Diego Verdegiglio (attore e scrittore) Roma 28.5.2010
Intervista di Gianfranco Gramola
Un personaggio simpatico, bonario, generoso e
garbato… un amico
L'attore con la collega Sabrina Ferilli
Per contattare Diego Verdegiglio, la sua e
– mail è dv52@libero.it
Diego Verdegiglio è nato il 16-6-52 a
Pesaro. Ha la Laurea in Lingue e Letterature Neolatine.
Formazione professionale:
Dizione e Recitazione con Gianni Diotaiuti
della Scuola “Fersen” e Mimo con Marco Romizi. Corso ETI-AGIS-Min.
Spettacolo per Amministratori Organizzatori Teatrali, con F. Fo (1981). Borsa di
Studio del Min. Affari Esteri per il Festival Nazionale del Cinema Ungherese di
Eger.
Teatro:
-“Poesia e verità”, 1978, di Ruggero
Jacobbi, Coop. Il Gruppo-Roma, con Rosa Ferraiolo e Carlo Greco. “Fa male il
teatro”, 1980, Teatro Quirino, con Vittorio Gassman, ripresa TV per Rai2 di
Carlo Tuzii. “L’ippocampo” di Vittorio Pugliese, regia di Mario Foglietti,
1980 (come aiuto regista). “Quasi una vita” da Corrado Alvaro, regia di
Silvano Spadaccino, 1986. Ruolo: l’Anarchico. “Il mondo nel pallone”, di
F. Valitutti, recital con Piera Degli Esposti, Simona Ercolani (Modena, 2002).
“Nerone, il mostro”, 2004, di e con Giacomo Ricci, Teatro L’Alternativa,
Roma. Ruolo: Lui. “Don Giovanni”, 2005-6, con C. Lionello, regia e con Lando
Buzzanca. Ruolo: Messer La Domenica. “Il viaggio”, (2007 a Lanciano, 2010 a
Ortona), regìa: Walter Manfrè.
Tu.Cu.R. Teatro -Chieti. Ruolo: il Padre.
Cinema
1978-1988, ruoli vari in film di Pasquale
Squitieri (“Claretta”), Giorgio Capitani, Carlo Vanzina (“I miei primi 40
anni”), Leandro Castellani, Giovanni Soldati (“L’attenzione”), Ruggero
Deodato, Umberto Lenzi, Fernando Di Leo, Pier Giuseppe Murgia, Giancarlo Planta.
“Bagnomaria”, 1998, di e con Giorgio Panariello, Prod. Cecchi Gori. Ruolo:
Onorevole Occhipinti
. “La vita per un’altra volta”, 1997, Prod. Sacha, con Jo Champa. Regia:
D.Astuti.Ruolo: Padre Samantha. “Hotel Dajti”, 1999, regia di Carmine
Fornari, con Flavio Bucci, Piera Degli Esposti. Ruolo: Viktor. “Febbre da
cavallo-La mandrakata”, 2001, regia: Carlo Vanzina, con G. Proietti. Ruolo:
Nicola Miccolis - “A.A.A. Achille”, 2002, regia: Giovanni Albanese, con
Sergio Rubini, Prod. C. Gori, Ruolo: zio Ciro. “L’amore è eterno… finché
dura”, 2003, regia di Carlo Verdone, Prod. Cecchi Gori. “Al momento
giusto”, 2004, regia G. Panariello, con Luisa Corna,Pr. C. Gori. Ruolo: Auger
De Calboli. “L’ora di punta”, 2007, regia di Vincenzo Marra. Ruolo:
Sassi. “Grande, grosso e… Verdone”, 2008, di e con Carlo Verdone. Prod.
Filmauro. Ruolo: Medico Madre. “Gli amici del bar Margherita”, 2008, DueA,
con Luigi LoCascio. Regìa:Pupi Avati. Ruolo: Padre Manuelo. “La voce”,
2008, con Rocco Papaleo, regìa di Augusto Zucchi. Ruolo. Onorevole Mongelli.
