Samuel Peron (ballerino e insegnante di
ballo) Roma
30.4.2020
Intervista di Gianfranco Gramola
“Il mio idolo è sempre stato Michael
Jackson, perché è stato un innovatore, ha portato uno stile completamente
nuovo”
Samuel Peron è
nato a Marostica il 21 aprile del 1982. Comincia a danzare all'età di 4 anni. La sua formazione artistica spazia
dal liscio allo standard, dal latino-americano al funky, dalla danza
contemporanea a quella moderna. Diplomato all'Istituto d'arte si iscrive al
corso di laurea in Scienze motorie presso l'Università degli Studi di Padova;
conseguirà la laurea nel 2015. Nel 1991 partecipa allo show Sabato al circo
nel corpo di ballo di Cristina D'Avena e nel 1992 partecipa allo show Bravo
Bravissimo condotto da Mike Bongiorno. Nel 2001 si classifica terzo nel
campionato italiano amatori A1 danze latino americane. A partire dalla seconda
edizione del 2005,
partecipa ininterrottamente al programma Ballando con le stelle, in onda
su Rai 1, vincendo la quarta edizione in coppia con l'attrice Maria Elena
Vandone. Nella stagione 2005-2006 interpreta il ruolo di Cesàr nel
musical La febbre del sabato sera diretto da Massimo Romeo Piparo, già
produttore di Ballando con le stelle. Con la collega Natalia Titova è
protagonista dello spettacolo teatrale Tango d'amore... e nel 2012
riprende il tour di Tutto questo Danzando insieme ai ballerini di Ballando
con le stelle con il cantante e attore Mikee Introna. Nel 2013 compare
nell'episodio Senza scrupoli della serie televisiva Un caso di
coscienza 5 in onda su Rai 1. Nel 2014 debutta come scrittore con Senza
Tempo, una raccolta di racconti. Direttore e Fondatore della "Samuel
Peron Academy" a Venetico in provincia di Messina in Sicilia. Dal 2014
Peron è legato sentimentalmente alla modella Tania Bambaci,finalista di Miss
Italia 2010.
Intervista
Lei ha iniziato prestissimo con il
ballo. Com’è nata la passione?
I miei genitori amavano il ballo e io ero
molto timido e per superare la timidezza mi hanno iscritto ad una scuola di
ballo. Con il tempo hanno visto che avevo queste capacità, ma continuando nel
corso degli anni ho cominciato a sperimentare altri sport, come il pentathlon,
la pallacanestro, il nuoto, però alla fine sono rimasto attaccato al ballo.
I suoi idoli nel ballo?
Per me un idolo è sempre stato Michael
Jackson, perché è stato un innovatore, ha portato uno stile completamente
nuovo.
Prima di dedicarsi completamente al ballo,
ha fatto altri lavori?
Ho sempre studiato e mi sono laureato in
scienze motorie. Però da ragazzo ho sperimentato qualche lavoretto stagionale
estivo, come tutti i ragazzi che studiavano. Ho fatto il falegname e il
manovale. Poi mi sono sempre dedicato al ballo.
Nel suo lavoro è esigente?
Sono molto esigente e sono una persona che
chiede molto alla persona che sta vicino a me. In ambito lavorativo sono molto
ma molto esigente.
Corpo e mente, nel ballo c’è
connessione?
Assolutamente si. Non può esserci corpo se
non c’è la mente e non ci può essere mente se non c’è corpo, perché
quello che vuoi realmente con la testa, deve
avere il corpo pronto. Se il corpo non è pronto, la testa non può immaginare,
ma non può richiedere al corpo di esprimersi. C’è una correlazione molto
forte.
Nel mondo del ballo, c’è più
meritocrazia o raccomandazioni?
Nel mondo del ballo c’è la meritocrazia.
Forse varia in base a dove vivi. Nell’ambito, bene o male, devi far vedere
quello che vali, devi dimostrare quello che sei capace di fare. Non è
oggettivo, ma soggettivo. Il ballo è molto soggettivo perché non c’è un
parametro di giudizio ben dettagliato. Le raccomandazioni ci sono ovunque, in
tutti gli ambienti, però poi bisogna saper dimostrare quello che vali, quello
che sai fare.
Fra colleghi ha trovato più rivalità o
complicità?
Io sono uno che cerca di fare il suo
percorso, poi chi mi ama mi segua, quindi il rapporto con i colleghi è
relativo. Questo è un ambiente dove si varia molto, si è sempre molto dinamici
e di conseguenza spesso gli amici sono fuori da questo ambiente.
Quante ore al giorno dedica al ballo?
In questo momento di quarantena, poche perché
essendo chiuso in casa, ho molte difficoltà. Però a prescindere che io sia in
quarantena, sto portando avanti un progetto che si chiama “Ballando a casa”.
Siamo due coppie, io con la mia ragazza e Samantha Togni e suo marito. Ogni
domenica facciamo una sfida in diretta su instagram, dove ci sfidiamo con un
ballo. Comunque al ballo dedico gran parte della giornata, perché tra
prepararmi, allenarmi, andare in palestra per tenermi in forma, tra insegnare,
fare stage, praticamente quasi tutto il giorno. Fa conto il lavoro di un operai
che fa 8-10 ore, con il ballo è la stessa cosa.
Qual è il segreto del suo successo?
