Umberto Mariotti Bianchi (avvocato e
scrittore) Roma 19. 9. 1991
Intervista di Gianfranco Gramola
Tornare a Roma dopo un viaggio per me è come
aprire la porta di casa e mettersi le pantofole. Ma spesso ho qualche
arrabbiatura a Fiumicino, facendo i paragoni.
Una delle pubblicazioni di Umberto
Mariotti Bianchi
Umberto Mariotti Bianchi è nato a Roma il
12.5.1926 da padre di Perugia e madre di Asti. Laureato nel 1947 è avvocato
civilista. E’ stato ammesso al Gruppo dei Romanisti nel 1983.
Libri:
Noi Monticiani (1970) – Da ponte Quattro
capi a ponte Sant’Angelo (1972 – I cento anni della vecchia Termini (1974) I
molini del Tevere 1 (1978) 2 (1980) 3
(1983) – Binari sulle strade intorno a Roma (1980) – Termini, dalle botteghe
di Farfa al Dinosauro ( scritto insieme a Gianfranco Angeleri), (1982) – Il
fumo sul Tevere (1986) – Messer Piccone ed altre stravaganze romane (1989).
Intervista
In quale quartiere è nato?
Sono nato in una clinica in Prati, sono stato
battezzato a San Marco, presso piazza Venezia, perché abitavamo nei pressi, ma
all’età di sei mesi sono e mi sento Monticiano.
Cos’è per lei Roma?
Ho viaggiato molto ed amo molte città (altre
proprio no) ma solo a Roma mi sento immerso in un’atmosfera fatta di storia,
di bellezze artistiche, di spettacoli naturali e di clima, che non c’è in
alcun luogo. O forse sono io che provo tutto questo perché amo Roma (e
l’amore non si può spiegare).
Un luogo di Roma che ama molto, a parte il
rione Monti?
Il centro e soprattutto il centro
“minore”, non invaso dalle jeanserie e dalle folle che fanno lo struscio.
Per esempio via Monserrato o il Governo Vecchio o via dell’Anima. Lì c’è
ancora il sapore di Roma.
Pregi e difetti che vede nei romani?
Sono due facce della stessa medaglia. In
positivo la tolleranza, in negativo la strafottenza. Ne abbiamo viste troppe
noi, in ventotto secoli …
Una piazza che ama molto?
Piazza Navona. La risposta la giro
al poeta Giuseppe Gioachino Belli.
Com’era la Roma della sua gioventù?
Era una Roma più piccola e senza tante
automobili (e senza tanti motorini) quella della mia giovinezza. Che era anche
una Roma meno afflitta da criminalità e da prepotenza invadente del
“Palazzo”.
Le piace la cucina romana?
Adoro la coda alla vaccinara, non altrettanto
la pajata.
Un'altra pubblicazione di Umberto Mariotti
Bianchi
Secondo lei, Roma è la città più bella
del mondo?
La nostra capitale, nonostante l’incapacità
a governarla di successive amministrazioni e il guasto che le dà il potere
centrale, è ancora la città più bella del mondo.
Se la sede del governo fosse a Milano,
Roma sarebbe più amata?
Senz’altro. Ogni capitale è un “refugium
peccatorum” da tutte le regioni e provincie della nazione. Il senatore Bossi
se la prenderebbe con Milano invece che con Roma.
Da anni si parla di spostare il mercato
domenicale di porta Portese. E’ d’accordo?
Certamente andrebbe spostato più in
periferia. Anche perché oggi sta perdendo gran parte del suo sapore spontaneo
di vent’anni fa.
Cosa serve per migliorare Roma?
Riformare energicamente la burocrazia
capitolina. Togliere allo Stato tutti i privilegi per i quali viola il Piano
Regolatore (vedi il tentativo di costruire uffici di PS in zona archeologica al
Colle Oppio). Corresponsabilizzare i cittadini, al di fuori degli equivoci
partitici.
A Roma si fa cultura?
Ne fa, ma non abbastanza. Quando si
decideranno le società e gli Enti a spendere i soldi, invece che per il
restauro dei monumenti, per fondare borse di studio per italiani e stranieri? E
quando ci si deciderà a dare una sede alla Biblioteca di Palazzo Venezia,
cacciando i burocrati dei Beni Culturali abbarbicati al Collegio Romano? Lei sa
che questa biblioteca, la più importante d’Italia in fatto di archeologia e
storia dell’arte è chiusa da tre anni e non la vogliono al Collegio Romano
per motivi di sicurezza (ma al tempo di Mussolini funzionava dentro Palazzo
Venezia).
In quale Roma de passato le piacerebbe
vivere?
Vorrei possedere l’arcivernice di Pier
Cloruro de’Lambicchi (è uno scienziato immaginario che nel suo laboratorio,
riesce a creare una speciale vernice, denominata "Arcivernice" che ha
straordinaria proprietà di dar vita ai personaggi raffigurati nei quadri e nei
disegni) per una breve visita in altri tempi e poi tornare al mio.
Il poeta romanesco contemporaneo che le
piace?
Mario Dell’Arco.
Un'altra pubblicazione di Umberto Mariotti
Bianchi
La sua piazza preferita?
Sono due: quella delle Tartarughe a piazza
Mattei e quella delle Api, all’inizio di via Veneto.
La tradizione romana che lei apprezza?
Quella della Befana, perché è il solo
momento dell’anno n cui un tipo smaliziato come il romano si concede delle
illusioni.
Cosa prova nel tornare a Roma dopo un
viaggio?
Come aprire la porta di casa e mettersi le
pantofole. Ma anche qualche arrabbiatura a Fiumicino, facendo i paragoni.
Un consiglio ai romani e agli abitanti
di Roma?
Se volete una Roma bella, cominciate ognuno a
curarne la conservazione e la pulizia. Non vi aspettate la manna dal cielo. Le
autorità costituite non sono Mosè.
Quali sono gli svantaggi e i vantaggi di
nascere a Roma?
Gli svantaggi sono poca cosa se è vero che,
come diceva Petrolini, nascere a Roma è una grazia speciale di N.S. Gesù
Cristo.
C’è un monumento che eliminerebbe?
No, perché? Ogni monumento è un pezzetto di
storia e la storia non si distrugge.
Cosa ne pena del periodico romanesco
Rugantino? Le piace?
Non posso farne l’elogio perché a volte vi
collaboro anch’io. Comunque meriterebbe maggiore diffusione.
Un consiglio al sindaco di Roma?
Abbia il coraggio di difendere Roma dal
Parlamento, dal Governo e dalla burocrazia capitolina, magari facendosi tanti
nemici.