“Aspettando Godard”, 2008, con M. Scattini, R. Papaleo. Regìa di Alessandro
Aronadìo. Ruolo: comandante.
Televisione
1977- 1987, ruoli in vari sceneggiati e
produzioni Rai e Mediaset per le regie di Bruno Corbucci (“Le volpi della
notte”), Alberto Negrin (“Io e il Duce”), Giorgio Capitani (“Vanità”),
Mario Foglietti, Giancarlo Nicotra (“Drive In”), Romolo Siena (“Signori si
parte”), Eros Macchi, Silverio Blasi, Franco Rossi, Vittorio Sindoni, Giovanni
Soldati, Sergio Sollima, Anton Giulio Majano, Luigi Perelli, Massimo Spano,
Vittorio De Sisti, Paolo Gazzara, Klaus Brand (“Urlaub Urlaub!”), Leandro
Castellani (“Don Bosco” con Ben Gazzara). “Golden Boy” in “Roosevelt”,
1985, Regia: D.B. Partesano, Rai3, Ruolo (protagonista): Joe Bonaparte. “Doris
Duranti”, 1990, regia Alfredo Giannetti, con E. M. Salerno, Prod. Solaris,
Ruolo: Rossati. “Prima che il gallo canti”, 1993, Rai1, regia: Mario
Foglietti, con G. Pambieri. Ruolo: Don Giannino. “Mio figlio ha 70 anni”,
1999, regia G. Capitani, con P. Noiret, M. Dapporto.Ruolo: Alberto Ronaldicini.
“Sei forte maestro!”, 2000, regia Ugo Fabrizio Giordani, Can.5-Terni Studios.
Ruolo: Prof. Putto. “Indagini al microscopio”, 2000, regia di Francesco
Lazzotti, con Claudia Koll. Ruolo: Grassetti. “Squadra Scomparsi”, 2000,
regia di Claudio Bonivento, con Claudio Amendola. Ruolo: Avv. Sandri. “Un
posto al sole4”, 2001, Rai3-Grundy, Napoli, protagonista di puntata. Ruolo:
Prof. Folco Brandi. “L’attentatùni”, 2001, regia di Claudio Bonivento,
Prod. Immagine e Cinema, Ruolo: Santoro. “Commesse”, 2001, regia Josè Maria
Sanchez, con V. Pivetti. Prod. Immagine & Cin. Ruolo: Direttore. “Diritto
di difesa”, 2002, regia Francesco Lazzotti, con Martina Colombari. Ruolo:
Commissario Fossa. “La tassista”, 2002, regia: Josè Maria Sanchez, con S.
Sandrelli. Ruolo: Cliente Antipatico Staz.Termini. “Un medico in famiglia”,
2002, Publispei. “Soldati di pace”, 2002, regia Claudio Bonivento, con Tony
Sperandeo, G. Pasotti. Ruolo: Don Mori. “Orgoglio”, prima serie, 2003,
regia: Vittorio De Sisti, Giorgio Serafini, Titanus. Ruolo: Egisto Salviati.
“Vento di ponente2”, 2003, regia Ugo Fabrizio Giordani, con Anna Kanakis.
Ruolo: Commissario Gavi. “La stagione dei delitti”, 2004, regia C. Bonivento,
Good Time Pr., nel cast fisso. Ruolo: Dr. Venturini. “Carabinieri”, seconda
serie, 2003, Ruolo: proprietario Clinica Terme Benessere. “Il veterinario”,
2004, regia: J. M. Sanchez, con G. Proietti, Solaris Film. Ruolo: Gestore con
scimmia. “Distretto di Polizia n. 5”, 2005, regia: Lucio Gaudino, Nova Films,
Ruolo: Professor Zapponi. “La notte breve”, 2005, regia: C.Costanzo, A.
