Vincenzo Salemme (attore – autore)   Roma 18. 2. 2006

                  Intervista di Gianfranco Gramola

Un fenomeno napoletano

Io e Vincenzo Salemme al premio Simpatia (Campidoglio, Roma)

Biografia tratta dal sito ufficiale www.vincenzosalemme.it

Vincenzo Salemme nasce a Bacoli (Napoli), il 24 luglio 1957. Nel 1976, dopo essersi diplomato al Liceo Classico Umberto I di Napoli ed iscritto alla Facolta' di Lettere e Filosofia, viene scritturato dalla Compagnia Teatrale di Tato Russo e debutta come attore nella commedia Ballata e morte di un capitano del popolo. Nel 1977 si trasferisce a Roma (dove risiede tuttora) ed entra a far parte della compagnia di Eduardo De Filippo, a quei tempi impegnato nelle riprese televisive di alcune sue commedie. Partecipa prima come comparsa in "Quei figuri di tanti anni fa ", per poi continuare come attore ne "Il Cilindro" ed "Il Sindaco del Rione Sanità".Da allora la collaborazione con la Compagnia di Eduardo è proseguita fino alla sua morte, avvenuta nel 1984, ed è andata avanti con il figlio di questi, Luca, fino al 1992. Nel 1986 Salemme prende parte, con la compagnia di Carlo Cecchi, ad alcune rappresentazioni, tra cui "La tempesta" di  Shakespeare e l' "Ivanov" in occasione del Festival di Spoleto. Nel 1988, insieme a Luca De Filippo, cura la traduzione dal francese al napoletano del "Don Giovanni" di Moliere,  vincendo, nello stesso anno, il "Premio Sciacca" come miglior attore non protagonista.  Durante tutti questi anni, si dedica contemporaneamente alla scrittura di testi teatrali. L' occasione per verificarne la validità sulla scena si presenta nel settembre 1990 al Teatro dell'Orologio di Roma dove debutta, con grande sacrificio, anche economico, come autore/attore/regista con lo spettacolo "Sogni,bisogni,incubi e risvegli", composto dai due atti unici, "Buonanotte" ed "Il Signor Colpodigenio". Con la messa in scena di questo spettacolo nasce l'Associazione Culturale E.T., Emporio Teatro, di cui Salemme e' fondatore insieme ad un gruppo di attori (Nando Paone, Antonella Cioli, Daniela Marazita, Gigi Savoia) ". Il grande successo di pubblico ed il riscontro di botteghino consentono all'Associazione E.T. di evolversi in Compagnia Capocomicale ("Chi e' di scena!"). Vengono, in ordine cronologico, messi in scena i seguenti testi:"A chi figli, a chi figliastri" ( 1991), "Lo strano caso di Felice C." (1992),"La gente vuole ridere!" (1993), "Passerotti o Pipistrelli?" (1993), "Fatti unici per atti comici" (1994), "…E fuori nevica!" (1995), "Io & Lui" (1996), "Fiori di ictus" (1996), "Premiata Pasticceria Bellavista"* (1997), "Di mamma ce n'è una sola" (1999), "Sogni e bisogni" (2001) "L'amico del cuore" (2002), "Cose da pazzi!" (2003). L' incontro di Salemme con il Cinema avviene nei primi anni ‘80, quando il regista Nanni Moretti gli affida ruoli nei film "Sogni d' oro", "Bianca" e "La messa e' finita". Nel 1989 prende parte al film "C'e' posto per tutti". Nel 1998 Rita Rusic gli dà l'occasione di girare il suo primo film, "L'amico del cuore" . Nel cast, oltreBuccirosso, Paone e Casagrande, c’è la top model Eva Herzigova. La pellicola incassa dieci miliardi di lire. L' estate 1999 lo vede nuovamente impegnato dietro la macchina da presa in "Amore a prima vista".  Nel 2000 in "A ruota libera" e nell’estete 2001 comincia le riprese del suo quarto film "Volesse il cielo!". Nel 2003 gira il quinto film "Ho visto le stelle!". Nel 2004 al teatro Eliseo di Roma, Vincenzo firma la regia di "'E femmene " commedia interpretata da sole donne (Antonella Cioli, Adele Pandolfi e Cetty Sommella). Per quanto riguarda l'editoria sono state pubblicate dalla Casa Editrice Sellerio tre sue commedie: ...E Fuori nevica!, Premiata Pasticceria Bellavista e L'amico del Cuore. Nel 2002 esce il suo primo romanzo dal titolo “Sogni e Bisogni (..incubi e risvegli)”. Vincenzo ha anche inciso una canzone 'E femmene, tratto dal film "Ho visto le stelle!".