Ho ottenuto grandissimi risultati, non posso
negarlo. Ma parlare di successo per me è ancora troppo presto. Sono in una
situazione dove sono riuscito a realizzare una realtà con il tempo dove ho
avuto una certa visibilità. Però secondo me il successo si ottiene negli anni,
cioè quando le persone nel lasso di tempo si ricordano di te. In questo momento
ho una certa visibilità che nel corso degli anni sto riscontrando che sto
avendo un notevole interesse, anche perché poi sono riuscito a fare tante cose
belle nel tempo.
Oltre al ballo cura delle passioni nella
vita?
Ho una società di produzioni con la quale
creo la parte direzionale artistica di eventi sia aziendali, pubblici e privati.
Prima della quarantena avevo proposto degli spettacoli che riguardavano la
collaborazione di alcuni miei colleghi di “Ballando” e di altri artisti,
cantanti e ballerini. Avevo preparato degli spettacoli da proporre nelle piazze,
nelle aziende, ma con il discorso del corona virus, si è fermato tutto. Tra
l’altro non si sa neanche come andrà a finire per il periodo estivo.
Ha mai pensato di aprire una scuola di
ballo, come ha fatto la sua collega
Natalia Titova?
Una scuola di ballo ce l’ho ed è giù in
Sicilia. Tu ti chiederai come mai in Sicilia? Perché la mia ragazza è
siciliana e aveva uno spazio giù in Sicilia e mi ha detto: “Perché non
apriamo una scuola di ballo qui, dalle mie parti?”. Ho risposto: “Perché
no”. E abbiamo avviato la “Samuel Peron Academy” a Venetico (Messina).
Perché non ne apri una anche a Roma?
A Roma insegno. Mi appoggio ad una struttura
che affitta una sala dove tengo le mie lezioni.
A proposito di Roma, quando è venuto a
Roma e in quale occasione?
A Roma sono arrivato in occasione del musical
“La febbre del sabato sera”, con la regia di Massimo Romeo Piparo. Sono
sceso per fare dei provini, per fare il casting del musical. Per diversi anni ho
fatto il pendolare in base alle esigenze e alle necessità. Poi 9 anni fa, stavo
facendo uno spettacolo teatrale dove recitavo e ballavo, quindi ero attore e
ballerino e gli autori mi dissero che ero portato per ballare e recitare. Mi
consigliarono di studiare. Così iniziai un
corso di recitazione, dove conobbi la mia ragazza e dopo sei mesi ci
siamo messi insieme. Non subito, perché per convincerla a prendere un caffè,
c’ho messo sei mesi (risata). Da quando siamo andati a convivere, Roma è
diventata un punto stabile.
In quali zone ha abitato?
In zona Prati e in zona Balduina, sempre a
Roma nord, dove ci sono gli studi di “Ballando
con le stelle”.
Di Roma cosa le piace e viceversa?
Roma è una città storica, una città
eterna. Secondo me tutta l’Italia è una nazione eterna, dove la gente viene
perché abbiamo una storia pazzesca e noi italiani siamo talmente eclettici che
reinventiamo sempre e abbiamo questa nostra parte artistica e carismatica che
tutto il mondo ama e ci invidia.
Roma e l’Italia sono il fulcro culturale del mondo, perché alla fine, si può
dire quel che si vuole, ma la storia europea l’ha creata l’Italia. Tornando
a Roma, mi dispiace vedere come abbiamo tanto creato e come siamo bravi a
distruggerci, perché alla fine siamo noi stessi che ci facciamo del male. Un
po’ il governo che ci rappresenta e un po’ anche noi come popolazione
perché siamo uniti, ma relativamente. Perché se veramente come popolo fossimo
più uniti, riusciremo a farci rispettare meglio. Siamo un popolo alternativo e
cerchiamo sempre di trovare lo stratagemma. La città di Roma è bellissima, ma
mi dispiace del caos che c’è, del degrado. Sono tanti anni che vivo a Roma e
da quando sono sceso, l’ho vista peggiorare anno dopo anno in ambito dei
rifiuti, in ambito stradale e dei parcheggi non ne parliamo. Di conseguenza
anche il popolo diventa aggressivo, perché, giustamente, vivendo una situazione
che non li rappresenta, è ovvio che poi se ne risentono. Roma è una città
spettacolare.
Tornando a Ballando con le stelle, ha
ballato con molto artisti e personaggi famosi. Con quale ha avuto più difficoltà?
E’ stata Valentina Vezzali, perché da buon
campionessa olimpionica che è, ho riscontrato difficoltà nel riuscire a
ristrutturare quella che era la sua struttura mentale del movimento del corpo e
portarla a cercare delle nuove forme artistiche da poter utilizzare con il
ballo. Perché lei giustamente quando gli dicevo “Avanza di sinistro”,
portava indietro il destro e mi diceva che il sinistro è avanti. Non c’è
cosa più difficile che dover prendere uno che ha già formata la sua struttura
corporea e mentale, di uno che deve iniziare da
zero.
Anna Oxa, un tipo peperino …
Con Anna è stata un’impresa fantastica,
perché ho avuto modo di imparare moltissimo. Ho avuto modo di acquisire molte
nozioni perché mi sono confrontato con una persona che aveva un bagaglio
culturale e artistico pazzesco. Quindi era un confronto costante e avevo un modo
di potermi esprimere al meglio. Tra noi c’era una bellissima sintonia, al di là
delle polemiche che sono state create.