Barbara Bouchet  (attrice)              Roma  25.1.2021

                  Intervista di Gianfranco Gramola

“L’unico rimpianto è quello di non aver fatto “Il giardino dei Finzi Contini”. Mi è sfuggito tra le dita perché ero nuova in Italia e mi sono impappinata davanti a Vittorio De Sica”  

Barbara Bouchet, all’anagrafe Bärbel Gutscher, è nata nel 1943 a Reichenberg, nome tedesco di Liberec, oggi in Repubblica Ceca ma all'epoca ancora popolata in gran parte da tedeschi e parte del Sudetenland, regione della Cecoslovacchia annessa alla Germania dopo gli accordi di Monaco del 1938. Alla fine della guerra, in seguito alla conferenza di Potsdam, la popolazione di etnia tedesca in territorio cecoslovacco fu espulsa. La famiglia fu sfollata in un campo profughi della Germania alleata e, da lì, ottenne un visto per gli Stati Uniti. Nel 1956 i Gutscher si stabilirono in California a Five Points e, successivamente, a San Francisco, dove Barbel crebbe. Lì entrò nel corpo di ballerini adolescenti The KPIX Dance Party, con il quale prese parte regolarmente a show televisivi tra la fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta. Partecipò allo show dal 1959 al 1962, quando decise di intraprendere la carriera cinematografica e trasferirsi a Hollywood modificando il proprio nome tedesco nel meglio pronunciabile, e francesizzante, Barbara Bouchet. Nel decennio a seguire lavorò per il cinema e la televisione statunitense. Nei primi anni settanta tornò in Europa divenendo, grazie alla sua avvenenza, una delle attrici più apprezzate della prima generazione della commedia sexy all'italiana. Apparve sovente sulle copertine delle appena nate riviste soft-erotiche come Playmen Italia cui presto fecero seguito anche le apparizioni televisive. I primissimi anni settanta la videro impegnata in numerosi poliziotteschi e thriller quali ad esempio Milano calibro 9 di Fernando Di Leo e Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci. Con il declino del filone cinematografico si ripropose come personaggio televisivo. Nel 1985 si dedicò al fitness, lanciando una serie di libri e videocassette di aerobica di notevole successo e aprendo una palestra a Roma. Dal 2008 al 2010 ha interpretato la madre di Stella (Christiane Filangieri) nella fiction televisiva Ho sposato uno sbirro. Nel 2020 prende parte a Ballando con le Stelle 15, in coppia con il ballerino professionista Stefano Oradei, venendo eliminata provvisoriamente nella seconda puntata e definitivamente in semifinale, dove non sarà ripescata, ma facendo un punteggio molto alto di 43 punti. Nello stesso periodo è la prima ospite della sesta edizione di "Vite da copertina" condotto da Rosanna Cancellieri. Barbara Bouchet è stata sposata con l'imprenditore napoletano Luigi Borghese con il quale ha avuto due figli: Massimiliano e lo chef Alessandro Borghese.

Cinema

Spaghetti a mezzanotte (1981) -  La signora e i suoi mariti (1964) - I due seduttori y (1964) - Scusa, me lo presti tuo marito? (1964) - Donne, v'insegno come si seduce un uomo (1964) - A braccia aperte (1965) - Prima vittoria (1965) - James Bond 007 - Casino Royale (1967) - La mano che uccide (1967) - Fino allo spasimo (1969) -  Colpo rovente (1970) - Il debito coniugale (1970) - Il prete sposato (1970) - Le calde notti di Don Giovanni (1971) - L'uomo dagli occhi di ghiaccio (1971) - Una cavalla tutta nuda (1972) - Milano calibro 9 (1972) - La dama rossa uccide sette volte (1972) - Non si sevizia un paperino (1972) - Il tuo piacere è il mio (1973) - La svergognata  (1974) - L'amica di mia madre (1975) - Amore vuol dir gelosia (1975) - L'anatra all'arancia (1975) - L'adultera (1975) - Tutti possono arricchire tranne i poveri (1976) - Spogliamoci così, senza pudor (1976) - Diamanti sporchi di sangue (1978) - Come perdere una moglie... e trovare un'amante (1978) - Sono fotogenico (1980) - La moglie in vacanza... l'amante in città (1980) - Spaghetti a mezzanotte (1981) - Crema, cioccolata e... paprika (1981) - Perché non facciamo l'amore?(1981) - Gangs of New York (2002) - Finalmente la felicità (2011) -  Metti la nonna in freezer (2018) - Calibro 9 (2020) - Tolo Tolo (2020)

