Veronica Maya (ballerina – presentatrice)
Roma 28.5.2008
Intervista di Gianfranco Gramola
Una ragazza piena di andrenalina, con due
occhi meravigliosi e una dose esagerata di simpatia.
Veronica Maya è nata a Parigi, il 14 luglio
1977, ma è cresciuta a Sorrento dove, fin da bambina, ha studiato danza. Nel
1997 si è diplomata in danza classica presso la scuola di Patty Schisa,
ballerina del teatro San Carlo. Dal 1998 al 2001 balla con la compagnia di
Renato Greco e si esibisce in tantissimi teatri italiani. Nel 2002 debutta in
teatro in "Amici miei", con Jerry Calà, Franco Oppini, Nino Salerno,
per la regia di Mario Monicelli. Seguono "Il silenzio dei sogni",
"Il bell'Antonio" e "Pretty woman", in tournèe in tutti i
più grandi teatri italiani.
Nel 2003 è la soubrette di "Bentornato avanspettacolo" di Dino Verde.
Nel 2004 Veronica approda a Raidue con "Dribbling europei", insieme a
Claudio Paris e Bruno Pizzul, a cui faranno seguito due stagioni di "Sabato
Sprint". A partire dal 2005, per due edizioni, Veronica viaggia e fa
viaggiare in giro per il mondo i suoi telespettatori con il programma di Raiuno
"Stella del sud". Nell'estate 2006 continua a viaggiare con
"Italia che vai" sempre su Raiuno. Ha condotto, insieme a Cino
Tortorella e Nino Frassica, la 49esima edizione dello Zecchino d'oro e lo
speciale "Linea Verde Sanremo in fiore" con Massimiliano Ossini e
Gianfranco Vissani e poi l’ultima edizione di “Uno Mattina Estate” insieme
a Duilio Giammaria. Il 2007 la si vede impegnata nella conduzione di Linea Verde
insieme a Massimiliano Ossini e questa estate di nuovo “Uno mattina estate”,
che la vedrà impegnata dal lunedì al venerdì, fino a settembre 2008. Veronica
nutre tante passioni tra cui i viaggi e ha un debole particolare per la
cucina napoletana. La sua famiglia, infatti, gestisce due ristoranti di cucina
tradizionale partenopea a Montecarlo.
Ha detto:
- Ritengo che sia importante toccare con mano
i luoghi che vengono presentati allo spettatore, proprio perché è il modo
migliore in cui si possono fare queste trasmissioni dedicate ai viaggi intorno
al mondo: niente è più rappresentativo dell’esperienza diretta.
- Nel visitare posti nuovi, a parte la bellezza delle zone in sé, la cosa che
più mi piace è il contatto umano, scoprire il calore degli incontri; e molte
delle esperienze più belle sono legate ai bambini: riescono anche solo con uno
sguardo a lasciarti qualcosa impresso.
- Mi ritengo coraggiosa e amante
dell’avventura, ma non certo incosciente, anche perché la prudenza non è mai
troppa.
- Sono
semplice, casalinga quando posso e tranquilla. Il mio lavoro mi fa essere sempre
con la valigia e quindi per me le quattro mura di casa sono il vero rifugio.
Oltretutto ho un marito che è un gran cuoco e amiamo invitare amici a cena.
Curiosità
- Ama la
pasta in tutte le salse, il
suo attore preferito è George Clooney e l’attrice Nicole Kidman e il film del
cuore che ha amato fin da piccola è Mary Poppins.
- Si è sposata con Aldo Bergamaschi l'8
agosto del 2005.
- Figlia unica per 20 anni, dopo la
separazione dei genitori ha acquisito tre fratelli: Katia, che vive a Montecarlo
con il papà e Filippo e Marcella che vivono a Sorrento con la mamma.
- Il
piccolo fuoriprogramma che ha messo in mostra il suo seno, risale al 2006,
quando sfilando nell’ultima edizione de “La Kore, Oscar della moda 2006”
il vestito l’ha tradita.
- Ha ricevuto il Premio Margutta 2008, una
scultura realizzata dall'artista Angela Pellicanò, assegnato nel corso della
XII edizione di ModArt.
Intervista
E’ nella sua abitazione romana. Ha appena
finito il programma Linea verde, condotto con Massimiliano Ossini e fra pochi
giorni torna al lavoro con “Unomattina estate”. Intanto si gode un po’ di
meritata vacanza.
Com’è il tuo rapporto con Roma,
Veronica?
Il mio rapporto con Roma è un rapporto
incompleto (risata), perché ci abito da dieci anni, però la vivo molto poco.