Ha detto:

- Se fossi Marzullo direi che il computer è un sogno. Ma siccome sono Salemme, dico che il Pc è sogno, bisogno, incubo e risveglio.

- Durante le riprese di un film, all'ora di pranzo arrivano i cestini. Sebbene siano di solito pessimi, mi piace il fatto che una volta ti siedi con quattro operai, una volta coi macchinisti, ecc... come fosse un picnic.

- Dovevo fare la comparsa in una commedia di Eduardo De Filippo. Lui mi guardò e mi disse:" No! Ti faccio dire qualche battuta, così pigli la paga da attore".

- A teatro vengo apprezzato da tutti, mentre al cinema soffro del fatto di essere apprezzato soprattutto al centro-sud.

Curiosità

- E' il secondo di quattro fratelli (Antonio, avvocato, Ernesto, insegnante di Latino presso il Liceo di Bacoli e Stefano, studente a Giurisprudenza.

- La moglie Valeria è socia al 50 % della sua Compagnia Teatrale “Chi è di scena”.

- Vincenzo e la moglie Valeria sono insieme da 30 anni, alla faccia degli 11 anni di differenza. Si sono conosciuti nel 1976, al Festival dell'Unità a  Napoli e da allora non si sono più lasciati.

Intervista

Vincenzo è al Sistina di Roma dove ha debuttato con “La gente vuole ridere…ancora!”, il divertentissimo spettacolo, con battute a raffica, che completamente riveduto e aggiornato è di scena fino al 12 marzo.

Quando ti sei stabilito a Roma e come ricordi l’impatto?

A Roma sono arrivato nel 1977, io ero piccolo, avevo 19 anni e l’impatto è stato commovente perché la mia attuale moglie, che ho conosciuto allora, mi portò a vedere Roma sul lungo Tevere e io mi sono commosso per la bellezza. 

Tua moglie è romana?

No, è napoletana e lavorava nell’azienda di suo padre, nel settore degli articoli da pesca, ma viveva a Roma già da un pezzo e mi faceva da cicerone. 

In quale occasione sei venuto a Roma?

Venni a Roma perché nel ’77 incominciai a lavorare con Eduardo de Filippo, con il grande Edoardo che iniziava a registrare le sue commedie a Cinecittà e io facevo parte del cast.

In quali zone di Roma hai abitato?

Ho abitato a Tiburtina, poi a Corviale, poi zona Portuense e adesso sto sull’Aurelia.

C’è un angolo di Roma che ami particolarmente?

Ma io ti ripeto che amo tutto il lungotevere, non so perché ma mi è rimasto dentro. Come amo molto l’isola Tiberina. Ma poi ci sono altre zone bellissime di Roma che amo, come l’Aventino, come Monte Mario, come i Parioli o la zona di corso Trieste. E perché non  parliamo del quartiere Coppedè e la bellezza di quel quartiere. Ma sinceramente tutta Roma io la trovo strepitosa.

Cosa ti manca di Roma quando sei via per lavoro?

L’apertura, è veramente una città aperta come dice il film. 

Roma, Napoli le tue due città. Quali sono le differenze?

Roma e Napoli sono due realtà completamente diverse. Napoli ha una personalità molto marcata, dovuta alla propria storia, anche culturale, Roma come dicevo prima è una città aperta. Roma per me è come se comprendesse anche Napoli. 

Come giudichi gli abitanti di Roma?

Io come romani intendo quelli che vogliono bene a Roma, di ovunque essi siano perché Roma è la città di tutti.

Esiste una Roma da buttare?

La Roma del traffico, ce n’è troppo anche se è una realtà di tutte le grandi metropoli. Ma i difetti di Roma li dimentico perché a Roma ci sto tanto bene. Bisogna anche dire che Roma ha sempre avuto dei sindaci molto bravi, a parte il discorso sinistra o destra. Veltroni è fantastico e vuole bene alla sua città. Come Rutelli…

Per un artista cosa rappresenta Roma?

E’ la città degli artisti. Come lo è Parigi. 

Qual è stata la tua più grande soddisfazione nel campo artistico?

Direi quando ho messo in piedi la mia compagnia teatrale, in società con mia moglie, e piano piano abbiamo cominciato in un teatrino piccolissimo di Roma, che si chiama dell’Orologio, e da lì siamo arrivati al Sistina.

