Sabina Stilo (conduttrice e giornalista)
Roma 18.1.2019
Intervista di Gianfranco Gramola
Lavora da tre anni a Rai Radio Live, dove il
fine settimana conduce il programma “Questione
di Stilo”
“La mia ambizione? E’ quella di
raccontare sempre qualcosa di nuovo, raccontare me stessa attraverso i miei
programmi, farmi conoscere per quella che sono io veramente”
Sabina Stilo è nata a
Reggio
Calabria, il
21 aprile del 1968.
Ultima di tre figli, padre calabrese e madre veneta,
sin da piccola studia da mezzo soprano, e si dedica anche alla danza classica.
Diventa nota verso la fine degli anni
ottanta,
esordendo in televisione nel 1988 con
il programma televisivo Serata d'onore, condotto da Pippo
Baudo.
L'anno successivo ha partecipato al programma comico di seconda serata di Italia
1 Televiggiù, per
il quale ha cantato anche la sigla finale Uomini, e nell'autunno dello
stesso anno ha fatto parte del cast della trasmissione comica Emilio. Nell'estate del
1990 è stata protagonista su Canale
5 della
seconda edizione di Bellezze al bagno, versione Mediaset di Giochi
senza frontiere, al fianco di Marco Columbro. Nel
1991 ha condotto la versione invernale del varietà, Bellezze
sulla neve, sempre su Canale 5 e,
ancora affiancata da Columbro, insieme a Francesco Salvi e
Paolo Bonolis, ha
fatto parte dello spettacolo di capodanno dal titolo Evviva l'allegria.
Il 13 marzo 1992 ha
condotto la puntata zero del celebre varietà Mediaset La
sai l'ultima?. Nel frattempo ha partecipato al lancio di Telecinco in
Spagna e, nel 1992, ha
condotto Il
grande circo di Retequattro, per
il quale inciderà anche la sigla Canta con me.
Dopo questa conduzione, ha partecipato allo spettacolo teatrale Uomini
targati Eva ed ha preso parte come attrice alla fiction
La dottoressa Giò 2. Nel 1995 è
ritornata in Italia dopo un'intensa parentesi professionale in Spagna ed in
Cile, partecipando allo spettacolo Scanzonatissimo
Gran Casinò, dove
interpreta vari ruoli comici. Nel 1996 ha partecipato al varietà televisivo Mille
lire al mese, condotto da Pippo
Baudo e Giancarlo
Magalli, dal Teatro
delle Vittorie. Nel 2004 è stata una delle giornaliste del canale tematico Rai Utile. Nel
2010 ha condotto la rubrica sportiva Formula S su Rai Sport 1. Da
settembre 2017 conduce "Questioni di Stilo" , un programma di interviste a
personaggi del mondo della cultura, della moda e dello spettacolo, trasmesso dal
canale radiofonico Rai
Radio Live.
Intervista
A cosa stai lavorando Sabina?
Io lavoro ormai da tre anni a Rai Radio Live,
dove ho un mio programma che va in onda il sabato e la domenica alle 18.00 e che
si chiama “Questione di Stilo”. Nel programma
racconto un po’ i personaggi, le loro storie, le loro passioni attraverso la
musica. Quindi la musica fa da reunion, rispetto al vissuto personale del
personaggio. Raccolgo anche tanti fatti che accadono in Italia, ci sono tanti
avvenimenti importanti e manifestazioni che meritano di avere un minimo di
visibilità. Da un anno la domenica la dedico alle presentazioni di libri e
quindi ho il fine settimana sempre molto impegnato per la lettura di tutte le
ultime uscite. Sto parlando di canali Rai che sono sul web, Gianfranco. Da poco
ho iniziato un altro programma che si chiama “Ricordi di Stilo”, dove vado
un po’ indietro negli anni e cerco di estrapolare quelle che erano le
classifiche musicali dei vari periodi, degli anni in questione.
Ti trovi bene in radio?
Devo dire che in radio mi trovo molto bene,
Gianfranco. La considero un’oasi felice rispetto al panorama un po’
deludente televisivo che c’é. Tranne a delle
eccezioni, non è più la
televisione di quando ho iniziato io, che era una televisione molto di qualità,
basata sulla meritocrazia, sulla preparazione, non solo sull’improvvisazione.
