Laura Chimenti (giornalista)                        Roma 21.5.2025

                     Intervista di Gianfranco Gramola

“Un mio modello di giornalista è sempre stata Oriana Fallaci, una donna così tenace, una donna così pronta a darsi per il proprio mestiere, per me è sempre stata un punto di riferimento”

 

Laura Chimenti è nata a Roma. È una conduttrice dell'edizione delle ore 20:00, e in passato delle ore 13:30, del TG1, telegiornale della prima rete Rai, dopo esserne stata per diversi anni redattrice e inviata della redazione economica. Muove i primi passi nell'agenzia giornalistica Asca, nella testata mediatica Notizia +. In RAI approda invece nel 1996 come realizzatrice e conduttrice di una rubrica, Style, che si occupava di moda, tendenze, viaggi e lifestyle. Prima di approdare alla redazione economica del TG1, già dal 2000 al 2017 e dal 2019, anno in cui divenne giornalista professionista, faceva parte della redazione mattina del TG1. È stata chiamata a ricoprire il ruolo di conduttrice di prima serata dopo che Maria Luisa Busi, volto di punta del TG1, ha lasciato la conduzione per contrasti con la direzione di Augusto Minzolini. Nel 2013 ha condotto su Rai 1 il Premio Biagio Agnes con Gerardo Greco ed il Premio Strega con Antonio Caprarica. Nel 2017 la Gazzetta di Parma la dichiara una delle nove telegiornaliste italiane che bucano lo schermo della televisione, con Elena Guarnieri, Helga Cossu e altre colleghe. Nel febbraio 2020 è tra le co-conduttrici del Festival di Sanremo.

Televisione

•Style (Rai 1, 1996)

•TG1 (Rai 1, dal 2010)

•Premio Biagio Agnes (Rai 1, 2013)

•Premio Strega (Rai 1, 2013)

•Techetechete' (Rai 1, 2015) Puntata 17

•I nostri angeli - Premio Luchetta (Rai 1, 2016)

•Festival di Sanremo (Rai 1, 2020)

•Premio Marisa Bellisario (Rai 1, 2020-2022)

•D. Time - Il tempo di Lady D. (Rai 1, 2021)

•Premio Louis Braille (Rai 1, 2021)

•Nella memoria di Giovanni Paolo II (Rai 1, 2022)

•TG1 Mattina Estate (Rai 1, 2024)

•Onore al merito (Rai 3, 2025)

Intervista

Mi racconti com’è nata la passione per il giornalismo? Hai giornalisti in famiglia?

Nessun giornalista in famiglia. La passione per il giornalismo è nato sui banchi di scuola, amavo come amo tuttora leggere, amavo scrivere e come dicono le mie figlie “sono curiosa come una scimmia” (risata). Quindi pronta ad analizzare qualsiasi evento che incuriosisce e a trovare il nocciolo della questione, che è quello che mi spinge quotidianamente a fare il mio lavoro, la curiosità.

I tuoi genitori ti hanno incoraggiato nella tua scelta professionale o avevano in mente un futuro diverso per te?

Mi hanno sempre incoraggiato, tant’è che mia madre sapeva della mia passione per la scrittura e infatti io mi sono laureata in Scienze della Comunicazione con indirizzo in giornalismo. Non sapevo all’epoca quale indirizzo prendere e lei era venuta a conoscenza di questa facoltà che era aperta da poco. Io inizialmente volevo fare medicina. Mio padre è farmacista quindi ho vissuto sempre in un ambiente di medicina, però non mi interessava la vendita del prodotto ma proprio per la mia curiosità mi piaceva analizzare le molecole all’interno delle medicine. Tant’è che tuttora quando c’è qualcuno della mia famiglia che sta poco bene, non va da mio padre che è farmacista, ma chiamano me per sapere quale medicina prendere. Volevo fare medicina ma più che per la chirurgia, per l’operatività della cosa, mi interessa il laboratorio. Invece i miei genitori mi hanno detto: “No Laura, a te piace medicina, però tu sei nata per scrivere”. Scrivevo temi e pagine infinite e i miei professori non terminavano di leggere i miei scritti perché erano troppo lunghi. Mia mamma mi ha sempre assecondato in questa passione. Lei è  stata lungimirante.

Alla domanda che fanno ai bambini “Cosa vuoi fare da grande?” tu cosa rispondevi?

