Vito (comico, cabarettista, attore)
Bologna 17.3.2023
Intervista di Gianfranco
Gramola
“Le mie ambizioni? Continuare a lavorare in
teatro con dei bei testi, con dei bravi registi e continuare a riempire i
teatri”
Vito, all’anagrafe Stefano Bicocchi è nato
a San Giovanni in Persiceto il 23 dicembre del 1957. Vito si forma alla scuola
di Teatro Bologna di Alessandra Galante Garrone. Con un gruppo di giovani
artisti, ha inaugurato il 1° gennaio 1982 il circolo ARCI “Cesare Pavese” a
Bologna con il Gran Pavese Varietà, spettacolo di cabaret animato, tra gli
altri, da Patrizio Roversi, Syusy Blady, Eraldo Turra e Luciano Manzalini (poi
divenuti i Gemelli Ruggeri), Olga Durano, Freak Antoni. Diviene molto noto negli
anni ottanta per la sua partecipazione, spesso come "presenza muta", a
molti programmi televisivi comici come Via Teulada 66 (1988-1989), Lupo
solitario, L'araba fenice, Dido... menica, Drive In, Telemeno, Va ora in onda e
Bulldozer su Rai 2. Nel 2008 è fra i principali comici del programma di Rai 3
Freschi di tintoria. Molto più impegnato in teatro dove ha creato una poetica
della pianura padana con il Teatro stabile Arena del Sole di Bologna ridando
vita a maschere quali Bertoldo e Don Camillo. Dal 2011 partecipa alla serie
televisiva Fuoriclasse nelle vesti di Luigi Broccoletti. Con la regia di Nanni
Garella, debutta all'Arena del Sole nella commedia teatrale Al dutaur di mat,
tratto da O miedeco d'e pazze di Eduardo Scarpetta, con Vito ci sono gli attori
di Arte e Salute associazione nata con lo scopo di coniugare il lavoro artistico
con il lavoro nel campo della salute mentale. Nel 2011 è stato ospite nella
quarta puntata della prima edizione di MasterChef Italia. Dal 2013 fino al 2021
conduce insieme ai suoi genitori il programma di cucina Vito con i suoi per il
canale satellitare Sky Gambero Rosso Channel.
Libri
“Corpo a corpo” (1994) con Paolo Vergnani
e Lucia Cucciarelli e “Vito con i suoi” (2016).
Intervista
Sei in teatro con “La felicità è un
pacco”. Mi racconti brevemente la trama?
Parla di un negoziante di elettrodomestici,
Icilio Simonazzi, che ai tempi di Amazon, nessuno va più a comprare da lui. Un
giorno Icilio decide di reagire mettendo in atto la sua personale e folle
"Resistenza" alla modernità. Dichiara, dunque, guerra ai colossi
delle consegne a domicilio e si trasforma in un comicissimo e furibondo Don
Chisciotte che sfida, con la lancia del politicamente scorretto, i mulini a
vento dei nuovi bisogni che il web ha creato. Siamo in tournée fino al 13
maggio e il prossimo spettacolo è il 25 marzo, a Cesena.
Mi racconti com’è nata la tua passione
per la recitazione? Hai artisti in famiglia?
Nessun artista in famiglia. Ho fatto una
scuola di teatro un bel po’ di tempo fa perché mi piaceva recitare e da lì
è partito tutto.
Il nome d’arte Vito, com’è nato?
E’ nato perché facevo un personaggio che
si riferiva al sud d’Italia, quindi Vito ci stava benissimo come nome.
I tuoi genitori come hanno preso la tua
scelta di dedicarti alla recitazione?
L’hanno presa molto bene perché loro sono
persone intelligenti e mi hanno lasciato fare quello che volevo.
Se come attore fosse andata male, quale
era il tuo piano B?
Io facevo l’operaio prima di fare
l’attore, quindi se fosse andata male con il cinema, tornavo in fabbrica a
lavorare.
Con quali artisti di riferimento sei
cresciuto? Chi erano i tuoi idoli?