I primi anni che sono arrivata qui, verso il ’98, ero completamente immersa
con il lavoro della danza, facevo parte della compagnia di Renato Greco e quindi
facevo casa e teatro e basta. Il primo anno che ero a Roma, non sono mai stata a
piazza di Spagna e non ho fatto una passeggiata in altre zone meravigliose di
Roma. Ero tutto casa e lavoro. Ho anche un rapporto poco mondano con Roma, che
invece offre molto alla mondanità. Direi che con Roma ho un rapporto più
privato, più appartato, nel senso che ho sempre lavorato stando in giro, in
teatro, oppure nelle tournée, con la danza. Pensa che dei programmi che ho
fatto, almeno metà sono di viaggio, quindi Roma è un po’ il mio rifugio,
perché vi vengo, ricarico le batterie e poi riparto.
In che zona hai abitato, Veronica?
I primi anni stavo in via Nomentana, vicino
agli studi della Dear, adesso invece sto a Monte Mario, sopra lo stadio
Olimpico.
Ti manca Roma quando sei via per lavoro?
Devo dirti che Roma non la considero la mia
città. Io se devo pensare a casa, penso a Sorrento, la città dove sono
cresciuta. Però devo dire che Roma è una città che mi ha accolto bene, è una
città che mi ha dato tanto, è una città dove sto bene. Per una donna che
spesso si muove sola, che è autonoma come me, Roma è una città che mi fa
sentire al sicuro è una città dove sto bene ovunque. Soprattutto a Roma non mi
perdo mai, perché mi consente di avere sempre un grande senso
dell’orientamento. Però ti ripeto che non la considero la mia casa, anche se
ci vivo ormai da diversi anni.
Come ricordi l’impatto?
E’ stato abbastanza duro. Io già facevo la
spola tra Sorrento e Roma, quando venivo a fare i provini per i programmi
televisivi e quando aspiravo a fare la ballerina. E c’era questo pullman della
ditta “Marozzi” che partiva ad orari improbabili da Sorrento e mi portava a
Roma. Mi fermavo alla Dear, sulla Nomentana, facevo questi provini e poi gran
parte delle volte ritornavo a casa a Sorrento, magari dopo ore, ore e ore. La
speranza di poter lavorare nello spettacolo cresceva, però alla fine ritornavo
a casa. Ricordo la prima volta, cioè quando mi sono trasferita, voglio dire
quando sono arrivata con la valigia, è stato
appunto nel ’98, era un giorno di pioggia, arrivai alla stazione Termini con
la mia bella valigia piena di sogni e di speranze e vidi quel famoso autobus 36
che mi portò in via Nomentana, nella casa dove ho abitato. Agli inizi mi
sentivo persa, perché mi sembrava tutto così lontano, non riuscivo a capire
come fosse formata la città. Io abitavo vicino al posto dove lavoravo, cioè
sulla Nomentana e gli studi della Dear stanno proprio lì vicino. Però io
facevo questo “viaggio” partendo sempre da Termini, che era il punto di
riferimento, cioè in cui sapevo muovermi meglio, capito? Quindi andavo a
Termini, poi praticamente tornavo indietro con l’autobus che mi portava alla
Dear, che stava a 400 metri dalla mia abitazione (risata).
Con i romani come ti sei trovata?
Roma è una città multietnica, qui trovi
tutte le razze del mondo e anche di tutta Italia. Comunque, per i romani che
conosco mi trovo molto bene. Con loro il divertimento è assicurato, però
adesso che faccio “Uno Mattina” non posso permettermi di uscire e fare tardi
la sera, anche se volendo ho sempre qualcosa da fare a casa. Devo fare una vita
un po’ più relegata.
Com’è nata la passione per la danza?
Non ricordo com’è nata, so solo che ero
piccolissima e volevo fare solo quello, poi l’ho fatta per oltre 18 anni, che
non è poco, calcolando che adesso ne ho 30. Forse era dentro di me fin da
piccola questa passione, questo desiderio, questa danza che mi faceva muovere.
Per cui ho sempre dedicato il tempo allo studio e a 5 anni mia madre finalmente
mi iscrisse ad una scuola e lì ho fatto tanta gavetta, tutto da sola, anche con
qualche crisi. Il mondo della danza è un po’ più difficile rispetto al mondo
della televisione e tutte le mattine devi confrontarti davanti allo specchio con
le tue capacità e con la tecnica che è
comunque virtualistica e sei solo tu e la tua bravura, se ce l’hai. Non ci
sono bluff o mezzucci che tengano. E’ molto più diretto come confronto.
Il debutto con la televisione?