Io dicevo la scrittrice anche se non avevo in mente il giornalista, ero troppo piccola. Volevo fare la scrittrice e poi crescendo ho capito che il giornalismo sarebbe stata la mia strada. Poi ho sempre avuto il dono della sintesi e forse è stato anche questo che mi ha portato a fare la giornalista televisiva, perché in un minuto devo riuscire a dare la notizia, mentre se fossi stata giornalista della carta stampata, lì avrei potuto scrivere i famosi temi che scrivevo alle medie. In realtà ho il grande dono della sintesi e anche all’università i famosi tomi da 1300 pagine io ero capace di riassumerli in 15 fogli di protocollo e poi dopo li studiavo a memoria e poi riuscivo a sostenere l’esame grazie a questa sintesi che avevo.

Con quali giornalisti di riferimento sei cresciuta? Chi sono stati i tuoi maestri?

Un mio modello di giornalista in realtà è sempre stata Oriana Fallaci. Ho poco a che vedere con lei perché lei è stata un’inviata e io ho viaggiato tanto ma poi ho avuto i figli presto e ad un certo punto la mia carriera da inviata si è bloccata. Ho preferito stare in redazione e seguire la mia famiglia. Però a livello di giornalismo, una donna così tenace, una donna così pronta a darsi per il proprio mestiere, per me è sempre stata un punto di riferimento.

A parte la curiosità, quali sono le qualità che deve avere una buona giornalista?

Deve avere fiuto, conoscenze e quindi grandi fonti e la velocità. La velocità che viene appunto dal mestiere televisivo. Tu sai che devi andare in onda dalle 13.30 alle 20.00 e devi montare un pezzo e se hai una notizia da dare devi essere veloce nel  darla. Questo è anche per quanto riguarda un giornalista quando c’è uno scoop, non deve perdere tempo. Quindi fiuto, fonti e velocità.

I giornalisti improvvisati sul web sono un arricchimento o una banalizzazione dell’informazione?

Già che li chiami giornalisti improvvisati per me è un’accezione negativa del termine quindi non sono un arricchimento. La banalizzazione dipende da che tipo di informazione ti danno e lì appunto sono le tue fonti che devono venirti in soccorso per accertare se quello che hanno detto in quel momento sul web  sia vero o meno. Giornalista non ci si improvvisa, come qualsiasi mestiere, deve venire da uno studio profondo della materia, da una passione per quella materia stessa, quindi se tu sei un improvvisato non hai un background ne una passione. Ci vuole tanta gavetta, io ho fatto 11 anni di precariato in Rai, ci sono entrata a 19 anni e forse quello mi ha aiutato anche ad emergere giovane nel mio lavoro.

Ti preoccupa la concorrenza televisiva?

No, come Tg1 sfidiamo la concorrenza, non la temiamo (risata). Il prodotto che offriamo è un prodotto a 360 gradi, quindi raccontiamo il mondo, la società sotto tutti i punti di vista. Tutti i tipi di mondi, quindi dal punto di vista della cronaca, della società, degli esteri, della politica, analizzando tutte le facce. Offriamo un prodotto talmente completo che non temiamo la concorrenza, ma appunto la sfidiamo quotidianamente.   

E’ più libera la carta stampata o la TV?

Il giornalista è un professionista libero. Punto.

Fra le varie interviste che hai realizzato c’è quella di Monica Bellucci e di Raffaella  Carrà. Un tuo ricordo?

La Bellucci me la ricordo perché fu la prima intervista nella mia prima conduzione del Tg delle 20.00. La ricordo molto bene perché fu il mio esordio e poi in quel momento eravamo accomunate dal fatto che entrambe avevamo appena partorito le nostre figlie. Quindi due mamme a confronto, in due mondi diversi, lei cinema e io televisione, però coincise con la mia prima conduzione del Tg. Raffaella Carrà, un  mito. In quel momento mi sono confrontata con una regina della televisione italiana, ero anche giovane e forse c’era anche un po’ di timidezza e di soggezione nei confronti di un mito che era Raffella Carrà.

Un’intervista che vorresti realizzare?

Ad oggi, sulla scia che ha realizzato il mio direttore a Papa Francesco, un’intervista meravigliosa, forse dopo aver condotto tanti speciali sulla figura di papa Leone XIV, un domani poterlo intervistare mi piacerebbe molto. E’ una persona che vedo già dolce ma determinata, quindi ha tutte le qualità per essere un Papa di quelli di cui ha bisogno la nostra società adesso. Mi piacerebbe indagare nella sua anima.

Se ti dico Luca Giurato, cosa ti viene in mente?

Un grandissimo amico. Quando io parlo di Luca mi viene in mente che era un grande professionista, forse uno degli uomini più simpatici che io abbia conosciuto, che mi ha voluto un bene pazzesco. Ho passato dei momenti importanti con lui, di crescita professionale. Ricordo che quando eravamo a Uno Mattina Insieme, ci fu lo scandalo di Bill Clinton con la stagista Monica Lewinsky. Lui era un patito di Bill Clinton e da lì comincio a chiamarmi simpaticamente Clifer, Cli per Clinton e fer una sua invenzione. Ho un bel ricordo di Luca.

