Dada (Cantautrice)                      17.6.2022  Favignana (Trapani)

                          Intervista di Gianfranco Gramola

E’ in radio e disponibile su tutti gli store digitali da venerdì 17 giugno “BARBIE” il singolo di esordio della cantautrice siciliana DADA.

Come racconta Dada: "Il brano Barbie racconta di una influencer prigioniera della trappola dell’apparire a tutti i costi”

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Roberta Prestigiacomo alias “Dada”. Cantautrice siciliana di 32 anni. Ha studiato Canto Jazz e Composizione presso il conservatorio di Trapani laureandosi con il massimo dei voti. Scrive canzoni da quando aveva quindici anni, ha partecipato a diversi festival: Musicultura 2019, Calabria Fest 2019, Italianische Liebermaker - adesso “La Grande Bellezza” - Zurigo 2017, Trapani Pop Festival 2017, MTV Supersound - Faenza 2011, Premio Poggio Bustone a Rieti 2006/2007). All’età di 23 anni ha aderito al programma Erasmus frequentando l’Università Nazionale della Musica di Bucarest per un anno accademico. Ha scritto le musiche per sincronizzazioni pubblicitarie, campagne di sensibilizzazione di tema ambientale, teatro e  canzoni per Pippo Pollina (album Süden II - 2019 Jazzhaus, Freiburg) con cui poi ha collaborato come corista in due tour europei nel 2018 e 2019. Ha  all’attivo tre dischi di musica alternativa/elettronica, folk in lingua italiana e siciliana. Attualmente Dada lavora al suo nuovo progetto Pop/Indie/Alternative con il producer Jaro.

Intervista

Oggi è uscito il tuo disco “Barbie”, titolo curioso che non ha a che fare con la bambola, vero?

Ci sono delle allusioni ma soltanto nel nome, perché in realtà Barbie potrebbe essere il diminutivo di una ragazza che si chiama Barbara. Però l’associazione immediata di Barbie è quella dello stereotipo della ragazza super curata, anche un po’ oca purtroppo, però tutta la canzone parla di una ragazza che fa l’influencer, quindi parla un po’ del mondo dei social, dell’apparire e del culto della bellezza.

Qual è il messaggio che vuoi lanciare con questa canzone?

E’ un messaggio d’allarme per la società, e di speranza per i ragazzi, perché la società non si accorge o si sta accorgendo troppo tardi che lo stereotipo di bellezza ultimamente si sta basando su ideali costruiti soltanto attraverso la chirurgia estetica. Sono molte le ragazza giovanissime che vogliono rifarsi il seno, le labbra, e ciò è grave perché il corpo di una donna  giovane è in formazione, quindi le protesi a lungo andare potrebbero fare danni. Nel mondo della televisione si vedono sempre più personaggi che ricorrono alla chirurgia estetica in maniera abbastanza allarmante, perché sono loro i modelli che poi i giovani seguono. Quindi con la canzone voglio  scrollare un po’ di dosso l’ossessione per questo tipo di canoni, anche se alla fine della canzone cerco di spiegare che in realtà costa molto di più amarsi, piuttosto che affrontare questo percorso attraverso la chirurgia, a livello economico.

Questa estate sarai in giro per l’Italia a cantare?

Me lo auguro veramente tanto. Spero davvero che Barbie riesca a toccare il cuore e la testa di molte persone. I presupposti grazie alla produzione straordinaria di Jaro ci sono tutti, perché lui forma tutto, quindi mi ritengo molto fortunata di avere potuto usufruire di questa sua preziosa collaborazione. Spero davvero che possa arrivare a più persone possibili.

Com’è nato il tuo nome d’arte DADA?

