaro e all’Accademia
della Canzone di Sanremo. Si esibisce, grazie ai contatti con la moda
internazionale, più all’estero che in Italia il cui mercato non le è mai
interessato. Più volte dichiara su
testate giornalistiche straniere di considerarlo provinciale, assai poco
interessante e basato su logiche anti-meritocratiche. Si crea perciò un suo
pubblico di nicchia. Canta con l’Orchestra di Demo Morselli, si esibisce con i
Platters e i Gipsy King, apre i concerti italiani di Dionne Worwick, viene
invitata ad esibirsi al Festival della Pubblicità di Cannes e continua ad
alternare il canto e la moda, prediligendo sempre il mercato estero. Il terzo
posto a Miss Italia è un ricordo lontano dal quale si vuole staccare
definitivamente per evitare gli inevitabili e facili etichettamenti italiani.
Non dimentica comunque le origini e, per riconoscenza, accetta di essere ospite
in qualità di cantante, alla serata finale di Miss Italia su RaiUno qualche
anno fa, in un “medley” arrangiato per l’occasione da Fabio Frizzi,
apprezzato compositore di colonne sonore cinematografiche e fratello di
Fabrizio. E’ stata più volte chiamata a presentare importanti manifestazioni
internazionali per la sua ottima conoscenza della lingua inglese. Ancora una
volta sempre più Estero e sempre meno Italia....
Ha
detto:
- Il
mondo dello spettacolo italiano è l'assoluta negazione della meritocrazia.
Nonostante questo io ho avuto la fortuna di lavorare con artisti bravissimi e
super preparati. Rimane comunque cosa assai rara. Mi colpisce sempre di
più il provincialismo che diventa ogni giorno più bieco.
- La
bellezza ha un problemino: non dura in eterno.
-
Miss Italia? Mah....
Avevo
17 anni, un po' per gioco mi hanno convinta a partecipare. All'epoca l'atmosfera
di questi concorsi era decisamente più tranquilla, rispetto ad ora.
- La
storia medievale è un amore che parte dal liceo e non mi ha mai abbandonata,
grazie anche agli splendidi insegnanti che ho avuto.
Curiosità
-
E’ laureata con lode in Storia Medievale presso Facoltà di Lettere e
Filosofia a Bologna.
-
Patrizia Deitos, un metro e 82 di fascino biondo, si è classificata terza a
Miss Italia, col titolo di Miss Sorriso.
Intervista
La
prima volta che ho incontrato la bella Patrizia Deitos è stato ad Andalo
(Trento), durante la registrazione delle puntate “Mi gioco la TV”. Era l’8
settembre 2009 e la bella stangona bionda doveva cantare un paio di canzoni
all’interno del programma. Oltre al fisico statuario (1 metro e 82), mi ha
colpito molto la sua voce calda, intonata e professionale. Una ragazza che farà
sicuramente strada e che avrà tante soddisfazioni nel suo lavoro.
Sono
tanti anni che lavori nel mondo dello spettacolo. Ricordi il tuo debutto?
Certo,
ovviamente con Miss Italia. Come ho avuto modo di dire più volte, un concorso
meno competitivo e meno agguerrito. Decisamente una cosa molto più serena, un
biglietto da visita che mi ha poi
consentito di entrare a lavorare nell’agenzia di Riccardo Gay di Milano; da lì
è iniziato tutto: pret a porter, alta moda, servizi fotografici e via dicendo.
Ma
i tuoi genitori che futuro desideravano per te?
Qualsiasi
strada avessi scelto, per loro sarebbe andata bene, purché
la seguissi con impegno e fossi felice.
C’è
qualcuno dei tuoi che lavora nello spettacolo e in qualche modo ti ha
influenzato?
Influenzato
più di tanto no, anche se sono cresciuta in un ambiente nel quale la musica era
predominante; mio zio è un jazzista e mio nonno un orchestrale.
Hai
mai pensato ad un nome d’arte?
No!
Perché ho un cognome talmente strano che sembra già un nome d’arte. Il mio
cognome è di origini venete, quindi con la finale in consonante. Questo cognome
un po’ strano, è colpa del mio bisnonno (risata).
Sei
una ragazza molto bella e simpatica. Ricevi tanti complimenti?
Onestamente
non mi sono mai curata dei
complimenti. A volte addirittura mi infastidiscono. A parte quelli che
riguardano il settore della musica. A quelli rivolgo particolare attenzione.
Una
critica che ti ha dato fastidio?
In
teoria le critiche non dovrebbero mai dare fastidio perché aiutano a crescere.
E' evidente poi che c'è critica e critica. Io sono stata abbastanza
fortunata perché chi mi ha criticata su cose artistiche, lo ha fatto solamente
perché voleva che io migliorassi e quindi ho sempre preso la cosa in maniera
positiva.