Oggi grazie al web e ai social, con i suoi pro e contro, tutti fanno tutto,
tutti sono cantanti, tutto sono attori, tutti sono conduttori. Diciamo che
quello che fa spettacolo, rimane. Comunque la vera arte rimane la radio, dove se
piaci ti seguono, altrimenti cambiano canale. Anche la TV, però quella la vivi
in maniera più passiva, perché ti distrae la vista, mentre la radio devi solo
ascoltarla. Rimane poi il cinema, dove se
vuoi vedere un film paghi il biglietto e il teatro dove
il riscontro è di sera. Per il resto vedo un grande piattume. Io sto
bene qui in radio e cerco di portare avanti il mio lavoro. Certo mi dispiace
perché io nasco con un’arte, ce l’ho e l’ho studiata, non tutti sanno
cantare e ballare. Ballare ormai alla mia età non è il massimo (risata), mi
alleno ma non è quello. Però il canto, il musical e quello che facevo prima,
mi mancano. Mi manca il palcoscenico, però è chiaro che nella vita bisogna
anche avere il coraggio di sapersi evolvere, cambiare. L’importante è quello
di andare avanti. Quello che voglio trasmettere come messaggio, mai
scoraggiarsi, andare avanti, perché con un po’ di buona volontà,
un’alternativa la si trova sempre.
Quali sono le tua ambizioni?
Le ambizioni si devono avere, sempre. Sono la
carica che ci fanno andare avanti. Al giorno d’oggi, già riuscire a fare
quello che ti piace o realizzare un obiettivo, è soddisfare un’ambizione.
Purtroppo a volte ci si trova costretti a fare cose che non sempre vorresti fare
o che ami e desideri fare. La mia
ambizione è quella di raccontare sempre qualcosa di nuovo, raccontare me stessa
attraverso i miei programmi, farmi conoscere per quella che sono io veramente.
Poi c’è da dire che non sono più una ragazzina, ma una donna ed è logico
che le ambizioni cambiano. Una mia ambizione è stata quella di considerarmi una
mamma in grado di aver cresciuto due ragazze con principi, una mamma sempre
presente e sempre pronta a dare loro una parola giusta.
Le tue figlie hanno ambizioni
artistiche?
Loro due già lavorano, perché ce l’hanno
nel dna e quindi non potevo non trasmettere
l’arte. Amano ballare, studiano canto e danza e io ho fatto imparare
loro di tutto, perché nella vita non si sa mai. Può servire o no, però
è sempre un arricchimento dell’anima, perché
sono tutte espressioni artistiche bellissime. La grande si chiama Alice ed è
stata protagonista del film “Come un gatto in tangenziale”. Lei faceva la
figlia di Albanese. Ha avuto un’esperienza cinematografica bellissima, con due
grandi attori come Antonio Albanese e Paola Cortellesi. Sono stati tre mesi di
lavoro e di arricchimento importanti. Anche alla piccola piace molto recitare ed
è stata la bimba protagonista del film di Enzo Salvi “Din Don”, dove recita
anche il comico romano Maurizio Battista. Il film è andato in onda a Natale su
Italia1 ed è stato il film di Italia 1 più visto. Lei nel film fa un po’ la
birichina del paese. Per me Enzo Salvi è stato veramente una rivelazione, perché
è una persona straordinaria, una bella persona. Le mie figlie, tramite
me, hanno sempre respirato quest’atmosfera artistica e loro lo fanno con molta
passione. Poi mia figlia ha anche un canale
su You Tube, Alice Maselli, dove ha 60 mila iscritti che la seguono. Lei
manifesta un po’ i suoi sogni, fa
un po’ di scherzi alla sorella e
ogni tanto ci casco anch’io. Hanno questa passione ed è giusto che la portino
avanti, ovviamente con la giusta consapevolezza che sono ragazzine, che devono
studiare, che devono crescere. Poi si sa che nella vita si cambiano spesso idee,
gusti, ecc …
Hai dei rimpianti? Hai mai detto di no
a dei progetti artistici?
“No, non ricordi averlo mai detto, per il
semplice motivo che quando arriva una proposta di lavoro, devi solo dire di
“si”, perché sono talmente poche e c’è talmente tanta concorrenza che
dire di no è assurdo. Rimpianti no, ma
come dicevo prima mi dispiace che non ci sia più quel tipo di televisione e di
spettacoli. Perché erano proprio belli e ti tenevano incollati alla TV. Dietro
c’era un lavoro pazzesco, si lavorava veramente. Io avevo le ammaccature sulle
ginocchia per tutte le ore di prove che facevo, quando lavoravo con Gino Landi.
C’era tanta passione, tanto lavoro, con grandi autori, grandi artisti, grandi
conduttori. Io ho lavorato con tutti e quest’anno faccio 30 anni di lavoro nel
mondo dello spettacolo. Ho lavorato sia in Italia che all’estero. In Spagna e
in sud America, dove ho vissuto a lungo. L’unica cosa che mi manca e che ne ho
fatto poco purtroppo è il teatro. A me il teatro piace tantissimo e quello che
mi manca nel curriculum è un musical al teatro Sistina di Roma. Se mi chiedessi
un mio sogno, la risposta sarebbe un musical al Sistina, anche perché questo
teatro è il sogno, la meta dei
grandi personaggi e delle showgirl.
Il teatro di Garinei e Giovannini.