Cremonini, It. Dream Fact.,con G.De Sio, Ruolo: Cortini. “Il mio amico Babbo
Natale”, 2005, regia:F. Amurri, con Gerry Scotti, L. Banfi, Nova. Ruolo:
Alberto. “Un ciclone in famiglia2”, 2005, regìa: Carlo Vanzina, con Massimo
Boldi, Video80.Ruolo: Mèccoli. “La squadra”, 2005, Prod. Grundy. Ruolo:
Dottor Carbone. “La stagione dei delitti 2”, 2006, Rai2, regia:D. Costantini,
D. Maiorca.Cast fisso (Ruolo:Dr. Venturini). “I Cesaroni”, 2006, con
Antonello Fàssari, regìa: Francesco Pavolini. “Raccontami”, 2006, con
Massimo Ghini, regìa: Riccardo Donna.Ruolo: direttore banca Ettore Romani.
“Medicina generale”, 2007, regia di Luca Ribuòli, con Roberto Citràn,
Fabrizia Sacch. Ruolo: Bardi. “Aldo Moro”, 2007, con Michele Placido, regia: G. Tavarelli, Prod.Tao2.
Ruolo: Francesco Cossiga. “Distretto di polizia 7”, 2007, Tao-Nova Film,
regia: Lucio Gaudino. Ruolo: Anselmo Stucchi. “Crimini bianchi”, con
Ricky Memphis, 2008, regia Alberto Ferrario. Prod Tao2-Nova.Ruolo:Schepis.
“V.I.P.”, 2008, regìa di Carlo Vanzina, Prod. Video80, con Maria.Grazia
Cucinotta. Ruolo:l’Avvocato. “Salto vitale”, 2008, regìa di Bernd
Fischerauer (per la TV tedesca). Ruolo: Maresciallo di Muro. “Piper”, 2008,
regìa di Francesco Vicario e Ugo Fabrizio Giordani. Ruolo: Piero.
“Intelligence”, Tao2, 2009, regia Alexis Sweet. Ruolo: Ambasciatore Russo. “I delitti del cuoco” con Bud Spencer, Can. 5, regia: Alessandro Capone.
Ruolo: Nereo Foti. “R.I.S. 6”, Tao2, regia: Cristian De Mattheis. Ruolo:
Padre Lorenzo. “Liceali”, 2010, Tao2, regìa: Massiliano Papi. Ruolo:
Riccardo Zacchini. “Un posto al sole”, con Nina Soldano, Francesca
Perini.Ruolo: Luciano Liberati (in onda 4,5 e 13 maggio 2010). “Anna e i
cinque”, 2010, con Sabrina Ferilli, Pierre Cosso. Regia: Franco Amurri. Ruolo:
Preside.
Lavori radiofonici Rai
Vari (anche protagonista e co-conduttore di
rubriche) in diverse sedi RAI italiane e Radio Vaticana (2008, “S. Francesco
di Paola”, regia di Virginia Barret)
Doppiaggio
Vari turni come doppiatore libero con i
maggiori direttori di doppiaggio dal 1977 al 2007
Pubblicità
Durban's H12 (protagonista),Visa Card (protagon.),
FIAT (protagon., regìa: Enrico Sannia), Canone RAI 1992, Canon, 1990,
McCann-Erickson Italiana Spa-Milano, Pandoro Melegatti, Icar (protagon.),
Florderma, Memodata (protagon., campagna foto), Caffè Lavazza, il
“cameriere” di Nino Manfredi, Caffè Segafredo, Prod. Filmaster, con Renzo
Arbore (regìa: Alessandro D'Alatri), Salumi Beretta-Prod. Videco-Milano (co-protagon.,
regìa: Francesca Archibugi), Carni Italiane (protagon. maschile, ADN Kronos),
Panettoni Màina (protagon. di un episodio, regia:Leone Pompucci, Prod.
Central-Milano), De Agostini-Nuove Dive Profumi (protag. maschile, regia: A.
Cappelletti, Prod. Arte Film Srl-Torino), Pneumatici Lassa (co-protagon., prod.
