Valentina Bisti (giornalista e conduttrice)
Roma 12.5.2020
Intervista di Gianfranco
Gramola
“Il libro “Tutti i colori dell’Italia
che vale” è l’incontro con vari personaggi che nella vita hanno avuto
qualche difficoltà, ma che sono riusciti a superare gli scogli che la vita ci
pone di fronte, per fare grandi cose”
Valentina
Bisti è nata a Roma il 18 febbradio del 1974.
Ha frequentato la scuola di giornalismo radiotelevisivo
di Perugia dopo essersi laureata in Lettere (indirizzo spettacolo).
Dal 2001 è una giornalista professionista e lavora in RAI. Dapprima ha
lavorato nella rubrica del Tg2 Costume e società e in seguito al Tg1
nelle redazioni interni, cronaca e attualmente nella redazione società e sport.
Ha condotto lo spazio meteo insieme a Stefano Campagna e Carlotta Mannu ed è
stata inviata all'isola del Giglio per seguire il naufragio della Costa
Concordia. Ha condotto il Tg1 60secondi e gli spazi di approfondimento del
telegiornale all'interno di Unomattina Estate nel 2013. Dopo aver
condotto l'edizione delle 16:30 del Tg1, da ottobre 2016 passa alla conduzione
dell'edizione delle 13:30. Nell'estate 2017 approda alla conduzione di Unomattina
Estate con Tiberio Timperi. Viene riconfermata nel programma per l'estate
2018, questa volta con Massimiliano Ossini al suo fianco. Il 7 giugno 2019 la
direttrice di Rai 1 Teresa De Santis conferma la sua presenza a Unomattina
Estate anche per il 2019, affiancata da Roberto Poletti. La coppia viene
scelta anche per la conduzione dell'edizione autunnale del programma. È sposata
con lo scrittore Claudio Colaiacomo.
Televisione
TG2 (Rai 2, 2001-2003) - TG1 (Rai 1, 2003-2019) - Unomattina
Estate (Rai 1, 2013, 2017-2019) - Unomattina (Rai 1, dal 2019)
Riconoscimenti
2009
- Premio Stigliano Messuti come miglior giornalista giovane italiano
2011
- Giogo d'argento
2013
- Premio Massimo Troisi
2013
- Premio letterario Letizia Isaia
2014
- Penna d’oro come federdama
2017
- Premio Le Stelle del Sud
2017
- CineCibo
2018
- Premio giornalistico televisivo Napoli Cultural Classic
2018
- Premio internazionale Basilicata presso le Giornate del cinema di
Maratea.
Intervista
Mi dicevi che hai scritto un libro. Di
cosa parla?
Il libro si intitola “Tutti i colori
dell’Italia che vale”. Perché “L’Italia che vale” è stata una mia
rubrica che abbiamo fatto all’interno di Uno Mattina, che poi per il corona
virus è stata bloccata perché le puntate sono diventate mono tematiche
purtroppo. Il libro è l’incontro
con vari personaggi, più o meno famosi, che hanno avuto nella vita qualche
inciampo, qualche difficoltà, ma che sono sempre riusciti a superare gli
scogli, che appunto la quotidianità o la vita ci pone di fronte per fare grandi
cose. Sono un po’ degli eroi, che poi gli eroi non vogliono mai essere
chiamati così. Però in realtà
sono persone positive che danno modo di riflettere su quanto le difficoltà
della vita possano diventare anche degli stimoli per fare sempre meglio. Degli
esempi di positività, è un mosaico di persone di vari ambiti.
Mi puoi fare dei nomi?
Certo.
Manuel Bortuzzo, il ragazzo ferito per errore da un
proiettile di pistola che ora si muove sulla sedia a rotelle e che tutti
conosciamo. Gian Paolo Borrometi, giornalista sotto scorta perché inseguito
dalla mafia, ma che comunque va avanti con il suo lavoro. Daniela Rambaldi che
porta avanti il lavoro di suo padre Carlo Rambaldi, con i suoi effetti speciali.
La preside di Caivano, Eugenia Canfora, che è un modello di donna che va in
giro ogni mattina a raccattare i ragazzi sulle strade più buie di Caivano per
portarli in classe. Tanti esempi di persone che in qualche modo ci danno
coraggio, speranza e luce. Ci fanno essere fieri di essere italiani.
Mi racconti com’è nata la tua
passione per il giornalismo?
La passione per il giornalismo in realtà è
nata all’università. Io sono laureata in Lettere, indirizzo spettacolo, in
cinema. Quando ho capito che era troppo difficile, che era troppo tardi lavorare
nel mondo del cinema come sceneggiatrice, autrice, regista, ho pensato in quale
modo potessi raccontarlo e avvicinarmi con il giornalismo. Come il giornalismo
potesse aprirmi questa strada che a me tanto interessava. Poi pian piano ho
iniziato a scrivere sul giornaletto di quartiere e poi sono entrata nella scuola
di giornalismo di Perugia, sempre con il pallino del cinema.
