Rosanna Schiaffino (attrice) Cortina D’Ampezzo (Belluno) 16.8.1998
Intervista di Gianfranco Gramola
Un bellissima attrice, con simpatie per
Alleanza Nazionale
Omaggio all'artista, scomparsa il 17 ottobre
del 2009
Nata a Genova il 25
novembre 1938, dopo essere stata cover girl di importanti riviste come “Le
Ore” e “Life”, debutta nel cinema con “Totò, lascia o raddoppia?”
(Camillo Mastrocinque, 1956). Non ancora ventenne si misura con un ruolo
drammatico (La sfida, Francesco Rosi, 1958), imponendosi presto come una delle
giovani attrici più promettenti del cinema italiano. Bruna e avvenente, tipica
bellezza mediterranea, l'anno dopo accompagna le imprese notturne di tre giovani
sbandati (La notte brava, Mauro Bolognini, 1959), insieme ad altre incantevoli
protagoniste femminili: Anna Maria Ferrero, Antonella Lualdi, Elsa Martinelli.
Per il lancio del film vengono tutte immortalate dal press-agent Enrico
Lucherini mentre escono grondanti e molto sexy dal mare di Fregene. Una foto
pubblicitaria che fa molto effetto negli anni in cui i rotocalchi fanno a gara
per accaparrarsi l'esclusiva di divi, stelline e personaggi più in vista della
“dolce vita “. Love story formato telenovela, indiscrezioni, amene curiosità.
Nell'ambiente del cinema tutti conoscono la sua infaticabile mamma, la signora
Yasmine, che l'accompagna costantemente sui set. La prima che ha avuto cieca
fiducia nelle possibilità artistiche della figlia. Dopo essere stata sotto
contratto con Franco Cristaldi, raggiunge i traguardi più importanti della
carriera grazie al produttore Alfredo Bini, che sposa nel 1963 e dal quale avrà
una figlia. Nei primi anni '60 diventa l'eroina di tanti film in costume o
mitologici, mentre colleziona un altro bagno, stavolta ad opera del grande
Vincente Minnelli. Sotto gli occhi di Kirk Douglas, si butta in mare da una
barca dopo aver dato un bacio a George Hamilton (Due settimane in un'altra città,
1962). Con Roberto Rossellini è protagonista di “Illibatezza” e
successivamente recita ancora a fianco di Totò. Ne “La mandragola” (Alberto
Lattuada, 1965), lui è Fra' Timoteo e lei Madonna Lucrezia, giovane moglie
pronta a tutto pur di avere un figlio. Anche a ricorrere ad un’erba magica per
rimanere incinta e a giacere con un uomo diverso dal marito. Particolarmente
attiva anche all'estero, partecipa a film di produzione francese, inglese e
americana. Ancora costumi per un film sui corsari (L'avventuriero, Terence Young,
1967), o per stare nelle vicinanze di un Maximilian Schell versione “Simon
Bolivar” (Alessandro Blasetti, 1969). In seguito compare in alcuni film
commerciali e dalla seconda metà degli anni '70 dirada notevolmente la sua
attività. Nel 1980 divorzia da Bini e nel 1982 sposa l'industriale Giorgio
Falck, padre del suo secondo figlio. Dopo essersi completamente ritirata dalle
scene, torna a far parlare di sé in occasione della burrascosa separazione da
Falck. Ha ricevuto la Targa d'oro
al David di Donatello 1966.