RSG,Turchia, regia: A. Toledo), Formaggi Merlo (protagon., regia: M. Cesena),
ISMEA Bioagricoltura, Prod. Cineteam (regìa: A. Cappelletti), Boing Channel
Cartoon (2005), Vini DOC, regia Alessandro Cappelletti, National Geographic (Cineteam
Production), Comune di Roma-Aria pulita, regia di Leone Pompucci (2004), SNAI
Card, Prod. Videocam Srl (2005), Telepass (2006), Mastercard (2007), Lottomatica
(2007-2008), Latte Delta (Grecia, 2009)
Pubblicazioni
Saggi storici (“Talièn de la pèire de
Garròc”, Ed. Dall’Orso, Alessandria, 1993; “Ecco chi ha ucciso John
Kennedy”, Mancosu, Roma, 1998; “Alla conquista dello Spazio”, con
Francesco Valitutti, Newton Compton, 1999; “La TV di Mussolini”,
Castelvecchi, Roma, 2003); narrativa (co-autore di “Ho sedotto il potere” di
Olga Bisera, Gremese Editore, 2009) e articoli su varie testate.
L'attore con il Senatore Giulio Andreotti
Intervista a Diego Verdegiglio
Com’è il tuo rapporto con Roma?
Come quello con una donna volubile,
capricciosa, ma molto maliarda. A volte vorresti staccartene, ma resti irretito
dal suo fascino. Si fa perdonare e alla fine non puoi più lasciarla
Quali sono state le tue abitazioni romane
e attualmente in che zona di Roma vivi?
Da quando sono venuto a Roma vivo in zona
Mazzini-Prati. All’inizio sono stato per un brevissimo periodo dietro la Rai
di Viale Mazzini, a via Monte Zebio. Dal 1979 abito poco lontano, a piazzale
Clodio. Non riuscirei a staccarmi da questo quartiere. E’ l’ideale per chi
lavora in TV ed è anche tranquillo.
Com’è il tuo rapporto con la cucina
romana? Cosa ti piace? Trattoria preferita?
Se mi lasciassi andare alla cucina romana (e
mi piacerebbe, non lo nascondo) peserei il doppio di quello che peso ora. E’
una cucina popolana, dai sapori forti, pastorali. Amo purtroppo molto i
condimenti della pasta (pajàta, vaccinara, carbonara, cacio e pepe, amatriciana),
ma cerco di stare attento. Mi piacciono le trattorie romane a conduzione
familiare, dove s’instaura un rapporto personale col gestore, con i cuochi,
con i camerieri. Molto tipici, e ormai storici nella mia zona, sono “Da
Edmondo” in Circonvallazione Clodia e “Candido” in Via Marziale, da non
confondere col ristorante “Da Candido” in Viale Angelico.
Un angolo che ami particolarmente?
La zona della Piramide, lo storico cimitero
a-cattolico con le tombe dei grandi personaggi del passato immerse nella quiete
del verde, il Testaccio.
Cosa provi nel tornare a Roma dopo una
lunga assenza?
“Finalmente sono da mamma!”. Una madre
brontolona, nevrotica, un po’ sfacciata e leggera, ma pur sempre mia madre e
perciò bellissima e insostituibile
Cosa ti manca di Roma quando sei lontana
per lavoro?
A parte l’ottimo clima, l’arguzia e il
cinismo a volte corrosivo dei romani, il loro stile ironico e canzonatorio che
nei secoli ha livellato molto umanamente ricchi e potenti con una battuta
sferzante. Per un romano non è importante cosa sei o rappresenti, ma chi sei a
livello personale. Meriti rispetto e stima non per i soldi o perché comandi, ma
solo se sai rapportarti con semplicità agli umili, ai popolani, ai semplici. Ho
visto gente piena di boria e di sussiego letteralmente distrutta da una
definizione o da un nomignolo dato da un tassista, da un bottegaio, da un
artigiano, da un barista. A Roma non puoi darti arie, vieni subito
“mazzolato”.
Come trovi i romani (pregi e
difetti)?