Quali
erano i tuoi idoli da ragazzina?
Ti
dico la verità, Gianfranco… non ne ho mai avuti. Nel senso che non mi sono
mai voluta specchiare in certi personaggi particolari. A me interessava solo
studiare. Per quanto riguarda poi i modelli che offrono i mass media, e in
particolar modo la televisione dei nostri giorni, li trovo addirittura
agghiaccianti. Non parliamo poi del ruolo spesso imposto alle donne, che trovo
oltremodo svilente.
Ti
sei mai cimentata come attrice?
Ma
si! Ho fatto una fiction, prodotta da alcuni amici miei, autori di Milano… una
fiction satirica. Mi sono divertita molto; ha anche partecipato al Roma Fiction
Fest. In passato ho fatto anche qualcosa in teatro, peccato non aver avuto tempo
di coltivarlo di più perché era davvero appassionante.
Ad
Andalo mi ha colpito molto il tuo modo di cantare.
La
canzone è il mio primo amore e il mio primo mestiere, poi... sai... la vita è
fatta di tante altre cose: ho finito l'Università per esempio, ho coltivato
tanti altri interessi personali.
Qual
è il tuo punto debole?
Mamma
mia...ne ho parecchi di talloni d’Achille (risata). Chi non ne ha?...No, non
te li dico, altrimenti te ne approfitti, Gianfranco.
Hai
un sassolino nelle scarpe?
No!
Sono abituata a dire sempre quello che penso e quindi non ho sassolini nelle
scarpe, te lo giuro. Cammino benissimo (risata). Nella vita ho fatto cose che mi piacevano sia nel campo del
lavoro che nel campo dello studio, quindi posso già ritenermi fortunata, visti
i tempi che stiamo attraversando. Non ho mai incontrato delle persone che mi
abbiano fatto sgarbi particolarmente grossi, per esempio. O forse sono stata
brava a schivarli (risata). Qualcuno dice che li allontano con il DDT (risata).
Tutti
hanno un sogno nel cassetto. Il tuo qual è?
Con
i tempi che corrono e con questa umanità allo sbando, i sogni e i cassetti mi
sembrano un po' fuori moda. Però posso dirti che sono dispiaciuta di non aver
potuto coltivare la recitazione perché è un settore che mi ha sempre
appassionata molto. Ma la vita è fatta di scelte... anche se non credo che
tutti i treni siano già passati.
Parliamo
un po’ di Roma. Quando ci sei stata la prima volta?
La
prima volta è stata in vacanza con la mia famiglia, da ragazzina. Ricordo che
siamo rimasti letteralmente affascinati da
Roma. A parte la città, che è veramente unica, ci ha fatto impazzire il
cibo. Mamma mia, come si mangia bene!... che meraviglia l'amatriciana (risata).
Questo è il ricordo di quella prima vacanza. Tanti monumenti, piazze, chiese e
tanti ristoranti (risata). Poi a Roma ci sono tornata tante di quelle volte
anche per lavoro... Ho proprio un
amore esagerato per questa città. Ogni volta che ci torno mi sembra di andare
in vacanza, in gita... o perlomeno il mio approccio è quello!
Adesso,
pensando a Roma, cosa ti manca di questa città?
Mi
manca quell’aria che si respira e quel clima meraviglioso. Ogni volta che mi
trovo a Roma, mi sembra di essere su una Vespa, in “Vacanze Romane”. Provo
una sensazione bellissima. Quando vado a lavorare a Milano, il mio primo
pensiero è: ”Quando prendo il primo treno per Rimini?” (risata). Quando
invece vado a lavorare a Roma cerco in ogni modo di allungare il periodo in cui
sto nella capitale, per fare due passi in mezzo alla storia e alle bellezze di
questa meravigliosa città. Roma è proprio la città in cui vivrei volentieri.
Insomma
tradiresti la tua Rimini per andare a vivere a Roma, da quello che ho capito.
Si!
Anzi, farei sei mesi e sei mesi, per non fare torti (risata).
Con
i romani come ti trovi?
Molto
bene, sono persone solari, schiette e sincere... e soprattutto dicono sempre
quello che pensano. Sdrammatizzano tutto e hanno sempre la battuta pronta. I
momenti più divertenti sono le chiacchierate con i tassisti, che ti danno
sempre il polso della situazione attuale in modo ironico e per nulla
superficiale, anzi, molto analitico.
Roma,
a parte le sue bellezze e la storia, per un’artista offre tante occasioni.
Decisamente!
Non a caso è la capitale! Il fermento artistico e culturale è uno dei più
interessanti d'Europa. Anche se a volte la loro filosofia di vita tende ad
un'eccessiva rilassatezza, soprattutto se paragonata all'iperattivismo milanese
e di altre capitali del nord Europa. Comunque, quando vado a Roma, ci vado
sempre molto volentieri. Davvero!