Televisione

Tarzan – serie TV (1968) - Scarlatto e nero – miniserie TV (1983) - Quelli della speciale – serie TV (1993) - Un posto al sole – serial TV (1996) - Incantesimo – serial TV (2003) - Diritto di difesa – serie TV, 4 episodi (2004) - La provinciale - miniserie TV (2006) - Ho sposato uno sbirro – serie TV (2008-2010) - Il tredicesimo apostolo – serie TV, episodio 2x10 (2014) - Rome in Love – film TV (2019)

Programmi televisivi

Beauty Center Show (Italia 1, 1983 - 1984) - Saint Vincent Estate (Rai 1, 1984) - Body Body - appuntamento settimanale per essere in forma (Rai 2, 1986) - In forma con Barbara Bouchet (Rai 2, 1986) - Ballando con le stelle 15 (Rai 1, 2020) concorrente

Intervista

A cosa sta lavorando ora? So che l’ultimo lavoro è stato “Calibro 9”.

Si, quello l’abbiamo fatto un po’ di tempo fa, però non trovando l’uscita nei cinema, l’hanno messa sulla piattaforma.

So che ha molti progetti teatrali.

Si, ho progetti teatrali, ma sono sfumati per via della pandemia. Dovevo fare teatro dal 29 dicembre e poi avevo anche un film, ma in questo momento siamo bloccati e non si sa quando ci sarà la ripresa. Siamo tutti fermi e non c’è niente da fare.  

Com’è nata la scelta di venire a vivere e a lavorare in Italia?

E’ stata una cosa abbastanza naturale, nata per caso. Due produttori italiani  alle prime armi volevano fare un film e sono venuti negli Stati Uniti a cercare un’attrice internazionale e hanno trovato me. Mi hanno offerto un film che dovevo girare a Roma e così sono arrivata in Italia per fare “Colpo rovente”, il mio primo film in Italia, così è iniziata la mia carriera italiana nel cinema.

Come ricorda l’impatto con Roma?

L’ho trovata subito meravigliosa, perché uscendo dall’aeroporto e passando per la città, vedevo tutti questi colori bellissimi, questi balconi pieni di fiori, questi palazzi stupendi e tutti quei monumenti. Mamma mia, era uno spettacolo. Io venivo già da una città molto bella, quella dove vivevo, cioè  Los Angeles, però Roma era tutta un’altra cosa. Quindi è stato un impatto pazzesco.

Lei prima di fare l’attrice, ha fatto altri lavori?

Nel periodo quando cercavo di fare l’attrice, ho fatto la venditrice di pollo fritto e quei lavori che fanno la maggior parte dei ragazzi in attesa di trovare il loro lavoro. I giovani fanno qualsiasi lavoro per mantenersi e per sperare di arrivare al successo professionale. Quello era il mio lavoro e poi facevo la modella quando stavo ancora a San Francisco.

Lei come attrice preferisce il ruolo brillante o quello drammatico? 

Il ruolo brillante mi viene abbastanza naturale e quindi mi piace. In teatro ad esempio preferisco un ruolo brillante perché non posso pensare a dover fare una parte drammatica e pesante ogni sera. Al cinema invece ho fatto sia i ruoli brillanti che drammatici. I critici pensano che fare l’attrice comica non sia niente, che sia facile e allora all’attrice non viene dato il giusto valore, ma non sanno che nei film è molto più difficile far ridere che far piangere. Sono i critici che la pensano così e allora i film che vengono premiati, sono quello più pesanti, più drammatici. Io in questo momento cerco un ruolo drammatico, perché di commedie ne ho fatte tantissime e quindi cerco ruoli seri, drammatici, dove posso far vedere che non sono solo un’attrice che sa far ridere e divertire, ma che posso fare anche l’attrice impegnata, drammatica.

Ma c’è un suo film che ama molto e uno che preferisce dimenticare?

