Laura Efrikian (attrice)     Roma 21.7.1998

            Intervista di Gianfranco Gramola  

In Tv dopo un volontario esilio

 

Laura Efrikian (Ephrikian) è nata a Treviso, nel 1940. Celebre soprattutto per essere stata moglie di Gianni Morandi, dopo aver studiato recitazione al “Piccolo” di Milano, ha recitato al fianco del marito in film musicali quali “In ginocchio da te” (1965), “Non son degno di te” (1965), “Se non avessi più te” (1966) e “Chimera” e ha preso parte a due importanti sceneggiati televisivi, quali “La cittadella” e “David Copperfield”, entrambi sotto la direzione di Anton Giulio Majano. Inoltre la ricordiamo in “Marea di settembre” (1963) e  in “Piccolo caffè”. Nel 1962, a soli 22 anni, ha presentato Il Festival di Sanremo, insieme a Renato Tagliani e Vicky Ludovisi. E’ stata anche conduttrice della rubrica “Speciale Tvm”. Il 13 luglio 1966, si è sposata con Gianni Morandi e lo stato di gravidanza permetterà a Morandi un temporaneo rinvio degli obblighi di leva. Da Morandi ha avuto Serena (6 gennaio 1967), morta appena nata, Marianna (14 febbraio 1969), attrice e Marco (12 febbraio 1974), cantante.  

Breve filmografia:

Chimera – In ginocchio da te – La suora giovane – Una lacrima sul viso – Nessuno mi può giudicare – Non son degno di te – Perdono  – Rita la zanzara – Se non avessi più te – Twist lolite e vitelloni – Vento di primavera - Innamorarsi a Monopoli.

Ha detto:

- Dopo la separazione con Gianni, una cosa l’abbiamo decisa subito, cioè che i bambini dovevano restare a Tor Lupara, dove erano cresciuti, dove avevano le loro camerette e le loro cose. Così Marco e Marianna sono rimasti con il padre e io mi sono trasferita a Roma.

- Oggi, quando guardo i miei figli, vedo due ragazzi liberi e sereni. E penso che, nell’insieme, io e Gianni, siamo stati bravi.

Curiosità

- Nel 1966, a Gretna Green, in Scozia, ha sposato Gianni Morandi, poi in luglio le nozze in gran segreto, in Italia, contro il volere dei futuri suoceri.

- Ha conosciuto Gianni Morandi sul set di “In ginocchio da te”.

Intervista

E’ nella sua bella abitazione di v. Italo Panattoni, sulla Cassia.

Lei è romana di adozione, giusto?

Si! Perché sono nata a Treviso.

Come mai si è trasferita a Roma?

Io ho fatto la scuola d’arte drammatica a Milano, poi però per il lavoro d’attrice Roma era il posto giusto, perché il regno del cinema e quindi mi sono trasferita nella capitale e poi ho continuato a viverci. Mi sono sposata qui, i miei figli sono nati qui e quindi sono romani.

Come ricorda l’impatto con Roma?

Siccome a Milano ci andavo spesso e ci vivevo qualche mese all’anno, perché avevo dei parenti nel capoluogo lombardo e quindi stavo già in una città grande. Milano era una città molto importante, una capitale europea gia allora, adesso non lo è più. E quindi il salto con Roma non mi ha procurato nessun problema, nessun trauma. Devo dire che Roma è molto ma molto bella ed è molto piacevole viverci. Con Roma ho un ottimo rapporto, ed è cresciuto da quando come sindaco c’è Rutelli.

Quali sono state le sue abitazioni?

Sempre nella stessa zona, l’Aurelia, vicino al Vaticano, a parte il periodo del mio matrimonio con Gianni Morandi, che stavamo a Tor Lupara.

Qual è l’angolino romano a cui lei è affezionata?

Sono affezionata alla zona di Monteverde Vecchio, perché c’ho abitato in anni particolari e lì, appunto ho del bei ricordi.

Cosa prova nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?

Meno male che sono tornata a casa (risata). Casa dolce casa, come si dice. Mi colpisce sempre di più la grande bellezza di questa città che è veramente di una bellezza sconvolgente.  

Quando vede Roma più bella?

Al tramonto. Lei non può immaginare Roma com’è in certe sere al tramonto.

Se lei avesse la bacchetta magica, cosa farebbe per migliorare Roma, a parte l’eterno problema del traffico?

Educherei un po’ di più i romani, perché spesso sono un po’ maleducati.

Oltre ad essere maleducati avranno anche qualche pregio i romani?

I pregi? Hanno un particolare senso dell’umorismo e hanno questo modo abbastanza allegro di prendere la vita, un po’ scanzonato. Questo stesso pregio però può diventare anche un difetto perché fa diventare il, romani un po’ greve.

Dopo tanti anni che vive a Roma si sente un po’ romana?

Mi sento un abitante di Roma e non mi sento romana, ma non mi sento nemmeno veneta. Diciamo che mi sento europea o meglio diciamo che a Roma mi sento “ospite”.

Tradirebbe Roma con un’altra città?

Si! Volentieri. Andrei ad abitare volentieri a Firenze e a Palermo. Sa, io amo molto l’Italia, le città italiane sono molto belle. Certo che dopo 30 anni che uno vive a Roma può darsi che uno senta un po’ di nostalgia per la città in cui ha vissuto per tanto tempo. Ma io non ho questo senso di attaccamento fortissimo alla città, alle cose, insomma.

In quale Roma del passato le sarebbe piaciuto vivere?

Intorno al 100 a.C. Mi sarebbe piaciuto molto conoscere Lucio Cornelio Silla, perché ho una passione per questo personaggio. Mi incuriosisce la sua storia, la sua personalità e mi piace molto tutto quel periodo della storia romana.

Come vorrebbe che fosse la Roma del futuro?

Io ho poche speranze che Roma cambi. Sarà sempre più caotica. Spero che riescano a mantenere e a conservare i suoi monumenti e i suoi musei. Roma è una grande città d’arte ed è una grande capitale ed è un esempio vivente di quello che è stato il popolo romano. Non riesco ad immaginare una Roma diversa, una Roma che cambia... Spero che in futuro diventi più vivibile per tutti. Forse mi illudo e poi fare previsione non è il mio forte.

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Ho smesso di fare l’attrice. Ora faccio l’arredatrice e i miei progetti sono quelli di arredare.

Ha un sogno nel cassetto che vorrebbe realizzare?

Ne ho talmente tanti. In questo momento un mio sogno è quello di andare a visitare l’Armenia che non l’ho mai vista e che è il mio paese d’origine. Perché Efrikian non è un cognome d’arte, è il mio originale e si capisce che l’origine non è italiano. Mio nonno era armeno, scappato da un genocidio e quando vedo arrivare sulle nostre coste italiane tutte queste barche di albanesi e di gente che scappa da guerre e da massacri, mi ricordo di mio nonno che, appunto arrivò in Italia scappando ad un massacro. Comunque  ho molta voglia di visitare questo paese, questa terra da cui trae l’origine dei miei antenati.