Jessica Pizzi
(attrice e doppiatrice)
Roma 27.5.2022
Intervista di Gianfranco Gramola
“Registi con cui
lavorare? Non ho dei nomi in particolare, mi vanno bene tutti, purché
credano nel mio talento, nelle mie doti professionali e possano farle
crescere”
Jessica Pizzi è nata a Roma il 28/08/1987
Formazione
2018/2019 : Corso di recitazione
cinematografica con la ‘Tecnica Chubbuck’ di Hollywood, presso l’HT Studio
De Santis di Roma diretto da Patrizia de Santis.
2019: WORKSHOP con Patrizia de Santis presso
Art Village di Roma
2020: WORKSHOP con Pupi Avati presso Teatro
Golden
Esperienze Professionali
Cinema
e fiction
2021: film “Antropoghus II” regia Dario
Germani, ruolo protagonista GIULIA
2021: film “La lunga note dei morti
viventi” regia Dario Germani, ruolo truccatrice “Elide”
2020: Serie ‘i Love’ regia Emanuele
Ajello, ruolo ‘me stessa’ episodio Amore Paranoico.
2020: Serie ‘iLove’ regia Emanuele Ajello,
ruolo ‘ Jessica’ episodio Amore Ipocondriaco.
2020: Film ‘Cani di strada’ regia Gianni
Leacche, piccolo ruolo ‘CLEAR’.
2019: ‘Relazioni pericolose’ regia
Alessandro Celli, ruolo Sorella ingrata
Intervista
Da piccola, alla domanda “Cosa vuoi
fare da grande”, cosa rispondevi?
Io rispondevo che volevo fare la ballerina o
la cantante, perché mi piaceva immedesimarmi in quello che vedevo in
televisione. Da piccola ero già una sognatrice, quindi mi piaceva vedere le
persone che erano felici nel fare quello che facevano e mi trasmettevano energia
e gioia.
Com’è nata la passione per la
recitazione?
La passione per la recitazione credo sia
innata, tant’è che dai racconti di mia madre, fin da piccolina c’è sempre
stato questo mio parlare di continuo, anche fingendo di essere al telefono con
qualcuno o davanti allo specchio. Purtroppo la consapevolezza è arrivata tardi
perché io sono stata cresciuta in maniera molto critica dai miei genitori e di
conseguenza sono diventata una persona molto autocritica e questo mi ha portato
ad essere sicuramente non totalmente sicura delle mie scelte e di conseguenza
percorrere sempre delle strade molto distanti da quelle che poi erano realmente
la mia passione, il mio volere. Questo purtroppo è un mio piccolo rimpianto che
ho. Però come ho capito di avere questa grande passione, mi sono cimentata e ho
tentato tutto e sto tentando ancora tutto per portarla avanti e realizzarla.
Hai artisti in famiglia?
Ho molti parenti che hanno delle
predisposizioni artistiche, soprattutto nella pittura, nella musica e nel canto.
Ho sempre respirato aria artistica in famiglia.
Chi erano i tuoi idoli da ragazzina?
Gli idoli con cui sono cresciuta sono quelli
della musica, essendo io stata cresciuta a pane e musica, perché la musica è
sempre stata una grande passione di mio padre e avevo il sogno di diventare una
grande artista. Mi piacevano le band musicali, tipo i Back Street Boys. Le
canzoni di Laura Pausini mi hanno accompagnata negli anni della crescita, nei
primi tormenti. Ora ascolto un po’ di tutto, in ogni forma.
Prima di fare l’attrice lavoravi alla
Vodafone. Come sei arrivata al cinema?
E’ vero, lavoravo alla Vodafone prima di
iniziare questo lavoro, ma ho sempre coltivato questo sogno, tant’è vero che
prendendo permessi su permessi, facevo sempre provini alternativi al lavoro. Ed
era sempre comunque un tormento e questa passione l’ho sempre portata come
strada parallela rispetto al mio lavoro fisso che mi dava una retribuzione
mensile.
Hai mai pensato ad un nome d’arte?
In realtà il mio è già un nome d’arte,
perché di cognome faccio Pizzingrilli e ho deciso di renderlo più semplice
accorciandolo in Pizzi, così rimane più impresso. Poi è stato adottato anche
da mio fratello perché gioca a calcio e i suoi amici l’hanno sempre chiamato
Pizzi.
Sei la protagonista di “Antropophagus II”.
Come hai vissuto questa esperienza come protagonista? Che aria si respirava sul
set?
Come mia prima esperienza da protagonista è
stata molto forte, molto dura e avevo dei ritmi lavorativi fortissimi. Per non
parlare della location.
Dov’è stato girato?
