Andrea Lorenzon (prestigiatore e mago)
Molveno (Trento) 29.8.2022
Intervista di Gianfranco
Gramola
“La mia ambizione più grande è quella di
lavorare a Las Vegas, che è un po’ il sogno di tutti gli artisti e mi
piacerebbe riuscire a lavorare anche in Cina che sta andando forte, con teatri
da 10/15 mila persone”
Intervista
Tu sei Veneto vero?
Si, sono originario di Treviso, esattamente
di Santa Maria della Rovere, che è appena fuori dalle mura di Treviso.
Come ti definisci, mago, prestigiatore o
illusionista?
Io mi definisco illusionista, anche se nella
cultura di oggi l’illusionista è visto come quello che legge le carte, oppure
che dice di avere dei poteri magici e fare dei miracoli, invece sono
un’illusionista nel senso che lavoro con la magia, ma per intrattenere il
pubblico.
Come ti sei avvicinato a questa arte?
Mi sono avvicinato più o meno all’età di
6 anni, perché avevo un parente che mi aveva regalato delle videocassette di
giochi di prestigio e lui era un mago di professione.
Come si chiama?
Mago Martin. Io al posto dei cartoni animati
guardavo le cassette di questo mago e negli anni successivi mi sono appassionato
alla magia. Questo mago non lo frequentavo, lui era l’ex marito di mia zia,
quindi era diventata una persona estranea alla famiglia, però a 6/7 anni mio
papà e mia mamma hanno visto che ero molto appassionato ai giochi di magia e di
prestigio e allora mia zia mi ha regalato la scatola del piccolo mago. Con
quello ho iniziato a fare i vari giochi di magia, principalmente per la
famiglia, anche perché di indole sarei abbastanza timido. E ho continuato poi a
farlo alle feste di compleanno dei miei compagni di classe. Verso la terza
media, grazie a facebook, sono riuscito a contattare il mago Martin, mio zio e
ci siamo scambiati dei messaggi e mi ha consigliato di studiare bene i vari
giochi, poi ci siamo incontrati e abbiamo iniziato a collaborare e io a fare un
po’ di apprendistato diciamo. Mi ha insegnato le basi e in più, facendo lui
magie di scena, mi ha permesso di stare dietro le quinte con lui e a fare il
lavoro di backstage, quindi mettere le musiche, spostare le luci e altro.
I tuoi genitori come hanno preso la tua
scelta di dedicarti alla magia?
Inizialmente per loro sembrava soltanto una
passione che si ha da piccolini e non ci avevano fatto caso. Andando avanti con
il tempo io dicevo sempre che volevo diventare un’illusionista ma c’è stato
un momento, durante le scuole superiori, in
cui mi sono lasciato influenzare da mia mamma che mi aveva “aperto gli
occhi” sul fatto che è difficile vivere di questa arte. Per un po’ mi ero
convinto di questa cosa e mi ero quasi bloccato, anche se ho continuato a
praticare, però finite le superiori invece mi sono iscritto all’università e
per pagarmi gli studi avevo trovato dei locali che mi facevano fare il close up,
facendo magia a distanza ravvicinata, da tavolo ed è andata bene. Ho iniziato a
lavorare abbastanza e sono riuscito a pagarmi gli studi grazie alla magia e dopo
è arrivato il primo grande contratto con le navi da crociera. Mi hanno visto e
mi hanno preso per esibirmi sulle navi.
Gianfranco Gramola con Andrea Lorenzon
Il pubblico più caldo, più attento nei
tuoi spettacoli?
Io ho lavorato non solo in Italia, ma anche
nel sud America e devo dire che i brasiliani secondo me sono quelli più caldi,
più vivi, più festaioli. Hanno il carnevale nel sangue. In giro per l’Italia
invece mi sono trovato molto bene nel centro, per esempio un posto che mi è
rimasto nel cuore è Pescara, ma anche Chieti e quelle zone intorno. Anche a
Napoli ho trovato un pubblico caloroso e il più difficile è stato quello
romano, forse perché è abituato ai personaggi famosi. Io quando prendo una
persona del pubblico e la porto sul palco, di solito c’è una specie di blocco
dello spettatore, mentre il romano è più sciolto e quindi più ingestibile.
Hai mai lavorato per solidarietà?
Si, tra l’altro
in settembre inizio una collaborazione con Luciano Bragaggio, un
fotografo e andremo a lavorare nelle case di riposo. Per alcuni mesi facciamo
una data al mese, dove lui fa una mostra fotografica e io farò dei numeri di
magia e in base a quello che si raccoglie, lo daremo in beneficenza.
Prima di esibirti, hai un rito
scaramantico?
Si e di solito lo faccio con la mia
assistente Veronica. E’ una specie di battito di mani che noi prima
dell’esibizione facciamo. E poi un bacio sulla guancia (risata). Poi mi metto
un paio di minuti in silenzio.
Quali sono le tue ambizioni? Un sogno
artistico?
La mia ambizione è quella di lavorare a Las
Vegas, che è un po’ il sogno di tutti gli artisti e mi piacerebbe riuscire a
lavorare in Cina che sta andando forte, con teatri da 10/15 mila persone. Mi
sentirei realizzato riuscendo a lavorare in quei contesti lì, magari
all’interno di altri festival, non deve essere per forza un mio show di magia,
ma avere un pubblico così mi piacerebbe molto.
Hai mai avuto degli inconvenienti durante
una esibizione?
Inconvenienti grossi, no. Magari finiamo
fuori tempo musicale, quello può succedere perché può esserci un attrezzo che
si incastra. Questa sera per esempio qui a Molveno ha piovuto e si può
scivolare, ma sbagli tecnici è più difficile secondo me nella magia di scena,
ma finora è andato tutto liscio nonostante siano anni che lavoro in questo
settore.
Esistono in Italia delle scuole di magia?
Non esistono delle vere e proprie scuole di
magia in Italia. In realtà ce n’era una ed era stata creata da Silvan, a
Roma, però ci sono dei club “magici” dove solitamente ci si ritrova una
volta al mese. Ce n’è una a Treviso, una a Monselice in provincia di
Padova e a Milano c’è il Clam, che è una delle più grandi in Italia.
A Torino ce n’è un’altra molto grande e si trovano anche lì una volta al
mese e vengono fatte queste riunioni, con dei conferenzieri che possono essere
maghi italiani e ci si confronta su varie esperienze, vari giochi e degli
accorgimenti o delle modifiche che loro hanno apportato a dei giochi. In alcuni
di questi club, quelli più grandi, ci sono anche dei work shop dove i ragazzi
più giovani possono imparare la magia da quelli che hanno più esperienza. Non
è una scuola ma c’è sempre da imparare.
Oltre al tuo lavoro, curi delle passioni
nella vita?
Io ho avuto la fortuna di avere una passione
e trasformarla in un lavoro e vivo di
questo. Comunque amo molto il calcio.