A dispetto delle pretese leghiste, Roma è
l’unica vera metropoli cosmopolita d’Italia. A parte le dimensioni di città
più grande e popolata d’Italia, è proprio la presenza del mondo (ONU,
Vaticano, SMOM, due ambasciate per ogni Paese, registi e attori internazionali
ecc).a fare di Roma la metropoli universale che è. Milano ha certamente soldi,
editoria, moda, tecnologia moderna, università, ma vive cercando
provincialmente di imitare (senza riuscirci) Londra, New York, Berlino. Roma non
ha bisogno di imitare nessuno perché brilla di luce propria. Roma E’,
e questo basta. Le ricche “sciùre” milanesi mi fanno ridere con la loro
falsa modestia e il loro non mostrare. A Roma le donne si mostrano. Eccome!
Qual è il fascino di Roma, secondo te?
Il fascino della non ipocrisia. Roma è da
millenni un gran lupanare, un calderone di tutto. Lo sa benissimo e non cerca di
mascherarsi. Vuole essere accettata perché è vera, non si scandalizza, vive e
lascia vivere, sa bene come va il mondo e non lo nasconde né a se stessa né
agli altri. Conosce meglio di chiunque altro le debolezze umane ed è
indulgente. A volte troppo. Milano ha sempre paura dello scandalo, della caduta
di stile e di immagine (anche se sotto sotto fa di peggio: Tangentopoli,
Parmalat, appalti Expo 2015 ecc). Roma non ha di queste preoccupazioni. La città
meneghina, che è senz’altro la Capitale economica del Paese, si è
autoproclamata “Capitale morale”: come a dire “Si, vabbè, Roma ha il
titolo, ma noi abbiamo i danè e perciò comandiamo noi”. Un atteggiamento
molto provinciale che a Roma non troveresti mai. A Milano faccio ogni tanto TV e
pubblicità, ma non ci abiterei, perché non vivo per i soldi e per il lavoro,
che sono gli unici motivi - molto stressanti - per trasferirsi nel capoluogo
lumbàrd.
Cosa ti dà fastidio di Roma - o meglio -
esiste una Roma da buttare?
Certamente. La Roma da buttare è quella
dell’eccessiva inefficienza, dei muri scritti dai maledetti writers anche sui
monumenti, delle strade sporche, della metropolitana insufficiente, delle scorte
dei politici a sirena spiegata nel traffico caotico, delle strade piene di
buche, dei barboni e dei clandestini accampati ovunque. Ho conosciuto Roma tra
il 1958 e il 1962: al confronto di oggi era un bellissimo paradiso!
In quale Roma del passato ti sarebbe
piaciuto vivere e nelle vesti di chi?
Certamente nel Rinascimento: a Roma avrei
incontrato Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello. I grandi artisti, i
grandi scienziati. Avrei voluto essere un illuminato intellettuale, un mecenate
pieno di risorse economiche da mettere a frutto per salvare biblioteche, codici,
reperti archeologici. Ma anche per fare beneficenza per i più deboli e i più
poveri.
L'attore con Maria Grazia Cucinotta
Come vivi la Roma by Night?
Appena giunto a Roma, i primi anni la sera
ero sempre in giro: ristoranti, night, piano bar, feste private. Ora esco
raramente, e soprattutto mai il sabato. Tutto il Centro Sud Italia affolla i
locali di Roma nel weekend. Trastevere ormai è quasi solo per i turisti. I
quartieri ancora abbastanza autenticamente romani sono il Testaccio, la
Garbatella, San Saba.
Nei momenti liberi in quale zona di Roma
ami rifugiarti?
Mi piace d’estate sedermi a prendere una
granita di caffè allo “Zodiaco”, il bar sul cocuzzolo di Monte Mario,
proprio sotto l’Osservatorio Astronomico. Si gode dall’alto un panorama
mozzafiato del Tevere e della Capitale.
Per un’artista, Roma, cosa rappresenta?
Assolutamente il massimo. Per il cinema poi
non ha rivali. Ogni città deve avere e rispettare le sue vocazioni e Roma è la
capitale nazionale dello spettacolo. Nessuna città italiana possiede tanti
produttori, registi, attori e tecnici quanto Roma.