E’ un po’ difficile dire un film a cui sono molto legata, perché ne ho fatti talmente tanti. Forse “L’anatra all’arancia” o “Spaghetti a mezzanotte”. Film che sono belli, che mi piacciono e che amo ricordarli con un sorriso. Film da dimenticare? Me li sono dimenticati, l’ho cancellati (risata).  

Fra colleghe ha trovato più rivalità o complicità?

Rivalità non ne ho trovata, complicità e amicizia neanche. Io non ritengo di essere una diva, non ritengo di essere una grande attrice, ma sono una donna che di mestiere recita. Però non fanno parte della mia vita privata le persone del cinema. Io frequento delle persone che non c’entrano per niente con il cinema, a parte un paio di artiste che sono Iva Zanicchi e Corinne Clery.

Ursula Andress?

No, Ursula non la sento nemmeno. Lei è molti riservata e fa una vita ritirata nella sua casa di Zagarolo. E’ una persona molto estrosa, molto chiusa.

Lei ha posato per Playboy per vanità o per soldi?

All’epoca forse perché per una questione di soldi.

Negli ultimi anni ha lavorato molto in teatro. Si sente più a suo agio in teatro o nel cinema?

Come base sono attrice di cinema. Il teatro ti dà una soddisfazione immediata mentre nel cinema le soddisfazioni arrivano dopo che è uscito il film. Le soddisfazioni dei film che ho fatto, me le sto godendo adesso, da parte dei miei fan. Il teatro è dal vivo quindi lo senti subito se lo spettacolo piace o no attraverso le risate, i sorrisi, gli  applausi. Il teatro purtroppo è un lavoro molto complicato, specialmente quando devi andare in tournée. Sei sempre in viaggio, da una città all’altra, da un hotel all’altro, e sei sempre con la valigia in mano.  

Lei ha lavorato con moltissimi artisti. Un suo ricordo di Monica Vitti, di Johnny Dorelli e di Woody Allen.

Con Monica Vitti ho fatto “L’anatra all’arancia” e lei non mi voleva nel film …

Perché non la voleva?

Perché non voleva un’altra bionda. Lei ha messo un “veto” su di me, però io l’ho superato perché mi sono tinta i capelli di nero e ho risolto il problema. Johnny Dorelli è un gran signore, molto piacevole, molto divertente e con lui sono stata benissimo. Con Woody Allen non è che ci siamo visti più di tanto.

Con David Niven dicono che lei abbia avuto una storia.

Una storia? No! David Niven è stato l’attore che io ho adorato più di tutti. Lui era un gran signore ed è stato molto divertente lavorare con lui. Abbiamo lavorato un anno e mezzo insieme ed è stato meraviglioso. Un periodo che non scorderò mai.  

In alcune interviste lei nomina Sylva Koscina, l’ha conosciuta?

Certo che ho conosciuto Sylva. E’ stata  Sylva che mi ha portato a lasciare il cinema a 39 anni. La ragione è che Sylva, una bella ragazza dell’est, ha fatto una carriera bellissima, purtroppo è stata sfortunata con i suoi compagni e i suoi fidanzati che le hanno sperperato i suoi soldi e alla fine lei è rimasta senza niente e nessuno la chiamava più. Lei pur di lavorare si è dovuta mettere a nudo sul palcoscenico e lei ci ha sofferto molto per questo. Questa è stata una cosa che mi ha colpito tantissimo e, all’epoca, quando è successo, mi sono detta: “No, così no. Io me ne vado prima di arrivare ai 40 anni”. Non volevo arrivare alle condizioni di stare tutto il giorno in attesa di una telefonata di lavoro. Volevo voltare pagina, quindi uscire nel pieno della mia bellezza, della notorietà. Sono uscita e sono rimasta fuori dal cinema per 10 anni. Ho aperto una palestra. Ho fatto un’altra vita e ora sono tornata e cerco di fare dei ruoli adatti alla mia età. Per la verità c’ho messo 20 anni prima di rientrare, perché oltre ad aprire una palestra ho avuto un altro figlio a 45 anni e allora ho lasciato stare la carriera. Dopo 20 anni mia sorella mi disse che arrivava il regista e produttore Martin Scorsese a Roma, per fare un film e io mi sono fatta avanti per vedere se c’era un ruolo adatto a me. Ho chiamato il casting e mi hanno detto che l’unico ruolo era una piccola parte. Per me andava benissimo, perché rientravo dopo 20 anni in  un film di Scorsese e non era male. Ho fatto questa partecipazione e ho conosciuto Scorsese, un gran signore. Poi lui e sua moglie hanno passato il Natale con la mia famiglia. Mi ricordo quell’anno, perché erano soli qui a Roma e non sapevano come passare il Natale e io li ho invitati a casa nostra. “Venite da noi, non ci sono paparazzi e c’è mio marito che cucina benissimo e possiamo stare tranquilli”. E così sono venuti e abbiamo passato un bellissimo Natale insieme.