Come hai vissuto l’esperienza del festival di Sanremo?

Una delle esperienze più divertenti della mia vita. La prima è stata quella del mio matrimonio, il giorno più bello della mia vita. La seconda è stata quella di Sanremo. Tutti pensano che Sanremo ti debba preoccupare, invece l’atmosfera era molto serena, goliardica e Amadeus è stato proprio accogliente e mi ha messo a mio agio immediatamente. Il teatro Ariston che uno può pensare e  vedere dalla televisione, con quel quadrangolo può apparire grandissimo, in realtà non è tanto grande. Quindi questa dimensione raccolta non mi ha fatto venire paura di questo grandissimo evento che stavo per affrontare, perché poi Sanremo è l’evento più importante per la Rai. Però ero assolutamente a mio agio.

Hai incontrato Papa Francesco. Che ricordi hai di lui e che parole vi siete scambiati?

Un grande Papa sicuramente, un Papa buono e dal cuore grande, che è una delle  caratteristiche che deve avere un Papa. Cosa ci siamo scambiati? Gli ho soltanto  affidato me e la mia famiglia in quel momento e lui mi ha alzato il pollice, come per dire “Si, lo farò nelle mie preghiere”. Lui in quel momento stava già male, ma quella risposta con il pollice verso l’alto mi ha rassicurata.

Il tuo rapporto con la Fede?

Grande, immenso, sconfinato. Io prego tutti i giorni, ho una risposta quotidiana alle mie richieste e quando io vado in chiesa la domenica a seguire la messa, faccio la mia richiesta. Chiedo a Gesù e anche alla Madonna: “Ho questo problema, vi prego aiutatemi a risolverlo, fatemi sentire la vostra presenza”. Una volta è più presente la figura di Gesù nelle mie preghiere, altre volte la figura della Madonna. Entrambi fanno in modo che la mia vita prenda la piega che dicono loro, che è la strada giusta.  

Tornando al giornalismo poche donne bucano lo schermo come te. Qual è il segreto del tuo successo?

Innanzitutto grazie del complimento. Io sono me stessa, senza filtri e quindi penso che il segreto sia non costruirsi un immagine ma presentarsi per come si è. Forse questo far uscire la propria anima viene sentito dal pubblico, che apprezza la mia sincerità nel comunicare e forse dopo tanti anni di conduzione, sono diventata consapevole della mia persona e forse questa consapevolezza, questa presa di coscienza in me stessa che mi fa essere soddisfatta, esce, e alla fine la gente apprezza la mia persona.  

Nel mondo del giornalismo lavorano molte donne. E’ un passo verso la parità?

La parità secondo me c’è, perché ci sono tante giornaliste donne come ci sono tanti giornalisti uomini. Mi dirai che magari non sfonda la stessa percentuale di donne come magari sono sfondati in passato tanti giornalisti uomini. Purtroppo le donne fanno sempre i conti con la famiglia, stare con i figli, con il dover portare avanti la vita privata e quindi si deve sempre dividere. Magari l’uomo fa solo quello e quindi a volte i problemi dipendono dalla difficoltà di poter gestire la propria vita famigliare. Le donne che arrivano magari sono donne determinate, io ti dico che sono arrivata a tal punto perché ho iniziato presto, quindi ho fatto i figli presto e oggi riesco ad affermarmi perché ho figlie che riescono a gestirsi da sole.   

Quali sono le tue ambizioni?

Io mi sento realizzata, faccio il mio lavoro, lo faccio molto bene e sono sempre pronta  ad accogliere le opportunità. La mia ambizione più grande e quella di essere capace di cogliere il treno che ti passa davanti. Non è che chieda o voglia qualcosa, però se vedo un treno che passa e che può interessarmi, lo prendo al volo.

A chi vorresti dire grazie?

La lista è lunga. A livello famigliare in primis ai miei genitori, che mi hanno sempre consigliato bene. Mio marito mi ha sempre dato una spinta a fare le cose, non mi frena e poi grazie ai grandi professionisti che mi hanno guidato, da Dino Sorgonà, che è stato il mio primo capo redattore alla redazione economica che mi ha insegnato il mestiere. Poi Clemente Mimun, il mio direttore all’epoca, che è stato il primo che ha creduto in me perché mi ha messo in conduzione nel 2006 al Mattino. Augusto Minzolini che è quello che ha fatto il passo importante perché mi ha messo alla conduzione alle 20.00 e poi l’attuale Gian Marco Chiocci che facendomi condurre i speciali sui temi più importanti, ha molta stima di me e mi sprona sempre a fare meglio.