Un consiglio al sindaco di Roma?
Alemanno era partito con tanti buoni
propositi. Aveva vinto rimproverando a Veltroni le operazioni d’immagine e i
grandi eventi, invece di pensare ai problemi insoluti della gente. Ora non
abbiamo risolto i grandi problemi
della gente e non abbiamo più nemmeno l’immagine e i grandi eventi. Grande
colpa ha la Lega Nord, che appena può bastona Roma tagliandole i fondi. I primi
tempi pensavo che Bossi odiasse Roma come centro del potere (come se la Capitale
trasportata per ipotesi a Milano risolvesse di colpo tutti i problemi di
inefficienza, di ruberie e di corruzione di ministeri, deputati e senatori).
Ora credo che sia una sua paranoia di tipo razziale verso il Centro Sud, pur
avendo lui sposato una siciliana. Appena sente “Roma”, invece di
considerarla la casa di tutti gli Italiani, il povero leghista si mette sulla
difensiva. Tuttavia ogni mese - puntuali - ministri, deputati e senatori
leghisti passano alla cassa di “Roma ladrona” a riscuotere stipendi e
indennità che i loro elettori possono solo sognare!
Uno ai romani e uno ai turisti.
Ai romani consiglierei più efficienza, più
onestà, più senso civico, più rispetto di sé e degli altri. Ai turisti di
non considerare Roma un bivacco dove sdraiarsi a bere e a mangiare dappertutto,
magari mettendo le gambe accaldate nelle fontane.
Sei sposato? Hai figli?
No, ho una compagna che non lavora nello
spettacolo. Non abbiamo avuto figli
Com’è nata la passione per lo
spettacolo?
A 18 anni volevo fare il pilota militare (la
passione del volo mi è rimasta), ma un amico mi coinvolse in uno spettacolino
amatoriale. Ne fui stregato.
Ricordi il tuo debutto?
Luglio 1970, scogliera di Copanello, in
Calabria. Uno spettacolo estivo di storia locale vera: due innamorati dell’800
di due famiglie nobili rivali. Lui fu ucciso dai fratelli di lei e lei finì i
suoi giorni in convento.
Quali sono stati i tuoi maestri?
Agli inizi, citerei senz’altro Lillo
Zingaropoli, Franco Grande, Umberto Nisticò, Wanda Pagliusi. Poi Gianni
Diotaiuti - grandissimo maestro di dizione - Marco Romizi per la mimica e poi il
regista TV Mario Foglietti, a cui devo l’inizio della mia carriera televisiva.
Qual è stato l’incontro che ti ha
cambiato la vita?
Un amico di famiglia, il dottor Antonino
Mazzocca di Catanzaro. Grandissimo medico e grandissimo musicista, oltre che
persona umanamente eccezionale. Scomparso trent’anni fa e dimenticato dal
mondo.
Qual è stata la tua più gran
soddisfazione nel campo artistico?
I complimenti del presidente Cossiga
pubblicati dal quotidiano “Il Messaggero” dopo averlo interpretato nella
fiction Tv “Aldo Moro il Presidente” accanto a Michele Placido.
E delusione?
Antonio Ricci, che non mi perdonò mai nel
1984 un mio atteggiamento sbagliato nei confronti della produzione mentre
lavoravo con lui e Gianfranco D’Angelo a “Drive In”, dove facevo lo sketch
“Salve! Sono il figlio di Cesare Ragazzi!”. Ero giovane, inesperto, non
sapevo come muovermi, non avevo nessuno che mi consigliasse. Cercai di fargli
capire che mi dispiaceva, che ero pentito, che sarei tornato volentieri sui miei
passi per ricominciare a lavorare. Niente da fare. Porte chiuse. Condanna a
vita.
L'attore Diego Verdegiglio con Ted Kennedy
Hai dei rimpianti?