Ha avuto dei fan un po’ invadenti, per non dire fastidiosi?

Questa è una cosa che succede di più ai maschi, credo. Penso che siano più le donne delle fan più sfegatate. Quando arrivano queste rockstar, sono le donne le più invadenti e spesso più fastidiose. Io non ho mai avuto niente di tutto questo.

Ha mai pensato di scrivere un libro che parla della sua carriera, dei personaggi che ha incontrato, dei suoi ricordi?

Lei Gianfranco è il centesimo che me lo chiede (risata). Dovrei mettermi sotto. Quando mi viene in mente una cosa, un aneddoto, un fatto che mi è successo, prendo la penna e scrivo sul libriccino che ho sul comodino vicino al letto. Chissà che un giorno forse non riesca a scriverlo questo libro e così far contenti i miei fan. Chiaramente con l’aiuto di un giornalista. E’ un impegno che deve essere fatto con tranquillità, quindi bisogna andare a ritirarsi da qualche parte, lontano dal mondo e lasciare andare la mente ai ricordi e scrivere ogni giorno un pezzettino della mia carriera. Non è una cosa facile.

Rimpianti?

L’unico rimpianto è quello di non aver fatto “Il giardino dei Finzi Contini”. Mi è sfuggito tra le dita perché ero nuova in Italia e mi sono impappinata davanti a Vittorio De Sica e non ce l’ho fatta. Per quello e per altre ragioni non mi hanno preso, ho perso un ruolo a cui tenevo tanto. Pazienza.

Qual è il segreto del suo successo? La bellezza, la simpatia, il fisico?

Tutto questo messo insieme è il mio segreto (risata).

Io mi ricordo quando lei ha aperto una palestra a Roma …

Sono io che ho portato l’aerobica e la ginnastica in Italia, perché prima non c’erano. In America c’era Jane Fonda e io quando ho lasciato il cinema, ho pensato a cosa fare, perché io non so stare con le mani in mano a far niente. Allora mi è venuta in mente Jane Fonda con l’aerobica. Allora ho pensato “Ecco cosa posso fare, aprire una palestra per far fare la  ginnastica alle donne italiane” e ho aperto la palestra nel quartiere Parioli.

Di cosa ha bisogno per essere felice, signora Bouchet?

Non mi serve tanto. Io ho avuto tantissimo dalla vita e mi basta la tranquillità e la serenità. Io non sono un tipo da shopping, non mi serve il macchinone, no, niente di tutto questo. Ho avuto tutto dalla vita e non è che mi ha reso più felice e me ne rendo conto oggi, non avendo tutta quella roba, che io sto bene anche così, nella semplicità. Non è il lusso che fa felice, ma la salute, la serenità e la pace interiore.

Lei ha mai pianto per un uomo?  

Certo, non per uno, ma per tanti (risata). Ma più che pianti, sono stati sfoghi, momenti di tristezza, ma poi il tempo sistema tutto. Il tempo è la miglior medicina.

Il suo rapporto con la fede?

Il mio rapporto con la fede è interiore. Io trovo la fede dentro di me, non sono una che frequenta le chiese, ma se passo davanti ad una bella chiesa, mi piace entrarci per ammirarla. Forse nei momenti di tristezza ho pensato che c’è un Dio, ma dove sta? Perché mi fa sentire triste? Perché fa soffrire le persone? Perché ci sono la povertà e le brutte malattie? Su queste domande non riesco a farmene una ragione, perché Dio dovrebbe voler bene ai suoi figli.

La dichiarazione d’amore più divertente che ha avuto?

Chi se la ricorda (risata). Ne ho avute tante, ma sono nel retro del mio cervello e non me le ricordo più, veramente.