Il mio nome d’arte è un’idea della mia manager Greta Amato. Io mi chiamo Roberta Prestigiacomo, ho un nome un po’ lungo effettivamente sul fronte artistico e dovevano trovare un nome breve e abbastanza iconico e DADA è un nome che rimanda al mondo dell’arte, quindi l’arte casuale, il dadaismo, l’arte un po’ al confine tra il surreale e il design. Il dadaismo è una tendenza che è nata a Zurigo, che è una città molto importante per me e a cui sono molto legata, quindi quando la mia manager mi ha detto: “Ho pensato un nome d’arte per te, ti chiamerai DADA”, mi sono venuti i brividi perché è veramente azzeccata questa trovata.

Mi racconti com’è nata la tua passione per la musica? Hai musicisti in famiglia che ti hanno trasmesso la passione?

Non ho mai avuto nessuno che potesse  trasmettermi l’amore per la musica. La passione è nata contemporaneamente con mia sorella che fra l’altro canta anche lei. Abbiamo semplicemente trovato la nostra strada attraverso questa passione.

Con quali idoli musicali sei cresciuta?

Inizialmente con Tracy Chapman, perché mi affascinava molto il folk verso il sociale, quindi il folk che avesse a che fare con delle prese di posizione, il country folk americano e poi le sonorità di questa artista così completa, una polistrumentista e una cantante veramente eccezionale. Mi ha sempre affascinata quest’artista, poi sono cresciuta e ho cominciato a scrivere le mie canzoni all’eta di 15 anni, abbracciando la chitarra e la prima cosa che ho fatto non è stata quella di intonare le cover e le canzoni degli altri, ma ho cominciato subito a scrivere e cantare cose mie.

Qual è il momento della giornata più fertile per scrivere le tue canzoni?

La notte. Nel silenzio della notte, nella tranquillità, quando il mondo rallenta un po’.

Quali sono i tuoi progetti?

Per il momento abbiamo pronta un’altra canzone, ma uscirà più avanti perché  oggi è uscita la mia canzone Barbie e dobbiamo vedere un pochino come fissare un’altro progetto. Io ho sempre fatto musica folk tutto un altro tipo, invece questa produzione che si vanta della collaborazione di Jaro, abbraccia un po’ il mondo del pop e della hit e lo unisce al mondo da cui provengono, cioè al mondo dell’indie è una musica più  impegnata e unisce il mondo della sensibilizzazione attiva con un messaggio molto serio, molto mirato in modo che così possa rimanere in mente. La canzone indie  è molto graziosa e rimane dentro di te, si chiama “Cinquetta”.

Hai un sogno artistico?

Diciamo che non ho mai pensato a questa cosa. Mi  piacerebbe tantissimo cercare di aiutare le persone a sentirsi più leggere, quindi a riflettere sui problemi della vita ma senza perdersi al loro interno. La cosa bellissima che mi ha detto un amico è “Le tue canzoni mi hanno aiutato ad uscire da un periodo molto difficile”.  Quindi penso veramente che la vocazione di un’artista sia quello di alleggerire i problemi delle persone. E’ un bel complimento e sono molto contenta se penso che lui ha visto la luce in fondo al tunnel grazie alle mie canzoni.

Cosa ne pensi dei talent musicali? Tu ci andresti?

Io ci andrei, perché no? Sono delle opportunità. Diciamo che il talent lo farei però non sono molto fiduciosa, perché oltre al talento, alla vetrina, ci vuole tanta fortuna, perché ci sono tantissimi ragazzi molto bravi, molto talentuosi, che partecipano a questi talent e poi per via di una serie di cose, non riescono ad emergere come vorrebbero. E’ una finestra troppo stretta rispetto alla carriera di un’artista. Un’artista  lo si deve vedere all’interno di un contesto per più tempo e poi eventualmente si possono fare delle considerazioni sul suo operato, e vedere dove può arrivare un’artista. Però il talent lo farei e penso che sia una opportunità valida.

Oltre alla musica, curi delle passioni nella vita?

Io sono una grafica pubblicitaria oltre tutto, quindi faccio grafica e mi piace un po’ tutto quello che è arte e creatività.