Filmografia:
Totò, lascia o raddoppia (1956) - Orlando e
i Paladini di Francia (1956) - La sfida (1958) - Il vendicatore (1959) - Un
ettaro di cielo (1959) - La notte brava (1959) -Ferdinando I, re di Napoli
(1959) - Le schiave bianche (Le bal des espions) (1960) -
L’onorata società (1961) - Lafayette, una spada per due bandiere (La
Fayette) (1961) - Teseo contro il minotauro (1961) - La congiura dei potenti (
Le miracle des loups) (1961) - Il ratto delle sabine (1961) - I briganti
italiani (1962) - Il delitto non paga (Le crime ne paie pas) (1962) - Due
settimane in un’altra città (Two Weeks in Another Town) (1962) - Donne senza
paradiso (Axel Munthe - Der Arzt von San Michele) (1962) - La corruzione (1963)
- Ro.Go.Pa.G. (1963) - I vincitori (The Victors) (1963) - Le lunghe navi (The
Long Ships) (1964) - Sette contro la morte (1964) - A 009 Missione Hong Kong (Das
geheimnis der drei Dschunken) (1965) - La Mandragola (1965) - La strega in amore
(1966) - Er Greco (1966) - Arrivederci, Baby! (Drop Dead Darling) (1966) -
L’avventuriero (1967) - Violenza
per una monaca (Encrucijada para una monja) (1967) - Scacco alla regina (1969) -
Simon Bolivar (Simón Bolívar) (1969) - La betìa, ovvero in amore per ogni
gaudenza ci vuole sofferenza (1971) - Sette volte al giorno (7 fois... par jour)
(1971) - Trastevere (1971) - Il magnate (1973) - Lo chiamavano Mezzogiorno (Un
hombre llamado Noon) (1973) - Gli eroi (1973) - Il testimone deve tacere (1974)
- Cagliostro (1974) - L’assassino ha riservato nove poltrone (1974) - Ettore
lo fusto (1974) - Commissariato di notturna (1974) - La trastienda (1975) - La
ragazza dalla pelle di corallo (1976) - Don Giovanni in Sicilia (1977) Miniserie
TV.
Ha detto:
- Mi sono buttata dentro la vita di Giorgio
Falk senza ritegno. Non sono mai stata 48 ore senza di lui. Lo seguivo
dappertutto.
- Ho accettato di fare la madrina di An,
perché condivido molto dei valori e degli ideali di quel partito.
Curiosità
- Si è sposata due volte. Dal primo marito
Alfredo Bini, ha avuto Annabella e dal secondo marito, Giorgio Falk, ha avuto
Guido.
- La madre Gelsomina, si faceva chiamare
Jasmine, perché era di origine indiana.
- Dopo
anni di litigi, ha ottenuto dall’ex marito Giorgio Falk, la villa di Cortina
D’Ampezzo e la casa milanese (1200 metri quadri) di via Tamburini.
Intervista
E' nella sua bella villa di Cortina e
si sta godendo il fresco all'ombra delle Dolomiti. E' disponibile e simpatica.
Tu non sei romana! Quando sei arrivata a
Roma?
Io sono arrivata a Roma che avevo 14 anni e
sono rimasta lì per parecchio tempo. Dopo mi sono sposata a Milano, la seconda
volta, e mi sono stabilita a Milano, quindi mi sono mossa da Roma una ventina
d’anni fa.
Come ricordi l’impatto con la capitale
d’Italia?
E’ stato ottimo perché Roma è una città
straordinaria in fatto di bellezza, di cultura, di movimento, di gente di tutte
le razze, poi, soprattutto i romani sono delle persone molto aperte, molto
ospitali, cordiali. A Roma c’è sempre la casa aperta. Anche quando si fa un
cocktail, i romani sono molto meno selettivi che al nord. Sono abituati
probabilmente ad avere un passaggio di gente di tutti i tipi, di tutte le etnie.
Quindi sono molto aperti, diciamo, alle persone nuove, che arrivano. C’è proprio l’abitudine ad essere molto ospitali con le
persone che vengono da fuori. Se poi uno non ha un carattere chiuso e scontroso,
cosa che per fortuna io non ho, si trova a suo agio facilmente. Con Roma ho
avuto un impatto di cordialità e simpatia.
Come essere a casa propria, vero?
Direi di più, in un certo senso, perché io
venivo da Genova e Genova è una città molto chiusa. Si dice che i genovesi
sono tirchi ma secondo me lo sono più nei sentimenti che nel denaro, sono
chiusi nelle loro amicizie. Invece i romani sono molto aperti, l’amico nuovo
è come l’amico di sempre.
Quali sono state le tue abitazioni romane?
Sono arrivata e sono stata ai Parioli, a
viale Bruno Buozzi, poi sono stata all’Aventino e la maggior parte del tempo a
villa Miani, dove avevo questa bella villa davanti a monte Mario con un panorama
fantastico, perché si vedeva tutta Roma.
