Dacia Maraini (scrittrice e saggista) Roma
13.9.2023
Intervista di Gianfranco
Gramola
“Lo scrittore crea consapevolezza e la
consapevolezza crea responsabilità. Questo dovrebbero fare, non solo gli
scrittori, ma tutte le persone di giudizio che amano il loro paese e il
loro tempo”
La scrittrice, poetessa e saggista Dacia
Maraini è nata a Firenze il 13 novembre del 1936.
Opere
Romanzi
La vacanza (1962) - L'età del malessere
(1963) - A memoria (1967) - Memorie di una ladra (1972) - Donna in guerra (1975)
- Lettere a Marina (1981) - Il treno per Helsinki (1984) - La lunga vita di
Marianna Ucrìa (1990) – Bagheria (1993) – Voci (1994) - Dolce per sé
(1997) – Colomba (2004) - Il treno dell'ultima notte (2008) - La grande festa
(2011) - Menzogna felice (2011) - Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza
(2013) - La bambina e il sognatore (2015) - Tre donne. Una storia d'amore e
disamore (2017) - Corpo felice. Storia di donne, rivoluzioni e un figlio che se
ne va (2018) - Trio. Storia di due amiche, un uomo e la peste a Messina (2020) -
Una rivoluzione gentile. Riflessioni su un Paese che cambia (2021) - Caro Pier
Paolo (2022) - In nome di Ipazia: riflessioni sul destino femminile (2023)
Racconti
Mio marito (1968) - L'uomo tatuato (1990) –
Delitto (1990) - Cinque donne d'acqua dolce, in Il pozzo segreto. Cinquanta
scrittrici italiane, presentate da Maria Rosa Cutrufelli, Rosaria Guacci, Marisa
Rusconi (1993) - La ragazza con la treccia (1994) - Mulino, Orlov e Il gatto che
si crede pantera (1994) – Silvia (1995) - Il mostro dagli occhi verdi (Roma)
– Buio (1999) - Berah di Kibawa. Un racconto con dodici finali (2003) - In
volo (2005) - Un sonno senza sogni; Gita in bicicletta a Mongerbino (2006) -
Ragazze di Palermo (2007) - Il poeta-regista e la meravigliosa soprano (2008) -
La ragazza di via Maqueda (2009) - La seduzione dell'altrove (2010) - L'amore
rubato (2012) - Gita a Viareggio (2013) - La scuola ci salverà (2021).
Ha detto (o scritto)
- La scrittura delle donne è popolare presso
i lettori ma non è accompagnata da prestigio presso i critici e i letterati in
genere.
- La Fede è una bellissima cosa ma non si può
pretendere né imporre.
- La famiglia è in crisi perché non è più
il centro dei valori che prima erano incarnati dai padri e dalle madri.
- La Chiesa ha avuto la sua influenza nella
decisione di condannare il suicidio assistito. Ma un Paese democratico e laico
dovrebbe avere il coraggio di decidere anche senza il consenso della Chiesa.
- A 17 anni ero una ragazza molto chiusa e
solitaria. Più vecchia della mia età, forse perché avevo vissuto
un’infanzia drammatica: la guerra – in Giappone -
il campo di concentramento, i bombardamenti, la fame.
Curiosità
- Dacia Maraini è vegetarina.
- Ha scritto più di sessanta testi teatrali
rappresentati in Italia e all'estero.
- Dal 2016 è cittadina onoraria di Arona sul
lago Maggiore, località dove si svolge ogni anno il festival di teatro e
letteratura «Il teatro sull’acqua» di cui è direttrice artistica.
- Il papà Fosco era un antropologo,
orientalista e scrittore fiorentino e la mamma
Topazia Alliata era una pittrice e gallerista palermitana.
- E’ un abile giocatrice di ping pong.
Intervista
Parliamo della sua ultima fatica
letteraria. Chi è Ipazia e di cosa parla questo libro?
IL libro è dedicato a Ipazia ma non parla di
Ipazia se non in piccola parte. Il volume raccoglie articoli sul rapporto delle
donne con la tradizione patriarcale, con il potere economico, con la violenza
misogina , ecc.
Cosa l’ha spinto a scrivere questo libro
e qual è il messaggio che vuole lanciare?
IL libro si è scritto da solo, perché
frugando fra le mie carte ho scoperto di avere scritto negli ultimi anni tanti
brevi saggi giornalistici sui temi che riguardano il destino femminile e ho
dovuto constatare che sono purtroppo attualissimi. Quindi era giusto
pubblicarli.
Qual è il ruolo dello scrittore nella
società moderna?
Lo scrittore crea consapevolezza e la
consapevolezza crea responsabilità. Questo dovrebbero fare, non solo gli
scrittori, ma tutte le persone di giudizio che amano il loro paese e il
loro tempo.