Non è stato così difficile il passaggio
dalla danza alla televisione, perché sono passato al musical, poi ho fatto
quattro anni di teatro, lavorando con grandi attori e grandi registi che mi
hanno dato e insegnato tanto e sicuramente mi hanno dato quei strumenti che poi
in televisione mi hanno fatto fare carriera abbastanza rapidamente, anche se poi
devi dimostrare quello che sai fare e quindi davanti alle telecamere sei solo.
Io venendo da un mondo artistico dove usi il corpo, usi il linguaggio e
l’espressione del corpo e delle mani, usi la voce, la dizione e altre cose, mi
hanno forse portata in televisione ad essere più pronta, più idonea magari
rispetto a chi parte da zero. E’ stato casuale, comunque l’aver fatto
televisione. All’inizio ho lavorato in una Tv privata che si chiamava Teleroma
56, come tante ragazze. L’ho fatto un po’ per gioco, perché guadagnavo
pochissimo, due lire e affiancavo un conduttore ufficiale in un programma
sportivo. Era più un divertimento, perché ho voluto provare, anche se di
calcio non ci capivo nulla, non avevo mai fatto televisione, però era
un’esperienza che volevo provare. In quell’occasione mi sono sentita
istintivamente portata per quel ruolo, mi sentivo a mio agio davanti alla
telecamera o forse era una predisposizione o forse e stata la fortuna che mi ha
aiutato, non so. E’ stata una bella occasione per poter capire se
effettivamente la televisione faceva per me. Poi ho fatto un provino per Rai
Sport e poi non ho più lasciato la Rai.
Hai mai pensato ad un nome d’arte?
Io mi chiamo Veronica Maya Russo e Maya è il
mio secondo nome e quindi ho semplicemente omesso Russo e ho lasciato Maya come
cognome, che sembra inventato ma è proprio il mio nome all’anagrafe e mi
piace che corrisponda alla realtà, pur essendo un po’ evocativo. Però non lo
cambierei mai. Mi piace molto.
Il complimento più bello che hai ricevuto
e da chi?
(risata) Oddio! Che domanda imbarazzante,
Gianfranco. Effettivamente ne ho ricevuto parecchi di complimenti, per diversi
motivi anche.
Per via della “uscita” del seno a
quella sfilata?
Si! Ma quello è successo un paio di anni fa
e ancora gira la chiacchiera?
Si! Ma sai, Veronica, un fatto così viene
ripreso e ricordato per 20 anni, mentre un episodio artistico importante viene
descritto in due righe e archiviato nel giro di poco tempo.
E’ vero, Gianfranco. Comunque il
complimento più frequente che mi fanno è sugli occhi. Il mio sguardo pare che
colpisca, forse sono i miei occhi azzurri, ma è questione di come una li usa,
consapevolmente o inconsapevolmente. Ma quelli che mi fanno più piacere sono i
complimenti che mi fanno sul lavoro.
Per la bravura?
Ma più che per la bravura direi la simpatia,
la spontaneità, la capacità di parlare e quelli che mi danno più
soddisfazione sono quelli che ricevo dalle donne. Piacere alle donne per chi
lavora su Rai1 è davvero una cosa importante, perché sono più sincere e se un
complimento arriva da una donna, vuol dire che è più spontaneo, un uomo magari
ti fa un complimento magari più sul lato fisico.
La cosa più brutta che hanno scritto su
di te e che ti ha dato fastidio?
Io sono una che esce poco, non sono tanto
“gossippata” per fortuna. Sui vari Blog, devo dire, c’è una alta
percentuale che scrive bene di me, però c’è qualcuno che scrive male di me.
Io non sono pronta a ricevere cose brutte o critiche da chi non mi conosce. Mi
ferisce sapere che qualcuno, anche se sono solo 4 o 5 persone, non importa
quanti, che magari non mi conosce, non sa
nulla di me, della mia storia e da dove vengo, vada in giro a dire “Chissà a
chi la data” oppure “Chi lo sa chi è il suo santo in Paradiso”. Questa è
una cosa che mi ferisce, perché io so che veramente le cose me le sono
guadagnate. Poi per carità, ho avuto la fortuna, ho avuto la possibilità che
gente investisse su di me, perché non è un lavoro che puoi fare da sola, ma
hai bisogno di un team che crede in te e che investe su di te e sulle tue
capacità. Da solo il successo non lo può fare nessuno. Quindi io non nego
l’aiuto che ho ricevuto, però è brutto quando ti dicono alle spalle:” Sta
lì perché scopa qualcuno”. Questa è una cosa pesante e che mi offende,
perché io so da dove vengo.