E delusione?

Delusioni ce ne sono diverse. Forse un po’ di delusione l’ho avuta da qualche film che pensavo andasse meglio. 

Ricordi il tuo debutto?

Altroché se me lo ricordo, io ho fatto una cosa da filodrammatica quando stavo al liceo a Napoli e da lì un attore  che mi portò poi nella compagnia di Edoardo de Filippo, che si chiama Sergio Sordi, mi fece fare un suo spettacolo e mi fece iscrivere all’Ufficio di collocamento. Pensa non avevo neanche 18 anni. Un record.

Ma i tuoi genitori non è che sognavano un futuro diverso per te?

Si! Mio papà che non c’ è più da dodici anni, sognava per me una carriera d’avvocato.

I tuoi genitori che lavoro facevano?

Mio papà era avvocato e mia mamma, che c’è ancora, era insegnante delle elementari, ed è felicissima del mio lavoro. 

La cosa più cattiva che hanno detto su di te?

Mi criticano molto alcuni giornalisti, uno in particolare mi disse dopo l’uscita di un mio film: "Sarà contento Salemme, perché va in banca a ritirare i soldi". Io non penso mai al denaro. E’ una cattiveria detta da un idiota. 

Il complimento più bello che hai ricevuto e da chi?

Il complimento più bello è quello che ricevo dalle persone per strada. A parte le strette di mano e gli autografi, si mi fanno piacere … ma quando ci sono delle mamme che mi dicono: ”Mio figlio è molto malato e quando vede te se ne dimentica, dimentica il dolore, dimentica la sofferenza”. Ecco, queste cose mi fanno venire la pelle d’oca. Questi sono complimenti che mi rendono orgoglioso di aver fatto qualcosa di buono per qualcuno che nella vita è sfortunato. 

Com’è il tuo rapporto con la fede?

Io non sono un credente nel senso classico, non credo a un Dio come ci viene descritto, penso che Dio sia tutto quello che facciamo. Quando facciamo del male facciamo un Dio brutto, quando facciamo del bene, facciamo un Dio buono.

Quando non lavori quali sono i tuoi hobby?

Leggo, leggo molti thriller. E mi reco spesso a villa Pamphili qui a Roma che è piena di giardini e faccio lunghe passeggiate e delle belle corse. 

Hai degli idoli?

Come no! Sono tanti, cioè tutte quelle persone che hanno il coraggio di vivere con onestà, questi sono i miei idoli. Parlo in tutti mestieri, in tutti i lavori, dagli infermieri ai magistrati, dai contadini ai carabinieri. Ci sono politici che diventano idoli. Sai non è solo nel mondo artistico che esistono degli idoli.

C’è un attore o attrice con cui  vorresti lavorare?

Ce ne sono tanti, ma un attore che mi piace tanto è Jim Carrey. E’ il numero uno. Mi piacerebbe tanto lavorare con lui. Ho visto tutti i suoi film, da "The Mask – Una settimana da Dio – Truman Show" . Purtroppo è un sogno…

Con il successo sono cambiate le tue amicizie?

Si, alcune sono cambiate, ma le mie amicizie storiche no. Sono rimaste le stesse perché anch’io sono rimasto lo stesso.

Parliamo del tuo ultimo spettacolo: “La gente vuole ridere…ancora”, di che cosa parla?

Parla di un gruppo di attori che vive da dieci anni in un teatro, il teatro Nerofumo, che è di proprietà di una contessa, la contessa Nerofumo, la quale ospita questi attori e in cambio vuole vedere la loro realtà, cioè vuole vedere come vivono, come dormono, come mangiano, mentre fanno l’amore e nella loro intimità. Io ho scritto questa commedia nel ’93, era il primo reality show. Non esisteva ancora il Grande Fratello.

Altri progetti?

Si! Per l’anno prossimo farò un’altra commedia ma ancora non ne parlo perché non so ancora come sarà, ho un paio di idee. Dovrei fare anche un film a Natale. 

Hai un sogno nel cassetto?

No! A parte lavorare con Jim Carrey, io i sogni  li realizzo uno alla volta.

A chi vorresti dire grazie?

Al Teatro Eliseo degli anni ’90, nelle persone di Battista , Nunzio Meschieri e Umberto Orsini.  E grazie a te, Gianfranco, per questa bella intervista e auguri per il tuo sito.