Lei è sempre stata attenta al mondo delle
donne. Ci sarà la parità delle donne con l’uomo?
Ci sarà credo ma non è una cosa che si
improvvisa. Ci vorranno generazioni. E si alterneranno alti e bassi, passi
avanti e passi indietro. La storia è fatta così, soprattutto dopo millenni di
patriarcato.
Femminicidi, violenza fisica e psicologica
sulle donne. Possibile che non c’è rimedio a tutto questo?
Certo che c’è un rimedio. La società nel
suo insieme deve prendere coscienza dei cambiamenti e accettare le nuove
autonomie delle donne. Purtroppo molti uomini,
i più deboli e fragili e impauriti, non riescono ad accettare questi
cambiamenti e rispondono con l’odio e la furia.
Ha definito “rabbiosa” la società di
oggi. Cosa la rende tale?
La paura fa regredire l’essere umano. Che
si chiude nel suo guscio e diffida di ogni cambiamento.
Come ha conosciuto Moravia e come l’ha
conquistata?
L’ho conosciuto fra amici scrittori. Ci
siamo capiti e attratti subito. Era un uomo molto giovanile, pieno di vita e di
curiosità verso il mondo. Avevamo lo stesso gusto per i viaggi e ne abbiamo
fatti tanti insieme. Era un
affabulatore affascinante e ascoltarlo era un vero piacere. In tanti anni non
abbiamo mai né litigato né provato rancore l’uno verso l’altro. Ci siamo
amati profondamente. Poi, quando l’amore è finito, siamo rimasti amici e
solidali.
Un suo ricordo di Pier Paolo Pasolini?
Pier Paolo era un uomo gentile d’animo,
mite e silenzioso. Poteva essere aggressivo verso chi lo aggrediva, ma nel mondo
degli affetti e delle amicizie era dolcissimo .
Com’era il suo rapporto con Piera Degli
Esposti?
Piera me l’ha fatta conoscere proprio
Pasolini. Voleva che scrivessi una Medea moderna per lei. Invece, conoscendola e
sentendola raccontare di una madre difficile ma trionfale, le
ho proposto di scrivere un libro su sua madre. Da lì è nata una
amicizia che è durata fino alla sua morte.
E’ vero che lei è attratta dai
conventi? Com’è nata questa passione?
I conventi mi commuovono. Perché sono i
luoghi della prigionia femminile nei secoli. Per tanto tempo le ragazze che non
si sposavano (se non avevano dote non potevano farlo), venivano chiuse in
convento, che fossero religiose o meno. C’è tanto dolore, tanta pazienza,
tanta privazione nei conventi e quando ci penso mi commuovo. Per questo, pur
essendo laica, cerco di raccontare le vite delle mistiche.
Che ricordi ha portato a casa dei suoi
viaggi in Africa e in India? L’hanno arricchita dentro?
In così breve spazio non posso soffermarmi
sulle migliaia di esperienze fatte
durante i viaggi. Ne ho scritto su diversi libri. Rimanderei all’ultimo
“Caro Pier Paolo” che racconta proprio i nostri viaggi in Africa.
Ha detto che Roma sta diventando sempre più
simile a Caracas. Alcuni esempi?
Le immondizie per la strada, i taxi che non
arrivano, gli autobus che tardano, i barboni che dormono negli angoli della
stazione. Sono cose che non ci si aspetterebbe in una città fra le più
avanzate dal punto di vista industriale e oltretutto capitale di un grande paese
democratico.
Negli anni ’80
Roma c’erano i famosi salotti di Marta Marzotto e di Marina Ripa di
Meana. Esistono ancora?
I salotti facevano parte di una società
intellettuale che provava piacere a incontrarsi a prescindere dagli eventi
pubblici, per amicizia e simpatia. Ora non esistono più.
Lei ha lodato il coraggio di papa
Francesco. Cosa le piace di Bergoglio oltre al coraggio?
Credo che sia un papa non formale, non
dogmatico, aperto ai giovani e ai diversi. Un papa
che veramente crede nella pace e cerca di convincere i grandi a praticarla.
Qual è il segreto del suo successo
professionale?
Non lo so. Lo dovrebbe chiedere a chi compra
i miei libri, a chi mi segue, a chi ascolta le mie parole.
Di cosa ha bisogno per essere felice?
Della pace prima di tutto. I venti di guerra
che soffiano in questo momento suscitano odi e rabbie e atmosfera di rissa e
guerra. E questo mi inquieta. Poi naturalmente ho bisogno dell’amicizia e
degli affetti. Non si può vivere senza affetti sinceri profondi.
Quali sono le sue ambizioni?
Riuscire con le parole a incantare
l’immaginazione di chi legge.
Un domani come vorrebbe essere ricordata?
Come una scrittrice attenta ai suoi tempi e
amica dei deboli.