Veronica
(cantautrice)
Roma 7.11.2022
Intervista di Gianfranco Gramola
“Quando
sento che arriva l'ispirazione ho bisogno di trasferire qualcosa di me e mi
metto lì, gioco con il pianoforte e in base all'atmosfera, cucio un testo che
sia coerente”
Veronica
Surrentino è nata a Roma il 7 dicembre del 1981. A quattro anni si avvicina
allo studio del pianoforte iniziando un percorso che condizionerà fortemente la
sua impronta artistica e personale. Al termine del liceo si diploma con il
massimo dei voti in Canto e Recitazione all’Accademia “Achille Togliani” e
subito dopo inizia a perfezionare la sua tecnica vocale sotto la guida del
produttore, autore e compositore Giosy Capuano. Nel giugno 2020 pubblica il suo
primo EP “Notte Verrà” in cui si intrecciano influenze e contaminazioni
provenienti dalla musica internazionale. L’anno successivo, pubblica due
singoli, “Tranne Te” e “A passo lento”, da lei scritti e arrangiati. A
febbraio 2022 ha interpretato insieme a Maurizio Vandelli “L’Aquilone”,
brano scritto da Franco Fasano e Fabrizio Berlincioni.
Intervista
E’
uscito “La città nell’anima”. Mi racconti di questo progetto discografico
e qual è il messaggio che vuoi trasmettere?
“La
città nell’anima” è il primo singolo estratto dall’EP che porta il mio
nome, Veronica. Ho deciso di chiamarlo così perché ogni canzone che lo compone
è un frammento delle mie emozioni tradotto in musica. “La città
nell’anima” (F.Fasano, R.Cenci, F.Berlincioni), rappresenta a mio avviso la
summa di quello che è l’EP, ossia la ricerca di se stessi, un’analisi
interiore in cui trovare la città che è dentro di noi, la città dell’anima.
Quale migliore brano per rappresentare tutto l’EP.
Mi
racconti come ti sei avvicinata alla musica? Hai artisti in famiglia?
Mio
nonno paterno era un pianista e compositore ed è anche grazie a lui che è nato
il mio amore per il pianoforte. Con il tempo ho deviato verso il genere più
moderno e ho iniziato a studiare canto. Unendo poi entrambi gli strumenti ho
capito che potevo fare qualcosa di più e ho
iniziato a scrivere. È stato un percorso lento, non immediato, ma molto utile
nella sua progressione.
Come
hai conosciuto Franco Fasano e com’è nata la vostra collaborazione?
E’
stato un incontro “in libreria”… avevo appena finito di leggere il suo
libro “Io amo” e avevo già iniziato la collaborazione con Maurizio
Vandelli. Ero alla ricerca di un autore che fosse all’altezza della personalità
artistica di Maurizio, quindi ho contattato Franco Fasano che ha accettato
subito di buon grado e insieme a Fabrizio Berlincioni ha scritto questa
bellissima canzone che si chiama “L’Aquilone”. Da questo avvenimento è
nata una collaborazione che è in primis un’amicizia, Franco è una persona
estremamente generosa e incredibile sotto il profilo artistico. Recentemente,
prima dell’uscita dell’EP, mi ha detto: “Prova a vedere se tra i miei
brani ce n’è qualcuno che ti rappresenta in modo totale”. Ho ascoltato
tutta la sua produzione e quando ho sentito quella piccola perla che è “La
città nell’anima” ho capito che era la canzone giusta per me… l’ho
registrata solo pianoforte e voce e gliel’ho fatta ascoltare, a lui è
piaciuta molto la mia versione e abbiamo iniziato a lavorare insieme
sull’interpretazione.
Hai
duettato con Maurizio Vandelli nella canzone “L’Aquilone”. Ci sono altri
artisti con cui vorresti duettare?
La
lista è infinita. Potendo volare alto nei desideri ti citerei Sam Smith e
Alicia Keys che provengono da alcuni dei generi musicali che più prediligo, il
rhythm & blues e il soul. In Italia, invece, amo ascoltare Elisa, Marco
Mengoni e Giorgia, meravigliosi artisti di primo livello.
Delle
tua canzoni sei anche autrice. Qual è il tuo metodo? Scrivi prima il testo e
poi la musica o viceversa?
Generalmente
prima la musica e poi il testo, mi piace creare “giocando” con il
pianoforte. Non mi do delle scadenze, quando sento che arriva l'ispirazione e ho
bisogno di trasferire qualcosa di me, inizio a suonare e quando l’atmosfera è
giusta, inizio a scrivere un testo che sia coerente.
Qual
è il momento della giornata più fertile per creare le tue canzoni?
Considerando
che sono mamma di due bambini ti direi la sera, quando tutti dormono e la casa
è più silenziosa. Mi piace molto come momento, tutto è più silenzioso, più
raccolto, più intenso.
L'ambiente
che ti circonda influisce sul tuo estro artistico?
Sono
molto empatica e quando scrivo racconto emozioni personali, ma anche esperienze
che ho vissuto indirettamente o eventi a cui ho assistito e che mi hanno colpita
nel profondo.
Cosa
ne pensi dei talent musicali?
Sono
un'ottima opportunità, ma anche un'arma a doppio taglio. Io arrivo da un
percorso di studio lento, di profonda ricerca interiore e ho sicuramente
impiegato del tempo prima di arrivare a scrivere; i ragazzi che partecipano ai
talent invece, sono catapultati in un mondo in cui è d’obbligo emergere
subito, dove difficilmente viene concessa una seconda possibilità e
soprattutto, dove si ha poco tempo per lavorare su se stessi.
Quali
sono le tue ambizioni?
Più
che ambizione la mia è una speranza. Spero di continuare a fare questo lavoro
per tutto il tempo che mi è concesso. L'ambizione è quella di crescere
artisticamente, di poter collaborare nuovamente con artisti di primo livello e
continuare su questa strada.
Se
i tuoi figli volessero fare i musicisti, che consigli daresti loro?
Spero
di aver insegnato loro a tenere sempre alto lo spirito di sacrificio perché,
purtroppo o per fortuna, l'arte su questo non perdona. Se hai volontà e
desiderio devi camminare molto prima di ottenere anche solo piccole
soddisfazioni. Un’altra cosa che ho imparato è che bisogna guadagnarsi le
cose sul campo, consiglierei loro di fare tanti live e di fare esperienza sia
nel piccolo pub che sul grande palco. Sono esperienze che vanno vissute per
godersi appieno questa professione.