Forse si, ma non servono a niente. La vita è
come un tritacarne: entri che sei un bel pezzo di manzo tutto intero e ne esci
macinato, trasformato, a pezzi. Se solo la vita fosse come uno di quei nastri di
registratore che si possono riavvolgere…
Hai avuto momenti difficili nella carriera
in cui volevi mollare tutto e chi ti è stato più vicino?
Si, tanti. Anche adesso. Questo è un lavoro
impossibile, una sorta di “gratta e vinci”. Puoi avere un bel ruolo, un buon
regista, un buon produttore, un buon cachet, ma se il film va male non c’è
pietà. Contano moltissimo (anzi, sono indispensabili) amicizie e
“protezioni”. Nei momenti di sconforto mi sono stati vicini i miei familiari
e la mia compagna.
Qual è stata una gioia inaspettata nella
tua vita professionale?
Il fatto di aver ritrovato dopo trent’anni
un rapporto umano e professionale con un bravissimo regista teatrale a livello
internazionale, Walter Manfrè, che stimo moltissimo e col quale andrei a
recitare in capo al mondo.
Cos’hai sacrificato per arrivare al
successo?
Credo di aver sbagliato tempi e modi di
ingresso nella professione. Ho sacrificato spesso a vuoto tempo ed energie.
Avrei dovuto disperdermi meno e concentrare i miei sforzi. Ma sono un Gemelli e
quindi ho mille interessi diversi, fra cui la scrittura di saggi storici.
Ma i tuoi genitori che futuro sognavano
per te?
Con un padre tenore e una madre soprano,
figlia e nipote di musicisti, credo immaginassero per me senz’altro un futuro
artistico.
Che lavoro fanno i tuoi genitori? Hai
fratelli e sorelle?
Mio padre è scomparso 25 anni fa. Mia madre
ora ha 88 anni. Ho un fratello biologo di cinque anni più grande e una sorella
più piccola di tre anni, impiegata.
Avevi degli idoli da ragazzo?
John
e Bob Kennedy. Vidi il presidente Kennedy a Napoli nel 1963, pochi mesi
prima che lo assassinassero. Per me fu uno shock. Gli ho dedicato un mio libro
nel 1998, “Ecco chi ha ucciso John Kennedy”. Successivamente, ho conosciuto
suo fratello, il senatore Ted, morto l’anno scorso, e sua sorella Jean.
Quali sono i tuoi hobby i tuoi passatempi
preferiti, quando non lavori?
Viaggi, mostre, musei, libri, mare, vita a
contatto con la natura.
Collezioni? Manie?
Tantissime: oggetti di modernariato, antichi
elenchi telefonici, riviste anni ’50 e ’60, articoli, foto, video, elmetti
militari. La mia compagna dice che dovremmo avere una casa elastica per farci
stare tutto.
Fai beneficenza o volontariato?
Beneficenza.
Qual è il tuo punto debole?
Sono purtroppo molto impulsivo. Faccio cose
di getto, d’istinto, senza prendermi le canoniche 24 ore per decidere e dare
una risposta. Qualche volta ho dovuto pentirmene amaramente.
C’è un collega che stimi molto?
Ho conosciuto grandissimi attori del passato
che, facendo prevalentemente teatro, restano sconosciuti al grande pubblico,
come Renzo Giovampietro. Di quelli con cui ho lavorato, desidero ricordare
Alberto Lionello, Riccardo Cucciolla, Pino Locchi, Oreste Lionello, Emilio
Cigoli. Tutti grandi glorie scomparse.
Con quale attore o attrice vorresti
lavorare?
Oggi mi piacerebbe lavorare accanto a Toni
Servillo e a Lina Sastri.
La cosa più cattiva che hanno detto o
scritto su di te?
Fino ad ora, come attore, grazie a Dio,
nessuna. Una sola critica sul mio libro “La TV di Mussolini”, anche se è
stato benissimo recensito da altri (Giordano Bruno Guerri, Marcello Veneziani).
Il complimento più bello che hai
ricevuto?
“Stasera ci hai emozionati: ci hai fatto
ridere e piangere”
Che rapporto hai con la Fede?