Esatto. Io ho avuto il piacere di conoscere
Pietro Garinei quando ero agli inizi. Mi propose un ruolo piccolo in un musical,
ma all’epoca ero molto impegnata in Spagna e purtroppo fui costretta a
rinunciare. Ero reduce da “Mille lire al mese” con Pippo Baudo e Giancarlo
Magalli. Effettivamente alla tua domande se ho detto dei “no”, uno l’ho
detto ed era quello a Garinei. Avevo due lavori nello stesso periodo e il dono
dell’ubiquità non ce l’ho (risata).
Fra colleghe hai trovato più complicità
o rivalità?
Complicità quasi mai. Lo dico sinceramente.
Io sono una ragazza che viene dal sud, cresciuta in un mondo ovattato, dove lì
c’è ancora il valore della famiglia, anche patriarcale e certi valori te li
porti dentro. Quando una collega aveva successo, io ero contenta per lei, non
ero una ragazza cresciuta con la gelosia o l’invidia. Quelli erano dei
sentimenti che non mi appartenevano e non mi appartengono ancora. Non ho avuto
lo stesso riscontro con tante colleghe che magari erano più “scafate” di
me. Però ho conosciuto delle belle persone, come Paola Saluzzi, una persona
straordinaria, un’amica e Paola Cortellesi, una persona perbene, ma ce ne sono
tante. Forse con una ragazza riconosco un po’ di complicità. Con Luana
Ravegnini con la quale abbiamo condotto insieme l’Italia sul Due estate. Con
tutto che eravamo due donne, forse siamo state le prime a condurre come coppia
di conduttrici in video, e con lei c’è stata molta complicità. Forse è
stata l’unica, perché Luana è veramente una ragazza sana, una ragazza
perbene che ama il suo lavoro. Quando fai le cose con lo spirito che ami quel
lavoro e lo vuoi portare avanti con chi ti circonda, si
dovrebbe creare naturalmente una certa complicità, anche se non sempre
è così.
Parliamo un po’ di Roma, Sabina.
Quando sei venuta a Roma e come ricordi l’impatto?
Venendo io da Reggio Calabria il mio impatto
con Roma è quello con una grandissima città. All’inizio l’idea di non
vedere il mare mi soffocava un po’. A
me mancava proprio l’orizzonte, lo sguardo, l’infinito. Quello mi mancava
proprio tanto, mi dava una sensazione di oppressione.
Tant’è vero che ogni tanto scappavo e mi rifugiavo
nei parchi bellissimi di Roma. Roma era bella, quando io ci sono venuta
avevo 18 anni, quindi ero giovanissima. All’inizio c’ho vissuto poco
perché mi sono trasferita a Milano e poi ho girato un po’ il mondo. Roma era
veramente bella ed è poi la città che ho scelto per
iniziare la mia vita di coppia. Purtroppo Roma adesso è in condizioni
bruttissime, pietose. Mi dispiace dirlo, ma non voglio assolutamente entrare nel
merito di polemiche politiche. Però è un peccato vedere la capitale del mondo
ridotta così, è vergognoso e non lo merita. Qui c’è la storia, l’arte, la
cultura e c’è poco rispetto per questa città che ha secoli da raccontare.
In che zone hai abitato?
Io ho girato un po’ tutta Roma, fino a
quando non ho trovato il mio luogo ideale, che stava all’Olgiata. Mi sono
trasferita poi in centro, vicino a via Giulia, poi sono stata verso l’Aurelia
e alla fine ho scoperto Monteverde che è secondo me un piccolo paradiso. Vicino
c’è villa Pamphili.
In quella zona abitano Carlo Verdone e
Luca Barbarossa.
E’ vero e ogni tanto li incrocio. Ma ci
vivono molti altri personaggi famosi.
Cosa ti da più fastidio di Roma?
Di Roma mi da fastidio la lentezza in tante
cosa, che un po’ è anche insita nelle abitudini dei romani. E’ tutto un
po’ troppo lento. Devo dire la verità io vivevo molto bene a Milano, perché
sentivo che c’era proprio vibrazione, era tutto più dinamico, con molta
puntualità. Io sono una molto puntuale e molto precisa …
A Roma essere puntuali è
quasi impossibile, perché è una città molto grande.
No, non è impossibile. Anche Milano è una
città grande, ma va detto che lì funzionano i mezzi, funzionano i trasporti,
funzionano le strade, funzionano i servizi. Quando la città funziona, diventa
tutto più facile. C’è da dire però che a Roma c’è sempre bel tempo,
abbiamo un clima invidiabile ed è bella.
La cucina ti ha conquistata?
A me piace mangiare, quindi qualsiasi cucina
per me va bene. Quella tipica romana è pesantuccia,
non è che mi piace tanto. Comunque in Italia ovunque vai si mangia bene. Tu sei
trentino e nella tua regione si mangia da Dio, Gianfranco. La polenta, i
formaggi, lo speck.