Mi piacevano i pezzi di Vincenzo Mollica. Lui era un po’ il mio mito.
Quando sono uscita dalla scuola di giornalismo, ho fondato insieme ad una società
il sito “film.it”. Erano gli inizi di internet, parliamo del 2001 e
poi quando sono entrata in Rai ho scoperto la cronaca, mi sono innamorata della
cronaca e da lì è partita tutta la mia carriera.
Il libro della giornalista Valentina Bisti
Nel giornalismo hai trovato più complicità
o rivalità?
La rivalità la tocchi con mano, perché ce
n’è tantissima. La rivalità sana fa anche bene al giornalismo, nel senso che
è una rivalità per raccontare meglio, per arrivare prima alla notizia. La
rivalità, se non pesta troppo i piedi, fa bene anche questa. A me piace molto
di più la complicità perché lavorare insieme, darsi una mano, alla fine porta
sempre a risultati ottimali. Se poi parliamo della famiglia del TG1, è una
squadra talmente ben rodata e affiatata, che anche se ci sono delle piccole
rivalità interne, poi alla fine guardando tutto l’insieme, è una grande
macchina da guerra che va avanti così bene, perché siamo una famiglia e siamo
complici.
Quante ore passi in redazione?
In redazione in realtà non ci passo neanche.
Poi adesso non ci sono più le riunioni di redazione, perché con il covid tutto
è cambiato, però mi sveglio presto la mattina, il tempo di leggere i giornali,
adesso anche di farmi il trucco e parrucco, quindi in realtà prima di andare in
onda è un’ora da incubo. Finita la trasmissione, si fanno le riunioni per
telefono, poi me ne vado a casa, mi riposo e poi il lavoro prosegue da casa. Ho
le agenzie, ho internet e quindi
posso studiare e seguire il lavoro da casa.
Fra le tue ambizioni, c’è una
trasmissione tutta tua?
E’ una bella domanda, Gianfranco. Diciamo
che una trasmissione tutta mia, il mio sogno di quand’ero più giovane, era
Linea Verde, Linea Blu e Viaggiare. Io sono del 1974 e comincio a pensare che è
meglio che vadano avanti i più giovani, quindi non so, forse preferisco
dedicarmi al mio telegiornale, perché altre esperienze al di fuori, mi
hanno formato, come Uno Mattino. Belle esperienze, però penso che casa mia in
fondo è il telegiornale. Poi certo, un trasmissione tutta mia, mi piacerebbe,
però nel panorama televisivo non vedo una cosa che potrebbe andare a pennello
per me. In Rai è anche un momento di cambiamento, quindi sto a vedere. Io sono
una di quelle persone che guarda, osserva, poi magari capisce se ci può essere
spazio e può chiedere. Mi aspetto anche che gli eventi arrivino a me, come è
successo con Uno Mattina, una trasmissione che io non avevo mai chiesto.
Oltre al giornalismo, curi delle passioni
nella vita?
Io sono una che ama molto viaggiare, è la
mia passione principale e questa è la cosa che mi è mancata di più in questi
mesi di Uno Mattina. Poi sono una molto sportiva, leggo
tanto, sono innamorata di Roma, quindi quando posso faccio un giro per la città
con mio marito, che è uno scrittore esperto di Roma. Quindi ho una guida dentro
casa e ci divertiamo a conoscere meglio ogni angolo della città. Mi piace il
cinema, perché sono laureata in cinema e questa passione me la porto dietro.
Poi amo la musica e la musica per me è Vasco Rossi. Amo anche il calcio e sono
una romanista sfegatata. Anche se con l’addio di Totti, non dico che si è
ridimensionata ma diciamo che è calato un po’ l’entusiasmo. Vedo una Roma
che stenta, una Roma che andrebbe coccolata, non abbandonata, però la vedo
spenta.
Hai ricevuto parecchi riconoscimenti. A
quale sei più legato?
Di tanti premi ricevuti, quelli a cui sono più
legata, sono un paio di premi che ho ricevuto in Basilicata, perché è una
regione che amo molto, che ho scoperto da pochi
anni. Sono innamorata di Matera, un’altra città ricca di storia, che
mi ha veramente coinvolta
e ho scoperto tanti luoghi sconosciuti, piccoli paesi e posti
straordinari che mi hanno arricchita.
Sei socia benemerita insieme a tuo marito
dell’Associazione Scrivi la tua storia. Mi racconti di questa associazione?
E’ l’associazione di mia mamma ed è un
premio letterario dedicato alle donne che scrivono libri su vari argomenti, ci
sono varie sezioni e io do una mano a mia mamma nella lettura dei libri quando
arrivano, do una mano nel seguire le giornate di presentazione, anche se c’ho
tante cose da fare, mia madre mi vorrebbe far fare una cosa al giorno. Non
riesco a starle dietro, perché mia mamma è un vulcano (risata).
Parliamo di Roma. Com’è il rapporto con
la tua città?