Tutti i grandi comici, quindi Totò, Alberto
Sordi oltre a quelli del film muto come Buster Keaton, Charlie Chaplin, Stanlio
e Ollio e quel genere di comicità lì.
In un’intervista hai detto: “Il cinema
è diventato tutto romano. Se non sei di Roma, non fai cinema”. E’ veramente
così la situazione del cinema al giorno d’oggi?
Non è esattamente in questo termine che ho
risposto così. Ho detto che il cinema è a Roma e che è prettamente romano.
Quindi sono avvantaggiati gli attori
romani?
Non è che sono avvantaggiati, sono scelte
che fanno le case di produzione e quindi noi che non siamo di Roma, accettiamo
di conseguenza.
Hai lavorato con i fratelli Vanzina. So
che hai un bel ricordi di loro.
Si, è stato molto divertente e ho trovato
una grande professionalità all’interno del set e ho un bellissimo ricordo.
Tra l’altro il film “Le barzellette” è andato molto bene, quindi sono
orgoglioso di aver lavorato con Carlo ed Enrico Vanzina.
Ti ho visto in una foto con la pornostar
Moana Pozzi nuda. Che ricordo hai di lei?
Moana era una ragazza straordinariamente
intelligente, brava e simpatica. La trasmissione si chiamava “Matrioska” e
andava in onda su Italia 1, dove c’era il fior fiore della comicità e quindi
ho un ricordo molto positivo.
Un ricordi di Federico Fellini?
Di Fellini ho un ricordo meraviglioso, perché
era il primo film che facevo, era
"La voce della Luna". Quindi è stato un buon inizio e gli aneddoti
con Fellini li tengo nel cuore e alcuni li trovi sul web.
Ci sono degli aspiranti attori che ti
chiedono dei consigli?
Assolutamente si e il mio consiglio è quello
di studiare, essere preparatissimi, perché oggi se vuoi fare anche un minimo di
carriera, devi essere ineccepibile sotto ogni punto di vista, sia artistico che
culturale. E fare tanta gavetta.
Com’è cambiato il cinema dai tuoi inizi
ad oggi?
Si è evoluto come si è evoluta la vita. La
vita è andata avanti, il cinema è vita e quindi si è adeguato alle cose che
ci sono oggi. E’ molto più veloce, perché oggi con i social, con i
telefonini ognuno si sente il diritto di fare delle riprese, di fare delle
storie. Comunque sono cambiate le cose giustamente perché è cambiato il mondo
e il cinema si è adattato, si è adeguato.
Cinema, televisione, teatro. In quali di
questi ambienti ti senti più a tuo agio?
A me vanno bene tutti, perché ognuno ha un
linguaggio diverso. Io ho fatto cinema, teatro e televisione, quindi non posso
scegliere. Mi piacciono tutti e tre gli ambienti.
So che ami molto la cucina. E’ una
passione di famiglia?
Si, è una passione di famiglia anche perché
vengo da una famiglia di cuochi, quindi la cucina è nel nostro DNA.
Reality? Contrario o favorevole?
Non mi interessano per niente. Nemmeno
“Ballando con le stelle”.
Quali sono le tue ambizioni, i tuoi
progetti?
Continuare a lavorare in teatro con dei bei
testi, con dei bravi registi e continuare a riempire i teatri.
Hai dei rimpianti?
No, nessun rimpianto.
Qual è il segreto del tuo successo?
Stare con i piedi per terra e pensare che
stai facendo un lavoro e non considerarti un Dio.
Oltre alla recitazione e alla cucina, curi
delle passioni nella vita?
No, ho la mia cagnolina e vivo bene con lei.
So che sei molto attivo in fatto di
solidarietà. Ne vuoi parlare?
Sono testimonial di “Piccoli e grandi
cuori” , questa associazione di bambini cardiopatici dell’ospedale
Sant’Orsola di Bologna, dove facciamo delle iniziative per raccogliere fondi
per far si che le famiglie di questi bambini piccoli operati, abbiano una
deospedalizzazione, cioè che abbiano un appartamento dove vivere una vita
normale durante la degenza dei figli.