Enrico
Brignano
(comico) Roma 3. 12. 2000 - Roma
20. 11. 2005
Intervista
di Gianfranco Gramola
Il
comico che sognava di fare il falegname
Enrico Brignano è nato a Roma il 18 maggio
del 1966 e si è diplomato al Laboratorio di esercitazioni sceniche diretto dal
mitico Gigi Proietti. Enrico
viene chiamato simpaticamente “Romoletto” e si presenta così:
"So'
romano de Roma, che nun se sente? Altezza:
sotto i due metri, occhi:
due, segni
particolari: tutti. So’
romano - precisa -
nel senso che so’ nato nella Capitale, però so’
de’ la Lazio. Questo scrivilo, Gianfrà, che ce tengo a fallo sape’!".
Enrico
Brignano proviene da una delle tante borgate romane che si chiama Dragona e gia
dai tempi della scuola aveva dentro di sé la voglia di esibirsi e la sfruttava
facendo le imitazioni dei professori, fra le risate dei compagni di classe. Deve
la sua fortuna artistica, oltre che al suo talento e ad una certa
predisposizione, al grande e mitico Gigi Proietti e al suo Laboratorio di
Esercitazioni Sceniche e a Maurizio Costanzo che più volte l’ha voluto nel
suo Show a Canale 5. “
L’inizio della mia carriera televisiva
– spiega Enrico – eccome se me la
ricordo! Fu con Club 92 di Proietti e poi feci "La sai l’ultima" (’93) con
Pippo Franco e" Tutti a casa "(’94)
con Pippo Baudo (me so’ fatto tutti i Pippi), fino a Beato tra le donne
(2000). Un
grande successo fu Il medico in famiglia in cui coprivo il personaggio di
Giacinto, il fidanzato di Cettina, la colf di casa Martini. Ultimamente faccio
tanto teatro
“.
Ha detto:
- Quando voglio starmene tranquillo, spengo il
cellulare e la segreteria, poi cerco il contatto con la terra, magari
dedicandomi alla potatura delle rose.
- Mia madre s'è comprata una pelliccia
sintetica per venire a vedere uno spettacolo mio e poi m'ha detto:" E
mo' che je racconti a questi?".
- Quando andavamo a casa di altra gente, mia nonna
diceva:" Mi raccomando, nun se famo riconosce!".
- "Non sia mai viene qualcuno" è una
frase - tormento di mia madre che ha costantemente accompagnato la mia adolescenza
e ha segnato la mia crescita.
- Sotto il militare ero caporale istruttore e con i
miei uomini ce la mettevo tutta per essere all'altezza del mio ruolo e invece
l'atteggiamento era tutt'altro che marziale, mi usciva sempre fuori una battuta.
Curiosità:
-
Nel
1991 faceva il suggeritore di Gigi Proietti al teatro Sistina.
-
Nel
sett. 2003 una ragazza vicino Bologna scappa di casa e raggiunge Roma per
incontrare il suo idolo Enrico Brignano, sbagliando i tempi, perché l’artista
romano era in vacanza in Sardegna.
-
Una
frase che scherzosamente Enrico dice spesso è che il lavoro d’attore è fatto
di molta fatica e molto sudore ma è sempre mejo che annà a lavorà.
- Nel 2007 ha condotto il game show "Pyramid",
affiancato da Debora Salvalaggio.
- Ha aperto a Pomezia la scuola -
laboratorio "Astes, la fabbrica dei sogni" (Scuola di
recitazione).
Intervista
Tu
sei romano de Roma. In quale zona
di Roma hai passato l’infanzia e come ricordi la Roma di allora?
Ma, io mi ricordo la Roma a cavallo degli anni 60-70, anche perché non sono
proprio vecchio… Ricordo una Roma come una borgata lasciata un po’ a se
stessa e l’abusivismo… questo ricordo, anche se devo dire che da piccolo
stavo molto a Ostia Antica.
E il tuo rapporto con la cucina romana?
Buono. C’e’ da dire che da un po’ di tempo la cucina romana quella
verace è un po’ difficile trovarla. Tant’è vero che a Roma esistono ancora
le vere e tipiche trattorie romanesche, per fortuna…sono poche ma resistono.
Diciamo che ormai la cucina non è più solo romanesca, diciamo che è un po’
mista, come non esiste il vero romano , quello famoso delle mitiche sette
generazioni… uno è nato a Roma, si , ma ha un genitore calabrese o
abruzzese, quindi è tutto un miscuglio.