Domandina un po’ troppo privata.
Sorvoliamo. Diciamo che sono contro tutti gli integralismi religiosi. Chi è
integralista vuole imporre agli altri il suo modo di vedere le cose. Sono molto
preoccupato dal fanatismo wahabita islamico.
E il tuo rapporto con il denaro?
Pessimo. Ho le mani bucate.
La più trasgressione delle tue
trasgressioni?
Un vasetto di Nutella da 350 grammi in una
sera, a cucchiaiate, in un momento di depressione. Imperdonabile.
Hai mai fatto delle scelte in cui dopo ti
sei pentito?
Tantissime. Un po’ meno, ma ne faccio
ancora oggi. “Gli esami non finiscono mai”, diceva il grande Eduardo.
Hai un sassolino nella scarpa che vorresti
toglierti?
Ho un’intera pietraia nella scarpa. Ma
molti sassi resteranno lì. Non me la sento di rischiare il tribunale o la
galera.
Con il successo sono cambiate le tue
amicizie? Chi frequenti in particolare? Gente dello spettacolo?
Frequento una cerchia molto ristretta di
amici fidati, come il mio ultra quarantennale amico ingegnere Enzo Italia, o
amici nel campo dello spettacolo, come l’autore televisivo Francesco Valitutti,
che ha scritto i testi per un recente programma di successo di Antonella Clerici,
“Ti lascio una canzone”, su RaiUno.
A chi volesse intraprendere la carriera
d’attore che consigli vorresti dare?
Grande preparazione e autodisciplina
certamente, ma non basta. Fare l’attore è anche una questione di carattere.
Ci sono attori mediocri che sanno vendersi benissimo, sanno rendersi simpatici,
non invadenti, mai sopra le righe, e ottengono tanto. Altri - bravissimi - hanno
un pessimo carattere e vengono evitati. In teatro o sul set non puoi permetterti
stravaganze o eccessi, meno ti fai notare meglio è. Devi essere pronto al
momento giusto e fare bene ciò che ti si chiede, senza strafare. La
riservatezza e i modi urbani sono molto apprezzati. L’attore eccentrico o
strampalato non ha lunga vita. A meno che non sia un genio alla Carmelo Bene.
Un tuo vizio e una tua virtù?
Mi riconoscono come vizio l’eccessiva
maniacalità: mi butto nelle imprese con tutto me stesso, non esiste altro finché
non ho raggiunto l’obiettivo. Trascuro tutti e tutto. Come virtù mi vengono
riconosciute la generosità e la disponibilità. Bontà loro…
Chi porteresti con te su un’isola
deserta?
La mia compagna attuale! Ci mancherebbe! Mica
voglio rischiare il linciaggio dicendo Angelina Jolie!
Sei severo con te stesso?
Molto. Anche troppo. Non mi perdono né mi
assolvo facilmente.
Hai fatto delle gaffe? Ne puoi raccontare
una spiritosa?
Ne ho fatte tante, ma ora non me ne viene in
mente nessuna in particolare. Normalmente riesco a farmi perdonare. Detesto
essere detestato e che si parli male di me. Purtroppo è successo.
Ti ritieni fortunato?
Mediamente, senza eccessi
Di cosa hai paura?
Della malattia, della sofferenza fisica,
degli incidenti che ti provocano una minorazione fisica o psichica e non ti
permettono più di lavorare, di vivere una vita piena. Siamo davvero appesi ad
un filo sottilissimo. Basta un niente e tutto cambia. La morte improvvisa non mi
spaventa, la decadenza della vecchiaia si.
Hai un sogno nel cassetto?
Si: inventarmi una vita nuova come
giornalista, come inviato speciale. Ma è, appunto, un sogno.
A chi vorresti dire grazie?
A tutti coloro che mi sopportano quando ho i
miei paurosi “momenti neri”. Non mi sopporto neanche io!
Progetti?
Il mio prossimo libro sugli Italiani nella
guerra del Vietnam. Mi sta assorbendo totalmente da due anni.