Sandro Giacobbe (cantante) Roma 1 aprile 2009
Intervista di Gianfranco Gramola
Un'artista
che con le sue canzoni ci ha fatto e ci fa sognare
Sandro Giacobbe è nato a Moneglia (Genova), l’11 febbraio 1951. Il cantautore genovese, è considerato da molti anni un
romantico ambasciatore della tradizione musicale: la melodia. Le date ed i
titoli che hanno caratterizzato la carriera artistica del cantautore, che parte
dal 1974, scalando immediatamente le hit-parade nazionali fino a raggiungere i
primi posti, con il brano “Signora mia”. Questo successo viene ripetuto
l’anno dopo, nel 1975 con “Il giardino proibito”, che esce dai confini
nazionali raggiungendo il primo posto nella hit spagnola ed in altri importanti
Paesi del Sud America. Nel 1976 avviene la prima partecipazione del cantautore
ligure al Festival di San Remo dove, con “Gli occhi di tua madre” si
classifica al primo posto della manifestazione che si svolge quell’anno a
squadre. In quello stesso anno, Sandro, esce con “Io prigioniero”, canzone
che gli farà vincere la prestigiosa Gondola d’Oro a Venezia per il disco più
venduto e dove presenta il suo nuovo singolo “Il mio cielo e la mia anima”.
Nel 1977 “Bimba” e nel 1978 “Blu”, canzone con la quale partecipa a S.
Vincent - Un disco per l’estate - incontrando sempre il grosso favore del suo
pubblico. “Mi va che ci sei” è incisa nel 1979, cui si aggiunge, nel 1980,
“Notte senza di te”. Il 1982, segna un grande ritorno nelle hit-parade
nazionali ed europee con il grande successo “Sarà la nostalgia” e nel 1983,
ritorna al Festival di S. Remo con “Primavera”. Seguono poi, altri due
album: “Portami a ballare” nel 1985 e “Come va” nel 1986. Nel 1990,
partecipa ancora al Festival di Sanremo con il brano “Io vorrei” in coppia
con il mitico gruppo America. Nel 1991 esce “Sulla mia stessa strada”, LP
interamente scritto e composto da lui stesso. Il lavoro più interessante di
Sandro Giacobbe, arriva nel 1993 con il cd “Le donne”, dieci brani scritti
da lui, testimoniano la crescente maturità artistica ed espressiva.
Nell’autunno 1994, festeggia nel corso di una tournèe teatrale in dieci città
italiane, i suoi vent’anni nella musica. L’incasso dei concerti è stato
devoluto interamente ad Associazioni che si occupano di Volontariato. Con questo
gesto Sandro, ha continuato in proprio, quello che da 26 anni svolge con la
Nazionale Cantanti della quale è Socio fondatore e da circa sette anni
allenatore: la solidarietà per chi ha più bisogno di aiuto. Ed arriviamo al
1998, dove vengono pubblicati due album con i suoi successi. Estate 2006, esce
il singolo “ Esta noche loca ” ed un video che viene trasmesso nel circuito
di Video Italia, il brano, molto coinvolgente con il suo ritmo latino, viene
programmato da molte radio. “Tutta la vita” è pubblicato nel 2007 dalla
Sony Music, bellissimo video girato al Twiga, a Forte dei Marmi, questo brano in
versione anche spagnola con il titolo “Toda la vita”, viene programmato ed
eseguito da moltissime orchestre nei locali da ballo. Ed a proposito di ballo,
esce nel 2008 un nuovo lavoro di Sandro Giacobbe che riscuote un grande successo
dal titolo “Vuoi ballare?”. Questo cd comprende molti inediti tra i quali
“Se lo facciamo – Grazie amore mio – Giurami – Corazon – Tu non
cambiare mai” , ma anche tre cover di grande successo:” Lascia l’ultimo
ballo per me”, versione italiana della hit di Bublè, “Sei qui con me” di
Adamo e “Questi posti davanti al mare” di Fossati. Molte le canzoni di
Sandro Giacobbe, incise da altri artisti, tra i quali: Miguel Bosè, Sergio
Dalma, Cristian Castro, Jonny Dorelli, Marcella e Malù. I concerti in Italia ed
all’estero, sono il punto di forza di questo Artista, che si esibisce con il
suo gruppo, ripercorrendo un vasto percorso musicale tra le canzoni che hanno
accompagnato la sua stessa esistenza e quella di almeno altre tre generazioni.
Curiosità
- E' presidente
del Moneglia e allenatore della Nazionale Cantanti, con tanto di patentino.
- E’
figlio di un operaio e di una casalinga.
Intervista
Ha appena
finito di girare una puntata, come ospite, di “Affari tuoi”, condotto da Max
Giusti. Il cantante genovese, gentilissimo come sempre, mi concede volentieri
un’intervista, nonostante sia immerso dai numerosi impegni in campo musicale (prove per la tournèe in Italia e all’estero, ospitate Tv e serate).
Com’è nata la tua passione
per la musica, per lo spettacolo, Sandro?
Diciamo che
tutto risale dalla mia infanzia, fin da quando ero bambino ho avuto questa
grande passione, continuavo a cantare, ascoltavo le canzoni quelle che potevo
alla radio visto che in quegli anni, parliamo degli anni ’50, ne passavano
poche per radio poi con gli anni ’60 i Beatles hanno influenzato molti i
ragazzi giovani come me, che avevano la passione per la musica e hanno fatto si
che io incominciassi con i vari complessini, andare in giro a suonare per i
locali e ho incominciato piano piano a darmi una formazione come musicista, come
compositore e come cantante.