Frequenti qualche trattoria particolare?
No, no tendenzialmente no…
C’è un angolo di Roma a cui ti senti maggiormente legato?
Si , c’è un angolo di Roma a cui mi sento un po’ legato, ed è il foro di
Augusto, perché mi piace la storia dell’antica Roma e quando vado lì è il
massimo…. Mi piace molto.
Cosa provi nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?
Inizialmente un grande stress, perché quando si rientra a Roma c’è sempre un
grande frastuono, un traffico impressionante, non c’è nemmeno il posto per
parcheggiare il motorino… un casino insomma…Però poi quando ci si riabitua
al normale tran tran quotidiano , insomma una volta rientrato nel clima romano
ti rendi conto che Roma è meravigliosa.
Come giudichi i romani attraverso i loro pregi e i difetti?
Ne hanno tanti de difetti …tanti. Estremamente menefreghisti su alcune cose,
cinici…ma penso che gli stessi difetti siano gli stesi pregi che poi è la
fortuna di questa città, altrimenti sarebbe una città invivibile… La si
riesce a vivere proprio perché nel caos quotidiano, l’atteggiamento è sempre
quello del “ vorrei ma non posso… se vedemo … lassa perde..” e lo
snobbare alcune problematiche esistenziali, che è una sorta di atteggiamento
che ha una doppia valenza, ecco.
Com’è il tuo rapporto con il Tevere?
Il mio rapporto con il Tevere è proprio di diffidenza, come credo sia di tutti
i romani, anche nell’antica Roma, penso…
E’ sempre stato biondo però adesso è anche inquinato… c’è una miriade
di canzoni che parlano di morti nel Tevere.. Come fiume non è solare, il
Tevere, non è un fiume che porta gioia e poi a Roma non lo vediamo neanche più
perché passiamo da un ponte all’altro, sempre di fretta,quindi non arriviamo
nemmeno a dargli uno sguardo , grazie anche al traffico caotico. Abitando vicino
al Tevere io ne sento molto l’umidità, per cui , come rapporto lo vivo in
maniera piuttosto freddo, distaccato.
Come vivi la Roma notturna?
Tento di viverla sempre meno, perché non mi piace. Non sono il tipo perché non
è la Roma che mi piace. A me non piace la Roma dello stornellaccio come non mi
piace la Roma del fighettino con la decapottabile e il foulard al collo, amo la
Roma che sta a metà fra queste due Rome., cioè una Roma tranquilla, sincera ,
che parla di cose di tutti i giorni, di cose proprie nelle trattorie
all’aperto, però non quelle da turista. Amo una Roma normale, semplice…
Nei
momenti liberi in quale zona di Roma ami rifugiarti?
Nella zona Flaminio, dalle parti dello stadio dei Marmi… quella zona lì mi
piace molto.
Se il governo avesse sede in un’altra città italiana, Roma sarebbe più
amata?
Si, forse si.
Cosa ti dà più fastidio di Roma?
Proprio questo, cioè il fatto che Roma viene un po’ odiata perché è simbolo
del potere non solo religioso ma anche quello politico, appunto perché c’è
la sede del governo. Quindi Roma gestita da sempre da non romani, in effetti.
Quindi è una città che vive, purtroppo, anche di odi di tanta gente che pensa
che i romani siano coloro che governano il paese, gestiscono la città, invece
in effetti non è così.
Com’è avvenuto il tuo accostamento verso il mondo dello spettacolo?
Normale, credo normale per chi come me ha una voglia di esibirsi, per cui penso
che la trafila non sia diversa da tanti altri artisti. Ho sempre avuto una gran
voglia di esibirmi e poi è capitata l’occasione della grande scuola di Gigi
Proietti, il famoso laboratorio di recitazione di Gigi, a rendere ufficiale
questa voglia, questa sensazione…. Quindi il diploma e poi la carriera e via.
Ma
la passione per lo spettacolo ce l’avevi già dentro?
La
passione per lo spettacolo credo sia nata da sola. Quando
una passione nasce è perché c’è un’esigenza che esce da te. E’
come una pianta che nasce da sola, senza acqua e in un terreno poco fertile.
