Sofia Oranges (giornalista e conduttrice
televisiva) Roma 9.10.2023
Intervista di Gianfranco
Gramola
“I miei genitori mi hanno trasmesso tanti
valori e per questo li ringrazierò sempre e loro mi hanno sempre sostenuta nel
raggiungere i miei obiettivi. Avere il loro supporto anche dal punto di vista
emotivo è stato importante”
Sofia Oranges è nata a Roma il 9 maggio
1995. E’ una giornalista e conduttrice televisiva su tvplay.it e a Sportitalia.
Dopo aver studiato Comunicazione, Tecnologie e Culture digitali all’Università
La Sapienza di Roma, conseguendo la Laurea Triennale, Sofia ha partecipato al
format televisivo Sapienza TV. In seguito, si è specializzata in Giornalismo,
Telecronaca e Radiocronaca presso la scuola Elite Football Center. Il suo
debutto sul piccolo schermo arriva nel 2019, quando neppure 24enne inizia a
lavorare per Canale 21, conducendo il telegiornale VG21 ed il programma sportivo
Super Sport 21. Un altro step importante per la sua carriera è datato nel
giugno 2022, quando riceve la chiamata di Sportitalia, tv di Michele
Criscitiello.
Intervista
Mi racconti com’è nata la tua
passione per il giornalismo? Hai giornalisti in famiglia?
Si, ho una zia giornalista che si chiama
Sonia Oranges. Lei lavora in Rai e scrive anche su “Il Fatto Quotidiano”. In
realtà l’ho saputo dopo che questa passione era già di famiglia perché non
ho mai avuto modo di conoscere mia zia. Questa passione nasce a scuola,
all’università La Sapienza di Roma, dove frequentavo Scienze della
Comunicazione e nella quale mi sono laureata, perché facevo parte di un gruppo
di giovanissimi ragazzi che hanno messo in piedi un format che si chiamava
“Sapienza TV”.
Il tuo compito qual era?
Andavo in giro come reporter a fare dei
servizi per La Sapienza e da lì ho capito che questa professione
poteva fare al mio caso ed è nata la mia grande passione per il
giornalismo. Poi sono sempre stata una ragazza molto curiosa, sin da bambina e
andavo ad informarmi su tutto e così con gli studi ho
proseguito su quel versante, in quel settore.
Ma da bambina quando ti chiedevano cosa
volevi fare da grande, cosa rispondevi?
Da piccola dicevo sempre che volevo stare in
TV. Però quella del giornalista è sempre stata una professione che mi piaceva,
anche vedendo in TV quelle che oggi sono delle colleghe, sia per il TG, sia chi
conduceva un programma, mi è sempre piaciuta come professione e avevo già le
idee molto chiare.
Con quali personaggi di riferimento sei
cresciuta?
Diciamo che ho avuto degli idoli del
giornalismo sportivo, quindi sono cresciuta con Italo Cucci e con i giornalisti
dell’epoca. Per me lui è sempre stato un esempio e
non c’erano molte donne di riferimento. Quando ero più piccola vedevo
in televisione Ilaria D’Amico e Paola Ferrari che nel settore sportivo erano
molto preparate, molto competenti e mi piaceva molto questo tipo di giornalismo
sportivo, anche perché io sono sempre stata una ragazza molto sportiva. Ho
sempre seguito il calcio perché mio papà e mio zio mi hanno trasmesso questa
grande passione, mi portavano con loro allo stadio fin da piccolina. Io non dico
mai la mia fede calcistica per una questione professionale, ma mio papà e mio
zio da sempre sono dei grandissimi tifosi della Roma e mi hanno trasmesso la
passione per il calcio.
Come ricordi il debutto in televisione?
Ho iniziato con la radio ma dalla radio mi
spostai presto in TV perché mi hanno detto: “Guarda che hai anche una bella
presenza scenica, sai stare davanti ad una telecamera, forse la Tv fa al caso
tuo ancora di più della radio”. Approdai a Canale 21 e piacqui molto al
regista e al direttore che iniziarono ad investire su di me, imparai la
professione da zero perché nonostante mi fossi laureata, non è che la laurea
ti consente di imparare un mestiere. Cominciai quindi da zero, pian piano da
dietro le quinte mi spostarono poi davanti alla telecamera e avevo questa
attitudine a reggerla molto bene, ad esprimermi, a comunicare davanti alla
telecamera come se la telecamera non ci fosse e quindi queste caratteristiche mi
hanno dato quella spinta per dirmi che pur essendo un lavoro complesso, un
lavoro molto complicato però magari ce la potevo fare e quindi iniziai così.