Queste sono cattiverie che però non
appartengono solo al mondo dello spettacolo.
E’ vero, però io so che vengo dalla strada
e uno non può accusarmi di cose che non ho fatto. Prima di parlare uno deve
prendersi la briga di informarsi. Però questo succede e fa parte del gioco e si
sa, purtroppo.
Che rapporto hai con la Fede?
Con la Fede ho un rapporto molto intenso che
è cresciuto soprattutto dopo il matrimonio, grazie a mio marito. Non ho
vergogna a dirlo, ma spesso preghiamo insieme. L’ho già detto una volta e
qualcuno c’ha fatto la caricatura, cioè al telefono invece di dirci cose
d’amore, recitiamo il Padre Nostro (risata). Mi ha dato un po’ fastidio,
perché non era quello che volevo dire. Però è sicuramente una cosa che mi
unisce, in una vita di coppia non facile, perché io viaggio tanto, sono stata
tanto fuori casa e comunque ho un lavoro che ti assorbe molte energie, per cui
avere una cosa che ci unisca, come la Fede è una fortuna, una cosa importante
per il nostro rapporto. Non mi piace quando ci si scherza sopra. Anche perché
è una cosa intima e che di solito non parlo. Però è un rapporto vero e
autentico.
Tuo marito lavora nel mondo dello
spettacolo?
Lavorava nel mondo dello spettacolo. Ha fatto
15 anni di televisione, quando io ancora giocavo con le Barbie (risata). Poi
io ho cominciato e lui ha smesso. Lui è un cantante, ha una bellissima voce, ma
fa un po’ di tutto,balla, canta, recita e ha fatto molti programmi dove
servivano delle ragazze di bella presenza.
Ti consiglia sul tuo lavoro?
Molto! Devo dire che però non ficca il naso
nel mio lavoro. Lui interviene soltanto quando gli chiedo aiuto, se no è una
persona molto discreta e lascia fare di testa mia. Quando gli chiedo qualcosa,
lui è molto presente e anche convincente e ha le idee molto più chiare di me
che di se stesso. Se avesse avuto la grinta che a volte ha con me, forse
starebbe ancora lavorando in Tv. Ma forse non era neanche questo il suo sogno.
Di cosa si occupa tuo marito?
Adesso sta a Montecarlo. Lì abbiamo due
ristoranti, uno lo gestisce mio padre e uno mio marito.
Un tuo sogno nel cassetto, Veronica?
Beh! Devo dire che la Rai mi ha già riservato
tante belle sorprese e quindi artisticamente ho già realizzato più di quello
che potessi immaginare. E’ chiaro
che adesso sono più consapevole di quello che può essere il mio percorso.
Ambisco sicuramente alle prime serate, a delle cose importanti, anche se non ho
la smania nell’immediato. Piano, piano, anche se dovesse arrivare fra qualche
anno, non so, una serata, va benissimo. Intanto accumulo esperienza e arrivo
preparata. E se non funziona, almeno non mi posso dare la colpa di aver bruciato
le tappe.
A chi vorresti dire “grazie”?
Dovrei ringraziare più persone. Grazie ai
miei genitori che mi hanno sempre lasciato fare quello che volevo. Che mi hanno
sempre stimata e sostenuta e che mi hanno anche insegnato le regole della vita,
perché la mia gioventù non è sempre state rose e fiori. Non mi hanno mai
ovattata nell’ambiente in cui sono cresciuta e questo mi è servito a
diventare grande prima. In questo mondo bisogna diventare grandi prima, perché
arrivi ai 18 anni, così allo sbaraglio e se non sei abbastanza sveglia, ti
sbranano (risata). Invece avere quella maturità che avevo da ragazzina, mi è
servita ad andare avanti a testa alta e a non commettere stupidaggini. Un grazie
al Direttore Del Noce, perché grazie a lui ho realizzato molte cose, perché ad
un certo punto si è accorto di me, non subito, ma se n’è accorto…
Meglio tardi che mai.
E’ vero! Devo dire grazie anche a quelli
che condividono il mio lavoro quotidianamente, perché come dicevo prima, il
successo di una persona è fatta anche di tanta gente che lavora intorno a te. E
grazie a mio marito che mi sa stare accanto con discrezione, con amore e con
tutta la sensibilità che è una virtù molto rara negli uomini.
Progetti?
Tutta l’estate sono al lavoro con
“Unomattina Estate” fino a settembre. Mi riposo il sabato e la domenica. Farò
qualche piccolo weekend, ma va bene così. Ho lavorato sempre tanto, però non
mi sono fatta mancare niente.