E’ stato girato nel tunnel sotterraneo del
monte Soratte, ad un’ora da Roma e quindi sono stata esposta a tutto, freddo,
buio, umido, polvere. Sono stata spesso ferma per ore in attesa di girare la
scena finale, sotto ad un tavolo, con le mani legate. Una location pazzesca e
un’esperienza che rifarei e che ha tirato fuori una forza fisica che non
credevo di avere. Però nonostante tutto il set aveva un clima magico, quindi si
sorrideva sempre in ogni occasione e c’era una grande stima reciproca fra di
noi. E’ stata un’esperienza indimenticabile.
Prima di “Antropophagus II” hai girato
“La lunga notte dei morti viventi”. Sei attratta dai film horror o ami anche
i ruoli impegnati, seri, brillanti, tipo commedia all’italiana?
Non sono attratta dai ruoli horror e ti svelo
un segreto, non ho mai visto un film horror in vita mia, perché sono una di
quelle che saltano sulla poltrona. Credo di averlo fatto per la prima volta in
questo film per poter vedere e criticare il mio lavoro. Però non sono un amante
del genere, sono solo occasioni di lavoro, di crescita per me che sono
agli inizi di questo percorso artistico, che tra l’altro non so dove mi
porterà. Quindi qualsiasi strada per me è percorribile, ma sono attratta anche
dai ruoli brillanti e quelli della commedia
all’italiana credo siano un po’ nelle mie corde. Ho fatto fra l’altro un
piccolo ruolo un po’ più brillante in un film di Giani Leacche, che si chiama
“Cani di strada”, quindi sono abbastanza versatile.
Il mondo dello spettacolo era come te lo
immaginavi o hai avuto qualche delusione?
Il mondo dello spettacolo è sicuramente un
mondo complesso, chiamiamolo così. Sono nello spettacolo da pochi anni e quindi
non posso parlare di delusioni perché fino ad oggi ho avuto solo delle piccole
soddisfazioni da questo mondo. Però sicuramente me l’aspettavo un po’ più
semplice, un po’ diverso e invece è abbastanza tosto, a meno che non hai un
vissuto, delle esperienze, delle conoscenze.
I tuoi genitori che futuro speravano per
te?
Loro mi volevano di sicuro in carriera,
magari come avvocato, ma di sicuro non come attrice. Quello è poco ma sicuro.
Sono delle persone non chiuse mentalmente, ma un po’ rigide. Papà sicuramente
è una persona rigida è molto geloso e quindi tutto avrebbe pensato per me,
tranne che diventassi attrice.
Con quale regista ti piacerebbe un giorno
lavorare?
Ti dico che essendo agli inizi, ogni regista
che mi possa affiancare, sia un valore aggiunto per la mia carriera, per il mio
percorso attoriale, quindi non ho un nome ben preciso da farti perché penso che
ognuno possa darmi tanto per poter crescere e poter arrivare ad interpretare
ruoli diversi. Come regista mi vanno bene tutti, purché credano nel mio
talento, nelle mie doti professionali e possano farle crescere.
Quali sono le tue ambizioni, i tuoi
progetti?
Le ambizioni sono sicuramente quelle di
diventare un piccolo nome nel mondo del cinema. Progetti per ora non
ne ho in ballo, ma sono aperta a tutto.
So che stai facendo doppiaggio.
Si, mi sto occupando di doppiaggio e questa
è una strada che sto portando avanti in maniera parallela a quella del cinema,
che mi piace moltissimo tra l’altro. Mi piace la magia che si respira quando
si è lì, davanti al leggio, però sicuramente è una strada che mi sta
aiutando a mantenermi quanto meno allenata sia nella dizione che nella
recitazione e a potermi immedesimarmi sempre più in ruoli diversi.
Ti attira l’idea del teatro?
Perché no? Io nasco con questa scuola di
recitazione che si chiama HT Studio ed è una scuola di forma per quanto
riguarda la Hollywood Tecnic, per avere proprio una recitazione asciutta, pronta
per essere davanti ad una macchina da presa. Però il teatro sicuramente mi
attrae anche se mi spaventa un po’ il compiacimento immediato e vero del
pubblico. Mentre il cinema è un filtro che ti mette la macchina da presa, nel
teatro il pubblico è tutto lì, davanti a te.
Hai un rito scaramantico prima di entrare
in scena?
A parte il sale che porto sempre con me, non
ho altri riti scaramantici. Semplicemente mi do un piccolo incoraggiamento che
mi accompagna a far si che possa dare il meglio nel lavoro.
Oltre al talento, quanto conta la fortuna
nel tuo lavoro?