Quindi un bel panorama?
Si! Ma di panorami belli ne ho avuto tanti,
perché anche quando stavo sull’Aventino c’era un panorama straordinario.
Attualmente com’è il suo rapporto con
Roma?
E’ splendido, perché ti dico che quando io
arrivo a Roma, sbarco dall’aereo, sento il profumo di Fiumicino e mi viene
allegria. Quindi torno a Roma con grande gioia, da sempre.
E con la cucina romana?
Con la cucina romana un po’ meno. La trovo
un po’ grassa, da buona ligure sono abituata ai sapori legati alle erbe, agli
aromi, al basilico, e quindi meno entusiasta della cucina che di tutto il resto.
La cucina romana è troppo pesante, la pajata, la coda alla vaccinara. Non è
nemmeno una questione di dieta, è proprio una questione che a me non piacciono
questi piatti grassi, unti e soprattutto così sostanziosi. Mi piacciono di più
le cose leggere, sono abituata al buon pesto, all’olio buono della mia
Liguria.
C’è un angolo di Roma a cui sei
particolarmente legata?
Ti dirò che mi piace molto quella zona
dell’Avventino, sul colle, dove ho vissuto e dove ho dei bei ricordi.
Come ti sei trovata con i romani?
Qualche pregio l’ho già detto prima, cioè
sono molto vitali, molto ospitali, molto generosi e molto aperti all’amicizia.
Sono un pochino pesanti, come la loro cucina, alle volte. Nel loro modo di
esprimersi, a volte hanno qualche battuta un po’ troppo pesante. O tu li
conosci bene oppure ci resti male a qualche loro esternazione. Sono un po’
volgarotti, alle volte. Però quando cominci a capire qual è la loro filosofia
di vita e qual è la loro mentalità, alla fine ti integri in questa cosa. E’
un tipo di spirito al quale bisogna abituarsi in realtà. A parte questo, cioè
che alle volte possono essere un po’ scurrili, un po’ pesantucci, trovo nei
romani più cose positive che negative. Questa apertura, questa generosità,
questo essere “tutto core”mi piace. Mi diverte la parlata romanesca. Io ho
una figlia (Annabella) nata a Roma e un figlio nato a Milano, quindi c’è
quasi un derby in casa, Milan-Roma. (risata)
Se tu avessi la bacchetta magica cosa
faresti per Roma?
Una cosa banale ma classica, cercherei di
mettere a posto il traffico, ecco. Perché il grande handicap, il grande cruccio
di Roma e quello di non potersela più godere, tant’è vero che proprio adesso
mia figlia è tornata da un viaggio a Bali e quando è tornata è stata pochi
giorni a Roma e mi ha detto: “Mamma ti posso garantire che, essendo agosto e
non essendoci a Roma molta gente, in questi giorni non hai idea di cos’è
Roma”. Le ho risposto che so cos’è, perché ci ho vissuto a Roma, quando
era ancora vivibile. Il grosso problema di Roma sta proprio nel traffico. Questi
lungotevere così belli che sono
ormai un intasamento di macchine, un odore di scarico delle auto, sono
invivibili. Poi a Roma c’è un altro problema, quando piove si blocca tutto, i
sottopassaggi diventano piscine e non si circola più. La città in sé è
straordinaria, difatti è una delle città più belle del mondo e soprattutto ha
un clima particolare perché ha il mare vicino e lo smog viene un po’ attutito
dal ponentino che si presenta la sera. Forse a Roma è più evidente il problema
del traffico perché è talmente bella, in quanto una cosa più è bella e più
ti da fastidio se è rovinata mentre una cosa brutta se è rovinata non ti
infastidisce così tanto.
Nell’anno Santo ci vieni a Roma o no?
Io a Roma ci vengo spesso, molte volte
all’anno e non vedo perché non ci dovrei andare nell’anno del Giubileo,
anzi, non è che avrò particolari differenze, forse ci verrò più spesso. Io,
poi, avendo una figlia che ha una casa a Roma, ci vengo sempre volentieri.