Ecco
perché diventa passione, perché è talmente tanta la forza e la voglia di
emergere che piano pianino
riesce a farsi largo. Pensa Gianfranco che io ho fatto una scuola
che era molto lontana dal mondo dello spettacolo, che era quella di
Tecnico delle Industrie Meccaniche, quindi puoi capire quanto sia vero quello
che ti sto dicendo. La passione è nata perché riuscivo ad intuire che tutto
quello che dicevo diventava poi divertente. In bocca a me un
racconto veniva plasmato, tirato, allungato, accorciato in base a degli
effetti che avevano su quel pubblico che poteva essere quello della classe o
quello dell’autobus.
Ma
i tuoi genitori non è che sognavano per te un futuro diverso?
Sicuramente
non sognavano per me questo futuro. Il mio era un periodo del posto fisso,
dell’impiego statale e di quelle parole…” Sei sistemato, hai il posto
fisso per tutta la vita, ecc…”. Adesso il posto fisso è una condanna divina
perché co’ 1200 euro al mese ‘ndo vai ? che ce fai ? A parte il lato
economico, nella borgata dove vivevo io non c’era l’ambizione di fare e di arrivare chissà dove. Adesso le cose sono cambiate
perché con il Grande Fratello e tutte ‘ste cazzate tutti pensano a diventare
famosi. Questa è l’unica ambizione. Vanno ai provini in 40.000 manco fosse un
concorso statale (risata).
Chissà
quanti complimenti hai ricevuto nel corso della tua carriera, vero Enrico?
Si!
Ma i complimenti più belli non sono quelli degli addetti ai lavori. Quelli sono
abbastanza giustificati e abbastanza pensati che fanno sempre bene al cuore
perché vengono da colleghi che di solito sono restii a questo genere di
cerimonie. I complimenti più belli sono quelli del pubblico, della gente
semplice che non ha tante parole ma che però ti fa sapere che non rideva così
da quando gli è scomparsa una persona cara. Non ci sono complimenti che reggono
il confronto, caro Gianfrà.
La
cosa più cattiva che hanno detto o scritto su di te?
M’
ha dato fastidio l’aggettivo di una signora che spero di incontrare un giorno
e che cura la critica sull’Unità, la quale, dopo avermi visto nello
spettacolo Beato tra le donne ha scritto:” Carriera finita per Enrico Brignano”.
Pensa Gianfrà che l’Unità sta qui vicino, chissà se questa signora avrà
visto i manifesti a caratteri cubitali qui fuori dal teatro Sistina con il mio
nome e lo spettacolo che rappresento (risata).
Ma
da ragazzo quali erano i tuoi idoli?
Da
ragazzo non erano sicuramente gli attori. Più avanti vedevo e apprezzavo
la bravura di attori importanti come Walter Chiari, Aldo Fabrizi, Paolo Panelli,
Alberto Sordi e piano piano , crescendo riuscivo a vedere il talento anche di
quelli che erano in auge come Gigi Proietti
o come il grande Vittorio Gassman di cui conoscevo una qualità di
recitazione che andava al di là del comico, ma era di una grandezza assoluta.
Anche Montesano era un grande. Però
non avrei mai immaginato un giorno di condividere il camerino o andare
leggermente dopo di questi “grandi”. Io adesso, caro Gianfranco, ti sto
telefonando dal camerino dove sono passati i più grandi. Ho i miei panni lì
dove li hanno attaccati loro. Se uno crede a queste cose è un onore,
se uno non ci crede, va benissimo ugualmente, però per me è
affascinante il pensiero.
Qual è stata la tua più gran soddisfazione nel campo artistico?
L’estate del 2000
al Teatro Romano di Ostia Antica , il pieno. Quattromila persone con la
ripresa televisiva, su Canale 5, in diretta tv.
Un tuo sogno nel cassetto?
Fare Rugantino , magari al teatro Sistina.
A
chi vorresti dire grazie?
Ai
miei genitori, a Gigi Proietti, a Maurizio Costanzo, ma fondamentalmente questi
sono quelli più riconoscibili, più facile da ringraziare, ma ce ne sono
tantissimi che ho incontrato nel mio
percorso e che mi hanno dato la volontà, la forza e dei consigli. E poi vorrei
dire Grazie anche a coloro che visiteranno il mio sito www.enricobrignano.it
. Ciao Gianfrà...
Per
scrivere a Enrico Brignano l’indirizzo è:
c/o
Enry B srl produzioni
Lungotevere Flaminio, 66
00196 Roma