Il mio direttore di rete mi buttò in diretta quasi subito e devo dire che sono
stata brava a reggere il colpo e così ho debuttato e il mio percorso è
proseguito chiaramente pieno di difficoltà perché questo è un lavoro dove sei
sempre sotto pressione, dove dietro c’è un lavoro importante, quando preparo
una diretta. Io poi conducevo il telegiornale, perché ho iniziato con la
cronaca per poi spostarmi su quello che mi piaceva fare che era nel settore
dello sport, quindi il Tg sportivo. Poi ho avuto un programma dove ero presente
come desk e dal desk sono passata alla conduzione e poi ho avuto un programma
tutto mio. Quindi ho fatto una gavetta a 360 gradi.
Quanto contano i social nel tuo lavoro?
Contano al giorno d’oggi perché comunichi
attraverso un altro mezzo oltre che quello televisivo e hai la possibilità di
arrivare nelle case delle persone anche attraverso instagram e le persone
conoscono anche una parte di te che professionalmente non riesci a trasmettere,
quindi ti conoscono meglio, iniziano a vedere come sei, come ti comporti, come
vivi e inizi a creare una community che ti segue, che rimane informata su quello
che fai. Per me è stato molto importante anche il sostegno delle persone che mi
conoscono e anche quelle che non mi conoscono ma che però mi supportano
seguendomi.
Sei una bella ragazza e hai un bel fisico.
Segui delle diete particolari? Mai un peccato di gola?
A me piace molto mangiare e difatti adesso
sono a pranzo e quindi Gianfranco mi hai beccato in pausa pranzo…
Ma sono le 3 di pomeriggio.
Purtroppo non ci sono orari perché lavoriamo
H 24, mangio in fretta, mangio sempre fuori. Sono una che mangia, una buona
forchetta però faccio tanto sport quindi riesco a smaltire le calorie.
Talent e reality, favorevole o contraria?
I talent secondo me sono molto utili perché
danno un’opportunità anche a chi è talentuoso di emergere e quindi di farsi
conoscere. Anche per le persone che non hanno la possibilità, il talent è una
vetrina nella quale possono mettersi in mostra. Per me i talent funzionano,
mentre i reality per una questione di visibilità possono anche funzionare, ma
dipende poi che uso se ne fa del reality. Bisogna essere sempre se stessi, non
costruirsi dei personaggi troppo lontano dalla realtà perché poi potrebbe
essere contro producente mettere in mostra anche le questioni personali. Non so
se parteciperei, però “mai dire mai”.
Tre aggettivi per definirti?
Sono solare, socievole e molto pignola.
Come vivi la popolarità?
Non mi ritengo una persona famosa, io lavoro
e mi basta essere riconosciuta nel mio ambiente e dalle persone con le quali ho
avuto modo di lavorare e mi fa piacere se mi stimano. Non è che ci faccio
troppo caso al fatto che mi conoscano le persone per strada, per me è
importante avere il riconoscimento da parte del mondo nel quale lavoro, quindi
essere “famosa” in quel mondo per me è un qualcosa di funzionale a quello
che faccio e mi da una grande soddisfazione. Per il resto sono una ragazza molto
semplice e mi piacciono le persone con i piedi ben piantati per terra.
Oltre al lavoro curi delle passioni nella
vita?
Nel tempo libero cerco di dedicarmi al mio
fisico, quindi cerco di ritagliarmi un po’ di tempo per me. Vado in palestra e
faccio boxe con Mattia Faraoni, che è campione del mondo di kick boxing. Con
Mattia siamo molto amici e lui mi allena quando io riesco a trovare il tempo per
farlo. Per il resto mi piacciono tutti gli sport, li seguo tutti, soprattutto il
calcio per motivi di lavoro, però appena posso cerco di staccare la spina e
prendermi del tempo per me.
Di cosa hai bisogno per essere felice?
Di cose semplici. Io tengo molto alla mia
famiglia, per me è tutto. I miei genitori mi hanno trasmesso tanti valori e per
questo li ringrazierò sempre e loro mi hanno sempre sostenuta nel raggiungere i
miei obiettivi. Avere il loro supporto anche dal punto di vista emotivo è stato
importante. Loro ci sono sempre stati, hanno sempre creduto in me e quindi oggi
sono contenta di averli potuti ripagare dei sacrifici che hanno fatto per me.
A parte ai genitori, a chi vorresti dire
grazie?
Si, alla mia famiglia in particolar modo e
oggi condivido questa passione per il calcio con il mio compagno Cristian
Gallella, che veniva da tutt’altro mondo e che poi anche lui è tornato a far
parte del mondo del calcio, oggi fa il “tipster”, cioè colui che analizza,
studia le partite, i match e poi ne fa un pronostico che comunica alla community
che lo segue e quindi la aiuta nell’analizzare le partite. Un lavoro molto
difficile però lo condividiamo insieme e questa cosa è utile sia per me che
per lui. Quindi oltre allaà mia famiglia, un grazie a lui che è sempre stato
il mio supporter.