Shel Shapiro
(cantautore, produttore discografico e attore)
Loano (Savona) 7.5.2024
Intervista di Gianfranco
Gramola
“All’inizio ci siamo stabiliti a Roma e
l’Italia era ancora un paese molto grigio, non era colorato come adesso. Le
donne in lutto si vestivano di nero”
Shel Shapiro, all'anagrafe Norman David
Shapiro, è nato a Londra il 16 agosto 1943 da una famiglia ebraica di origini
russe. Nel 1963 debutta in Italia col suo gruppo, gli Shel Carson Combo. Il
gruppo cambia nome in The Rokes e accompagna Rita Pavone nel suo spettacolo Gian
Burrasca. Negli anni sessanta The Rokes raggiungono il successo in Italia,
vendendo più di 5 milioni di dischi e contendendo all'Equipe 84 e a I
Camaleonti il titolo di principale gruppo del beat italiano. Nel 1970, dopo un
concerto al Teatro Parioli di Roma, i Rokes si sciolgono. Da quel momento
Shapiro intraprende la carriera di cantante solista: incide Mi chiamo David Shel
Shapiro, un album di cui è anche autore, facendosi notare da pubblico e critica
per la sua vena creativa. Nel 1972 incide Affittasi, album maturo in cui Shapiro
interpreta in inglese alcune pagine memorabili della sua discografia. Nello
stesso periodo si afferma come autore, arrangiatore e produttore per molti
interpreti della canzone italiana. Fra i brani da lui composti: Era per Wess e
Dori Ghezzi, Non ti bastavo più per Patty Pravo, Quante volte per Mia Martini,
Stupidi per Ornella Vanoni, Giorni ed E poi per Mina, Help me per i Dik Dik. Nel
1977 fonda, insieme ad Alessandro Colombini e Silvio Crippa, la casa
discografica Spaghetti Records, con cui scopre e lancia artisti come i Decibel,
Marco Ferradini, Gerardo Carmine Gargiulo e altri. Nel 1982 scrive con Mia
Martini il brano Quante volte e produce il suo disco di successo, Quante
volte... ho contato le stelle. Come produttore lavora, tra gli altri, per Mia
Martini, Gianni Morandi, Rino Gaetano, i Decibel e il primo Enrico Ruggeri,
Ombretta Colli, Luca Barbarossa, David Riondino. Nel 2000, con la complicità di
Cochi e Renato, torna alla passione giovanile della recitazione (era sua la
caratterizzazione di un monaco in Brancaleone alle crociate). Partecipa a Nebbia
in Valpadana, serie su Rai Uno e a Il nostro matrimonio è in crisi di Antonio
Albanese. Nel 2006 recita nel film
Il giorno più bello. Nel 2007 è protagonista dello spettacolo teatrale ...Sarà
una bella società, scritto da Edmondo Berselli, nel quale narra le speranze, le
illusioni dei giovani con l'aiuto delle musiche che hanno contrassegnato
un'epoca. Lo spettacolo diventa un CD nel 2008, un DVD nel 2009 ed è trasmesso
da Rai 2 il 10 dicembre 2009. Nel 2008 compare in Anna e i cinque su Canale 5.
Il 13 febbraio 2009 con la canzone “È la pioggia che va” si aggiudica la
vittoria della prima edizione della trasmissione di Rai 1 Ciak... si canta!
condotta da Eleonora Daniele. Il 4 aprile 2009 prende parte alla manifestazione
nazionale della CGIL, cantando il grande successo dei The Rokes Che colpa
abbiamo noi. Dal 2012 è direttore artistico della rassegna di teatro
contemporaneo Stars A Balestrino, organizzata del comune di Balestrino. Nel 2013
riceve la Targa alla Carriera e nel 2014 debutta nel musical Jesus Christ
Superstar nel ruolo di Caifa. Nel 2018 e nel 2019 intraprende un lungo tour con
Maurizio Vandelli che lo porta a esibirsi nei maggiori teatri italiani. Nel 2021
pubblica due singoli, Non dipende da Dio e La leggenda dell'amore eterno. Nel
video di quest'ultimo partecipa Mara Venier. Il 18 marzo 2022 pubblica Quasi una
leggenda, disponibile anche in versione CD e libro con fotografie di Guido
Harari.
Ha detto:
- Mia mamma ha sottoscritto delle cambiali
per aiutarmi a comprare il primo amplificatore per la chitarra, senza dire
niente a mio padre.
- Eravamo al Piper di Roma. Una sera
arrivano due persone con un codazzo
di persone, io non sapevo chi fossero. La donna mi chiese un autografo con
scritto “A Giulietta, Shel Shapiro”. Era Giulietta Masina e lui Federico
Fellini.
- Viviamo in un mondo di miti, in cui la
gente vuole dei supereroi, forse per combattere la normalità che ci accomuna.
- Non sono uno di quelli che pensano che il
passato sia migliore del presente. Se succede è solo perché allora ero più
giovane.
Curiosità
- E’ stato il direttore artistico di
“Recanati forever”, il festival di Recanati.
- Con i The Rokes ha accompagnato Rita Pavone
nel suo spettacolo Gian Burrasca.
- Come produttore ha collaborato con Gianni
Morandi, Riccardo Cocciante, Rino Gaetano, Mia Martini, Luca Barbarossa e tanti
altri cantanti.
- Ha pubblicato 2 libri: “Sarà una bella
società”, scritto insieme a Edmondo Berselli e “Io sono immortale”.
- Shel Shapiro ha tre figli: Malindi, Pietro
e Ginevra. Vive a Loano (Savona).
Intervista
Le posso dare del tu?
Si, certo. Diamoci del tu.
