Roberta
Di Mario (pianista e compositrice) Parma 2.10.2019
Intervista di Gianfranco
Gramola
La musica? È vita, respiro, ossigeno e
urgenza. Un talent per pianisti e compositori? Sarebbe davvero fantastico.
Il
suo sito ufficiale è www.robertadimario.com
Personal Manager, Press
Office&Booking Clarissa D’Avena davena@redblue.it
Roberta
Di Mario, nata a Parma nel 1972, è una compositrice/pianista. Diplomata
con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore al Conservatorio di Parma,
oggi viene definita artista post/neo classica. Compositrice in un mondo di
compositori, non lascia nulla fuori dal suo mondo creativo: teatro, musical,
jazz, pop, ambient, soundtrack, elettronica creano in lei uno stile unico con
una particolare cifra distintiva. Debutta nel 2011 con il suo primo album Tra
il tempo e la distanza (Alfa Music), seguito nel 2014 da Lo
stato delle Cose (Irma Records) con la collaborazione del produttore
Pietro Cantarelli. Un doppio progetto che vede ben distinte le due anime
artistiche in due differenti cd: Songs (musica e parole) e A
Walk on the piano side (solo strumentale). Nello stesso anno compone Hands,
soundtrack per il film Vivere il mondo di Botero eseguita in
occasione della mostra internazionale di Botero in Italia e Giappone, e apre la
mostra di arte indiana alla Biennale di Venezia con India the reveald
mysteries. A dicembre 2016 è impegnata in una serie di concerti a New York
City ospite del Consolato italiano per l’evento Meet the new Italian
Music Artist in NY. Nel 2017 esce Illegacy, il suo ultimo album di inediti pubblicato con etichetta
Warner Music: dieci tracce che raccontano tanto di lei, ma soprattutto i suoi
ascolti e il suo modo di percepire la musica, in tutti i suoi universi sonori e
visivi. Il 2018 la vede impegnata in una serie di concerti di piano solo in giro
per l’Italia e l’Europa tra cui Bologna, Taormina, Arezzo, Milano,
Pantelleria e Düsseldorf, partecipa a Piano City Milano come pianista ufficiale
di Radio Monte Carlo, è ospite alla rassegna Il Tempo delle donne alla
Triennale di Milano e al Steinway Piano Festival a Cremona e
partecipa a Piano City Palermo. Scrive la soundtrack Valzer
in A Minor per l’operazione culturale Radici. Una testata online,
che vuole trattare il tema dell’immigrazione senza pregiudizi, con coraggio e
verità. Lo scorso dicembre il quotidiano Repubblica.it ha pubblicato
un'anteprima del video prodotto per questo brano. A maggio è uscito il singolo
intitolato “Leda and the Swan” che ha anticipato l’uscita del
nuovo Concept Album “Disarm” previsto
in autunno su etichetta Warner Music. Tra i suoi impegni recenti: la
partecipazione al Festival della Disobbedienza lo scorso aprile, l’anteprima
di PianocityMi 2019 il 16 Maggio (evento in collaborazione con Apple) e
l’esibizione sempre per PianocityMi il 18 maggio ai giardini della GAM.A
settembre 2019 la soundtrack “Valzer in A Minor” è stata scelta da Tiscali
per il nuovo spot dell’azienda.
Intervista
Il tuo
“Valzer in A Minor” è stato scelto per il nuovo spot di TISCALI ed è un
pezzo tratto dall’album in uscita “Disarm”.
Sono molto felice di questa operazione. Mi
hanno sempre detto che nel DNA della mia musica c’è qualcosa che somiglia al
cinema e al mondo dell’immagine. Mi auguro che lo spot Tiscali abbia
confermato questa cosa.
Com’è
nata la passione per la musica? Hai musicisti in famiglia?
In modo naturale, a 5 anni e non andavo
ancora a scuola. Ho imparato le note ancor prima delle lettere. Il mio trisnonno
era il maestro di pianoforte alla corte di Marialuigia.
Come ricordi
il debutto?
Il mio primo saggio, appunto a 5 anni. Sonatina
di Clementi, 4 pagine fitte di note. Per me però era tutto facile e naturale.
Cos’è per
te la musica?
È vita, respiro, ossigeno. E' urgenza.,
Compositori
preferiti? (o di riferimento)
Bach,
Debussy, Chopin, Bela Bartok, Jobim, Sting. Una vasta gamma di
colori insomma!
Ci sono dei
colleghi che stimi molto?
Si certo. E con loro, quando posso, mi
confronto e a vicenda ci sosteniamo. E che sono prettamente uomini;)
Nietzsche
diceva che la vita senza musica è un errore. Sei d’accordo?
Si, molto d’accordo. Senza musica, il
tempo è perso. Come senza l’amore.
Chi sono
stati i tuoi maestri?
Grandi maestri del Conservatorio dove mi sono
formata. E poi i dischi, i concerti, lo studio, la ricerca, la vita. Tutti
maestri che mi hanno permesso di essere quel che sono e di scrivere la musica
che scrivo.
Prima di
dedicarti completamente alla musica , hai fatto altri lavori?
Ho sempre vissuto di musica.
Quante ore
al giorno dedichi alla musica?
Dipende dai giorni e dalle situazioni. Cerco
però di fare pratica qualche ora, tutti i giorni che mi è possibile. Non si
finisce mai di migliorare.
La musica
basta sentirla o bisogna anche capirla?
Ascoltarla. Con il cuore.
L’ambiente
dove vivi influenza il tuo estro artistico?
Si certo, e anche i viaggi, importanti
passaggi di crescita e ispirazione.
Un talent
per pianisti e compositori come lo vedresti?
Sarebbe davvero fantastico.
Tu suoni in
giro per l’Italia e in Europa. Qual è il pubblico che ti da più
soddisfazione?
Devo dire che ogni pubblico è calorosissimo.
Forse riesco ad instaurare un dialogo emotivo forte, che si onora con la musica.
Ho letto che
sei molto attiva anche nei progetti solidali. Mi racconti dell’iniziativa
“Note solidali”?
Un progetto benefico supportato dal brand
Caractère, che mi veste e crede in me. Insieme abbiamo fatto in modo che una
giovane ragazza pianista talentuosa della Civica di Milano potesse ricevere una
borsa di studio affinché fosse supportata negli studi per il raggiungimento di
obbiettivi musicali importanti. Insomma, donne che supportano le donne.
Temi più la
critica o il giudizio del pubblico?
Amo la critica se costruttiva, sia italiana
che estera. Non temo il giudizio del pubblico. L’importante è che se ne
parli.
Prima di
esibirti, hai un rito scaramantico, un portafortuna?
Respiro profondamente. E visualizzo luce e
positività.
Qual è il
momento della giornata più fertile per comporre?
L’ora del tramonto. Soprattutto quando
piove.
La musica può
essere anche una forma di preghiera?
È preghiera. La musica connette con
l’universo, il divino.
Hai ricevuto
numerosi premi. A quale sei più legato e perché?
Non ne ho uno in particolare. Ognuno racconta
qualcosa di importante. L’insieme racconta chi sono io.
Ad un
ragazzo che si avvicina alla musica, che consigli vorresti dare?
Di studiare tanto, ma di non nascondere mai
la parte più creativa e vera del proprio io. L’estro è fondamentale.