I tuoi genitori che futuro
sognavano per te?
Ma sicuramente non pensavano assolutamente di
avere un figlio cantautore, anche perché in famiglia nessuno di noi aveva mai
avuto successi nel campo artistico. Quindi il fatto che io avessi questa voglia
di fare e di conoscere la musica, inizialmente la prendevano come una sorta di
gioco, di hobby. Poi, avendo dimostrato con i miei primi successi che non era
solo un hobby, ma che era per me una passione, una voglia di fare qualcosa di
importante, a quel punto sono diventati i miei primi fan.
Cosa hai sacrificato per arrivare al
successo?
Ho sacrificato, specialmente negli anni prima
di avere il successo, tutto quello che molti miei amici avevano che poi erano le
cose normali di cui un ragazzo di 16-18 anni ha, cioè il fatto di stare insieme
agli altri il sabato e la domenica, magari di andare in giro a divertirsi ecc…
Per me non c’era niente di tutto questo, c’era la preparazione sulle
canzoni, c’era il fatto di studiare musica, c’era il fatto di andare a
suonare il sabato e la domenica magari per quattro soldi, per quattro spiccioli.
Però era talmente alta la febbre e la voglia di stare sul palco che
l’adrenalina ti dava quello che non ti dava nessun’altra cosa.
La cosa più cattiva che hanno detto o
scritto su di te?
Fortunatamente hanno scritto pochissime cose
cattive contro di me, una di queste mi ha dato molto fastidio, cioè il fatto
che io comunque avessi un po’ chiuso quello che era la mia vita privata e che
la mischiavo con quella che era la mia vita professionale. Ti racconto questa
cattiveria. Nel 1980 è nato il mio primo figlio Alessandro ed ero talmente
felice di questo e in un’intervista ad un giornale avevo parlato di questa mia
felicità e di questa mia soddisfazione di esser diventato papà. Il giornale
aveva scritto che l’avevo manifestato alla stampa perché cercavo pubblicità
e lo facevo attraverso mio figlio. Ci sono rimasto malissimo, credimi
Gianfranco.
Vedi nei cantanti di oggi un tuo
successore, un altro Sandro Giacobbe?
Ma ti dico che inizialmente io puntavo molto
su Gianluca Grignani, come genere e anche come modo di scrivere e di cantare
determinate canzoni, anche perché il suo primo produttore si chiama Massimo
Mucca che è stato il mio chitarrista negli anni ‘78-‘79-’80. Lui ha
suonato in uno dei miei dischi e ha suonato nei dischi di Lucio Battisti, quindi
diciamo un musicista molto ma molto bravo e quindi forse il fatto di aver
assimilato anche determinati generi li ha poi anche un po’ trasmessi il modo
di suonare, di cantare su Grignani e
quindi inizialmente, cioè quando ha scritto le sue prime canzoni, mi ci
riconoscevo in certe espressioni anche vocali.
Qual è la chiave del tuo successo?
Credo di essere rimasto per sempre fedele ad
una mia caratteristica, che è quella di cantare canzoni semplici, canzoni
d’amore, canzoni che comunque raccontano la vita di tutti i giorni e poi credo
anche una dote naturale di modestia che mi ha accompagnato per tutta la vita, ma
non perché io voglia fare il modesto ma perché quello che voglio dimostrare,
lo faccio sul palco e non lo faccio nella vita di tutti i giorni, incontrando le
persone e a ogni persona far pesare quello che sono.
Progetti?
Ci sono tante belle cose che sto facendo. A
parte la televisione e a parte i concerti che incominceranno dal 24 aprile,
andando avanti c’è a fine aprile uno spettacolo a Barcellona per la
televisione spagnola e poi faccio anche una tournée in Spagna ad agosto. Sono
appena tornato dal Canada e sto continuando a scrivere le canzoni. Mi diverto
fare dei dischi, come auto finanziatore, nel senso come fanno un po’ tutti
quanti. Sono diventato discografico di me stesso e mi diverto a fare delle cose
e a cantarle in giro dove mi chiamano.
Parliamo di Roma. Che rapporto hai con la
capitale, Sandro?
Io adesso sono a Roma, dove ho registrato una
puntata di “Affari tuoi”. Roma è una città che ho sempre amato per la
grande storicità e per la grandezza di questa città sicuramente. E’ un po’
la capitale di tante cose, dalla musica al cinema a livello artistico e quindi,
quando vieni a Roma, sai di stare in una città dove qualsiasi posto che tu giri
e ti volti, scopri qualche cosa di fantastico.
Con i romani come ti trovi?
Devo dire la verità, un po’ meno bene
rispetto alla città, però le persone che io conosco con me sono molto
affettuose e socievoli. Diciamo che noi liguri siamo più chiusi e più
introversi e certe volte il fatto di trovare certe
esagerazioni, non è il massimo dell’approccio, però si convive.
Vai a Roma solo per lavoro o ti fermi a
visitarla?
Ho visto parecchie cose rubando una mezza
giornata al lavoro. Una cosa che mi dispiace è che non la conosco
profondamente, proprio per il fatto che non mi sono mai fermato per alcuni
giorni, per conoscerla di più e per viverla di più come turista.
C’è un angolo di Roma che ami visitare
quando hai del tempo libero?
Tutta la zona del Pantheon e tutta la zona
del centro storico mi piace molto. Adoro la fontana di Trevi, come trovo
meraviglioso via del Corso e poi adoro molto le belle piazze romane. Appena
posso, ci vado molto volentieri per ammirare le bellezze di Roma. Bellezze
uniche che tutto il mondo ci invidia.