Per me la fortuna e il talento in questo
lavoro contano il 50 e 50 per cento. Ci sono molte persone brave e talentuose
che rimangono nell’ombra, quindi secondo me è importante il talento ma anche
trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Può sembrare una frase fatta, ma
io la sposo in pieno perché mi rendo conto che alle volte ci sono proprio delle
situazioni che ti si creano. Per cui tu incontri il regista giusto che ti cuce
addosso un personaggio. Un po’ come è successo a me per il film
“Antropophagus II” che mi ha cucito un ruolo adatto a me e in un attimo
vieni riconosciuta e ti si aprono delle strade che forse non si sarebbero mai
aperte.
Oltre al lavoro, curi delle passioni nella
vita?
A me piace molto fare sport e quando posso e
ho del tempo libero mi piace andare in montagna e d’inverno a sciare in un
posto dove ci vado da quando avevo 6 anni. Poi amo passeggiare, amo la mountain
bike, leggo molto e mi piace scrivere. Sono abbastanza passionale come persona e
quindi quando posso coltivo le mie passioni.
Un tuo pregio e un tuo difetto?
Sono empatica e quindi sono una persona che
riesce a trasmettere energia e a capire le persone e ad andare in sintonia con
la gente e penso che questo sia un valore aggiunto. Oltre ad empatica, sono
curiosa, sono una che ama sempre sapere e mettersi
in gioco e amo il cambiamento. Difetto? Forse sono poco diplomatica, perché
sono molto di pancia e quindi non ho peli sulla lingua. Non ho filtri perché io
sono come un vulcano. Quando si dice
che lo stomaco è il secondo cervello, ecco, sono io, in persona. Poi sono
perfezionista che può essere un
pregio ma anche un difetto, ma nel mio caso a volte la forte criticità, sia su
di me che sugli altri, mi ha fatto capire che può essere un difetto perché non
vivi mai bene il momento. C’è sempre un qualcosa di più che potevi fare o
fare meglio e quindi è sempre un continuo tormento.
Che rapporto hai con la Fede?
Il rapporto con la Fede è altalenante perché
io sono cristiana, ho ricevuto tutti i sacramenti, ma purtroppo non credo molto
nell’istituzione, nella chiesa. Nonostante ciò ho molta stima per il nostro
papa da un punto di vista umano. Mi piace molto papa Francesco perché è una
persona semplice, alla mano, e mi ha fatto ben pensare in un cambiamento, nella
possibilità di un mondo migliore. Sicuramente mi sono rispecchiata in tanti
discorsi che ha fatto. Al di là della chiesa c’è sempre il fattore umano,
quindi lo stimo tanto. La chiesa è un altro discorso perché non è un
bell’esempio.
Hai dei complessi?
Si, ogni mattina ne ho uno nuovo. Credo che
sia umano averne, poi a maggior ragione se sei molto critica con te stessa. Una
mattina ti svegli con un occhio più gonfio e quindi ogni mattina è un incubo.
Un peccato di gola che ogni tanto ti
concedi?
Ogni tanto, anzi spesso mi concedo un gelato,
sul letto mentre mi guardo una serie tv. Ma proprio da un chilo, un chilo e
mezzo. Facendo digiuno durante il giorno, mi rifaccio la sera (risata).
A Roma dove lo fanno buono il gelato?
Ce ne sono diverse gelateria buone a Roma.
Poi ho avuto mio papà che ha fatto il gelato per tanto tempo, quindi io sono
proprio una di quelle certosine che vanno alla ricerca delle gelaterie dove
fanno il gelato più buono. Una buona gelateria è in via dei Gracchi, dove lo
prendo spesso.
Anche vicino a piazza Risorgimento ce n’è
una buona.
Old Bridge, è vero. Come no? C’è sempre
la fila. Negli anni ha cambiato gestione, però quando aveva appena aperto, era
una cosa incredibile, sembrava che ci fosse l’oro in quel gelato, perché la
fila era chilometrica e il gelato era veramente buonissimo. E’ un bel po’
che non ci vado, però è una delle più buone gelaterie di Roma.
Abiti dalle parti di via dei Gracchi?
No, sto su verso ponte Milvio. Però per il
gelato mi sposto volentieri (risata)
Quanto contano i soldi nella vita?
I soldi per me non sono mai stati un
interesse. Contano per vivere, ma prima di tutto per me conta il benessere
fisico e psicofisico di una persona. So che sembra una risposta perfetta ma è
quello che penso realmente. Magari hai i soldi e non hai la serenità o la
salute per poterteli godere.
Cosa ti fa arrabbiare?
Mi fanno arrabbiare le bugie da parte di chi
amo e la gente che non cambia mai idea. Mi mandano fuori di testa le persone
ottuse.
L'ultima volta che hai pianto e perché?
Mi capita di piangere spesso ultimamente per
la malattia di una persona a me molto cara. Purtroppo il fatto di non poterla
aiutare mi fa star male. Spero si risolva, ma non credo perché è una malattia
un po’ particolare, l’alzheimer.