Mi racconti com’è nata la tua passione
per la musica e chi per primo ha scoperto il tuo talento?
La passione per la musica è nata in
famiglia, perché mia madre suonava il pianoforte, mia zia era professoressa di
piano forte alla Royal Academy e mio zio era il primo uomo in Inghilterra a
girare facendo concerti classici con i primi organi Hammond. Un cugino cantava
nel coro di Westminster e mio nonno, il papà di mio papà, suonava il corno
nella banda dello zar Nicola II. La
passione è nata così perché a casa mia si respirava musica. Ho iniziato
anch’io suonando il pianoforte e poi mio papà mi ha regalato una chitarra.
I tuoi genitori che futuro speravano per
te?
Non so, allora i genitori speravano per i
figli un futuro senza la guerra. Loro uscivano da una guerra e io sono nato
nell’estate del 1943, verso la fine della seconda guerra mondiale. Io credo
che loro sognassero che in qualche modo avessi un futuro felice.
Prima di dedicarti alla musica hai fatto
altri lavori?
Quando avevo 16 anni vendevo vestiti in un
negozio di Piccadilly, a Londra, però litigai con il caporeparto e me ne andai.
Chi sono stati i tuoi idoli musicali?
Mi ricordo che da ragazzo ascoltavo Elvis
Presley, i Beach Boys, Bob Dylan e Chuck Berry.
Quando sei arrivato in Italia, come
ricordi l’impatto?
All’inizio ci siamo stabiliti a Roma e
l’Italia era ancora un paese molto grigio, non era colorato come adesso. Le
donne in lutto si vestivano di nero, cosa che adesso non fanno più.
Ti sei esibito con i Rokes al Piper Club
di via Tagliamento?
Abbiamo fatto l’apertura del Piper Club, lo
abbiamo inaugurato con i Rokes e abbiamo
cantato alcune nostre canzoni storiche come “Che colpa abbiamo noi” e C’è
una strana espressione nei tuoi occhi”. Il proprietario del Piper aveva
rimandato l’apertura di due mesi in modo che noi potevamo esserci per quella
data, perché eravamo impegnati in giro a suonare. Quindi non era casuale il
nostro passaggio al Piper Club, era altamente voluto ed è stato un momento di
trasformazione in qualche modo di vivere le sere in Italia, con le musiche e le
danze che arrivavano dall’Inghilterra e dall’America.
Hai collaborato e cantato con molti
artisti. Un tuo ricordo di Lucio Dalla e di Mia Martini.
Con Lucio eravamo molto amici. Abbiamo fatto
una tournée e nel primo tempo c’era Lucio con il suo gruppo. Abbiamo avuto
molto successo. Infatti alla fine della tournée siamo andati in coppia a
Sanremo con la canzone “Bisogna saper perdere”. Devo dire che è stata una
bella esperienza. Mia Martini era una grande artista. Io avevo prodotto due
dischi per Mia Martini e devo dire che Mimì era come una di famiglia, era come
una figlia più grande che è cresciuta con me in qualche modo. Oltre ad essere
una cantante incredibile e straordinaria, era anche una mia grande amica. Lei
quando cantava comunicava la sua delicatezza, non la nascondeva. Poi c’è
stata quell'orribile diceria che la dipingeva come una portatrice di iella e per
questo stava male.
Quante ore al giorno dedichi alla musica?
Io non dedico un numero di ore al giorno ma
dedico del tempo alla musica quando ci sono da fare delle cose ben precise o dei
progetti. Ieri sera sono stato in studio per due ore per un passaggio
televisivo, per una ospitata. Poi sai, quando hai 18 anni è una cosa, quando ne
hai 80 è una cosa diversa.
Come autore hai mai dedicato delle canzoni
ai tuoi figli o a qualche ragazza?
Io penso che tutte le canzoni in qualche modo
nascono idealmente per altre persone, anche se non le conosciamo. Per i miei
figli non ho dedicato canzoni ma ho scritto delle canzoni, ispirate da ragazze,
non c’è dubbio.
Tu fai l’autore, l’attore e il
cantante e li fai tutti bene. Qual è il segreto del tuo successo?
E vero che ho avuto successo, ma non so se ho
ancora successo. Oggi come oggi il segreto penso che sia perché ho trasmesso
delle emozioni a tante persone con la mia musica,
con le mie canzoni. Forse perché sono simpatico (risata).
Ci sono stati dei fan che hanno fatto
pazzie per conoscerti?
Penso di si, ma non so dirtene una, però mi
arrivano tante mail da parte dei fan. Ricordo che avevo fatto un concerto a
Bologna sei settimane fa e ho incontrato una coppia di persone che sono venute
apposta dalla Calabria per assistere al mio concerto. Questo mi fa molto
piacere.
Ho letto che sei attivo nel sociale e che
sostieni diverse associazioni senza scopo di lucro. Ne vuoi parlare?
Non sono molto attivo, io sostengo una serie
di associazioni benefiche come fanno tante persone. Quando uno dona ogni mese
qualche soldino a delle associazioni benefiche, fa una cosa molto bella da
prendere come esempio.
Ad un ragazzo che si avvicina alla musica,
che consigli vorresti dare?
Avvicinarsi alla musica al giorno d’oggi è
diverso dai miei tempi. Una volta avrei saputo cosa dire, però oggi come oggi
io non so come sono i meccanismi che fanno avvicinare i ragazzi alla musica. So
che ci sono i talent musicali come X Factor, Amici e The Voice of Italy.
Un domani come vorresti essere ricordato?
Non me ne frega un c… di essere ricordato,
tanto non ci sono più.
Sarai ricordato come un bravo musicista,
una brava persona.
Il mondo è pieno di brave persone però
siamo in guerra e quindi non so che dire.