Io la amo follemente. E’ una città che
sento nel cuore e che non abbandonerei per nessuna ragione al mondo. Sono una
che ha viaggiato molto e potrei abbandonarla forse per un periodo ma ritornerei
sempre da lei. Ma forse solo per New York, che è una città che amo molto, ma
la mia vita è qui, è una città che ha tanti problemi come tutte le grandi
città del mondo, però c’è un grande legame affettivo e d’amore sincero.
In questi giorni in cui si poteva fare attività motoria un po’ più lontano
da casa, quindi correre e passeggiare velocemente, ho trovato una Roma deserta
che a momenti mi ha commossa. Ero l’altro giorno a piazza Navona e l’ho
vista con l’erbetta tra i
sampietrini, dieci persone in tutta la piazza, mi sono proprio commossa. Poi
incontri i romani, in questo periodo Roma è tua e trovi il rapporto con la tua
città e il rapporto con i tuoi concittadini, che non vedi mai in giro per il
centro. L’altro giorno eravamo a fontana di Trevi e non c’era nessuno.
Eravamo io, mio marito e una camionetta della polizia. Ad un certo punto
arrivano altre due persone con le loro mascherine e questa ragazza mi ha
guardata e m’ha detto: “Ao’, ma quanno ce ricapita de vedè fontana de
Trevi così, godemosela”. E la romanità che esce fuori. Mio marito è uno che
ama Roma più di me, è un esperto e ha scritto otto libri su Roma.
Cosa significa per te essere romana?
Essere romane per me vuol dire essere figlia
di una grande città, che mi ha dato sicurezza, mi ha dato la curiosità di
scoprire ogni giorno angoli nuovi. Mi ha dato la possibilità di vivere a
contatto quotidiano con la storia e soprattutto mi da la possibilità ogni
giorno di crescere, perché Roma è una città davvero piena di attività da
fare, piena di incognite, piena di belle cose, qualche volta anche spiacevoli,
ma insomma da superare insieme.
Valentina Bisti si gode il panorama della sua
città
La tua Roma in tre posti diversi?
La Roma a cui sono molto affezionata è campo
de Fiori, perché l’ho vissuta in tutte le età in maniera diversa, un po’
la movida, un po’ il mercato che è divertente e variopinto. Mi ricordo un
capodanno che ho trascorso con mio marito in bicicletta, in giro per Roma e ci
siamo fatti tutte le piazze della città. Campo de Fiori era quella più
divertente, perché tutti ballavano, c’era una grande festa, c’era la
musica. Altro luogo a cui sono affezionata è Trastevere, perché mio marito è
innamorato di Trastevere e mi trascina ogni volta che c’è da fare una
passeggiata, la tappa fondamentale è Trastevere, con i suoi vicoli, la sua
romanità. Poi abbiamo una piccola casetta che affittiamo e quando è vuota ci
andiamo noi. Terzo posto ti posso dire in generale le terrazze di Roma. Gli
alberghi con i terrazzi. Le terrazze e i suoi panorami ti lasciano senza fiato.
Io le conosco e me le giro tutte. Vado sempre alla ricerca di terrazze nuove.
C’è la terrazza Borromini che si affaccia su piazza Navona che è uno
spettacolo meraviglioso.
La cucina romana ti piace?
Ottima. Mangio di tutto e sono una
buongustaia.
Anche una buona cuoca?
Buona cuoca non tanto, cucina meglio mio
marito, però le trattorie romane le conosco
tutte. Amo la pasta, le polpette, il polpettone, la gricia, la carbonara,
le puntarelle, i carciofi. Non mi faccio mancare niente. Ci sono tante trattorie
che frequento soprattutto in centro e a Trastevere.
Si mangia bene un po’ dappertutto a
Roma.
Non dappertutto, però sai conta molto anche
l’ambiente. C’è la trattoria con i tavolini all’aperto, la piazzetta de
Trastevere, con l’albero in mezzo, l’oste simpatico e
se proprio la gricia non è perfetta, fa anche l’atmosfera capito?
I mali di Roma che ti danno più
fastidio?
Sono i romani che disprezzano la propria città
comunque vada. Troppi romani vedono solo nero, è vero che è una città che
molte volte ci fa innervosire perché è sporca, ci innervosiamo perché c’è
il traffico, perché c’è lo smog, perché ci sono le buche. E’ vero che
Roma ha tanti problemi e potrebbe essere una città forse più vivibile, però
dobbiamo essere noi i primi a volerle bene, a guardare il bello di questa città
se no non la miglioreremo mai. Ci vuole anche un senso di amore e un senso
civico per questa città. La cosa che non sopporto sono i romani che non amano
la loro città, che non la rispettano. Che non le danno l’amore che merita,
perché è una delle città più belle del mondo e quindi va rispettata anche
per la storia che ha. Noi possiamo fare tanto per lei, quindi è inutile
giudicarla ogni volta o criticare l’amministrazione, il sindaco, c’è quello
di prima che ha fatto meglio, quell’altro ha fatto peggio. Possiamo anche noi
aiutare l’amministrazione che ha bisogno di un sostegno, anche amorevole.